Il mio ciclodiario
L’idea di un ciclodiario nasce dalla consapevolezza che non potrò conservare un ricordo di tutte le mie piccole e grandi “cicloimprese”. Il numero di esse, tra l’altro, è aumentato considerevolmente nel periodo in cui mi sono trasferito in collina, ad Appiano, e ho scelto la bici per recarmi al lavoro a Bolzano, in inverno come in estate, sole, pioggia o neve, con 35 gradi sopra lo zero o 15 sotto, all’alba o dopo il tramonto. Così in quei 14 anni ogni ritorno a casa è diventato l’occasione per una nuova avventura grazie alle più svariate condizioni meteorologiche che ho incontrato e alle tante variazioni di percorso che mi si presentavano. Dal 2010 ho dato il via inoltre a una nuova e stimolante attività: il “bici+treno”. Il mio orizzonte ciclistico, con questa nuova iniziativa, si è allargato a dismisura, fino a portarmi addirittura in centro Italia, sulla mia adorata Panoramica Gabicce-Pesaro! ;-))) Ho pensato dunque di dedicare a queste avventure un’apposita sezione nel mio sito (che è destinato ad uso e consumo quasi esclusivamente personale…). Non voglio però che il ciclodiario diventi un luogo di malinconici ricordi. Deve essere piuttosto motivo di stimolo e, perché no, di confronto tra quello che sono adesso, quello che ero e quello che sarò. Perché ritengo che ci siano e ci saranno per lungo tempo il fisico, l’entusiasmo e la volontà per sempre nuove avventure. A fine 2018 sono tornato a vivere a Bolzano, rinunciando a malincuore alle mie piccole avventure quotidiane. Ma questo non significa che manchi il materiale per il mio ciclodiario, tutt’altro Cambiare punto di vista, ogni tanto, non può fare che bene!
IL MIO CICLODIARIO
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2008
Il ciclodiario si inaugura sotto la neve!

Il ciclodiario non poteva che iniziare con una giornata da incorniciare: sono uscito dall'ufficio subito dopo "pranzo" (pane ed insalata mangiati sulla tastiera...) per godermi al meglio una grandiosa nevicata! Ben 40 km sotto i fiocchi, i primi 20 sulla ciclabile fino ad Egna, dove l'altezza della neve mi ha costretto a ripiegare sulla strade aperte al traffico. Viabilita' in tilt: ho dovuto addirittura passare in campagna per un TIR piazzato di traverso sulla Strada del Vino. Per il ritorno ad Appiano non restava che la salita di Caldaro, visto che le strade secondarie e la ciclabile erano praticamente inutilizzabili. Un grande GRAZIE anche questa volta ai chiodati per avermi permesso di rientrare a casa sano e salvo Davvero una bella avventura, mai in vera difficolta' nonostante le due ore passate sotto l'abbondante nevicata. Unico timore, come spesso accade: gli automobilisti!
Chi sono i veri disadattati?

La mattina discesa a BZ in bici con 25 cm di neve umida, strade in precarie condizioni e traffico quasi bloccato all'ingresso della città. È stato divertente osservare gli sguardi meravigliati degli automobilisti nel vedermi pedalare sotto (e nella...) neve: dal mio punto di vista i veri disadattati sono loro! Ho percorso la discesa di Cornaiano sotto fiocconi di dimensioni spettacolari, speravo non finisse mai! E' pura gioia concentrata, chi non l'ha mai provato non sa davvero cosa si perde! A quando la prossima???

Un rientro con i fiocchi

Ritorno a casa dopo l'ufficio sotto la neve. Date le condizioni impossibili della ciclabile mi sono avventurato sulla salita di Cornaiano, il cui fondo era una patina di neve pressata e piuttosto pericolosa. Un po' di timore per le auto che mi sorpassavano, peccato perché nevicava davvero bene e l'occasione meritava qualcosa di più. Arrivo a casa stile pupazzo di neve, con il casco completamente imbiancato e la bici irriconoscibile. Devo dire che, quasi quasi, la preferisco così

Sono una "bestia"!

Oggi pioggia, purtroppo, niente neve nonostante la temperatura vicina allo zero... uscito dall'ufficio un po' tardi sono salito fino al bivio di Bellavista (670 mt) nella (vana) speranza di vedere qualche fiocco. Nella successiva discesa di 5 km verso Appiano ero in condizioni miserevoli, completamente fradicio e sudato. Conseguenze sulla mia salute: nessuna, come al solito. Non c'è dubbio, sono una bestia ormai! E quando dico "bestia" non intendo "un grande", intendo semplicemente un... animale da soma! L'assuefazione a freddo, caldo e fatica è ormai totale e l'astinenza quasi insopportabile. Forse la Mendola dello scorso inverno, scalata sotto una nevicata memorabile, mi ha fatto fare un ulteriore "salto di qualità"... non mi accontento più di nulla, ormai!

Il Bondone in invernale!

GRANDE GRANDE GRANDE!! Oggi scalata del MONTE BONDONE IN INVERNALE. 20 chilometri di salita, gli ultimi 5 tra muri di neve alti due metri, giornata eccezionale!!! Altro bellissimo ricordo da aggiungere alla mia personale collezione, domani sarà già tempo di nostalgia che potrà essere sconfitta in un solo modo: con altre imprese del genere! Il Bondone è una salita molto impegnativa anche in estate, figuriamoci d'inverno, con temperature intorno allo zero e MTB con pneumatici chiodati! Una volta tanto, in cima alla salita di giornata, mi sono concesso quella che in altre occasioni avrei considerato una vera e propria debolezza: una sosta al bar con cioccolata calda, che la dice lunga su quanto freddo e quanta fatica mi sia costata la scalata!
Tempo impiegato per la salita: 1h45'; se fosse estate sarebbe un tempo altissimo, ma d'inverno ci può stare
Buio, freddo e... un po' di paura!

Oggi non sono proprio riuscito ad evitare il ritorno a casa, dopo l'ufficio, al buio... che strana esperienza! Incute un po' di timore l'avanzare sulla ciclabile quasi alla cieca, in un silenzio irreale, con il solo conforto di una lucetta che rischiara a malapena i due-tre metri di strada davanti a te. Ma ci sono anche degli aspetti decisamente affascinanti: il fondovalle costellato di luci di ogni colore e dimensione, per esempio, oppure il procedere nel bosco tenendo come riferimento Venere, che risplende bellissimo a sud-ovest. Non male il ritorno al buio: tutto sommato, penso che lo ripeterò!

Prova di Natale del trofeo 2008

Grande divertimento oggi con la classica prova di Natale del Trofeo Bonatti. Eravamo in otto ciclisti (io, Peter, Giovanni, Nicola, Rudi, Giuseppe, Erwin e Paolo) più il DS, con Andreas salito a piedi e Gianni che ci ha raggiunto in macchina. Mi merito un BRAVO, dato che sono riuscito ad arrivare per primo a Kematen, sul Renon, a 1300 metri di altezza, prima anche di Peter, che in estate è più forte di me... ma si sa, io in inverno tocco l'apice della forma... tutto sbagliato, come al solito Mi faccio i complimenti anche per l'ottima tattica "di gara" (tra virgolette, perché più che di una gara è stato, come al solito, un gioco). Giovanni ha imposto subito un'ottima andatura e Nicola si è accodato; insieme hanno guadagnato un discreto vantaggio. A quel punto, fiutando l'occasione, li ho recuperati lasciando poi "lavorare" Giovanni fino ad Auna di sotto. Qui ho preso l'iniziativa e pian piano mi sono trovato in testa da solo. Troppo tardi Peter ha tentato la rimonta, il vantaggio era ormai incolmabile, anche perché per qualche chilometro ho spinto proprio a fondo, sembrava davvero di essere in gara! Bella sensazione poter contare così sulle proprie forze! Ciliegina sulla torta è stata la successiva sosta al sole con gli amici, davanti ad un panorama stupendo ed una bella Sacher con cioccolata in tazza davvero meritata!
L'ultimo ritorno... per quest'anno!

L'ultimo ritorno a casa dell'anno è stato una vera e propria prova di forza e di volontà. Partito dall'ufficio con i soliti chiodati (iniziano davvero ad essere una "palla al piede!"), vestito in borghese ed in condizioni di salute non ottimali, mi sono messo in testa di scalare, dopo una ventina di km di pianura, sia il "muro" del Passo del Much (2 km tra il 12 ed il 15%) sia la successiva salita del Bellavista. Risultato: il Much è risultato fin troppo duro perché non avevo i rapporti adatti, così sul Bellavista si è un po' spenta la luce e nella successiva discesa ho preso un sacco di freddo... ma a casa ci sono arrivato comunque

2009
Ciclodepressione... ma la primavera si avvicina!

E' più di un mese che non scrivo... non che nel frattempo non abbia fatto nulla, ma tra malanni e cattivo tempo le possibilità di combinare qualcosa di buono sono state veramente poche. Così eccomi in piena "ciclodepressione", un termine che descrive bene il mio attuale morale. La tanta neve caduta quest'anno ha avuto anche un risvolto negativo: le strade sono sempre sporche e/o ghiacciate e l'utilizzo dei pneumatici chiodati, che limitano il "raggio d'azione" in termini di chilometri percorribili, è spesso inevitabile. In più ci si è messa la chiusura del passo Mendola, per me un sorta di palestra invernale, la cui salita inizia proprio sotto casa... vabbè, la primavera si avvicina

La prima vera scalata dell'anno

Finalmente un giro degno di nota! Sono salito al lago di Costalovara senza dover montare le chiodate, che stavano ormai diventando una vera e propria palla al piede! Mille metri di dislivello superati senza la minima difficoltà e con il sole che inizia a scaldare annunciando la primavera... bene così! Prossimo obiettivo: una bella sgambata sul Lago di Garda!

Garda, Garda, Garda!

Che bellezza! 91 km a 27 di media sul mio amato Garda, prima una bella pedalata sul lungolago tra Malcesine e Lazise, poi tanta salita con passaggio a Lumini-San Zeno di Montagna (panorami da favola!!) e la panoramica di Malcesine proprio alla fine del giro, con le gambe ormai fin troppo rodate Entusiasmo di un ventenne e grinta da leone, mezz'ora dopo aver ricaricato la bici in macchina ero già a fantasticare su nuovi percorsi :-))))

Cinque giorni dopo: di nuovo sul Benaco!

Altri 90 km sul Garda, chi l'avrebbe mai detto? Ho approfittato dell'invito di un amico per un'altra pedalata sul lago, con un percorso più "piatto" ma non per questo meno piacevole rispetto al precedente. Lasciata la macchina ad Affi, siamo scesi a Lazise e Peschiera per poi imboccare la stupenda ciclabile che porta a Mantova. Giro di boa e visita d'obbligo a Borghetto, singolare paesino costruito sul Mincio (anzi, "nel" Mincio, a mo' di sbarramento...) con le case a forma di barca. Ritorno sul lago e salita che da Torri del Benaco porta ad Albisano, l'ascesa più bella che io conosca, 6 km di tornantini tra uliveti e stupendi scorci panoramici. Che si può chiedere di più?
In lotta con il vento

Strano ritorno a casa, oggi. Non tanto per il percorso, la solita quarantina di chilometri con passaggio ad Ora e salita per Caldaro-Bellavista, quanto per il vento forte, inusuale per la nostra zona, che più di una volta mi ha costretto a pericolose sbandate. Non ho il contachilometri sulla bici "da ufficio", ma in alcuni tratti di pianura penso di essere sceso sotto i 20 all'ora! Il ritorno, invece, è stato decisamente più agevole... anche se quel "venticello" frizzante sui jeans intrisi di sudore non è stato proprio il massimo! Curiosità: sul Bellavista, a quasi 700 metri di quota, non si muoveva una foglia!

LEI mi tende una mano e...

Non è un gran momento per me... problemi a destra ed a manca... e quando serve ecco LEI che viene a darmi una mano... stupendo l'arrivo ai 1736 metri del Monte Penegal, cielo blu da favola, muri di neve ai lati della strada e sole che sembrava sorto apposta per portarmi allegria. Classica giornata in cui inizio a cantare già in salita, nonostante le pendenze fino al 18% NIENTE e NESSUNO come la mia bicicletta potrà mai regalarmi un simile concentrato di belle emozioni. Quante volte ti dovrò ancora dire GRAZIE nella mia vita? Spero tante!

Pruriti... agonistici!

Come trasformare un semplice ritorno a casa in un'occasione per rivivere vecchi, ma mai sopiti "pruriti" agonistici? Non ci vuole poi molto: una salitella di 3km con pendenze "normali", due "ciclofighetti" in divisa d'ordinanza che mi superano con aria di sufficienza ai -400 mt ed un amico, Andreas, con i miei stessi pruriti e con il quale fino a quel momento ero salito chiacchierando. Ebbene, ai -300, nonostante la bici "da ufficio" e la borsetta posteriore, ho buttato giù un po' di denti e mi sono goduto l'ebbrezza dei 30 e passa all'ora in salita. Una bella sensazione che mi ha ricordato i bei tempi in cui si gareggiava sul serio. I due "ciclofighetti" sono subito naufragati dietro di me... beh, c'era anche una ragazza, spero di non averle bruciato la maglietta quando l'ho passata... Grande anche Andreas, che nonostante le scarpe da ginnastica ha bastonato i fighetti proprio negli ultimi metri. Ma non ne dubitavo, stoffa e grinta ne ha da vendere!

La prima sgambata del Trofeo Bonatti 2009

Primo appuntamento della stagione con i "matti" del trofeo a Ponte Resia. Quest'anno abbiamo deciso infatti di trovarci tutti i mercoledì alle 17 per una "sgambata", come si dice in gergo. Presenti a questo primo appuntamento io, Giuseppe e Cesare. Loro, giustamente, in bici da corsa, io con la bici "da ufficio", ma comunque ben attrezzato per la quarantina di km che abbiamo percorso. Devo dire che in pianura ho un po' sofferto, ma quando la strada ha iniziato ad alzarsi sotto i pedali non sono stati pochi i tratti in cui mi sono trovato davanti a dettare il ritmo!
G R A N D E R E B E L L I N ! ! ! OGGI HA VINTO LA SUA TERZA FRECCIA VALLONE! UN MITO!

Il giorno più bello

Grandissima giornata! Sono stato a Pampeago, 1800 mt di quota sopra Cavalese, per assistere all'arrivo della seconda tappa del Giro del Trentino. Trasferta di 120 km effettuata (ma è il caso di precisarlo??) in bici, nonostante le previsioni meteo non fossero un gran che. Ne è venuta fuori una stupenda gita, poca fatica (quasi troppo poca!) e tanta gioia di essere in montagna, sotto una bella nevicata, ad attendere l'arrivo dei miei beniamini, da Basso a Simoni, da Garzelli a Di Luca. Sembrava un sogno! Alla fine vittoria del polacco Niemec con Basso buon secondo, terzo Caruso (giunto davvero sfinito, dopo il traguardo ha dovuto essere sorretto!) e quarto Simoni. E c'è anche stata, come detto, l'occasione per dare un saluto alla neve, che proprio durante l'arrivo dei primi è caduta abbondante e sembrava quasi volesse imbiancare! Ho raccontato l'esperienza di quel giorno a questo link.
La "formica atomica"

120 km e 1700 mt di dislivello solo ieri, con due ore trascorse in attesa dell'arrivo dei corridori in buona parte al freddo e sotto la neve, 42 anni da compiere... ma non sentirli!! Oggi, infatti, afflosciato sulla mia squallida scrivania, temevo che stanchezza e gambe indolenzite si sarebbero fatte sentire nel ritorno a casa... MACCHE'! Non appena salito in bici mi sono come al solito trasformato nella "formica atomica", nomignolo che mi era stato appioppato anni fa e che mai come oggi mi sembra calzare a pennello Certo, la salita ad Appiano non è gran che, ma sfiorare in alcuni tratti i 30 all'ora con la bici "da ufficio" non credo sia poco! La cosa più divertente è stata, come spesso accade, passare a doppia o tripla velocità gentili donzelle e "cicloesibizionisti" da strapazzo, con tanto di bici da 4000 euro e tutina da "prof", che in questo periodo viaggiano numerosi sulla ciclabile. Prima o poi farò prendere un colpo (per la rabbia) a qualcuno!

Chiavenna, Bertolini ed il Giro!

Che sfacchinata oggi! Sveglia alle 4, oltre 8 ore di auto tra andata e ritorno più 3 di attesa, tutto per vedere l'arrivo del Giro a Chiavenna, città natale di un amico di famiglia che avevamo promesso di accompagnare in questa mezza pazzia. E quando un corregionale, Alessandro Bertolini, ha attaccato con un coraggio da leone nella pericolosa discesa, bagnata e molto ripida, che portava al traguardo ci è sembrato poter dare un senso alla levataccia e alla giornata lontano dalle famiglie. Peccato che la speranza si sia spenta a pochi chilometri dall'arrivo. Bella giornata, in ogni caso, vissuta nell'elettrizzante atmosfera del Giro d'Italia!

E' l'ora della revisione!

Con la primavera arriva il momento di revisionare il... motore e quindi eccomi alla visita per l'idoneità sportiva. Quest'anno ho optato per un controllo più completo del solito, con la prova al cicloergometro che ha fornito dati confortanti: gli allenamenti, a quanto pare, danno buoni frutti! 250 i watt a mia disposizione espressi alla soglia, ben il 75% in più di una persona "normale" della mia stazza (si fa per dire: 1,60 x 53 kg!), 4,6 watt per chilogrammo di peso. Neanche il tempo di vantarmi, però, che arriva l'impietoso confronto con i valori dei campioni: Marco Pantani, che pesava quanto me (pur essendo più alto), erogava ben 400 W: 7,5 w/kg, valori DA PAURA! 450 i watt di Basso, addirittura 550 quelli di Indurain, anche se in questo caso si parla di un omone di 1,88 metri.

Questo è ciclismo!

"È stato uno sforzo sovrumano, più di un'ora e mezza al limite di tutto", che belle parole quelle di Stefano Garzelli, terzo nella cronometro del Giro d'Italia 2009 Sestri Levante-Riomaggiore! Questo è ciclismo, ragazzi!

Rientro in forma!

E finalmente eccomi al mare, e di nuovo in forma! Dopo una brutta settimana a causa di un fastidioso virus, posso finalmente festeggiare il definitivo ritorno ad una buona condizione fisica. Un paio di uscite interlocutorie nei giorni scorsi ed oggi 70 km con l'ascesa a San Marino attraverso Faetano, 6,5 km di buone pendenze pedalati in pieno pomeriggio, sotto un sole cocente, con il termometro al ciclocomputer costantemente tra i 37 ed i 38 gradi. La gamba ha risposto ottimamente, forse dopo tanto freddo preso questo inverno una "scaldata" del genere è risultata addirittura gradita!

Sospiri a Casteldimezzo

Oggi è terminata la vacanza al mare... c'è sempre un po' di tristezza nel lasciare Misano Adriatico perché, per quanto strano possa sembrare, a pochi chilometri dalle chiassose località della costa romagnola esistono luoghi di una bellezza struggente, minuscoli borghi medioevali dai grandiosi panorami sull'azzurro del mare. Non ho resistito e prima di partire ho voluto salutare il luogo più bello che io conosca: Casteldimezzo, paesino abbarbicato su di una collina a strapiombo sul mare. 25 km scarsi, ma oggi il chilometraggio non conta; una breve sosta (cosa inusuale per me) per respirare ancora una volta a pieni polmoni quel paesaggio fatto di terra, sole e mare sconfinato. Un momento di meraviglia che mi dovrà bastare per l'inverno che verrà...
Il "Sella Ronda Bike Day"!

"Sella Ronda Bike Day", così si chiama la particolarissima manifestazione alla quale anche quest'anno ho partecipato con piacere. Quattro passi dolomitici, di cui tre sopra i 2000 mt di quota, a completa disposizione di noi ciclisti, senza auto sul percorso: praticamente un sogno! Tanto perché non lo dimentichi anche quest'anno, mi segno sul ciclodiario il tempo impiegato sul tratto Arabba-Passo Pordoi, salita che rievoca imprese leggendarie: 39'50", salendo con una buona andatura ma non certo "a tutta". Una giornata così è una festa, e una volta tanto si può anche mettere un po' da parte l'agonismo esasperato.

La prima prova del Trofeo Bonatti 2009!

E finalmente eccoci alla prima prova del Trofeo Bonatti 2009! Una bella salita da Prato Isarco ad Obergummer passando per Collepietra, mille metri tondi tondi di dislivello con pendenze interessanti. Dieci ciclisti al via, tanto divertimento, un bel ristorante, una strampalata ma divertentissima premiazione e per finire una visita all'osservatorio astronomico di San Valentino in Val d'Ega... si poteva chiedere di più? Beh, una cosa ci sarebbe stata: la vittoria Ma Peter era in forma e mi sono dovuto "accontentare" del secondo posto, ma va benissimo anche così!
Buon tempo sulla Ponte Adige-Monticolo

Il giorno dopo la dura salita di Obergummer, tornando come ogni giorno verso casa in bici, ecco che mi salta in testa di provare il tempo sul percorso Ponte Adige-Monticolo! La logica diceva che quello era il giorno meno indicato: eppure ho chiuso con un buon tempo, nonostante il vento contrario, abbastanza buono da meritarsi una segnalazione nel ciclodiario: 26'05". Lo scrivo perché altrimenti in breve me ne dimentico! Il record stabilito un paio d'anni fa (24'35") è ancora lontano, ma chissà...

Pioggia ed allegria

Ecco finalmente una di quelle giornate che, secondo i miei strampalati canoni, trovo decisamente stimolanti: nubi basse, atmosfera tetra e pioggia a catinelle! Così il rientro a casa è stato un vero e proprio piacere, non per niente ho percorso 40 km con lo scollinamento ai 700 mt del Bellavista. La pioggia sui vestiti "borghesi" non è poi così fastidiosa come si potrebbe pensare, anzi: nel momento in cui si è fradici, cioè dopo pochi secondi :-), essa diventa una piacevole compagna di viaggio. Per rimanere caldi basta pedalare forte, un motivo in più per darci dentro! Quanto mi piace l'atmosfera quando piove bene! Anche luoghi fin troppo conosciuti assumono sembianze inaspettate ed il fatto di pedalare sulla ciclabile assolutamente deserta dà un piacevole tocco di avventura al tutto.

Ottimo tempo sulla Ponte Adige-Monticolo!

E pensare che oggi ero tentato di approfittare di un passaggio in auto per tornare a casa! Ma l'esperienza mi insegna che, talvolta, i giorni migliori sono proprio quelli in cui non sembra di stare un gran che bene, e questa occasione lo conferma! Memore della "cotta" di venerdì (80 km con la dura salita di Avelengo scalata sotto un sole cocente), sono partito con prudenza ma alla fine mi sono ritrovato con il miglior tempo degli ultimi due anni sul tragitto Ponte Adige-Monticolo: 25'18", non distante da quel 24'35" che ritengo virtualmente inattaccabile... segno di un ottimo stato di forma!

Percorso-novità!

Finalmente mi sono concesso una novità! Troppo spesso, infatti, per questioni di tempo tendo a privilegiare percorsi ben "collaudati", che a volte conosco come le mie tasche; inutile dire che in questo modo l'entusiasmo scema un po'. Oggi, invece, dopo aver percorso la ciclabile della Val d'Isarco fino a Campodazzo (molto bella!) sono salito sull'altipiano dello Sciliar attraverso una strada poco nota e quasi per nulla trafficata. Così ho trascorso buona parte delle due ore di bici senza l'assillo di auto e moto: una festa!

La favola del postino volante

Approfittando di una breve vacanza nei pressi del Lago di Garda mi sono concesso un lusso ed un sogno insieme! Il lusso è stato quello di scendere, di buon mattino, da Tenno verso Riva accompagnato da una spettacolare vista sul lago. Che meraviglia! Adoro le piccole strade che serpeggiano tra scorci panoramici e giardini di olivi. Quella di Tenno mi ricorda tanto l'amata salita verso Albisano, e per un attimo mi è sembrato di vivere la favola del postino volante! Questo era il lusso; il sogno è stato invece percorrere, subito dopo, la "strada del Ponale", una via scavata nella roccia che decenni addietro collegava Riva alla Valle di Ledro. Non saprei trovare le parole adatte per tanta bellezza: la strada, agevolmente percorribile in MTB, offre una serie di incredibili vedute sul Garda e sulle imponenti pareti di calcare nelle quali è stata intagliata: un sogno, davvero. Non avevo purtroppo il tempo per chiudere il giro ad anello proposto dalle guide turistiche, ma sono comunque giunto fino all'incantevole borgo di Pregasina, 534 mt di altitudine, non prima di strabuzzare gli occhi dinnanzi ad un favoloso balcone panoramico con una madonnina che sembra voler abbracciare tutto l'Alto Garda. In discesa non sembravo io: messa da parte per una volta la prudenza, ho "giocato" con la MTB come avrebbe fatto un bimbo, pur avendo un metro più in là strapiombi da brivido!! E non è finita, perché poi c'è stato il ritorno a Tenno, e via con altri panorami! Modestia a parte, quest'ultima salita l'ho "tirata" proprio bene: corona 48 fissa davanti, rapporti intermedi dietro... il tutto con una MTB da quattro soldi! Un'ora e mezzo di bici da sogno che non dimenticherò... ecco, questo per me è VIVERE!
Di nuovo Casteldimezzo!

A sorpresa, di nuovo la panoramica Gabicce-Pesaro! Nella breve vacanza settembrina trascorsa a Misano ho trovato il tempo per un breve saluto al mio amato Casteldimezzo; tutto di fretta, come al solito, ma di più non potevo davvero pretendere. Mentre "tiravo", quasi si trattasse di una crono, qualche sguardo furtivo agli splendidi scorci che si susseguono senza sosta ci scappato comunque. Per questa volta mi sono dovuto accontentare, ma è stato un bell'accontentarsi

Torna il tempo da lupi...

Primo "Bellavista" autunnale con pioggia, freddo e nubi basse, il tempo da lupi che tanto mi piace! Discesa di 5 km, sudato e bagnato, con 10 gradi... una vera e propria botta di salute!

Quando è il cervello che spinge i muscoli

Ecco una salita fatta con la forza di volontà, l'ultima delle... forze che mi era rimasta dopo una settimana di lavoro, impegni, casini, imprecazioni e stress a mille. Sono giunto in cima al Penegal solo perché il cervello ha imposto ai muscoli di farlo: non è certo un bell'andare ma è comunque un'altra esperienza messa in saccoccia. Peccato, perché la giornata di chiusura al traffico del Passo Mendola meritava qualcosina in più dei 55'30" impiegati per la più classica delle scalate per i ciclisti bolzanini. Sarà per il prossimo anno? Forse, chissà... oggi vedo tutto nero.

Solo ieri, ed è già nostalgia...

Che depressione oggi! Inevitabile, dopo una giornata entusiasmante come quella di ieri, trascorsa in buona parte sul Monte Grappa in compagnia della mia amata (bici) e di un piccolo ma fidato gruppo di amici. Siamo saliti dal versante di Semonzo, 20km di bella e quasi troppo impegnativa salita e scesi da quello di Romano, 26 km di bella e quasi troppo bella discesa! Non c'è nulla di meglio di una montagna che si eleva improvvisamente dalla pianura, e che in pochi km ti porta dai giardini di olivi ad un ambiente prettamente alpino, tra panorami mozzafiato e pendenze da scalatori di razza. Peccato, peccato davvero che esperienze del genere mi capiti di viverle pochi, troppo pochi giorni all'anno...
...e venne il giorno della TV!

... e venne il giorno della TV! Nel senso che il Trofeo Bonatti è andato in televisione! Quanti preparativi, quante prove del percorso e quanti sopralluoghi in queste ultime settimane, in modo da evitare i soliti svarioni che caratterizzano i nostri incontri. E questa volta siamo riusciti nell'impresa, a parte qualche piccolo, inevitabile dettaglio, di non farci trovare impreparati! Così il nostro trofeo, nella sua tappa che ha preso il via da Montagna ed ha affrontato le due impegnative salite di Trodena e Redagno, è stato nobilitato dalla presenza delle telecamere che ci hanno seguito per tutto il percorso, con tanto di interviste e ripresa della premiazione finale! Stavolta il DS l'ha "pensata" grossa!
Buon tempo sul Colle

Un tempo da segnare: 43.10 sul Colle. Considerato lo stato di forma ed il morale sotto i tacchi, è andata alla grande... il miglior tempo di questi ultimi due anni!

Riposare (tanto) fa bene?

Boh... dopo tre giorni di riposo, che in teoria avrebbero dovuto farmi bene, mi sentivo uno straccio... poi ieri la dura salita del Colle ed oggi 80 chilometri con circa 1300 metri di dislivello (il classico giro della Val di Non), fatti di buona lena. Risultato: questa sera, a parte un po' di comprensibile stanchezza, mi sento alla grande... Come già tante altre volte, mi domando (e mi rispondo): ma allora il riposo fa bene? Io dico NO!

Ponte Adige-Monticolo: è record o no?

Per un pelo oggi non miglioravo il record Ponte Adige-Monticolo: 25.25 il tempo finale! Che bella sensazione, quando si sta bene: poter disporre di gambe e polmoni a proprio piacimento è davvero esaltante! Forzare, spingere dei tratti a tutta e sentire poi di "averne ancora" mi è sempre piaciuto un casino. Credo che stasera a calcio darò un bel po' di filo da torcere a tutti EDIT: Dopo due giorni, mi sono resto conto di aver calcolato male il tempo! Forse era record annuale, ma non lo saprò mai!

Bellavista e primi freddi

Oggi primo Bellavista con temperature quasi invernali... farmi i 5 km in discesa che mi separano da casa con gli abiti intrisi di sudore ha avuto quell'effetto "elettrizzante" che durante l'estate quasi si dimentica. Bene così: stringere i denti, dopotutto, è il sale del ciclismo!

Il Trofeo Bonatti 2009 al Garda

Tappa improvvisata, ma non per questo meno bella, del Trofeo Bonatti al Garda. Giornata splendida, 110 km molti dei quali a tutta, e la mia bella, amata salita di Albisano-San Zeno come ciliegina sulla torta. Una giornata da incorniciare, ma quando c'è la bici sono tutte così!
Canticchiando in bici, sotto la luna...

Tornare a casa canticchiando felici dopo una merdosa giornata di lavoro? Si può! Basta inforcare la bici e godersi, al buio rischiarato dalla flebile luce del fanale, una bella e silenziosa salita sotto la luna. In discesa si inizia a cantare ed al momento di riporre la bici in cantina si è in pace con il mondo intero. Ma solo fino al prossimo ingresso in ufficio, ovviamente!

Muscoli al mio servizio!

Roba da matti: a 42 anni, di cui 25 pedalati, la bici riesce ancora a regalarmi emozioni da favola! Ne ho avuto l'ennesima conferma (ma serviva?) oggi, durante il ritorno a casa sulla ciclabile, al buio. Avvistato un ciclista, circa 30 secondi davanti a me, è scattata la solita molla: "lo prendo", mi sono detto, e mi sono buttato all'inseguimento tenendo come riferimento la sua piccola lucetta rossa che lampeggiava nel buio. Ho dovuto "rilanciare" l'andatura più volte e ci ho messo un bel pezzo per agganciarlo; solo allora mi sono reso conto che il "collega" viaggiava su di una bici elettrica e ci stava anche dando dentro! Doppia soddisfazione, quindi, quadruplicata quando mi sono preso il lusso di "passarlo" in scioltezza sul rettilineo finale. Bello, bello, bello poter "forzare" e sentire che i muscoli rispondono docilmente, senza perdere un colpo. Sensazione stupenda, senza pari al mondo, davvero!
Poi, dato che il tratto ciclabile Bolzano-Appiano non può certo bastare ad un "affamato" di fatica, qualche allungo sull'ormai collaudato e personalissimo "circuito di Ganda" ha dato il tocco finale alla serata.

Indovinello

Indovina indovinello: quale matto puoi trovare al buio, completamente fradicio per la pioggia, con cinque gradi sopra lo zero, a fare il ciruito di Ganda mentre dice a se stesso, con il sorriso sulle labbra: "un altro giro, dai, ancora un altro giro!"?

Bolzano-Garda in bici, a novembre!

Questa volta, più di altre, lascio parlare i numeri: 160 km percorsi, sei ore in sella, temperatura alla partenza di soli due gradi... così si è svolta l'inaspettata e forse per questo ancora più bella trasferta in bici al Garda di fine novembre 2009. "Tiratona" quasi senza sosta da Bolzano a Torbole con Gianni, Manfred e Paolo, meritatissimo pranzo al tepore del lago, tappa a Rovereto e da lì in meno di un'ora rientro a Bolzano grazie al treno. Quando c'è la voglia e l'entusiasmo tutto sembra così facile...
Inizia la stagione della corsa

Non è... ciclo, ma il diario è mio e ci scrivo quello che voglio Ebbene, oggi prima corsa della stagione fredda, 15 km con la bella salita lungo la Passeggiata di S. Osvaldo, tanti bei tornantini da fare a tutta in salita ma soprattutto in discesa, con derapate stile cartone animato... correre così è uno spasso! 1h05' in tutto, un paio di minuti sopra il record dell'anno scorso, ma c'è tempo...

Buio, pioggia, nebbia, freddo... che altro???

Quest'anno il ritorno a casa al buio sta diventando un'abitudine... ma quello di oggi è stato un po' particolare, perché oltre all'oscurità pioveva a dirotto e lungo la ciclabile ho trovato anche un bel nebbione... la lucetta sul manubrio non può gran che in queste occasioni e devo ammettere che in certi tratti il paesaggio era tanto spettrale da mettere quasi paura...

Mendola a -6

Oggi un applausino me lo merito, dai... Mendola scalata con temperatura costantemente sotto lo zero, al passo il termometro al manubrio segnava -6,4 ma io non mi sono lasciato impressionare e mi sono cambiato all'aperto, come sempre. Esperienza comunque non propriamente piacevole...

2010
Considerazioni da malato di sport

Non è un periodo di grandi imprese, ma direi che sto gettando le basi per una buona stagione. Ci pensavo proprio ieri sera, pedalando verso Appiano: a mezzogiorno avevo corso in 64 minuti per una quindicina di km, tre dei quali in salita, seguiti dal solito panino alla spicciolata e dal rientro affannoso in ufficio, eppure le gambe sembravano non averne risentito per nulla. Trovarmi in una tale condizione fisica a 42 anni è per me la cosa più bella IN ASSOLUTO. E ne vado fiero, perché è solo ed unicamente merito mio. Farò tutto (e di più) perché tutto ciò possa durare ancora molto, molto a lungo!

Ponte Adige-Monticolo: troppo presto!

Primo test dell'anno sul percorso Ponte Adige-Monticolo: il cronometro non ha detto nulla di buono, ma c'era da aspettarselo vista la stagione. Difficile fare un raffronto con i tempi estivi. Mi segno comunque il 31'50", in attesa di sostanziali miglioramenti...

Una pedalata con i fiocchi

Nonostante sia ormai in attesa della primavera, non mi potevo certo perdere una pedalata sotto una bella nevicata... detto, fatto! Giù fino ad Ora sotto una miriade di bei fiocconi, poi la classica salita al Bellavista. Ma quanto freddo a scendere... Nella foto ricordo, un dettaglio del mio casco coperto di neve!
Ponte Adige-Monticolo: si può dare di più!

29'10" sul percorso Ponte Adige-Monticolo. Una canzone mi sovviene: "Si può daaaaare di piuuuuuuu"!!!

Ponte Adige-Monticolo: ritocchino

Altro ritocco al tempo Ponte Adige-Monticolo: 28.15

Con il gruppone di Via Resia

Oggi, dopo un "digiuno" di oltre un anno, bella uscita con il gruppone di Via Resia. Qualche decina di matti che simulano una gara (la media oraria è più o meno la stessa) su strade aperte al traffico... divertente, ma un po' pericoloso. Nonostante mi alleni quasi sempre da solo ho retto discretamente gli oltre 70 km di scatti e controscatti... devo dire che non mi capita spesso di vedere i 55 orari in pianura! Mi sono difeso bene anche sulla salita finale di Appiano, che ha frazionato il gruppo in tanti piccoli drappelli, magari potevo anche dare un po' di più! Speriamo non passi un altro anno prima di poterlo verificare!

Bonatti c'è!

In questo periodo di sfighe posso guardare all'episodio di oggi urlando: "Bonatti c'è!!". Tra la rottura del tendine dell'anulare rimediato a calcio, gli strascichi di un forte malanno di stagione ed uno strappo alla schiena avrei potuto restare chiuso in casa, forte del certificato medico, fino a metà aprile... invece oggi "giro di Ora" con pioggia, vento e freddo, pur avendo avuto la possibilità, al bivio della ciclabile, appena uscito dalla città, di tirare dritto verso Appiano e rientrare a casa in pochi chilometri. Ma non ce l'ho proprio fatta: il cervello consigliava la soluzione più facile, i muscoli non ne hanno voluto sapere ed hanno puntato senza esitazione la bici nell'altra direzione! Non che a me dispiacesse... Questi momenti sono importanti perché dimostrano che cuore e passione sono ancora quelli di un ventenne!

Un Penegal mancato

Oggi Penegal mancato purtroppo... a quota 1500 ho dovuto girare la bici causa neve e ghiaccio sulla strada. In ogni caso mi segno il tempo di 1h04'30" impiegato per scalare la Mendola, non malaccio se si considera che sono salito in MTB e con vestiario ancora seminvernale. Accontentiamoci in attesa di tempi migliori, in tutti i sensi!

Ponte Adige-Monticolo, altra limata

Eccomi ad un altro test sul percorso Ponte Adige-Monticolo: 26'30". Devo tirare giù ancora un minuto e poi si ragiona...

Colle, non ci siamo...

Primo Colle di stagione e primo tempo da segnare: 45 min tra le due stazioni della funivia. NO BUONO, per ora...

Considerazioni del dopo-Penegal

Ed eccomi al primo test sulla Mendola! Non vengo certo da un buon periodo, quindi il tempo di 55.50 lo incasso senza lamentarmi troppo e mi fa piacere aver trovato la voglia e la forza di proseguire poi fino al Monte Penegal. Rimane il dilemma di questi ultimi anni: incidono sulle mie prestazioni più la vita superstressata che conduco oppure l'età che avanza? In cuor mio sento (e forse spero...) che conta molto di più la prima, ma la prova del nove l'avrei solo disponendo di un periodo di tregua, durante il quale allenarmi con la tranquillità che avevo una quindicina d'anni fa. Essendo la cosa del tutto improponibile, rimarrò nel dubbio...
Treno, MTB e Garda: che meraviglia!

Dopo un'attesa lunga tutto l'inverno, oggi ho finalmente ripetuto l'esperienza bici+treno (questa volta in MTB)... meraviglia! Sia all'andata che al ritorno ho potuto disporre di una carrozza privata per me e la mia bici! Sceso a Rovereto ho raggiunto Riva per imboccare poi la Strada del Ponale, bellissima scoperta dello scorso autunno. Questa volta non mi sono fermato a Pregasina, ma ho tirato dritto fino a Punta Larici, uno strapiombo 900 metri sopra il Garda con vista da favola su buona parte del lago. Mancava la ciliegina sulla torta: sulla via del ritorno sosta a Pregasina con panino e succo di frutta dinnanzi a scorci di rara bellezza... una schiccheria che purtroppo mi concedo raramente! Altra giornata da incorniciare e connubio bici+treno ormai consolidato, ad aprire una marea di entusiasmanti prospettive. Oltre alla varietà dei percorsi (ho già in mente qualche altra bella escursione...) da apprezzare la comodità, la sicurezza e non ultima l'economicità del viaggio: con meno di 10 Euro sono andato e tornato da Rovereto!
Faccia a faccia con Riccò

Ed anche quest'anno è giunto il giorno dell'arrivo a Pampeago del Giro del Trentino! Rispetto alla precedente stagione sono cambiati alcuni dei protagonisti ma lo spettacolo non è mancato di certo! Un grande Pozzovivo ha staccato nel finale Riccardo Riccò, rientrato finalmente alle corse e secondo nella classifica finale dietro a Vinokurov per soli 14 centesimi! Per quanto mi riguarda ho sofferto la salita più dell'anno scorso, forse anche per il meteo che non invogliava di certo con pioggia (non tanta per fortuna) e 9 gradi all'arrivo. Ma ne è valsa comunque la pena: Riccò subito dopo aver tagliato il traguardo si è fermato ad un metro da me (vedi foto)! Era stravolto, con la bava alla bocca e lo sguardo sofferente... ma, come già detto altre volte, il ciclismo non è roba per mammolette!
Treno, bici, Lessini, Garda... serve altro??

Oggi, lo dico sottovoce, ho quasi esagerato! Con il treno ho raggiunto Peri e da lì ho imboccato la tranquillissima salita (più per l'assenza di traffico che per le pendenze) che porta ai 900 metri di Fosse. Dopo una breve divagazione nell'amata Lessinia (ma quanto è bella?? Nella foto il Corno d'Aquilio e il Corno Mozzo) sono sceso in Valpolicella a S. Ambrogio e via Domegliara-Affi ho raggiunto il Garda. A quel punto, nonostante l'ottantina di km nelle gambe, non potevo certo mancare all'appuntamento con l'ascesa da Torri del Benaco ad Albisano-San Zeno ed alla successiva picchiata verso Castelletto di Brenzone. Quanti panorami, profumi, suggestioni... e che giornata, mite al punto giusto! Ma, come detto, ho un po' esagerato ed infatti il resto del lungolago ed il rientro a Rovereto, dove ho ripreso il treno per Ora, non li ho gustati come speravo. Alla fine, contando anche il tragitto da e per la stazione di Ora ho coperto 157 km con circa 2000 metri di dislivello in salita in meno di 6 ore e mezza, pausa-panino compresa. Per me non è cosa da poco!
Cinque anni in meno!

Come ringiovanire, grazie alla bici, di 5 anni in due giorni! Eh già, perché dopo i tempi impiegati per la scalata al Colle di venerdì (42.50) e alla Mendola di sabato (53.50) è come se avessi fatto un bel salto indietro nel tempo verso un periodo, neanche tanto lontano, decisamente più "performante" dal punto di vista ciclistico. Credo c'entrino anche i recenti "lunghi" che devono aver dato una bella spinta alla mia condizione fisica. Avanti così!

Facciamo il punto...

Giornata strana, ma sicuramente interessante, quella di oggi. Non potendomi allontanare troppo da casa per la minaccia di pioggia ho effettuato un test in bici da corsa sul percorso Ponte Adige-Monticolo, quei circa 9 km tra salita e falsopiani sui quali mi misuro spesso con la bici "da ufficio" prima di rientrare a casa. A sorpresa, ma neanche troppo, non sono riuscito a migliorare il record assoluto! 25.10 il responso finale, neanche tanto vicino a quel 24.35 che avevo stabilito alcuni anni fa in condizioni ambientali migliori (oggi c'era il disturbo di un po' di vento contrario) ma con una bici di qualità decisamente inferiore. Cosa posso concludere? Prima di tutto che il mezzo meccanico non è fondamentale (lo sospettavo già da tempo): Pantani mi avrebbe dato filo da torcere anche con una bici da donna senza cambio! Inoltre che negli ultimi anni c'è stato un certo calo (fisiologico? contingente?) nelle mie prestazioni, pur tra risultati altalenanti. Che dire, chi vivrà vedrà....

E venne il giorno del trofeo 2010!

E venne il giorno del trofeo! Anche quest'anno un po' in ritardo, ma l'importante è che ci si riesca ancora a trovare, almeno una volta ogni tanto! In programma c'era la scalata al Colle con partenze scaglionate in base a peso ed età ed io, mancando i "big", ero il più forte e quindi l'ultimo partente... in effetti ho fissato il tempo migliore, ma sono riuscito a recuperare solo Andrea, partito in MTB 20 minuti prima, mentre Paolo e Claudio (30' di vantaggio), Gianni (25') e Cesare (15') li ho visti solo all'arrivo. Bene così, il divertimento mi ha ripagato anche degli sfottò subiti al traguardo!

Barcollo ma non mollo!

Sarà l'età o forse solo la sfiga, ma non ho mai avuto tanti (piccoli) problemi fisici come in questo periodo! Prima la rottura del tendine, poi una brutta tosse conseguenza di febbre e raffreddore non curati come si deve (me le cerco...) infine (speriamo!) una botta alle costole rimediata a calcio. Niente che mi possa fermare del tutto, anche se una persona con un po' di giudizio qualche giorno di riposo l'avrebbe preso, ma è ovvio che record ed imprese varie sono rimandati a data da destinarsi. Per ora mi "accontento" di pedalate come quella di oggi, Colle scalato dalla parte del Seit, 10 km circa di salita con quasi 1000 mt di dislivello in 54 minuti. Altro tempo da segnare e da migliorare... speriamo al più presto!

Mendola, arrivederci!

Altra Mendola fotocopia di quella precedente, almeno nel tempo impiegato: 53.50. Purtroppo oggi ho dovuto constatare che è iniziata la stagione delle moto, dei sorpassi alla cieca, dei morti e dei feriti. Per me si interrompe quella delle prove sulla Mendola e su altre strade troppo trafficate. Pace.

Terlano-Meltina: test OK

Miglior tempo di questi ultimi anni sulla Terlano-Meltina: 41.20

Sul Cippo, la montagna sacra del Pirata!

Grazie alle ferie che sto trascorrendo a Misano, oggi sono stato sul Monte Carpegna, 140 km di caldo e fatica ripagati da sensazioni forti. La salita al Cippo è bella, dura al punto giusto, pochissimo trafficata, suggestiva perché si snoda in un bosco dal sapore quasi alpino, breve se vogliamo trovare un "difetto", 6 km sono pochi per paragonarla alle salite dei grandi giri. Ciò che la rende un tempio del ciclismo sono due cose: l'essere stata la "palestra" del Pirata e le scritte che lo ricordano ed accompagnano chi affronta l'ascesa in bicicletta. Dopo un paio di km c'è un tornante con un panorama da favola sull'entroterra marchigiano. Vi si può leggere: "QUESTO E' IL CIELO DEL PIRATA". Non mi fermo mai lungo una salita, ma oggi ho fatto un'eccezione. Due tornanti riportano invece un pensiero che sconfina nella poesia: "MARCO, SI SENTE SOLO IL TUO RESPIRO". Mentre salivo, a volte lottando perché il ciclocomputer non scendesse sotto i 10/h, me lo sono visto passare a velocità più che doppia, con quel suo stile inconfondibile. Chissà, forse c'era veramente. Grazie, Marco, per questa giornata.
1350 km in 28 giorni con la bici da ufficio

E con oggi si conclude la mia vacanza a Misano... beh, considerato che ho pedalato con la bici "da ufficio" per 1350 km in 28 giorni, ascesa al Monte Carpegna compresa, non posso proprio lamentarmi! Oggi ultimo saluto alla mia amata Panoramica Gabicce-Pesaro ed ultimo sospiro sul fantastico panorama a Casteldimezzo...

Alla larga dagli idioti con patente

Tra caldo e traffico luglio ed agosto non sono dei gran periodi, almeno per me, dal punto di vista ciclistico... se ci aggiungiamo poi il fatto che l'abbuffata di salite al mare mi ha saziato per bene, l'attuale fase di stanca si spiega al meglio. Lunedì scorso ci è scappato un discreto giretto, 80 km con la salita al Passo Pinei ed un caldo che non dava tregua nemmeno in montagna, ma da ricordare è sicuramente la bellezza della ciclabile che risale la Val d'Isarco (a parte il cervellotico passaggio di Ponte Gardena ). Pedalare lontano da idioti patentati è sempre un gran piacere!

Un "lungo" con crisi

Oggi ho fatto il "lungo"... lungo per me, per qualcuno potrebbe essere poco più di un "corto"! Giro della Val di Non "rinforzato" con la deviazione per Denno-Cunevo-Tuenno-Cles. 113 km iniziati bene ma terminati non proprio alla grande, forse anche per colpa della stupenda fontana di Terres, dalla quale ho bevuto un'acqua buonissima, cristallina ma decisamente fredda; così, complice il caldo, il vento ed il mio vizio di partire sempre senza borraccia, la crisi è arrivata e dal km 80 è stato un trascinarsi verso casa... ma va bene anche così!

Troppo da ridere!

Questa la devo raccontare! Tornando a casa sulla ciclabile, e superando la solita, lunga fila di "ciclisti del dopolavoro" (non me ne vogliano, ma non riesco a trovare un termine più adatto) mi si affianca un tipo in bici da corsa. Si piazza proprio di fianco, un metro più indietro, immagino in segno di sfida (del tipo: vedi che riesco a tenere il tuo ritmo senza sfruttare la scia). La ciclabile però non è larghissima, e così il tipo più volte si è sentito giustamente mandare a quel paese da chi scendeva in senso contrario. Io, ovviamente, non mi sono fatto irretire... per un vecchio volpone come me ci vuole ben altro
Ho semplicemente aumentato progressivamente l'andatura, tanto che la velocità in breve è giunta a 26/h nonostante la salita. Su uno strappo più duro ho dato un'altra sgasata ed il tipo è sparito
Ma ragazzi, pensateci due volte prima di rischiare 'ste figure!

Sono un trattore...?

E' un periodo strano, questo... tanta attività (oggi Colle scalato dal Seit in 54.40 dopo il giro della Val di Non di lunedì e due serate di calcio fino a tarda ora), nessun segno di cedimento ma... riscontri cronometrici deludenti! Mi sento un trattore, arrivo dappertutto ma senza slanci, e non è esattamente quello che vorrei!

... o forse no? Meltina in 41'

Ecco, appunto... parlavo di "trattore", ma oggi le cose sono andate in modo ben diverso: 41 minuti netti sugli 8 km di ascesa al 10% medio verso Meltina, forse il miglior tempo degli ultimi 10 anni. Boh, non ci capirò mai niente, ma in fondo è più divertente così!

Appiano Penegal cronometrato

Di solito, dopo la Mendola fatta con gli occhi fissi sul cronometro, l'ascesa al Penegal diventa un momento di relax e defaticamento, se relax e defaticamento possono esserci su 4 km di salita con strappi al 18%. Oggi, invece, una sbirciatina al ciclocomputer c'è scappata anche dopo lo scollinamento al passo, perché la missione era quella di inserire il risultato nella classifica del mio cicloforum preferito. Ho promesso agli amici del forum di non farlo mai più! Già la Mendola non mi riesce proprio di farla "di conserva", avendo riferimenti cronometrici ormai decennali... se poi mi metto a tirare anche sul Penegal arriviamo a circa 20 km di salita! Mi segno il tempo comunque: 1h16'10"

P.Adige-Monticolo...quasi record!

Difficile trovare le parole per descrivere il momento vissuto oggi, dopo aver praticamente eguagliato il record sulla Ponte Adige-Monticolo stabilito ormai alcuni anni fa. In pochi secondi è montata una gioia incredibile, gonfia di rabbia e schiumante vendetta per tutte le prove andate male, le delusioni, le paure di svolte verso un decadimento fisico dinnanzi al quale dover semplicemente rassegnarsi. E invece no, un risultato del genere ringiovanisce corpo ed anima di un numero indefinito di primavere e permette di urlare a se stessi che sì, ci sono ancora, sono ancora io!!! E dire che avevo iniziato la salita senza pretese, guardando distrattamente l'orologio... poi la sensazione di una buona gamba, gli allunghi sopra i 30 all'ora nei brevi tratti in falsopiano, l'impagabile sensazione di muscoli e polmoni che lavorano all'unisono, lo strappo al 15% tirato su col 50, fiato e cuore allo spasimo che tornano normali pochi secondi dopo le ultime, furibonde pedalate, lo sguardo che si illumina dinnanzi al cronometro che decreta un ottimo 24.45... TUTTO TROPPO BELLO

Buchwald con cottura a puntino

Che settimana strana, questa! Prima l'ottimo tempo sulla Ponte Adige-Monticolo, poi tre giorni in cui ho riposato poco e che ho pagato oggi, dopo essere partito a spron battuto da Riva di Sotto. Negli ultimi km sembrava proprio avessi un'incudine sotto la sella! In ogni caso il tempo di 39.40 non è male.

Colle in oltre 48 minuti!

Dalle stelle alle stalle in pochi giorni, purtroppo! Credo di non aver mai fermato il cronometro su un tempo così alto (e di non aver mai sofferto così tanto...) nella classica scalata al Colle. A mia giustificazione posso dire che non era decisamente giornata e che avevo maldestramente "regolato" (si fa per dire) il cambio; questa batosta potrebbe comunque confermare un'idea che mi sono fatto ultimamente (ma che magari verrà smentita già domani
) : sto perdendo sulle salite "lunghe" (dai 10 km in su), mentre reggo bene gli sforzi brevi. Può essere dovuto in parte al tipo di allenamento infrasettimanale, che di certo non prevede grandi distanze, ed in parte al lavoro con i pesi, ultimamente molto ben articolato, che mi serve per mantenere la muscolatura del tronco ma va sicuramente a costituire un "fardello" da portare dietro quando la strada si impenna. Tornando alla prova di oggi, più volte ho avuto la tentazione di girare la bici o comunque di non guardare il cronometro a fine salita. Troppo facile... ha prevalso invece la considerazione che le delusioni più cocenti sono i migliori motivi per cercare una rivincita... sperando che arrivi, prima o poi!

Lessinia!

Finisce l'estate e con essa anche l'assalto dei turisti... e rientro in gioco io! Treno fino ad Ala e Passo Fittanze scalato con fin troppo timore reverenziale, perché tutto sommato il tratto al 20% l'ho superato discretamente. Il tempo finale di 1h12'30" è di 7 minuti superiore alla prestazione del trofeo Bonatti 2007, anche se è logico che in "gara" (beh, proprio gara non è...) si riesca a dare più rispetto ad una semplice pedalata di piacere. Ma il piatto forte della giornata è stato l'anello di circa 20 km che ha come base proprio il Passo Fittanze: da qui si scende infatti verso Erbezzo ed alle porte del paese si riprende a salire verso Malga Lessinia fino al Bivio del Pidocchio (1568 mt). Che paesaggi fantastici! Usciti dalle ultime case di Erbezzo ci si ritrova in un ambiente in cui la vista passa da prati verdissimi a strane formazioni di roccia che contornano il percorso. Il silenzio è quasi assoluto, però non si è mai soli visto che i dintorni pullulano di placidi ruminanti che ti fissano incuriositi. La strada è stretta, ma il traffico quasi inesistente e ci può tranquillamente distrarre dinnanzi a tanta bellezza. E' stato una vera gioia ridiscendere verso il Fittanze tra prati a perdita d'occhio e fiabeschi funghi calcarei. In quei momenti penso a quando sarò vecchio, immobile su di un letto d'ospedale, e potrò godere di ricordi tanto belli... e ora al lavoro, vediamo di crearne altri mille così!
Mendola Bike Day fino al Penegal!

Ohhh! Finalmente il giorno della chiusura al traffico della Mendola, unica occasione dell'anno in cui ci si può godere una bella strada di montagna in santa pace, senza l'assilo (ed il pericolo) dei soliti pilotastri da strapazzo! Finalmente pace e tranquillità, rotte solo dal fiatone dei ciclisti che salgono verso il passo... non molti quest'anno, causa le condizioni meteo non buone, ma in numero sufficiente a colorare d'insolita allegria un nastro d'asfalto che solitamente è preda di idioti pazzoidi che mettono a rischio (e non raramente perdono) la loro vita e quella altrui. Salito in MTB, ho siglato un buon tempo di 1h01 ed ho poi deciso di proseguire verso il Penegal, nonostante freddo e pioviggine. Giornata decisamente da ricordare!

Col gruppo a 30/h in salita!

Che roba oggi! Come talvolta accade ho fatto un po' di strada con il gruppo delle 17.20 di Ponte Resia, un drappello di matti che vanno sempre a tutta anche quando non si dovrebbe, ovvero nei primissimi km (che dovrebbero servire da riscaldamento) e su percorsi come la ciclabile che sale verso Appiano, dove occupano gran parte della carreggiata mettendo in difficoltà e creando dei rischi per i ciclisti più lenti e sprovveduti. Insomma, gente forte ma un po' "gasata", la quale non gradisce certo che un personaggio come me, che si presenta con bici ed abbigliamento almeno in parte da ufficio, tenga il loro ritmo e si permetta anche di scambiare quattro chiacchere... troppo squalificante! Beh, insomma, mi dico bravo perché abbiamo fatto la salita verso Appiano a quasi 30 di media... passavamo gli altri ciclisti quasi fossero fermi... un po' pericoloso, come detto, ma ogni tanto un po' di sale non fa male!

Finalmente la pista!

E venne finalmente il giorno della prova in pista del Trofeo Bonatti! Soliti patemi per trovare, alla fine dei conti, solo sei partecipanti, ma va bene anche così! Anche perché ho finalmente potuto disputare una prova a punti e l'ho anche vinta! In fuga per una decina di giri, ho accumulato abbastanza distacco da permettermi poi di seguire senza patemi l'ultima volata. Confermo e ribadisco che la pista è bella e faticosa almeno quanto la salita, direi addirittura che la pista è la stintesi estrema del ciclismo: forza, velocità, astuzia e capacità di soffrire si amalgamano alla perfezione.
Bici-treno-bici-treno-bici

Un altro stupendo giro grazie all'accoppiata bici+treno: ormai mi sto specializzando! Questa volta sono sceso a Domegliara ed ho percorso 100 km lungo la sponda veronese del Garda, completando l'itinerario a Rovereto. Due belle salite, la classica ascesa attraverso Albisano-San Zeno-Lumini e la panoramica di Malcesine. Quante vedute sul lago blu, gli uliveti ed il sole che allietava il quadretto... che sogno, che momenti, valgono una vita intera!
(Quasi) altissimo!

Che salitone ho scoperto oggi! E dire che non ne conoscevo nemmeno l'esistenza! Era da un po', durante i miei passaggi da e verso verso il Garda, che quel cartello "Strada del Baldo" mi incuriosiva... ed oggi mi ci sono buttato! Così, sceso dal treno con la MTB a Rovereto, ho raggiunto Nago e da lì ho risalito il versante nord dell'Altissimo lungo una strada durissima, che non concede respiro. Il panorama sul lago sarebbe stato da favola se una fittissima nebbia (vedi foto...) non mi avesse accompagnato fin sopra i Prati di Nago, a 1500 mt di quota. Ma la mancanza delle consuete vedute sul Garda è stata ricambiata dall'ascolto (si fa per dire) di un silenzio inimmaginabile, anche perché la strada in questo periodo è davvero poco frequentata. Dai Prati, finito l'asfalto, ho raggiunto Bocca di Varagna, quota 1700, accompagnato da un piacevolissimo sole ottobrino. Da rifare assolutamente in primavera sia per la durezza della salita, che rende l'ascesa una vera e propria sfida, sia per i panorami che in una giornata limpida devono essere favolosi! Altra meravigliosa esperienza da mettere in saccoccia e da ripetere a qualunque costo!
Ultima stagionale sul Garda (forse)

Ormai il giro al Garda con treno+bici sta diventando un'abitudine, e che bella abitudine! Probabilmente ho fatto più km sul lago da quando ho scoperto questa formula che nel resto della mia vita! Ma non ho ancora finito di scoprire varianti e combinazioni di percorsi, anzi credo che la cosa andrà avanti per diverso tempo. Oggi, ad esempio, sono sceso dal treno a Peri ed ho percorso l'ultimo tratto della Valle dell'Adige fino quasi a Rivoli, poi a Caprino Veronese (che bella la piana di Caprino con le sue morfologie glaciali!) ho imboccato una delle mie salite preferite, quella che porta a Lumini. A Rubiana, piccola frazione sopra Caprino, ho addocchiato su un vecchio edificio una targa: "Casa natale di Giovanni Arduino"... che bellezza e che onore! E' stata un'altra bella iniezione di buonumore (non che ce ne fosse bisogno...), tanto che ho fatto la salita (6 km al 7%) "in allegria", con il rapportone, raggiungendo più volte i 20/h. Dopo Lumini discesa verso San Zeno e sosta in Piazza Garibaldi ad Albisano... ehhh, cosa si può chiedere di più? Il ritorno lungo la Gardesana mi ha regalato un'altra ispirazione: perché non sfruttare i traghetti che percorrono in lungo ed in largo il lago per raggiungere località che consideravo precluse causa la pericolosità di certe strade? A Manerba, per esempio, c'è una stupenda rocca da cui si può ammirare gran parte del lago... attendiamo con ansia la primavera, dunque!
Zugna, altro desiderio realizzato!

Un paio d'anni fa, durante l'ultima visita ai Lavini di Marco (Rovereto), dove sono state ritrovate le orme di molti dinosauri giurassici, mi ero ripromesso di organizzare prima o poi un'escursione ciclo-geo-paleontologica da quelle parti... beh, quel giorno è arrivato! Partito con la bici da ufficio, nella borsetta le scarpe da ginnastica per seguire l'itinerario a piedi, sono rimasto purtroppo attardato causa foratura ed errore di percorso... ma la giornata è stata comunque grandiosa, bel sole dopo una partenza ghiacciata (nel vero senso della parola!) e molto bella la salita finale di 5,5 km fino al parcheggio della Grotta Damiano Chiesa, da dove parte l'itinerario. Qui sono giunto con 94 km (deviazioni volontarie ed involontarie comprese...) e causa ritardi sulla tabella di marcia ho rimandato la visita al percorso completo a primavera: non vedo già l'ora! Ritorno, ancora una volta, con il comodissimo ed ormai amatissimo treno! Particolare curioso: la discesa termina a pochi metri dalla stazione ferroviaria... più comodo di così!
Mendola autunnale

Nulla di speciale da segnalare, ma a ... futura memoria mi segno il tempo di 1h05' sulla Mendola fatta in autunnale, in MTB con tempo grigio e freddo.

UN GIORNO SPECIALE

Erano anni che la cercavo... e d'improvviso ecco che, dalle pieghe del passato, riemerge la mia vecchia tessera da dilettante! Che orgoglio poter dire: sono stato dilettante, ho corso spalla a spalla (beh, magari loro con la spalla un po' più avanti ) con atleti che sono poi divenuti professionisti di successo (Gotti, Simoni...). Uno dei più bei ricordi della mia vita. Senza alcun dubbio.
Altra "Mendolina"

Altra Mendola scalata in MTB tanto per non stare tutto il giorno in casa a far nulla. Discreto il tempo: 1h03'30".

Mendola

Mendola senza infamia (ma soprattutto senza lode...) scalata in MTB in 1h07'30"

Ciclisti, teste dure...

Quanto successo questa sera dimostra quanto grande può essere la testardaggine di un ciclista. In questo caso testardaggine è sinonimo di caparbietà, qualità indispensabile per chi vuole pedalare: senza di essa non sarebbe possibile avvicinare i limiti fisici che Madre Natura ci ha imposto. Ebbene, scendo in garage dopo aver passato otto ore in quella stramaledetta gabbia chiamata ufficio e cosa trovo? La gomma posteriore bucata!

Mendola

Altra Mendola senza infamia e senza lode, scalata in MTB in 1h05'. L'importante è muoversi

Un record fuori stagione

Devo ammettere che oggi la mia teoria riguardo alla scarsa importanza del peso della bici ha un pochino vacillato. Dopo un bel riscaldamento di una trentina di km (e anche questo può aver positivamente influito) ho fatto una verifica cronometrica, senza spingere al massimo, sul classico percorso Ponte Adige-Monticolo. Devo precisare che disponevo di una gran bella bici, una Opera tutta in carbonio montata Campagnolo Record del peso di poco più di 7 kg: ero però alla prima esperienza con questo cavallo di razza e le misure non erano esattamente le mie, oltretutto le condizioni meteo (e quindi anche il mio abbigliamento) non erano certo ideali. Ebbene, nonostante ciò ho stabilito il nuovo record: 24'33"! Mah, sarò anche stato in giornata di grazia, ma a questo punto quanto conta la bici? BOH

45 minuti...

... possono bastare 45 minuti di bici per sfogare un giorno intero di rabbia e tensione al computer? No, ovviamente, ma ho cercato comunque di sfruttarli al meglio e nonostante il buio e la pioggia sono salito fino allo Steinegger, a 600 mt di quota. Sono arrivato in cima in condizioni pietose, con i vestiti borghesi imbrattati di acqua e fango, ma con la soddisfazione e la consapevolezza di aver "vissuto" almeno un poco di una giornata altrimenti del tutto inutile. Grazie a Lei, ancora una volta.

Mendola col trekking

No, non ho cambiato sport Semplicemente ora ho una bici da trekking, una via di mezzo tra una MTB ed una city bike. Nulla di trascendentale, ma con un mezzo del genere potrò affrontare una vasta tipologia di percorsi. Conto, per esempio, di utilizzarla la prossima primavera per giungere a Malga Lessinia via Passo delle Fittanze... non vedo l'ora finisca l'inverno!!! Beh, oggi per provarla ho fatto una Mendola e devo dire che il test non è andato malaccio: 1h01', nonostante alcuni aggiustamenti all'assetto fatti "in corsa".

Record di corsa bagnato!

Pioggia forte, nebbia, freddo... che palle! Ma di restare a casa non se ne parla, ovviamente, e quindi eccomi di corsa sul classico percorso di circa 15 km tra Appiano e la funicolare della Mendola e... sorpresa! Nonostante fossi zuppo d'acqua ho stabilito il nuovo record in 1h01! Guarda la combinazione, lo stesso tempo impiegato ieri per salire sulla Mendola.

Impresa a metà...

Che scalatona oggi! 25 km di salita da Cardano ai 1805 metri del Passo Lavazè (oltre 1500 mt di dislivello in 1h57' con la bici da trekking), temperatura ben al di sotto dello zero negli ultimi km tanto che all'arrivo di sudore addosso ne avevo ben poco! Impresa a metà, si diceva, in quanto per la discesa ho approfittato della macchina di Andreas, a cui avevo dato appuntamento al passo dopo la sciata. Questa sera mi sento strabene... e dire che quando torno a casa dall'ufficio, magari con una salita al Bellavista appena conclusa, sembro una larva! La conclusione è sempre e solo quella: fisicamente potrei (e dovrei...) fare di più, molto di più! Altro che Bellavista!
Diario ciclopodistico?

Dopo l'esperienza di ieri sulla Mendola (stop ai -2 km per strada ghiacciata...) oggi ho preferito i miei comodi, vallonati ma noiosissimi 15 km di corsa, con una piccola variante: la neve! Mi ha fatto piacere constatare che, nonostante la buona prestazione (1h01'30"), dopo una mezz'ora le pulsazioni erano già scese a 52, e non ero a riposo... non male, dai!

Che settimana!

Non c'è che dire, è stata una settimana fuori dall'ordinario! Neve, neve e ancora neve! Pneumatici chiodati che sono tornati prepotentemente alla ribalta e che mi hanno permesso di scendere in città in modo decisamente più agevole che in macchina! Penso di aver superato più automobili in questi giorni che in tutto il resto della mia carriera Colonne immobili ed interminabili di auto ed io che me la ridevo sotto fiocconi da sogno
E per chiudere bene la settimana una bella Mendola con i monti imbiancati come non mai!
Sempre di corsa!

Grandioso il tempo record di 58.30 sul solito tracciato di corsa Appiano-funicolare della Mendola e ritorno!

E ancora di corsa!

1h03 sul percorso Via Rencio-Ristorante Eberle e ritorno, il classico tragitto con tanta salita ed i bei tornantini lungo la passeggiata di Sant'Osvaldo.

Brutto cronometro!

Brutto e cattivo cronometro, che mi segni 1h08 sulla Mendola! Massì, dopotutto in questo periodo tra freddo e neve è già buono arrivarci... C'è da dire, oltretutto, che forse la "strapazzata" di ieri l'ho un po' sentita: corsa e poi pranzo praticamente inesistente (panino del giorno prima con due foglie di insalata e un po' di maionese...), infine ritorno a casa al buio con i chiodati

2011
Prima sfida del 2011 vinta!

Quello tra dicembre e gennaio è il classico periodo in cui si "vivacchia" in attesa di tempi migliori... e soprattutto di giornate più lunghe! Ma ogni tanto qualche piccola soddisfazione ci scappa comunque: oggi per esempio sono uscito dall'ufficio determinato ad arrivare al Bellavista, nonostante freddo e buio incombente, e nemmeno una frana è riuscita a fermarmi! Dopo un paio di km di ascesa un'interruzione mi ha costretto infatti a ridiscendere verso Appiano, facendomi prendere una "rata" di freddo supplementare, e per raggiungere il traguardo del Bellavista sono dovuto salire da Caldaro. Ce ne vuole di voglia!

Ecco i malanni!

Puntuale e forse inevitabile, anche quest'anno intorno a metà gennaio è arrivato il primo malanno di stagione. Non mi posso certo lamentare: dopo un paio di mesi di sudate e discese sotto lo zero una mezza influenza è comunque il minimo. Il problema è che, come al solito, invece di concedermi un periodo di riposo (da cui trarrei giovamento più dal punto di vista mentale che fisico...), dopo qualche giorno mi ritrovo in sella, a pedalare e sudare come se nulla fosse accaduto. Così tosse e fiacchezza si trascinano per giorni, settimane... ne uscirò definitivamente, se tutto andrà come negli anni scorsi, solo con l'arrivo dei primi caldi! Un salto di qualità consisterebbe nel prendere atto della situazione e nel volgerla a mio favore, magari dedicando questo periodo ad attività alternative e non meno stimolanti: escursioni in montagna, rulli, spinning, sport vari in palestra. E quanto mi piacerebbe riprendere a giocare a tennistavolo! Bah, mi ci vorrebbe una maturità che raggiungerò, forse, solo con i 50 anni. Per intanto pedaliamo!

Dopo un mese... Mendola!

Che periodaccio! Tosse che dopo il classico malanno di stagione perdura puntualmente per settimane, infiammazione "atavica" al gomito che ogni tanto torna fuori e mi impedisce di impugnare bene il manubrio, morale sotto i tacchi causa lavoro e casini vari... in ogni caso eccomi qui, alle 12 del sabato, con un'ora e mezza a disposizione, a cercare un po' di sollievo... che fortunatamente è arrivato! Mendola con la bici da trekking, pochissimo traffico, bel sole e cronometro benevolo: 1h05.30". Va bene così, per ora...

Ponte Adige-Monticolo

La primavera si avvicina ed è il momento dei primi, timidi sguardi al cronometro: Ponte Adige-Monticolo in 29 minuti netti. Vedo che nello stesso periodo dello scorso anno avevo chiuso con lo stesso tempo. Diciamo che si tratta di un discreto segnale!

Io e la bici

Ecco uno di quei giorni che mi ricordano quanto importante è la bici nella mia vita. La solita mesta ed affrettata uscita serale dall'ufficio, il consueto e stanco dirigersi verso casa, con la pioggia e le giornate ancora troppo corte per nutrire chissà quali fantasie. Poi all'uscita dalla città uno scatto di rabbia ed orgoglio, il profumo dell'avventura nell'aria, i muscoli che non ne vogliono sapere di imboccare la strada più breve, la pioggia e l'incipiente oscurità che diventano sfida: e via! 35 km a testa bassa, con un vestiario non molto dissimile dal Fantozzi che affrontò con baldanza la Coppa Cobram, ma 35 km TUTTI MIEI, VISSUTI! Niente fatica, niente freddo, con la pioggia ed il buio a far da allegri compagni, solo passione e gioia di pedalare, di farcela, nonostante tutto e tutti. Arrivo, entro in garage, lancio il casco, ma oggi non è stizza, è gioia: la bici mi ha donato un altro lampo di vita.

Il Lavazè è servito!

E per la seconda volta in questo inverno ecco la scalata alla lunga (24 km) e non facile (1500 mt di dislivello) salita del Passo Lavazè. Direi discreto il tempo (1h 54', 3 minuti in meno di novembre, bene!) considerato il fatto che ho utilizzato la bici da trekking e che la temperatura era di poco sopra lo zero. Discesa comoda... in macchina con Andreas. Ma è la salita che conta!
Che trittico: Lavazè, Mendola, gruppone!

Che ciclo-week end, ragazzi! Venerdì il Passo Lavazè, sabato la Mendola (bici da trekking, 1h03'20") e domenica uscita con il gruppone, 80 km con qualche breve apparizione in testa al gruppo, ovviamente in salita
, per esempio in cima alla rampetta di Roveré della Luna e lungo la Caldaro. Pur non avendo il ritmo gara nelle gambe direi che il test è ampiamente positivo!

La prova del nove: P. Adige-Monticolo

Dopo un trittico come quello dell'ultimo week end oggi mi ero ripromesso di recuperare... ma quando mai??? L'idea del riposo è stata rapidamente messa da parte a favore di un test dopo i 3 giorni di fatiche. Ebbene, il responso è stato... discreto. Uno sforzo breve ma intenso come una prova contro il cronometro richiede una certa freschezza, ed il tempo di 28.20 (con la bici da ufficio "d'ordinanza") sul percorso Ponte Adige-Monticolo è abbastanza incoraggiante. Vedremo il prosieguo...

Mendola di fine ciclo

Si chiude oggi (forse) un periodo soddisfacente (anche se di bici non ce n'è mai abbastanza) iniziato con l'ascesa al Passo Lavazè di dieci giorni fa. Oggi altra Mendola con un buon tempo finale, 1h03' con la bici da Trekking. Potrei anche prendermi qualche ora di pausa...

Buona Mendola col trekking!

Non saranno tempi da campione, ma 1h01'20" sulla Mendola con la bici da trekking, completa di parafanghi e borsetta portatutto non sono da buttare via, dai!

A rifornimento di sensazioni

Solita giornata da pianto in ufficio ed ennesima, rabbiosa reazione con una crono da Ponte Adige a Monticolo nello scampolo di tempo tra l'uscita dal lavoro ed il rientro a casa. Peccato che tra freddo e pioggia non ci fosse da sperare gran che, e difatti il 28.40 non è certo un tempo da tramandare ai posteri. Resta il fatto che in quei pochi minuti sotto un cielo plumbeo, nel bosco, completamente e meravigliosamente solo con la mia compagna di pedalate, mi regalino emozioni e sensazioni che bastano a tenermi in piedi un po'. La spia, in ogni caso, è sempre sul rosso.

Mendola col trekking sull'ora!

Eccomi quasi sotto l'ora (1h 30") in una delle ultime scalate stagionali alla Mendola con la bici da trekking... ma non è che mi ci sto affezionando troppo?

P.Adige-Monticolo, si migliora

Oggi non mi sembrava la giornata giusta per "provare il tempo". Tra stress, stanchezza, casini, incazzature, delusioni, nervoso e smarronamenti vari (!) ho pensato che fosse il caso di non porsi obbiettivi e magari di dedicarsi ad una pedalata "facile". Una sbirciatina all'orologio al ponte di ferro l'avevo comunque data, non si sa mai... e difatti la gamba abbastanza "piena" mi ha convinto a buttarmi sul percorso Ponte Adige-Monticolo, insieme alla migliore compagna, la fatica, al fruscio delle ruote ed all'impagabile sensazione di essere il vero me stesso, almeno per qualche minuto. All'inizio mi sono un po' divertito ad imitare il mitico Gianni Bugno: rapportone e sguardo impassibile. Dai, alla fine il riscontro non è stato così malvagio: 27.45, a poco più di due minuti dai tempi migliori. Per ora (ma solo per ora) può andare.

Prima Meltina 2011...

...e subito un tempo incoraggiante, considerato anche che avevo un sonno che quasi mi addormentavo sui pedali: 42.35. Avanti così!

Quasi-Penegal

Più di una Mendola e meno di un Penegal, niente di speciale ma me lo segno visto che il bel sole primaverile e la neve tra gli alberi componevano proprio un bel quadretto. Peccato per i lavori che stanno sventrando il bosco e che mi hanno, appunto, impedito di giungere a destinazione
Con la bici tra le nuvole

Nella pedalata di oggi, racchiuse in meno di un'ora, ho ritrovato buona parte delle straordinarie sensazioni che mi spingono ad andare (sempre più) in bici e che, a conti fatti, mi tengono VIVO. Sono partito sotto un cielo gremito di nubi temporalesche, con i raggi del sole che, filtrando tra le nubi, illuminavano ogni singolo gocciolone creando un effetto "pioggia di diamanti" che non avevo mai visto. Poi lungo la ciclabile l'odore del bosco bagnato e l'inconfondibile tepore della primavera sembravano essersi alleati nel cercare di strapparmi un sorriso; non ce l'hanno fatta, la giornata è stata durissima, ma ci sono andati vicini . Infine l'ascesa al Bellavista, con una tale varietà di cumulonembi intenti a sfilare impettiti nel cielo da lasciarmi senza parole. Come se non bastasse, oltre alle caratteristiche bande di precipitazioni nevose che, stirate dalle correnti in quota, assumevano le forme più curiose ho ammirato per un po' un capillatus che avrebbe proprio meritato una bella foto! Con quella leggerezza d'animo i quasi 10 km di salita sono andati via talmente lisci che avrei fatto più fatica a guardare un film stravaccato sul divano!

Il miglior Marco degli ultimi 10 anni

Quella di oggi è la classica giornata che dà un senso agli allenamenti nei minuscoli ritagli di tempo strappati a mille impegni, che giustifica gli scatti contro il niente nell'incombente oscurità dei pomeriggi invernali, che premia gli allunghi sotto la pioggia nel bizzarro circuito di Ganda, senza mai chiedersi una ed una sola volta: "PERCHE'?". Eccolo, il perché: alla soglia dei 44 anni mi trovo a battagliare con una facilità nel resistere e recuperare lo sforzo che mi ricordano i vent'anni. Teatro di tutto ciò il "giro del Ballino" organizzato dall'amico Paolo, un percorso di circa 100 km che prevede tre belle ma non impossibili salite: l'ascesa al Passo del Ballino, con gli stupendi scorci sul Garda nella sua parte iniziale, il Passo del Durone tra Fiavé e Tione ed infine il Passo Ampola, che mai avevo sentito nominare, tra Storo ed il Ledrense. Come mia consuetudine, già sulla prima salita avevo dato fuoco alle polveri scattando dopo poco più di un km, e già in quell'occasione, oltre al ciclocomputer che segnava velocità decisamente interessanti, era risultata "sospetta" la difficoltà con la quale Peter, negli anni scorsi decisamente più forte di me, mi aveva "riagganciato" dopo una ricorsa di oltre 8 km. Nella seconda ascesa, quella al Durone, potevo anche pensare che il mio "compagno di fughe" di giornata mi avesse concesso il piacere di giungere in vetta in sua compagnia... ma sulla terza la bagarre è iniziata subito, ed era chiaro che Peter volesse ristabilire i valori degli anni passati. Cosa che non è riuscita: negli 8,5 km del Passo Ampola, salita pedalabile ma pur sempre salita, ho tirato fuori dal cilindro qualcosa che non nasce dal nulla... allungare una, due, tre volte può magari voler semplicemente indicare un buono stato di forma... ma rilanciare l'andatura una quindicina di volte, con velocità a sfiorare i 40 orari nei tratti in falsopiano vuol dire averne, eccome! Che bellezza chiedere il 99% a muscoli e polmoni e gustarsi la docilità e la naturalità con la quale essi rispondono. C'è mancato poco che riagganciassi Peter e lo superassi, ma forse sarebbe stato troppo, considerato che un paio d'anni fa l'idea di arrivare solo 100 metri dietro a lui su una salita di oltre 8 km sarebbe stata una pia illusione. Lo so, orecchie basse e pedalare: ma oggi ho avuto la conferma che, almeno per un po', la lancetta dei miei anni potrà continuare a scorrere all'indietro... celestiale sensazione...
La verifica finale sulla P. Adige-Monticolo

Ecco la ciliegina sulla torta: nonostante i 100 km "battagliati" del giorno prima, le tre serie da 130 piegamenti sulle braccia, i 320 addominali e gli esercizi con i pesi di oggi (normale amministrazione comunque )... gran bel tempo sul tratto cronometrato da Ponte Adige a Monticolo: 25.20!!!

