Argentario, in MTB sopra il mare

Nell’estate 2015 e nel giugno 2022 ho trascorso alcuni giorni sull’Argentario. Grazie ad una mountain bike (poco accessoriata, per la verità) la prima volta e ad una trekking bike nella seconda ho potuto ammirare le bellezze di questa penisola che si protende nel Mar Tirreno e che offre al ciclista ottimi spunti, ma anche non trascurabili difficoltà dovute all’altimetria ed al fondo stradale in parte sconnesso.

Data la modesta estensione, l’Argentario è un territorio che dal punto di vista ciclistico offre poca quantità, ma molta qualità. Viste le bici a mia disposizione, mi sono limitato a percorsi asfaltati o sterrati senza troppe difficoltà. Classicissimo è il giro completo della penisola seguendo grosso modo la linea di costa: 40 km di montagne russe con pendenze talvolta oltre il 20% e 4 km di sterrato piuttosto disagevole, il tutto impreziosito da favolose viste sul mare e sulle vicine isole del Giglio e di Giannutri.
Un altro itinerario, per chi preferisce le lunghe salite, è l’ascesa di 9 km a Punta Telegrafo, una strada bella e poco trafficata che prevede il passaggio al Convento dei Passionisti, in stupenda posizione panoramica sulle lingue di terra (“tomboli”) che collegano l’Argentario alla penisola italiana.
Ai due percorsi proposti vanno aggiunti i 20 km pianeggianti, quasi interamente su ciclabile, che si svolgono tra i tomboli della Feniglia (molto belli i 6 km in pineta dove è possibile osservare i daini) e la laguna di Orbetello, in un ambiente singolarissimo popolato da volpi, tassi, istrici, falchi pescatori, fenicotteri, Cavalieri d’Italia e aironi. Questo anello può valere come itinerario a sé stante per chi non è sufficientemente allenato e preferisce evitare gli impegnativi strappi già citati.

Un curioso incontro sul percorso ciclabile lungo il tombolo della Feniglia


IL GIRO DELL’ARGENTARIO Il percorso è quello tracciato nell’immagine seguente; punto di partenza e di arrivo è stato Porto Santo Stefano, la località più importante del Comune di Monte Argentario.

Grazie a Strava e Google Maps

Il giro può essere percorso indifferentemente in senso orario o antiorario; io preferisco la prima soluzione, per poter percorrere in salita buona parte del tratto sterrato dato che i mezzi usati, non ammortizzati, non mi permettevano di affrontare le discese sconnesse con la dovuta disinvoltura. Con il giro orario c’è inoltre la possibilità di riscaldarsi adeguatamente, dato che da Porto Santo Stefano a Porto Ercole la strada è quasi pianeggiante; da segnalare che all’uscita di Porto Santo Stefano è possibile evitare il tratto fino alla località Pozzarello, insidioso per il traffico e le curve strette, sfruttando il vecchio percorso con le gallerie che inizia al porto e rimane sul mare. Altro vantaggio del giro in questo verso è la possibilità di godersi gli ultimi km verso Porto Santo Stefano in discesa, con panorami notevoli.
Come detto, da Porto Santo Stefano fino a Porto Ercole non vi sono difficoltà altimetriche e la strada è larga e ben asfaltata, sia pur piuttosto trafficata. Attorno a Porto Ercole c’è la possibilità di visitare i fortini risalenti all’occupazione spagnola, da dove si godono bei panorami sulle zone circostanti; in questo caso vanno aggiunti al conto alcuni chilometri di salita su acciottolato non proprio agevole.

La vista sul tombolo della Feniglia da Forte Filippo

A Porto Ercole, in corrispondenza di un secco tornante, inizia l’omonima Panoramica; in effetti lo sguardo può spaziare verso il mare e si intravedono prima l’Isolotto e poi Giannutri; solo più avanti sarà visibile anche l’Isola del Giglio. Si guadagna quota con alcuni tratti in salita non particolarmente impegnativa, lasciando sulla destra il bivio per Forte Stella, fino ad una breve e ripida discesa che porta ad un ampio parcheggio. Da qui inizia un tratto decisamente tosto, che costringe chi non è ben allenato a proseguire a piedi; la strada infatti è solo in parte asfaltata, cosparsa di ghiaia grossa e raggiunge pendenze da brivido. Dopo quasi un chilometro si passa ad un vero e proprio sterrato, in buona parte in salita, con un settore centrale pianeggiante.

Il tratto sterrato lungo la costa meridionale dell’Argentario

Nell’ultima parte la fatica sarà ripagata da panorami davvero spettacolari, il tutto immerso nell’aroma dei pini marittimi e con il frinire incessante delle cicale. Giunti a circa 180 m di quota si riprende a scendere su asfalto piuttosto grossolano, sia pur con alcune pedalate in contropendenza. Un ultimo tratto in forte discesa ci riporta quasi al livello del mare, e da qui iniziano alcuni chilometri vallonati fino in località Maddalena, dove si affronta l’ultima impegnativa ma panoramicissima salita, intervallata da un breve tratto in cui respirare, che porta ad un valico a circa 200 metri di quota.

Vista sulla zona di Maddalena

Dopo circa 1 km di discesa si può decidere se raggiungere Porto Santo Stefano rimanendo sulla destra oppure svoltare a sinistra e godersi i panorami sul mare; in ogni caso le difficoltà sono praticamente terminate.
Direi che è virtualmente impossibile (sto parlando del 2022) completare l’anello con una bici da corsa; i tratti attorno alle due località principali sono ampi e ben asfaltati, ma altre zone presentano come detto asfaltatura grossolana e sterrati in cattive condizioni, che costringerebbero anche il miglior funambolo a scendere e spingere per lunghi tratti, oltre ovviamente al fatto di dover contare su una foratura quasi certa!
Ciò che più mi ha colpito di questo giro è il fatto di transitare per località caotiche e ingolfate d’auto (piccole, per fortuna, si tratta delle già citate Porto Santo Stefano e Porto Ercole) e trovarsi pochi chilometri dopo in contesti quasi selvaggi, con pochissime abitazioni e nessun punto di ristoro. Se il chilometraggio fosse importante, consiglierei un’abbondante scorta di liquidi, zuccheri e kit d’emergenza vari. Ma riducendosi il tratto “in solitaria” per un discreto cicloamatore a circa un’ora, direi che una borraccia d’acqua può bastare ;-) Se invece lo stato di forma non è il massimo, qualche sosta per riprendere fiato sarà da mettere in conto!

L’ASCESA A PUNTA TELEGRAFO Questo itinerario (tra i 30 e i 35 km partendo rispettivamente da Porto Ercole e Porto Santo Stefano) è adatto anche alle bici da corsa. I primi 4,5 km sono quelli più gettonati; molti si fermano al convento (poco sopra i 300 m di quota) e buttano un occhio sullo splendido panorama che si gode verso i tomboli sottostanti, per poi tornare sui propri passi. È da lì, invece, che inizia il bello, perché subito dopo la strada si impenna e resta impegnativa per i successivi 3 km, fino al bivio con una strada sterrata sulla sinistra che porta ad un croce panoramica. Ma la salita non è finita, perché dopo una breve discesa si riprende a guadagnare quota, sia pure a tratti, fino ad un piazzale sovrastato da una selva di antenne e ripetitori, poco dopo il km 9, a 610 metri di altitudine. Da notare il piccolo varco panoramico tra la boscaglia che si affaccia su un inquietante strapiombo e la strada sterrata, che io non ho esplorato ma che permette, con tratti in forte pendenza, di scendere a Porto Ercole e chiudere così un anello.

Vista sui tomboli e sulla laguna dal convento dei Passionisti

LA CICLABILE TRA ORBETELLO E LA FENIGLIA Il punto di partenza di un percorso ad anello come questo può essere posto ovviamente dove si preferisce. Partendo dal centro di Orbetello si percorre la ciclabile su quello che i locali chiamano “lungolago” attraversando tutta la laguna in direzione Argentario e raggiungendo un attraversamento pedonale che porta sulla ciclabile dall’altra parte della strada. Dopo pochi km si trovano le indicazioni per il tombolo della Feniglia. Da qui si percorrono solo alcune centinaia di metri sulla strada asfaltata e poi si svolta a sinistra verso il primo parcheggio. Dal parcheggio, al di là di un grande cancello, iniziano 6 km bellissimi, tutti in pineta su sterrato leggero, con tanti accessi al mare che dista poche centinaia di metri. Con un pizzico di fortuna si possono osservare i daini.

La magnifica pineta della Feniglia

Al termine della ciclabile sterrata si svolta a sinistra e si entra su una strada asfaltata, al primo incrocio si resta ancora a sinistra per poi imboccare la ciclabile in corrispondenza di un cancello che di solito è chiuso (in bici si passa). La ferrovia rimane sulla nostra destra.

L’ingresso della ciclabile che nei pressi della piccola località di Ansedonia porta a Orbetello

Da qui inizia il tratto lungo la laguna dove non è difficile scorgere aironi e fenicotteri rosa.
Dopo alcuni km, all’ingresso di Orbetello Scalo, la ciclabile finisce. Bisogna attraversare l’Aurelia (poco piacevole) e poi uscire subito sulla destra, seguendo le indicazioni per Orbetello centro.
Il percorso è pianeggiante, una ventina di chilometri circa.

L’anello ciclabile attorno alla laguna di Orbetello, grazie a Komoot e openstreetmap!

2 Responses

  1. Sandro D'Angeli ha detto:

    Vado in vacanza all’Argentario e faccio spesso questi percorsi. Ottima descrizione dei percorsi. C’è anche quello che passa per “spacca montagna” e raggiunge i due ascensori delle miniere, che si vedono in alto a dx prima del bivio per la spiaggia Feniglia, provenendo da Orbetello

  2. Carlos ha detto:

    Bravo, scritto bene

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