Busatte, laste e marocche
Cosa c’è di meglio di una giornata trascorsa sul Garda, fuori dal caos del lungolago, dinnanzi a splendide vedute, in un luogo che offre attrattive sia dal punto di vista ricreativo sia geologico? Tutto questo lo si può trovare poco sopra Torbole in località “Busatte”, raggiungibile in pochi minuti anche a piedi dal centro del paese, patria dei surfisti.
Il parco delle Busatte, posto su un’area leggermente rilevata rispetto al lago, rappresenta il punto di partenza dell’itinerario proposto. Esso offre varie attrazioni di tipo ricreativo ed è ideale per trascorrere un pomeriggio all’insegna del divertimento e dello sport. Dal parco, come detto, si diparte il “sentiero delle Busatte”, un percorso ad anello lungo il pendio del Monte Baldo con dislivelli modesti, a quote oscillanti tra 150 e 385 metri.
Si tratta di un’escursione di 9 km (provvisto di diverse scorciatoie) lungo i quali non mancano spettacolari punti panoramici, cartelli esplicativi che forniscono informazioni di carattere naturalistico e una serie di ardite (ma sicure) scale che permettono di superare tratti altrimenti riservati solamente a esperti arrampicatori.
Il sentiero, nella sua parte bassa, offre spunti geologici di notevole interesse; esso attraversa infatti una falda detritica (“marocca”) originatisi come in altre zone trentine e delle Alpi in seguito a una grande frana risalente alla fine dell’ultima era glaciale.

Il termine “marocca” indica un accumulo di detriti dovuti a grandi frane
E dove ci sono le marocche si trovano generalmente le “laste”, superfici di scivolamento più o meno inclinate (20-40 gradi) che rappresentano gli “scivoli” lungo i quali si sono staccati pacchi di formazioni calcaree.

Laste visibili dal sentiero delle Busatte sul Doss dei Frassini.
A innescare questi eventi furono il cessare della pressione esercitata sui versanti dai ghiacciai pleistocenici e la presenza di livelletti di argilla, intercalati agli strati calcarei, che fungono da lubrificante; la frane generarono dei macereti (le marocche, appunto) giunti ai nostri giorni parzialmente alterati e modificati dalle attività antropiche. Alcuni blocchi possono avere dimensioni notevoli.

Nella foto è evidente come agli strati calcarei si alternino livelletti di materiale diverso (in questo caso argilla).
Questi eventi, come detto, risalgono alla fine dell’ultimo periodo glaciale, il Würm, 12-15000 anni fa.
Lungo il cammino alcuni punti panoramici (uno dotato di una panchina posta in posizione davvero spettacolare) permettono di comprendere l’imponenza della frana, giunta sicuramente fin sulle rive del lago e qui successivamente in gran parte cancellata dai processi antropici, ma anche di godere di scorci molto belli.

Il Monte Brione dal sentiero delle Busatte.
La formazione rocciosa interessata dagli scivolamenti è quella dei Calcari Grigi, risalenti al Giurassico inferiore. A quei tempi (circa 200 milioni di anni fa e per un intervallo di circa 15 milioni di anni) gran parte del Trentino si trovava in condizioni di mare basso orlato da cordoni sabbiosi e interrotto da zone emerse su cui si aggiravano i primi Dinosauri.
L’itinerario offre spunti interessanti anche dal punto di vista botanico: la mitezza del clima permette infatti la crescita di vegetazione mediterranea tra cui spiccano il leccio, l’orniello e il carpino nero.
Grazie alle attrazioni proposte dal parco e alle rilevanze geologiche e botaniche del sentiero, la giornata si potrebbe considerare già più che appagante; ma il luogo offre un altro motivo di interesse, le già citate scale (quasi 400) che si sporgono su precipizi inquietanti, ma che possono essere percorse senza rischi anche da famiglie con bambini. L’unico problema possono derivare da eventuali vertigini…

Le scale lungo il percorso: sicure ma un po’ inquietanti per chi non ha confidenza con il genere!
Una volta passate le tre serie di scalinate ( a dirla tutta, piuttosto impattanti sul paesaggio), si raggiunge un bivio che porta ad una strada forestale. Qui è possibile rientrare al parco seguendo due distinti itinerari: quello “dei Paloni” è più impegnativo, mentre il percorso classico passa poco sopra le già citate scale. Esiste anche la possibilità di scendere lungo la forestale fino a Tempesta, dove converrà attendere l’autobus di linea per evitare un’improbabile e pericolosa camminata sulla trafficata Gardesana.
Rientrando verso le Busatte, poco prima del parco, è possibile imboccare una variante che permette di raggiungere la vecchia strada, ora chiusa al traffico, che da Nago scende a Torbole. Potremo così godere di altri favolosi panorami sul lago al cospetto di un suggestivo uliveto.
Spunti per approfondimenti:
Gardatrekking.com
tr3ntino.it
lagodigardaescursioni.it
Interessante, bella descrizione. Grazie