La Mendola mi riporta sulla Terra

Inevitabile, ecco il momento di abbassare un po' le arie... e tutto sommato dopo un paio di giorni di belle "sgasate" la cosa ci può anche stare! Peccato che sia sempre la Mendola a riportarmi giù: quella salita, pur pedalabile (o proprio perché troppo pedalabile), non mi da' mai grandi soddisfazioni :-/ In ogni caso il tempo di 54.35, considerata la media degli ultimi anni, non è poi da buttare.

Bici+treno 2011!!!

E si ricomincia!!! Complice un caldo anomalo con punte di 30 gradi in Val d'Adige (!), oggi ho ufficialmente aperto la stagione bici+treno 2011! Sceso a Domegliara, ho risalito il Garda visitando i miei "luoghi del cuore": Albisano, San Zeno, Lumini, panoramica di Malcesine... 105 km in uno scenario insuperabile, caldo estivo e limpidezza primaverile, mai vista una cosa del genere!
Mendola indietro nel tempo

Altra Mendola "tirata" ed altro passo in avanti... ma forse dovrei dire altro passo indietro nel tempo: 53.30. Quanti anni erano che non siglavo un tempo così? Di certo non è una prestazione che mi esalti... punto a scendere sotto i 50, l'obbiettivo (chissà se raggiungibile) è quello. Ma per ora mi posso accontentare.

Capovalle, 2 ore da leone!

Giornata di emozioni forti quella di oggi! Approfittando di una breve vacanza a Gargnano sul Garda mi sono ritagliato due ore con l'intenzione di provare la salita verso Navazzo (7 km di panorami sul lago di una bellezza INDESCRIVIBILE) e di vedere la diga di Valvestino (opera stupenda che chiude un lunghissimo e spettacolare canion). Giunto a suon di allunghi alla diga... ho tirato dritto, spostando l'obbiettivo sempre un po' più in avanti... la speranza inconfessabile era quella di giungere a Capovalle, 28 km dal lago, a 900 metri di altitudine. Il problema era la bici: ero in sella alla mia vecchia e fidata MTB Chesini, che non è certo scorrevole ed accessoriata come una bici da corsa. Eppure ce l'ho fatta, rilancio dopo rilancio, assecondando i muscoli che non ne volevano sapere di girare la bici! Due ore A TUTTA, ma proprio A TUTTA, senza pensare a freddo, fame, fatica, su una strada molto bella ma anche piuttosto stretta e pericolosa per le tante curve... e le tante moto, purtroppo! Due ore godute ALLA GRANDE.
Ritorno all'eremo

E cinque anni dopo la prima prova del trofeo 2006 eccomi di nuovo all'eremo di Montecastello, questa volta in MTB. A parte la bellezza dei calcari lungo la salita (che mi imporranno prima o poi un nuovo sopralluogo) mi chiedo come siamo riusciti in quell'occasione a giungere in cima con le pendenze degli ultimi 500 metri (direi un 22%) su asfalto bagnato e con i rapporti da corsa. Mitici!

Buona la prima... sul Colle!

Continua il ritocco (al ribasso, per fortuna...) ai migliori riscontri cronometrici degli ultimi anni. Oggi 42.15 sul Colle: scorrendo il mio ciclodiario trovo un 43.10 come miglior tempo precedente... beh, direi che tirare giù quasi un minuto al primo tentativo non è niente male!

Buchwald in 38'

Il titolo dice già tutto... un buon tempo nella classica giornata in cui se ti affacci su una strada principale si rischia, per i miei gusti, un po' troppo a causa del traffico. Bene così.

Lessinia, mon amour!

Beh, che dire... più di così... in treno fino ad Ala, scalata del Passo Fittanze, prosecuzione per Malga Lessinia e sosta all'osservatorio panoramico di Monte Castelberto in un scenario fatto di prati sconfinati e funghi calcarei, poi discesa (quasi) a rotta di collo verso valle, treno ripreso al volo e via a casa... tutto fantastico e tutto in poco più di sei ore! Il giro di oggi, tra l'altro, ha rafforzato l'amore sbocciato lo scorso autunno per la piccola strada, con un traffico tanto scarso da renderla praticamente una ciclabile, che dal passo sale al Bivio del Pidocchio incrociandosi con l'omologa proveniente da Erbezzo. Un meraviglioso succedersi di piccoli tornanti e rettilinei tra città di roccia, distese verdissime e piccole macchie alberate: il tipico scenario lessineo che adoro! Strada fatta con entusiasmo sia in su (scatti e controscatti nonostante avessi già nelle gambe il 20% del Fittanze che in giù (a manetta senza paura, considerati i lunghi rettilinei con ampissima visibilità data la quasi totale assenza di alberi). Naturalmente... canto libero, mi dispiace solo per le orecchie delle povere marmotte, perché altri ascoltatori proprio non ce n'erano! La strada dopo il bivio diventa sterrata (non per niente ero in sella alla bici da trekking), costeggia la bella Malga Lessinia (oggi chiusa, purtroppo) e tocca infine l'obbiettivo di giornata, il Monte Castelberto, fantastico punto di osservazione verso il Baldo, la Valle dell'Adige, il Pasubio, il gruppo del Carega, il Garda e la pianura veneta. Peccato solo per il meteo non favorevolissimo, anche se il sole ha comunque fatto capolino proprio sul traguardo. Da ricordare, per futuri confronti, il tempo di 1h18 impiegato sul Fittanze, con un mezzo che comunque pesa qualche chiletto in più della bici da corsa!
Mendola, altro ritocchino

Oggi Mendola con gli amici del forum, peccato che per me sia un periodo di cattiva forma perché se si fosse fatta un mese fa sono sicuro che le cose sarebbero andate ben diversamente. A darmi il colpo di grazia è stato la scalata all'Alpe di Siusi di due giorni fa, portata a termine solo per onor di firma tra caldo e poca voglia. In ogni caso ho strappato un 53.15 che ritocca ancora un po' verso il basso il record dell'ultimo lustro. Certo che l'obbiettivo dei 50 minuti è ancora lontano...

Giacomo Cis, benefattore dell'umanità!

Come dimenticarsi, almeno per qualche ora, di uno stato di forma poco più che scadente e godersi 100 e rotti km, in parte sterrati, con la bici da trekking sotto un impietoso sole estivo? Beh, ci vuole qualcosa di veramente bello, anzi la cosa più bella in assoluto: ci vuole il fantasmagorico sentiero "Giacomo Cis", che da Riva del Garda sale tra tornanti a picco sul lago verso quel gioiello di paesino chiamato Pregasina. Mentre percorrevo i circa 7 km verso Pregasina, tra aromi e suggestioni prettamente mediterranei, ho avuto il tempo di passare mentalmente in rassegna le più belle salite che conosco ed ho deciso di eleggere questa a mia prediletta Altri percorsi toccano l'anima allo stesso modo (penso agli impareggiabili panorami sul mare di Casteldimezzo, agli scorci sul Garda da Albisano, al meraviglioso contesto paesaggistico del tratto Passo Fittanze-Bivio del Pidocchio), ma questo itinerario ha un pregio in più: è riservato alle biciclette, e non vi è nemmeno la più remota possibilità di incontrare l'idiota venuto al mondo solo per rovinare la tua giornata. Già che ci siamo, mi segno il tempo impiegato per l'ascesa: 27 minuti. Un grazie all'amico treno che anche in questa occasione mi ha accompagnato sul tratto Ora-Rovereto! Lo dico con forza: non voglio stare per troppo tempo lontano da una simile meraviglia: mi riprometto di tornarci in autunno e poi in una giornata del prossimo inverno, con la neve che cade. Forse, in quell'occasione, ci scapperà anche una lacrimuccia; il ciclodiario, qualunque cosa accada, sarà fedele testimone.
Per fortuna sono così!!

Quella di oggi è una scena vista mille volte, ma è sempre bello riviverla e compiacersene. Sono partito sotto la pioggia e con la temperatura che aveva decisamente rinfrescato; non per questo, ovviamente, mi sono fatto mancare una puntatina al Bellavista. Ebbene, a S. Antonio, ad un paio di km dallo scollinamento, vedo un paio di giovanotti sulla trentina o poco più che stanno entrando in un pub. Hanno tutta l'aria di essere appena usciti dal lavoro, esattamente come me, e sembra proprio che vogliano farsi la classica birretta prima di cena. Sono ben vestiti, a fianco di macchine di un certo livello, hanno tutto per essere "trendy". Per loro la pioggia è motivo di fastidio perché imbratta le scarpe firmate e la carrozzeria del loro gioiellino. In quel momento io sono l'esatto opposto: giacca a vento da 5 Euro, pantaloni a metà gamba zuppi d'acqua, unico obbiettivo dare un altro paio di allegre "sgasate" prima dello scollinamento, poi via in discesa stile "singing in the rain", ridendo di pioggia, freddo e fatica. Che dire... non so chi devo ringraziare per essere così come sono, l'ho scampata proprio bella!

P.Adige-Monticolo sotti i 24!!!

Ehhhh, che lusso oggi!!! Dopo la 40ina di km sulla ciclabile, un classico delle domeniche estive (dove andare altrimenti con tutto quel traffico?), al ponte di ferro mi è saltato in mente che potevo anche provare il tempo sulla Ponte Adige-Monticolo... ma sì, non mi costava nulla dare una sbirciatina all'orologio, facevo sempre in tempo a cambiare idea! Invece, dopo una partenza relativamente tranquilla, sono andato in crescendo ed ho chiuso in 23.55, nuovo record!!! Beh, diciamo che il fatto di cavalcare una bella bici mi ha dato una manina

Nuova formula al trofeo

E, prima di andare al mare, la terza prova del trofeo Bonatti, questa volta in formato sprint! Ritrovo nel tardo pomeriggio di venerdì, pochi km di pianura e quindi salita alla bella località di Sirmiano, sopra Nalles. Chissà che quella di organizzare incontri in località vicine, senza spostamenti in auto ed eccessive perdite di tempo, non sia la soluzione ideale per vedere un po' più spesso gli amici del trofeo. Per questa volta è andata bene, in futuro si vedrà! Per la cronaca, ho "staccato" l'ennesimo secondo posto... ma l'importante, come sempre, era divertirsi! Nella foto, i premi del DS, una dei fiori all'occhiello del trofeo.
Tutti al mareeeee

Eccomi al mare di Misano! Ed ecco ricominciata, come ogni anno, la solita orgia di panorami, colori ed aromi della Panoramica Gabicce-Pesaro. Che spettacolo, ragazzi! Quei 60 km tra andata e ritorno basterebbero a riempire la vita ciclistica del più esigente dei pedalatori: la strada è pochissimo trafficata anche in piena estate e tra viste sul mare e verso i borghi dell'entroterra non c'è mai un momento in cui non sapere dove posare lo sguardo. Oltretutto il percorso è molto tecnico, trattandosi di un susseguirsi di curve, tornanti e brevi rettilinei senza un solo metro di pianura: un "mangia e bevi" dove l'unico limite è la propria fantasia!

Verucchio e Sogliano!

Seconda domenica di ferie e seconda occasione per pedalare in compagnia dei ciclisti locali. Il percorso prevedeva questa volta come piatto forte l'ascesa all'inedito (per me) Passo del Grillo, che però non ho mai raggiunto perché una parte del percorso era condiviso da due diverse cicloturistiche ed io ad un certo punto ho seguito quella sbagliata! In ogni caso mi sono consolato con la fantastica vista da Verucchio (vedi foto) e la "conquista" di Sogliano, paesino in magnifica posizione sulle colline del Cesenate, piuttosto lontanuccio da Misano! Alla fine 110 km con un serie infinita di saliscendi!
Compleanno sul Cippo!

Poteva esserci modo migliore di festeggiare il 44esimo compleanno? Sono salito sul Carpegna, la montagna sacra di Marco Pantani! 108 km da Misano Adriatico, 34'10" il tempo impiegato dall'inizio del paese alla sagoma di Marco, in corrispondenza dello scollinamento. Tempo da migliorare il prossimo anno, ovviamente!
A zonzo sul San Bortolo...

Strano giro quello di oggi... pur non essendo particolarmente allenante, è stato uno dei più belli! Perché ogni tanto (anche più di "ogni tanto"!) la bici dovrebbe essere avventura, scoperta, emozione, senza badare troppo al chilometraggio e alla velocità media. Ed oggi è stato proprio così: un po' stanco per il caldo ed i tanti km percorsi in questi ultimi giorni, ho infilato la Panoramica del Monte San Bortolo ed ho iniziato a curiosare qua e là... così a Fiorenzuola ho scoperto qualche "chicca" che mi era sfuggita nonostante il gran numero di passaggi in zona. Un piccolo vicolo tra le case ed una breve scalinata porta ad una stradina superpanoramica che scende serpeggiando verso il mare. Contrariamente a quella che parte da Casteldimezzo, questa presenta pendenze accettabili, tra panorami del tutto inconsueti (ma è così in tutto il parco del San Bortolo) per la costa adriatica. Il rientro in paese è stato poi allietato da una bella fontana seminascosta dietro una siepe che, passando sempre di fretta, non avevo mai notato! Quest'ora e mezza mi ha dato più di tante altre uscite in bici ad andature elevate, con salitoni da paura conditi, troppo spesso, da tanto traffico. Mi auguro che questo sia il ciclismo che prediligerò sempre più in futuro!

A presto, mare!

Con un'ora di corsa in spiaggia (a proposito, molto bello sgambettare sul bagnasciuga la mattina presto, devo ricordarmelo!) si chiude la mia vacanza in Romagna. Il bilancio ciclopodistico (molto più ciclistico che podistico, ovviamente) è positivo: quasi 1400 chilometri in 4 settimane, due bei giri sopra i 100 km tra cui quello al Cippo, altri bei percorsi scoperti (Fiorenzuola über alles), tre ore di corsa e condizione fisica che, nonostante caldo e fatiche, non è scemata come successo altre volte in analoghe circostanze. Qualcosa però si può ancora migliorare, per esempio devo limitare ancora di più i passaggi su percorsi eccessivamente trafficati (più ore di corsa? più percorsi ciclabili?) e ridurre i (già pochi per la verità) giorni di riposo... anche perché quelli in cui mi sono sentito meno in forma sono stati proprio i giorni in cui non ho né pedalato né corso! Ma ho già in mente di prendermi una piccola rivincita ben prima del mio ritorno da quelle parti il prossimo anno... vedremo, vedremo...

Stelvio!

