Dinosauri e meteoriti

La teoria della caduta di un enorme meteorite al termine del Cretaceo, avanzata nel 1980 dal fisico Luis Alvarez e dal figlio Walter, è generalmente presentata al pubblico come l’unica valida spiegazione per l’estinzione dei Dinosauri. Lungi da me l’idea di entrare in disquisizioni tanto specialistiche; sono ben altre le sedi in cui discutere a riguardo.
Ma va sottolineato che, a differenza di quanto si sente spesso dichiarare sui media, l’idea del meteorite è una teoria e che come tale è passibile di future revisioni o addirittura smentite. Non sono poche, infatti, le voci in ambito scientifico che dissentono e in effetti alcune cose sembrano non combaciare perfettamente.
L’ipotesi del meteorite implica necessariamente un’estinzione quasi istantanea, almeno rapportata ai tempi geologici: l’oscuramento della luce solare dovuto all’enorme quantità di polveri sollevata in atmosfera può aver dato luogo a un inverno durato diversi anni, ma le testimonianze fossili sembrano indicare un processo di estinzione ben più prolungato nel tempo. Alcune forme animali, dinosauriane e non, denotano già una certa “stanchezza evolutiva” diversi milioni di anni prima della data presunta dell’impatto.
Molti dubbi solleva anche il fatto che l’estinzione operò selettivamente, cancellando molte specie e risparmiandone altre senza un apparente criterio.
Se la teoria del meteorite è quella giusta, si dovrà in qualche modo conciliarla con queste osservazioni. Una catastrofe a livello globale, a rigor di logica, dovrebbe aver influito più o meno profondamente su tutte le forme animali e vegetali, tranne forse quelle che vivono in ambienti particolarmente protetti come i mari profondi, e non colpire a casaccio.
A questo proposito si potrebbe pensare che il meteorite abbia semplicemente dato il colpo di grazia a taxa già provati dalle grandi modifiche su scala geologica e ambientale in atto: i continenti stavano diventando unità a sé stanti e la configurazione permiana, con il Pangea a fare da unico supercontinente, era ormai lontana; il clima si stava inoltre instabilizzando e le calotte polari avrebbero presto ricoperto una superficie non indifferente del pianeta. Anche la vegetazione stava cambiando e con la rapida diffusione nel corso del Cretaceo delle angiosperme, le piante con fiore, alcuni Dinosauri erbivori scomparvero e altri dovettero faticosamente adattarsi a una nuova dieta; da non trascurare nemmeno la sempre più rapida diffusione dei mammiferi, che avevano iniziato a entrare in competizione con le “lucertole terribili”.
Ognuno dei fattori elencati potrebbe rappresentare la causa principale, o comunque una concausa, dell’estinzione dei Dinosauri e potrebbe relegare il meteorite a un ruolo subalterno, se non ininfluente.
Ma esiste un’altra corrente di pensiero, contraria all’idea del disastro cosmico, che suscita considerazioni ben più inquietanti. Essa sostiene che la teoria di Alvarez prese vigore perché avanzata proprio nel periodo in cui nasceva l’idea dello “scudo stellare” americano, un sistema missilistico atto a intercettare gli ordigni nemici a gittata intercontinentale. E’ chiaro che l’eventualità della caduta di un grosso meteorite poteva dare ulteriore impulso al progetto dello scudo, che sarebbe stato in grado di fungere da “ombrello” contro eventuali corpi celesti alla deriva. Sulla base di tale eventualità nel 1979 venne addirittura girato il film Meteor.
La raccomandazione è, quindi, sempre la stessa: diffidare di un certo giornalismo teso solo al sensazionalismo e imparare a filtrare adeguatamente ciò che viene giornalmente diffuso dai media.

Spunti per approfondimenti: Blog del geologo Aldo Piombino autore di un interessante libro che mette in discussione la teoria del meteorite caduto nello Yucatan.

Una risposta

  1. Andrea ha detto:

    Concordo con te

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *