Cosa non sappiamo dei Dinosauri
Nel mio libro “Dalla Tetide alle Dolomiti”, la storia geologica e paleontologica dell’angolo nord-orientale italiano viene analizzata in modo approfondito; ciononostante l’argomento dinosauri viene solamente sfiorato, perché che per gran parte del Mesozoico la nostra penisola costituì il fondo di un antichissimo oceano, la Tetide.
Si tratta di una mancanza rilevante, considerato che nell’infanzia di molti di noi i Dinosauri hanno rappresentato il primo motivo di interesse, in ordine di tempo, verso un argomento scientifico. Ho ricordi nitidissimi di uggiosi pomeriggi invernali trascorsi a ricopiare le paurose bocche dei Tirannosauri e le forme spropositate dei Brontosauri… un modo decisamente divertente per avvicinarsi allo studio della Natura e dei suoi “fenomeni”, perché proprio di fenomeni della Natura si tratta!
Ebbene, voglio in qualche modo rimediare a questa mancanza dedicando un pezzo a una classe di animali che più di ogni altra ha saputo solleticare la mia fantasia. Cercherò di dare al tutto un taglio particolare, parlando di ciò che normalmente non sappiamo dei Dinosauri, per combattere pregiudizi e luoghi comuni che, come in altri campi della scienza, influenzano negativamente le nostre conoscenze.
A questo proposito va premesso che i Dinosauri appartenevano alla classe dei rettili, o sauri. Tale classe di divide in tre sottoclassi: lepidosauri (serpenti e lucertole), anapsidi (tartarughe e altri rettili estinti) e arcosauri, a cui appartengono anche i Dinosauri con gli ordini Saurischia e Ornithischia oltre ai Crocodilia (coccodrilli), Pterosauria (lucertole volanti) e Thecodontia (il gruppo più antico dal quale si sono evoluti gli altri quattro ordini). Da notare che solo l’ordine Crocodilia comprende specie ancora viventi.
Questa classificazione sistematica, all’apparenza complessa, può essere semplificata nel seguente schema:
Dall’immagine si comprende bene quanto generico sia il concetto di “dinosauro”: saurischi e ornitischi, infatti, sono tra loro “parenti” quanto lo sono con i coccodrilli… in sostanza anche i coccodrilli potrebbero essere considerati dei dinosauri!
Un’altra cosa che salta all’occhio è che la “parentela” dei Dinosauri con tartarughe e serpenti non è poi così stretta come si potrebbe pensare… è un po’ come mettere a confronto un uomo e una foca.
Da sottolineare poi, tenendo sempre sott’occhio l’immagine, che i rettili volanti, così come quelli marini, non erano dinosauri: i dinosauri insomma non volavano, né nuotavano! I rettili che conquistarono i regni dell’acqua e dell’aria erano dunque, se vogliamo usare una terminologia spicciola, loro zii o nipoti.
Ma qual è, nell’immaginario collettivo, la caratteristica principale di un Dinosauro? Di certo molti ribatterebbero: le dimensioni eccezionali! Ebbene, la risposta è, almeno in parte, sbagliata: esistevano dinosauri di ogni dimensione, da quelle di una gallina a quelle di un palazzo di dodici piani (un Seismosauro adulto poteva sfiorare i 20 metri di altezza e i 40 di lunghezza)!
Come ogni altra forma animale e vegetale, i dinosauri si diversificarono e si specializzarono per occupare la più vasta gamma possibile di habitat: un adattamento alla vita nel sottobosco, per esempio, presupponeva dimensioni ridotte. Anche gli animali spazzini (ovvero che si nutrono di carogne) sono generalmente di dimensioni medio-piccole. Grandi dimensioni vengono invece in aiuto quando bisogna difendersi da predatori altrettanto imponenti o potrebbero rivelarsi utili nel caso in cui vi sia la necessità di mantenere più agevolmente il calore corporeo, per esempio durante la notte.
Altri, rovistando nei ricordi di scuola, potrebbero affermare che i Dinosauri erano animali feroci… un fondo di verità c’è, in effetti, se consideriamo il fatto che il termine “dinosauro” deriva dal greco e si potrebbe tradurre in “lucertola terribile”. Anche in questo caso la realtà si discosta un po’ dall’immaginario collettivo: come detto, questi rettili si diversificarono in una moltitudine di forme, molte delle quali erbivore. L’esperienza ci dice che, nel regno animale dei nostri giorni, l’aggressività è una caratteristica dei carnivori ed è plausibile che la stessa regola valesse anche nel Mesozoico.