Oggi Stelvio con l'amico Paolo ed il DS a guidare l'ammiraglia. Grazie alla partenza alle 8.15 da Prato il traffico non ha dato quasi per nulla fastidio. Gran bella giornata, ma con un grosso neo: il disastroso riscontro cronometrico! 1h58' è un tempo da paura! Spero dipenda solo (o almeno in gran parte...) dal fatto che Paolo non ha fatto altro che parlare, parlare... salendo in questo modo non è difficile perdere ritmo e concentrazione: mettiamola così! E' inevitabile comunque un altro test, quest'anno o al limite il prossimo, per verificare che si tratti di un caso isolato!!!
Predonico: fissiamo un tempo!

Scorrendo il ciclodiario non ho trovato nessun riferimento ad una delle salite più gettonate della mia gioventù: la Predonico! Per me quel percorso, quando ancora andavo in giro con la mitica bici da cross, rappresentava un vero e proprio banco di prova ed ancor oggi, nonostante si tratti di una salita relativamente breve, la considero un ottimo diversivo al solito Bellavista. Bene, segniamoci il tempo di oggi (35'30" da Ponte Adige al primo cartello del paese) e vediamo di migliorarlo alla svelta!!

CronoBellavista!

Da non credere: dopo anni di Bellavista, ancora non mi era chiaro quale fosse il tempo che normalmente impiego per la salita! Oggi mi sono imposto di tenere gli occhi puntati sul cronometro ed il responso è stato di 15'30" su 4,3 km, dal Maxi Mode con la bici da ufficio. Ed ora via alle "limature" al tempo!

Un "vecio" al Melinda!

E dopo due anni di stop riecco il "vecchiaccio" Rebellin, che dopo averle suonate ai ventenni al Tre Valli Varesine si ripete al Melinda, questa volta proprio davanti ai miei occhi! Gran bella vittoria dopo una gara tiratissima che mi dà coraggio, egoisticamente parlando, per il futuro: se un 40enne può ancora gareggiare ad altissimi livelli... beh, qualcosina mi potrò permettere anch'io!
L'estate finisce, la sfida riparte

E come ogni anno l'estate ciclistica è trascorsa un po' sonnecchiante, vacanze romagnole a parte. Ma ora viene il bello... con un opportuno restyling della bici "da ufficio" (ho messo la tripla, tra le altre cose) sono pronto per un autunno che mi auguro il più scoppiettante possibile! Per iniziare, buon tempo di 26' netti sulla Ponte Adige-Monticolo, nonostante il vento contrario nella seconda parte del percorso. E questo è solo l'inizio dell'inizio...

Punta Veleno, la salita più dura!

Dopo una lunga attesa, è giunto il giorno di Punta Veleno! Il nome di questa salita presagiva già di per sè qualcosa di inquietante... ma il muro che mi sono trovato davanti ha superato ogni mia previsione! E dire che la giornata era cominciata bene, con il viaggio in treno fino a Domegliara, l'ascesa Caprino-Lumini fatta ad un ottimo ritmo e la discesa a rivedere il mio amato lago dopo alcuni mesi di lontananza forzata per l'assedio turistico estivo. La salita, iniziata a Castello di Brenzone, non sembrava nella sua primissima parte nulla di eccezionale. Mi dicevo che dopo aver superato il Fittanze senza grosse difficoltà nulla avrebbe potuto mettermi in crisi nera... ma mi sbagliavo! Pur con la tripla sulla bici "da ufficio", con un bel 30X26 con il quale pensavo di poter superare ogni pendenza, a metà dei 10 km sono andato letteralmente fuori giri! Sul mio ciclocomputer ho visto indicare velocità mai "raggiunte" prima: 4-5 km all'ora nei tratti più duri. Nei lunghi rettilinei con pendenze sempre sopra il 15% e talvolta oltre il 20%, più di una volta ho pensato di dover mettere il piede a terra e sono stato costretto a procedere a zig-zag. Una batosta che ricorderò a lungo e che conferma come il mio allenamento sia più che sufficiente per chilometraggi sui 50-70 km e per salite "umane", dopo posso anche produrre delle buone progressioni, ma anche che per certi "mostri" (nei 5 km centrali mai sotto il 15-17%) ci vogliano preparazione da gran fondo e/o rapportini da MTB. Vabbè, metto in saccoccia e via di nuovo in sella...

Io non sono normale!

Io non sono normale ed oggi ne ho avuta un'altra conferma! Una giornata come quella di ieri, 130 km con la salita di Punta Veleno che mi ha costretto a stare fuori soglia per lunghissimi periodi, il successivo, precipitoso rientro alla stazione di Domegliara, il pranzo saltato, il rientro a casa da Ora in pieno pomeriggio con 30 gradi avrebbero dovuto mettermi K.O almeno per qualche tempo. Oggi invece ho scalato la Mendola, sia pure con un'andatura relativamente tranquilla, in tutta scioltezza! Ma come è possibile che abbia recuperato il "fuori giri" di ieri in poco più di 12 ore a quasi 45 anni?? Mistero. "Curiosità": giunto al passo mi sono accorto che avevo entrambe le ruote fissate alla... peggio e che tutte e due toccavano i freni!!!

"Ritocchino" al Bellavista

Sono tornato più volte con il pensiero allo scorso venerdì, mentre arrancavo a 5/h sulle malefiche rampe di Punta Veleno ricorrendo al più estremo degli stratagemmi ciclistici, quello di salire a zig-zag, per non mettere il piede a terra. In quei momenti mi dicevo che un tale sforzo, fatto "alla mia età" (come dice sempre mia madre) mi avrebbe condizionato per giorni, e che schiena e muscoli per un pò non sarebbero stati più gli stessi. Dopotutto salire completamente fuori giri per oltre 60 minuti metterebbe in croce anche un ventenne ben allenato! Ebbene, passi la Mendola del giorno dopo, fatta ad andatura poco più che turistica, ma oggi, dopo una domenica di relativo riposo (solo un po' di rulli) eccomi di nuovo a salire il Bellavista con la mia classica andatura a strappi (divertente ed anche allenante), come se quel venerdì non fosse mai esistito. E, ciliegina sulla torta, è arrivato anche un "ritocchino" al tempo: 15'10". Che dire: ogni tanto riesco ancora a sorprendermi!

P.Adige-Monticolo così così

Mi segno tutto, ovviamente, anche i giorni di relativa delusione come questo: 26.45 sull'ormai classicissima Ponte Adige-Monticolo.

A zonzo sul Garda!

Quante prelibatezze oggi! Sono sceso dal treno a Domegliara puntando subito verso la Rocca di Manerba, 50 km durante i quali ho toccato tra gli altri i paesi di Pastrengo, Castelnuovo, Peschiera, Desenzano e Moniga. Strade spesso trafficate, ma anche scorci e panorami da favola: non c'è che dire, anche il basso lago è veramente bello! Un po' per uscire al più presto dalle vie principali, un po' per l'entusiasmo, ho coperto la prima parte del percorso a ritmi notevoli, mi sono trovato spesso a pedalare a velocità ben superiori ai 40/h! Giunto a Manerba, ho finalmente tenuto fede a ciò che mi ero ripromesso: salire sulla rocca e gustarmi il fantastico panorama sul lago. Peccato per la giornata non perfetta... vorrà dire che ci dovrò tornare! Come se non bastasse mi sono concesso poi nell'ordine: discesa a Salò via San Felice-Portese, traghetto Maderno-Torri, salita di Albisano con quasi-sosta in Piazza Garibaldi (in salita, si sa, non ci si ferma!) e rientro ad Ora con il treno da Domegliara. Che meraviglia... se tutte le giornate fossero così...
Santa Barbara e Bordala

Il "giro perfetto", quello che mi darebbe le più belle soddisfazioni in bici, è di certo molto simile a quello di oggi. Giornata mite e solare, luoghi molto belli e pochissimo trafficati, panorami nuovi di zecca, puntatina sul Garda e rientro a casa nel primo pomeriggio... si può chiedere di più? In una pedalata di 70 km, con partenza ed arrivo dalla stazione di Rovereto, sono riuscito a racchiudere un saluto al mio amato lago, l'ascesa al Monte Velo-Passo di Santa Barbara (13 impegnativi ma silenziosissimi km), il passaggio in Val di Gresta, la breve quanto suggestiva salita al Passo Bordala e la lunga discesa in Val Lagarina! Partito da casa alle 7, alle 14 ero già sotto la doccia. E dopo sette ore di treno+bici gli impegni quotidiani sono andati giù come l'acqua fresca... fossero tutte così le giornate (lo so l'ho già detto...)!
A zonzo tra i dinosauri!

Oggi è una di quelle giornate in cui riesco ad abbinare la mia passione per la bici a quella per le scienze della Terra... insomma una giornata PERFETTA! Da Appiano all'inizio della pista dei Dinosauri, ai Lavini di Marco, sono 89 km che con la bici da trekking ed il vento alle spalle mi sono bevuto come acqua fresca... ma di certo ha contribuito l'entusiasmo alle stelle! Una volta giunto sul posto, panino e panorama sull'Altissimo. L'idea di percorrere il sentiero delle orme con la bici, invece, non è stata un gran che: per lunghi tratti in forte pendenza ho dovuto letteralmente trascinare la bici! In ogni caso esperienza da ri-ri-ripetere! Rientro in treno, alle 14 ero a casa!
Penegal dopo oltre un anno!

Come passa il tempo! Me ne sono reso conto oggi, scendendo dal Penegal, scalato con la bici da ufficio, che è forse la migliore per salire quando la stagione non è quella giusta per guardare il cronometro. Ebbene una volta giunto in cima mi sono reso conto che mancavo da oltre un anno! Vediamo di non farne passare un altro prima di tornarci!

Ricomincia l'inverno...

...e si riprende con le scalate al Passo Mendola! Sembra un controsenso, ma è così: solo con l'arrivo del freddo il traffico diminuisce e si può finalmente respirare, in tutti i sensi! Prima scalata con la bici da trekking e crono subito confortante: 1h0'50". Non male, dai! Bello anche constatare come lungo la salita sia riuscito ad imprimere buoni cambi di ritmo, scatti ed allunghi che "fanno male" e che sono il sale del ciclismo! Pedalare ore ed ore mantenendo sempre più o meno la stessa cadenza, solo per accumulare il maggior numero di km e metri di dislivello da snocciolare poi orgogliosamente su qualche forum, è andare in bicicletta ma non ciclismo.

Mendola con la bici da ufficio

Seconda Mendola in due giorni (sto recuperando quelle che non ho fatto in estate causa il traffico!), questa volta con la bici da ufficio, 59' il risultato. Discreto...

Bellavista bagnato...

...Bellavista fortunato! Eh sì, perché salire fin lassù nelle condizioni di oggi (pioggia battente, 7 gradi, nebbia ed oscurità incipiente!) e tornare a casa per raccontarlo senza farsi male è già una fortuna! Che roba però! Sudato, fradicio ed infreddolito, ma tranquillo e sicuro: l'esatto opposto di quando sono in ufficio a sacramentare!

Penegal superpanoramico

Altro Penegal, giornata da incorniciare con atmosfera limpidissima e visibilità infinita! Bici da ufficio e Mendola scalata in 1h01'

Mendola

Segnalo questa scalata della Mendola non certo per il tempo impiegato, 1h03', quanto perché fatta dopo che ieri sera avevo giocato a calcio per quasi 2h correndo, come nel mio stile, come un pazzoide ed andando a letto alle 23. Qualche ora di sonno, un (bel) po' di addominali e via in bici!!! Ma che è, come è possibile, e quanto durerà??

Si torna al circuito di Ganda!

Quattordici sono i giri di questa settimana coperti sul circuito di Ganda... è iniziata la fase invernale purtroppo! Ritorno sulla ciclabile al buio, rischiarato solo dalla lucetta sul manubrio, e qualche allungo in paese: ecco come si svolgeranno gran parte dei miei rientri casa nei prossimi due mesi e mezzo... meglio che non ci pensi, va'!

Mendola col trekking sotto l'ora!

Ed anche questo piccolo traguardo è stato raggiunto: la Mendola "in invernale" scalata con la bici da trekking in 59'. Non che si tratti di chissà quale impresa, ma è una soglia psicologica che ci tenevo a superare. Mi ha aiutato tenere a vista un "collega" (con qualche annetto più di me...) che saliva proprio bene e che ho tenuto sempre come riferimento.

Vivo, nonostante tutto!

In questa settimana stress ed impegni si sono accumulati a tal punto da interferire con il quotidiano rito del ritorno a casa in bici, fatto di salite al Bellavista o giri di Ganda incastrati al secondo tra gli assilli della giornata. Ma sono proprio queste le occasioni in cui la cattiveria esplode in piccole "imprese", prove di forza buone per dimostrare a me stesso che ci sono ancora, che non mi arrendo e non mi arrenderò mai ad uno stile di vita "normale". E così, nell'ambito di una settimana lavorativa in cui la bici è rimasta per ben tre volte ferma in cantina, sono riuscito a siglare due "giri-novità": il Bellavista da Appiano completamente al buio (agghindato, ovviamente, di lucette e gilet giallo-arancione-fastidio) ed un ritorno a casa "rinforzato" dalla salita di Montagna che nella sua parte finale, prima di incrociare la statale Ora-Cavalese nei pressi di Doladizza, presenta un paio di km stile Roubaix con cubetti, pavé e pendenze fino al 15%. Nella successiva discesa verso Ora, fatta a tutta per tenere la scia di un camion, infreddolito e con i vestiti "da ufficio" imbrattati di sudore, mi sono divertito come un bambino... bellissimo avere la conferma di essere ancora VIVO.

Due Mendole...

... una sabato ed una domenica! Mi rendo conto che la cosa sta prendendo una piega un po' maniacale, ma con certe temperature la comodità di avere una salita che inizia fuori dal garage batte ogni altra considerazione. Due volte la Mendola, quindi, la prima con un tempo un filo sotto l'ora e la seconda un filo sopra.

Contiamo le Mendole

Già che ci sono le segno tutte... ricordiamo anche questa, dunque, coperta in 1h01'10" dal Maxi Mode. Giornata da ricordare per la temperatura in quota che, nonostante la stagione avanzata, era sopra i 10 gradi anche ai 1370 metri del passo. Quasi esagerato, quindi, il modo in cui mi sono bardato per la discesa :-D
Sempre Mendola...

... e ancora Mendola! Questa volta con un tempo un po' più alto (1h03'30"), ma va considerato il meteo poco favorevole. Nel frattempo continua l'ottima "striscia" positiva durante la settimana: ormai anche il Bellavista al buio sta diventando una consuetudine! E pensare che fino a tre anni fa di tornare a casa con l'oscurità non se ne parlava nemmeno!

2 volte la Mendola in 3 giorni!

Sta diventando un tormentone, me ne rendo conto... ma fare 15 km di salita "tirati" bene in giornate grigie e fredde come queste è fieno che va in cascina. Tempi di scalata poco sopra 1h01, una volta da casa, l'altra dal Maxi Mode

Bellavista tra neve e buio!

Che divertimento sarebbe se perdessi di vista l'obbiettivo di spostare l'asticella sempre un pochino più in alto, di portare il limite ancora un po' più in là... ed è quello che ho fatto anche oggi, con un Bellavista al buio e sotto la neve. Ebbene sì, c'è ancora qualcosa che manca nel mio strano palmares, fatto soprattutto di pedalate nelle condizioni più singolari, ed oggi ho chiuso un'altra casella. Giunto ad Appiano sotto una pioggia gelida e già fradicio, non ho resistito ed ho tirato dritto sulla strada per la Mendola. Mi hai aiutato il fatto che già sopra il paese era neve bagnata, che poi ai quasi 700 metri del Bellavista si è trasformata in una bella nevicata... peccato che tra nebbia ed oscurità che mi circondavano non abbia visto gran che! La discesa al buio con nebbia, freddo ed abiti intrisi di acqua e sudore? Bah, poco più di una formalità...

