Ciclotraghettando in laguna
Quello del 9-10 novembre 2019 (con appendice il giorno 11) è stato un week end dedicato all’esplorazione in bici, sul traghetto, con il vaporetto e di corsa della parte meridionale della laguna di Venezia, quella che ancora mi mancava dopo aver pedalato più volte nella parte nord. Sabato 9, dopo aver assistito ad una conferenza di astronomia nella grandiosa Aula Magna Silvio Trentin dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, mi sono diretto all’isola del Lido per una due giorni fatta solamente di mare e bici… quanto di meglio mi potessi regalare!
Punto di partenza della mia breve vacanza novembrina al Lido di Venezia, avvalendomi come sempre per il viaggio solo di treno e bici, è stato un hotel in località San Nicolò, nella zona nord dell’isola. Il giorno del mio arrivo, rimediata una bici a noleggio, ho trovato il tempo per il periplo ciclistico del Lido, poco meno di 30 km, con andata sulla strada principale che attraversa longitudinalmente l’isola passando per la località di Malamocco e giungendo dopo 10 km al terminal traghetti in località Alberoni.
Qui ho potuto verificare, per fortuna con ampio anticipo, l’assenza di una biglietteria. Il rientro è avvenuto lungo la riva orientale, quella che si affaccia sul mare aperto, prima lungo il molo che costeggia il faro e poi, attraversato un tratto di spiaggia, sullo spettacolare e panoramico percorso dei “Murazzi”, un’imponente diga in pietra innalzata ai tempi della Repubblica di Venezia per proteggere le isole della laguna dai marosi. Preciso che il percorso sarebbe interdetto alle bici; ci si può avventurare fuori stagione, avendo comunque cura di rallentare (ed eventualmente scendere) quando si incrociano pedoni, che non mancano mai essendo i Murazzi zona di passeggiate per i locali tutto l’anno.

La sgambata del primo giorno tratta dal resoconto di Strava.
Il giorno seguente il piatto forte: partito di buon mattino dal Lido, ho ricalcato il percorso appena descritto fino agli Alberoni, dove mi sono imbarcato sul traghetto (o ferry boat) per Santa Maria del Mare, punto più settentrionale dell’isola di Pellestrina che viene raggiunto in una decina di minuti o poco più. Il trasporto della bici sul traghetto è garantito; il mezzo infatti è talmente grande da poter caricare due autobus della linea 11, oltre a un certo numero di vetture. Come detto, agli Alberoni non c’è la possibilità di acquistare biglietti (almeno io non l’ho vista); conviene quindi munirsene con anticipo al molo principale dell’isola, quello di Santa Maria Elisabetta, dove il personale agli sportelli è generalmente ben disposto a spiegare quali sono le soluzioni migliori. Se non ho capito male si può comunque procedere all’acquisto anche a bordo. Nel mio caso, considerato che avrei dovuto prendere per due volte traghetto e vaporetto a 7,50 euro a tratta (!) ho optato per un ticket giornaliero da 20 euro più 4 passaggi per la bicicletta da 1 euro l’uno. La spesa non è certo indifferente, ma con il senno di poi ne è valsa la pena!

Sul molo in attesa del traghetto… notare la bicicletta a noleggio rimediata in un negozietto del Lido e il sacchetto di nylon con lo stretto necessario per l’escursione annodato in qualche modo alla sella :-D

Sul traghetto verso Pellestrina
Sceso dal traghetto a Santa Maria Elisabetta di Pellestrina ho imboccato la strada principale che percorre l’isola da nord a sud a fianco dei Murazzi lambendo San Pietro in Volta, Sant’Antonio di Pellestrina e Pellestrina, per giungere in circa 8 km al molo del cimitero, da dove parte il vaporetto per Chioggia. Ho scoperto solo in seguito che per giungere fino a qui avrei potuto anche seguire un percorso parallelo che si svolge sulla riva opposta, proprio sul mare, meno diretto ma forse meno trafficato (in novembre comunque ho visto ben poche auto).
A Pellestrina cimitero c’è un piccolo problema: il vaporetto non ha nulla a che spartire, in quanto a dimensioni, con il traghetto del Lido e non è detto che la bici trovi posto! Ci sono due spazi delimitati da una striscia gialla che possono ospitare un numero limitato di bici (da appoggiare una sopra l’altra, oltretutto) e il personale di bordo può benissimo decidere, una volta raggiunto il numero limite di biciclette imbarcabili, di lasciarvi a terra in attesa della prossima navetta! Su internet avevo letto di barchini che possono trasportare passeggeri e bicicletta e che rappresentano quindi un’alternativa (pur con una spesa supplementare) in caso di emergenza. Forse perché era novembre questi battelli li ho visti a Chioggia, ma non a Pellestrina.

Sul vaporetto per Chioggia
In questo caso il tratto di mare da attraversare è più lungo (3 km contro 1,4) e il viaggio meno confortevole perché quando il vaporetto è affollato la gente “preme” anche verso lo spazio bici. Lo sbarco a Chioggia mi ha permesso di ammirare i suggestivi scorci della “piccola Venezia” e della vicina Sottomarina, classica località turistica con un bel lungomare e ampia spiaggia; in questi due paesini ho trascorso i mesi estivi della mia infanzia e rivederli dopo quasi 40 anni è stata un’emozione non da poco!

Chioggia, la “piccola Venezia”
Sono poi ripartito da Chioggia per il viaggio di ritorno con l’intenzione di scendere alla fermata di Ca’ Roman e raggiungere in poche pedalate la riserva naturalistica del WWF. Con mia grande sorpresa il personale di bordo mi ha però impedito di sbarcare (!) compiendo secondo me un vero e proprio abuso. Non ho visto infatti nessun divieto per le bici, né sul vaporetto né sul molo. Poco male: sceso a Pellestrina cimitero, dopo qualche iniziale difficoltà ho imboccato la strada giusta (è quella più facile: basta rimanere lungo il mare e procedere verso sud!) percorrendo una strada sterrata che in breve porta proprio sotto ai Murazzi. Da qui inizia un tratto stupendo, un camminamento di 1,5 km che conduce all’entrata della riserva naturale di Ca’ Roman e che si trova sospeso tra la laguna e l’imponente diga in pietra.

Il camminamento sotto i Murazzi di Ca’ Roman
Superato una sorta di sbarramento (anche qui non ci sono divieti specifici per le bici!) si imbocca un sentiero tra la vegetazione che attraversa la riserva (corredato di tabelloni esplicativi su flora e fauna del luogo) grazie al quale si possono raggiungere alcuni punti significativi. Io ho visitato la spiaggia che guarda verso il mare aperto: l’ambiente è bello, lasciato allo stato in cui un tempo si trovava gran parte della costa adriatica settentrionale, con arbusti e vegetazione bassa a ricoprire le dune di sabbia. Purtroppo lo sgomento è stato grande nello scoprire che sulla spiaggia, oltre a una serie di rifiuti di ogni genere portati dalle mareggiate, a dominare erano i sacchi d’immondizia, alcuni lasciati a macerare nei cestini, altri semplicemente abbandonati a terra: tristezza assoluta e maledizione a quella gente che non porta a casa la propria sporcizia!!!

La spiaggia di Ca’ Roman invasa da detriti e sporcizia di ogni tipo

Deprimente, non ci sono altre parole…

La riserva naturale offre scorci molto belli. Questo era l’aspetto di gran parte della costa adriatica qualche secolo fa…
A questo punto è iniziato il rientro verso il Lido percorrendo a ritroso l’isola di Pellestrina, fino al molo di Santa Maria del Mare (11 km circa), dove il traghetto mi ha riportato agli Alberoni. Da qui ho pedalato per rientrare in albergo concludendo una fantastica giornata fatta di cielo azzurro, mare blu e monti innevati sullo sfondo (non dimentichiamo che era novembre!).

Il percorso. Come sempre un grazie a Strava!
Come scrivevo prima, sono riuscito a sfruttare anche il giorno della partenza facendo una scappata di corsa al faro di San Nicolò, posto nella zona nord dell’isola, lontano da tutto e tutti (almeno in questa stagione!). La pioggia, le nubi basse e il vento hanno creato uno scenario davvero suggestivo, ciliegina sulla torta di una breve vacanza che non dimenticherò.

Il faro di San Nicolò sull’isola del Lido
IN BREVE: la visita in bici alle isole del Lido di Venezia, di Pellestrina e della cittadina di Chioggia prevede un percorso pianeggiante di circa 60 km, solo in parte ciclabile, più 9 a bordo di traghetto e vaporetto. Nei periodi di bassa stagione si possono seguire i camminamenti lungo i Murazzi, mettendo però in conto tempi più lunghi e la presenza di pedoni (qui niente bici da corsa, il fondo è in parte irregolare a grandi lastre di pietra). Raccomandatissima la visita a Chioggia e alla riserva naturale di Ca’ Roman. Un po’ macchinoso il trasporto della bici sul vaporetto da/per Pellestrina cimitero. Da non intraprendere in piena estate, considerato che gran parte del percorso si svolge sotto il sole pieno. Non adatto ai bambini per i tratti trafficati.
Queste le attività Strava di quei tre giorni:
Giorno 1: Sopralluogo sull’isola del Lido
Giorno 2: Dal Lido a Chioggia e ritorno
Giorno 3: Corsa al faro di San Nicolò