Dato che è stata citata l’era dei grandi rettili, il Mesozoico appunto, è il caso di fare un po’ di chiarezza sulle dimensioni temporali con cui si ha a che fare. Per restare in tema con il titolo, diciamo una cosa che troppi, ancora oggi, ignorano: i Dinosauri non hanno nulla a che fare con i nostri antenati! Le raffigurazioni in cui essi vengono accostati agli uomini primitivi sono assolutamente fuorvianti. Le “lucertole terribili” si estinsero circa 65 milioni di anni fa, mentre i nostri più remoti progenitori (con questa espressione intendo esseri che avessero forme almeno lontanamente antropomorfe) si fanno risalire ad alcuni milioni di anni fa. Ci sono diverse decine di milioni di anni tra la morte dell’ultimo dinosauro e la diffusione dei primi ominidi…
Per fornire una precisa collocazione temporale, va detto che il regno dei Dinosauri copre un intervallo di tempo che va dalla metà del periodo Triassico (230 milioni di anni fa) alla fine del Cretaceo (65 milioni di anni fa). Il seguente schema può chiarire il concetto:
Altro concetto da sottolineare: molte forme dinosauriane si susseguirono nel corso di questo vasto intervallo temporale! Non si pensi, a esempio, che la specie Tyrannosaurus sia apparsa nel Triassico e si sia estinta alla fine del Cretaceo; vi fu invece di una continua evoluzione e selezione delle specie, con forme mutevoli perché sempre diversi erano gli ambienti a cui esse si dovevano adattare.
A questo proposito possiamo anche dire che, a dispetto dei grandi proclami mediatici, poco sappiamo delle cause che portarono all’estinzione dei Dinosauri. Si parla di uno o più meteoriti di grandi dimensioni venuti a sconvolgere il clima o di eruzioni vulcaniche a livello planetario. Per vari motivi, queste rimangono ancora semplici teorie; non è ancora chiaro, infatti, perché molte altre specie animali superarono indenni il traumatico passaggio dal Cretaceo (Mesozoico) al Paleocene, il primo periodo del Cenozoico.
Tra l’altro è poco plausibile che l’estinzione dei dinosauri sia stata un evento praticamente istantaneo, come spesso si vuole far credere; è probabile invece che la transizione verso il regno dei mammiferi sia avvenuta nel corso di diverse migliaia o centinaia di migliaia di anni, durante i quali potrebbero essersi instaurate nuove condizioni ambientali sfavorevoli ai rettili. Non diamo dunque per scontate quelle che sono ancora semplici teorie, troppo spesso “rimaneggiate” in modo da far presa sul grande pubblico.
Liberiamoci inoltre dall’idea antiquata che vedeva i dinosauri come rettili goffi e indolenti, intenti a passare gran parte del loro tempo a scaldarsi al sole come le lucertole: molti di essi si muovevano con una certa agilità, e anche l’ipotesi che nelle vene di questi animali scorresse sangue freddo non va più per la maggiore. Il ritrovamento di fossili in territori dal clima molto fresco, la scoperta dei dinosauri piumati (le piume, generalmente, oltre che per volare offrono un efficace contenimento del calore corporeo…) e l’analisi nelle ossa di vasi sanguigni tipici degli organismi endotermici (che possono vantare una certa stabilità della loro temperatura interna) stanno facendo propendere gli scienziati per il sangue caldo. Mancando una prova definitiva, la diatriba tra le due correnti di pensiero proseguirà senza dubbio per lungo tempo.
Altro aspetto dei dinosauri a dir poco sorprendente e che molti non conoscono: con ogni probabilità i loro veri discendenti sono gli uccelli! Questa classe di animali, infatti, si differenziò dai dinosauri già nel Giurassico, quando un sottogruppo, quello dei celurosauri, iniziò un cammino evolutivo indipendente che lo portò a coprirsi gradualmente di penne e di piume. Il primo rappresentante di questo nuovo gruppo di animali è il mitico Archaeopteryx. Si parla comunque, è il caso di precisarlo, di processi evolutivi che si svolsero nell’arco di milioni di anni!

Archaeopteryx: dinosauro o uccello? (fonte: Wikipedia)
Ultimo argomento da affrontare, non in ordine di importanza, è l’annosa questione della presunta stupidità dei dinosauri. Per lungo tempo si è pensato che tali animali fossero dotati di scarsa intelligenza. Molti di questi rettili, infatti, possedevano scatole craniche di dimensioni ridotte in proporzione al resto del corpo. Queste argomentazioni cozzano però contro un semplice principio naturale: degli animali stupidi non avrebbero potuto regnare sulla Terra per oltre centocinquantamila millenni! Molti di essi, almeno nel rapporto con il mondo mesozoico, dimostrarono invece grandi capacità di adattamento; questo, fino a prova contraria, è segno di intelligenza.
Non sono un esperto, ma fin da piccolo, ho sempre storto il naso a certi stereotipi sui dinosauri, non so un impressione che molte cose erano inverosimili. Mi è sembrato di leggere i miei pensieri di allora, ben vengano queste nuove scoperte.