Fittanze, roba da duri!
Il titolo rende bene l’idea: che salita, il Fittanze! Non per niente viene utilizzata dal “prof” Damiano Cunego per testare il suo stato di forma. Poco nota, ma estremamente impegnativa.
Molti, viaggiando in autostrada verso sud, avranno notato l’intaglio che si distingue chiaramente sul versante sinistro della Valle dell’Adige prima del casello di Ala-Avio. Sembra un ardito sentiero, più adatto alle capre che agli uomini, e invece si tratta di una strada che porta ai 1397 metri del Passo Fittanze, in territorio veronese. 14 km all’8,8% di pendenza media con tratti non brevi al 20%, dove chi non è ben preparato si trova a proseguire a piedi, spingendo mestamente la bici.
I partecipanti di questa prova del trofeo Bonatti, invece, si sono dimostrati all’altezza della situazione. Questi i nomi dei valorosi che, sotto l’ala protettrice del solito DS Carlo, hanno compiuto la scalata: Marco Bonatti, Marco Antonini, Paolo e Christian Bonatti, che si è presentato, come già accaduto in giugno per lo Stelvio, con una bici da uomo con il solo cambio posteriore e pedali normali, senza abbigliamento specifico, in maglietta e pesanti pantaloni della tuta. C’è subito chi mette in dubbio che possa arrivare in cima…
Un caffè e via: fortuna che qualche chilometro di pianura aiuti a scaldare un po’ i muscoli. La giornata è più che mite, ma una salita del genere, che parte subito “secca”, non può essere presa troppo a freddo. A Sdruzzinà, piccola frazione di Ala, un cartello che indica la via verso i Monti Lessini preannuncia l’inizio dell’ascesa, che si rivela subito difficile…

Marco Antonini è troppo impegnato per gustarsi il panorama sulla Valle dell’Adige…
Come al solito, qualcuno non sta nella pelle e dopo un chilometro, quando la pendenza è già sul 14%, inizia ad allungare. È Paolo, che deve giustamente riscattare lo Stelvio. Marco Bonatti sa che su una salita di questo tipo non sarà facile difendersi, e quindi si porta subito nella sua scia. Con loro c’è anche Christian, che addirittura accenna uno scatto, e si gusta un meritatissimo momento di solitudine prima di essere riassorbito.

In fuga con tuta e scarpe da ginnastica!
Ci pensa Paolo a fare il ritmo, un ritmo veramente indiavolato! Prima del chilometro 5 cede Christian, Marco tiene duro per altri due, ma in un tratto al 12% è costretto a proseguire con il suo ritmo, pena un crollo nei chilometri successivi.
Ma siamo al clou: dopo 500 metri di falsopiano la strada si impenna bruscamente fino al 15, 16, 17… 20%! Tra il km 7 ed il km 8 un tratto mozzafiato, un ripidissimo rettilineo tra due tornanti da brivido, nei quali si rischia il ribaltamento. Qui un riconoscimento speciale a tutti: a Paolo, per l’agilità e la freschezza dimostrata, a Marco Bonatti, che dispone di un 39X24, rapporto non certo adattissimo all’occasione (Cunego usa il 25!!), a suo fratello Christian, che dimostra doti non comuni nell’evitare il piede a terra, a Marco A., che è tutt’altro che al massimo della forma per un fastidioso virus che lo tormenta da qualche mese. Nessuno ha mollato!
Avanti così, il peggio è passato! Ad un paio di chilometri dalla località turistica Sega di Ala la strada si addolcisce, mancano meno di tre chilometri che passano in un lampo! Si giunge in vetta con il DS Carlo che prende i tempi: Paolo giunge con 1h 05′, Marco Bonatti 1h 07′, Christian 1h 11′, Marco A. 1h 14′.
Una bella foto al passo, tutti stretti in un’amicizia che si approfondisce sempre più, ed è tempo di discesa, e che discesa! Tanto che il DS Carlo riesce a convincere anche un testardo come Christian a mettere la bici in macchina, quello non è certo un mezzo adatto a pendenze del genere! Bisogna procedere piano, i freni stridono in modo impressionante, la ruota rischia sempre di slittare, ma in discesa non si fa a gara e si giunge in valle senza problemi. Qui Christian ne pensa un’altra delle sue: rimonta sulla bici e sfida tutti ad un arrivo in volata all’agriturismo “Erta” di Sabbionara d’Avio (a proposito, che mangiata, tutto ottimo e abbondante!), dove abbiamo lasciato le auto. La vittoria, alla fine, è sua… ma quanta ingenuità da parte nostra! Gli scatti ed i controscatti nei dieci chilometri che ci separavano dal ristorante non hanno fatto altro che agevolare una vecchia volpe delle volate. Così, sugli ultimi duecento metri in leggera salita prima del parcheggio, Christian parte e gli altri stanno a guardare, a dimostrazione che nel ciclismo ci vuole anche testa, oltre alle gambe!