Mendola di Natale 2011

E finalmente, dopo due anni di sospensione per maltempo, torna il Trofeo di Natale! Quattro matti alla conquista della Mendola in una giornata che a tanti avrebbe ispirato solo divano e TV... ma non ai più duri del trofeo! In caso di partecipazione più numerosa non avrei di certo fatto mancare alcuni dei miei classici "colpi di testa", con scatti ed attacchi scriteriati. Questo è il momento, infatti, in cui posso giocare un po' al gatto con il topo, dato che per molti l'inverno è sinonimo di riposo più o meno attivo e per me, al contrario, è un normale periodo di allenamento. Mi sono comunque potuto "esibire" in un bel recupero (buono anche il tempo di 1h05'), proprio in vista dello scollinamento, del forte Paolo, che in estate vanta tempi migliori dei miei sulla Mendola. Lui era partito alcuni minuti prima di me in bici da corsa, io invece pedalavo sulla bici da trekking con pneumatici chiodati, non certo il meglio in fatto di scorrevolezza! Tutto molto bello, ma è immancabilmente così quando c'è la bici e tutto il resto del mondo, almeno per qualche momento, viene messo da parte!
Mendola di San Silvestro

Ultimo dell'anno ed altra Mendola! Fatta con poca voglia (bici chiodata, freddo, poco sole e tempo inevitabilmente alto, sui 68 minuti), ma con la consapevolezza che il lavoro invernale mi sarà utile più avanti, per godermi qualche bel giro, come le fantastiche gite 2011 al Monte Castelberto, sui Lessini, e l'ascesa a Pregasina, a picco sul Garda. Sono i giri più belli: tratto in treno, una salita lunga ed impegnativa senza troppi noiosi preamboli pianeggianti, arrivo in un luogo di interesse naturalistico, paesaggistico e geologico e poi giù a capofitto con la gioia di aver vissuto una giornata, una volta ogni tanto, come dovrebbero essere TUTTE.

2012
L'unico sorriso

Una giornata grigia, passata a far cose da nulla dentro quattro muri chiamati ufficio. Poi, già buio, la porta del garage che si apre, lo stridore dei chiodi che artigliano il cemento e che promettono un'ora di libertà, l'unica ora di vita. Quello stridore è musica che riesce a strapparmi un sorriso in una giornata altrimenti fatta di nulla.

Mendola, che altro?

Giornata fredda, che non ispira certo chissà quali iniziative... quindi miliardesima Mendola della stagione con la MTB, 1h03'20" da Appiano.

Sul Ponale di corsa!

Che giornata, ragazzi! Autobus per Ora, treno per Rovereto, autobus per Riva del Garda... tutto per poter fare una corsa al sole del Ponale (per la cronaca: 38 minuti dalla sbarra alla madonnina)! Niente bici oggi, quindi, ma un desiderio che finalmente si realizza: quello di correre da Riva a Pregasina accompagnato dai fantastici scorci sul Garda... altro che la ciclabile Appiano-Caldaro! Sport, un pizzico d'avventura, Garda, geologia, sole, silenzi, panorami: davvero ne è valsa la pena! Un'altra perla nella mia collezione!
N-esima Mendola

...esima Mendola, in MTB e con un tempo non di certo di rilievo, 1h07'30". Questa salita mi esce dalle orecchie, ormai...

Signori, si corre!

Complice un periodo di freddo ed un po' di appagamento per le tante "piccole imprese" invernali, rieccomi di corsa: 58'40 sul percorso tra casa mia e la funicolare di Sant'Antonio. Niente male come tempo, il migliore di sempre!

Signori, si ri-corre!

Pochi giorni e di nuovo un discreto tempo in corsa: 1h03' sul tragitto tra l'ufficio e le passeggiate di Sant'Osvaldo. Bene cosi', per ora, ma la primavera quando arriva?

Prima Predonico 2012

Si inizia presto quest'anno, nonostante il freddo... e lo si vede anche dal riscontro cronometrico: 41 minuti per giungere al primo scollinamento è un tempo che va assolutamente migliorato!

Corsa, uff!

Che inverno di m....! Freddo e secco, penso sia l'inverno più insulso mai vissuto. Sono stufo anche di collezionare scalate della Mendola! Ennesima corsa sul tracciato fino alla funicolare di S. Antonio e ritorno in 1h netta: buon tempo, almeno quello!

Mendola, primi tepori

Mendola in 1h02 con la bici da ufficio ed il freddo che sta mollando... speriamo che presto anche il cronometro inizia a dare responsi più confortanti!

Buongiorno!

Chissà se il buongiorno si vede davvero dal mattino: 26.45 alla "prima" stagionale sul classicissimo percorso Ponte Adige-Monticolo! Non male, considerato che l'anno scorso avevo esordito con un 28'20" e nel 2010 con 31'50" Vedremo come proseguirà!

La prima è sul Mincio

Prima prova del trofeo Bonatti 2012 ed è subito il caos organizzativo: tra malanni e poca voglia, dopo che si era giunti a quasi dieci adesioni è già tanto che ci si sia ritrovati in due, io e Peter. Bella pedalata sulla ciclabile da Peschiera a Mantova e ritorno, con cioccolata e cornetto a metà percorso al cospetto di capolavori architettonici da far girare la testa. Ma altrettanto interessante è stato il tratto pedalato, ricco di spunti d'ogni genere: gli scorci su Borghetto, curioso paesino a metà strada tra terra e fiume, i giochi d'acqua sul Mincio, le fattorie lungo il fiume e l'ingresso a Mantova, con una ciclabile tutta curve e tratti in pavé sul suggestivo lungolago. 96 i chilometri totali, con "tirate" non da poco da parte di entrambi! Peccato per gli assenti!
2a P.Adige-Monticolo

Seconda prova dell'anno sul percorso Ponte Adige-Monticolo, cronometro sui 28 minuti; questa volta però la temperatura era decisamente più bassa e non ho voluto rischiare di buscarmi una bronchite (come successo l'anno scorso sulla salita di Tel) tirando a tutta per raccogliere poco o niente. Per essere salito con il freno tirato non è poi un tempo così malvagio...

Quasi-Penegal nr.2

Dopo circa un anno ecco un altro quasi-Penegal... è proprio la stagione evidentemente! Ma sì, piuttosto che percorrere l'ultimo tratto, che non dice più di tanto, ho preferito superare il "muro" al 18% e cambiarmi tranquillamente al sole che annuncia la primavera: bello!

Uscita con il bdc-forum!

Che bel giro oggi con gli amici del bdc-forum! Ritrovo a Mori e da lì pedalata sul Garda fino a Castelletto, salita per Fasor-Fasse-San Zeno-Sceriffo, discesone fino in Val d'Adige attraverso Caprino, a tutta con il vento in poppa fino a Chizzola ed ultima fatica con l'ascesa a Brentonico, 8 tosti chilometri all'insù che non avevo mai fatto. Alla fine 113 km, una bella battaglia salendo verso San Zeno, tanto divertimento e la promessa di vederci ancora! Per la cronaca i nik dei presenti erano: mabon12 (io), Robix, Nikogeo, Dallavilla, Skiantos, Maurice84, Azorat, Paolomn. Alla prossima!

Non distanti dal record!

Ecco una di quelle belle giornate che tirano un po' su il morale! Prima di tutto, l'entrata in vigore dell'orario estivo, che d'ora in poi mi permetterà di godermi una parte della giornata pur uscendo dal lavoro intorno alle 17; poi la prova di oggi sul percorso Ponte Adige-Monticolo, con il crono fermato su un ottimo tempo: 25.50! Avanti così!

Prima Mendola in bdc

Prima Mendola stagionale in bici da corsa e subito un paio di sorprese: la prima è che ho percorso gran parte della salita (praticamente tutta) con la corona grande, il 50; la seconda annulla quasi completamente la prima, perché nonostante tutto il tempo non è andato oltre un mediocre 55.20. C'è ancora da lavorare... oppure è tutto qui? Vedremo

CIAO alla neve a Meltina

Che bello il giro in bici di oggi, dovrebbero essere tutti così! Qualche km di pianura, giusto per scaldarmi un po', una bella salita poco trafficata e piuttosto impegnativa e poi via verso casa, senza tanti fronzoli, che per me consistono in lunghi avvicinamenti ed occhi troppo attenti al contachilometri, quasi ci fosse l'obbligo di raggiungere la "terza cifra" (i fatidici 100 km, ma anche di più...). Ma ciò che ha impreziosito la giornata è stato l'aspetto meteo: partito con il sole ed un vento più che frizzante, sono salito lungo un versante ben riparato, poi in cima la sorpresa di un rovescio di neve, che come in anni passati sembra giunto apposta per salutarmi e darmi appuntamento al prossimo inverno Più che confortante anche il tempo ottenuto per salire a Meltina: 42.20, a poche decine di secondi dal record degli ultimi anni: e pensare che le condizioni ambientali non erano certo le migliori! Ciliegina sulla torta, tornato in pianura ho ritrovato il sole ed una temperatura di 15 gradi!

Ultima Mendola invernale?

Sarà l'ultima Mendola in versione invernale, con la bici da ufficio e la borsetta al reggisella? Vedremo... per intanto incasso un discreto tempo: 59.35 partendo dal garage di casa, ad Appiano.

Che bestiaccia che sono!

Come faccio in certe occasioni a non buscarmi una polmonite proprio non lo so: ormai devo avere degli anticorpi grossi come cocomeri! Sono rientrato a casa facendo il giro per Ora nonostante qualche goccia di pioggia ed un vento freddo non certo aprilino, vestito decisamente troppo poco, con abiti che di professionale non avevano nulla visto che ero in uscita dall'ufficio. Risultato? Ho preso un pacco di freddo, ma dopo una bella doccia calda e qualche brivido residuo la sera ero già a fantasticare su "imprese" future

La freccia del tempo

Il freddo di ieri ha avuto l'effetto opposto rispetto a quello che ci insegna la nonna! :-D Invece di farmi ammalare, m'ha dato la giusta scossa per affrontare al meglio la Mendola di oggi. Visto il rischio pioggia ho preferito la bici da ufficio, ma il riscontro cronometrico l'ho preso comunque ed è stato un ottimo riscontro: 58.44, ma poteva essere anche meglio se non avessi perso qualche decina di secondi per un cartello di divieto di accesso al passo esposto in modo del tutto intempestivo, con due giorni di anticipo. Bene così, comunque. Direi che le lancette del mio orologio biologico, almeno dal punto di vista ciclistico, stanno scorrendo all'indietro!

Pozzovivo e Punta Veleno

Giornata di grande ciclismo oggi, con la tappa del Giro del Trentino che ha affrontato l'odiata (per me, ma credo per molti altri...) Punta Veleno. Mi sono gustato l'arrivo trionfale di Domenico Pozzovivo a Prada Alta, con il freddo e la neve solo un centinaio di metri più sopra, ma prima ho trovato il tempo per una pedalata tra i paesini che si affacciano sul Garda: Albisano, San Zeno, Lumini. Gli ultimi 2 km del rientro verso Prada Alta l'ho fatto a ruota di Alessandro Bertolini, che pur ormai a fine carriera è ancora un prof! Certo, lui saliva tranquillamente, ma io pedalavo su una pesante bici da trekking...
La classica crisi di inizio estate...

Periodo strano questo, con alti non troppo alti e bassi non così bassi. Tutto sommato mi sto trascinando senza troppi entusiasmi, un po' per il meteo non troppo affidabile, che non mi ha permesso di programmare nemmeno una delle mie ormai collaudate gite bici+treno, un po' perché forse con la testa sono già in vacanza a Misano, dove è certo che avrò la solita fiammata di entusiasmo e di chilometri Gli unici tentativi di combinare qualcosa di ciclisticamente rilevante sono stati l'ascesa a Passo Pampeago salendo da Stenk-Obereggen(vedi foto; non completata del tutto e assolutamente da riprovare per i paesaggi e la tranquillità della salita!) ed il classico Palade-Mendola, con sensazioni che però non mi sono piaciute. Rimaniamo in attesa di tempi migliori...
Finalmente sui Lessini!

Pur continuando una sorta di crisi di inizio estate (o di mezza età??), sono finalmente riuscito a portare a termine la prima "bici+treno" dell'anno: partenza da Ala, salita Peri-Fosse (coperta senza troppi affanni in 46 min), quindi Erbezzo, Bosco Chiesanuova e tappa a Camposilvano, dove purtroppo non ho potuto raggiungere la suggestiva Valle delle Sfingi, cosa che avrebbe richiesto una scarpinata non consigliabile con la bici da corsa al seguito. Va bene lo stesso, l'importante era scrollarsi di dosso un po' del torpore che mi ha preso in queste ultime settimane. E la Lessinia, con i suoi favolosi paesaggi, era il luogo migliore dove provarci

28 giorni di bici e mare!

Non è facile fare un bilancio ciclistico delle quattro settimane (1400 km) trascorse in Romagna. E' stato, come spesso accade, un altalenarsi di giornate esaltanti ed altri in cui ho pagato forse il caldo e sforzi un po' oltre i miei standard. In effetti mi capita raramente di inanellare una serie di uscite tra i 60 ed i 100 km, prestazioni che comunque sembrerebbero valere poco in "certi ambienti" dove si giudica risibile qualunque pedalata sotto i 200 km. Ma il ciclismo non è per nulla esasperazione delle distanze: per quanto mi riguarda, 2 ore sul panoramicissimo e nervoso percorso Gabicce-Pesaro, che mette alla prova cuore e polmoni in un contesto ambientale unico, sono ciclisticamente il massimo. Di questa vacanza porto a casa la bella prestazione sul percorso della cicloturistica che saliva a Saludecio per poi dirigersi verso San Marino (OK, era una cicloturistica, ma non ho trovato uno che mi tenesse la ruota!), i 110 km con la visita al fantastico borgo di San Leo e l'ascesa al valico di Villagrande, e la scoperta della zona di Monte Altavelio, che dal prossimo anno rappresenterà sicuramente una bella alternativa ai "soliti" giri. Ma più di tutti, come al solito, porterò nel cuore gli struggenti panorami sul mare da San Marino, da Saludecio, Montescudo, Gemmano, Montefiore e dal mio (sempre più) amato Casteldimezzo...
Colle serale

Dopo un lungo periodo di poca voglia e gambe molli, finalmente una prova decente sul Colle: 44.30, con discrete sensazioni. Spero si prenda a risalire la china, adesso!

Buchwald in 39'

Eccomi su uno dei percorsi più classici per me, l'ascesa al Buchwald da Ponte Adige. Altro tempo (39') che conferma (almeno spero!) una condizione in via di miglioramento.

Mendola con luci e ombre

Come al solito ci pensa una salita (apparentemente?) facile come la Mendola a darmi un ceffone e riportarmi a fondo: 56'30" il tempo :-/ Ma c'è anche qualche sprazzo di luce: dopo una partenza fin troppo prudente, nella seconda parte qualche tratto l'ho coperto a buona andatura, con il 50 davanti ed ho chiuso in crescendo, sul filo del 20 orari. Resta il fatto che il cronometro è orrendo.

Buona prova sulla Ponte Adige-Monticolo!

Era da marzo che non mi misuravo più su questo percorso, uno dei banchi di prova delle mie condizioni fisiche: tra il vento che ha monopolizzato quasi tutti i pomeriggi di aprile e maggio e il gran caldo che imperversa tutt'ora, le occasioni per ulteriori tentativi sono state praticamente nulle. Ebbene, oggi mancava poco che facessi il botto, e non per una caduta! 25.22 il tempo, notevole non solo perché a una cinquantina di secondi dal record fissato tempo fa in bici da corsa, ma anche e soprattutto perché stabilito in una delle più calde giornate di questa estate (circa 37 gradi alla partenza) e per un po' di brezza contraria che mi ha frenato negli ultimi chilometri. Bene così!

Mendola decente!

Anche quest'anno mi "salvo in corner" cogliendo un discreto 53.55 sulla Mendola. Non che questi tempi mi entusiasmino, ma mi permettono perlomeno di galleggiare. C'è da dire che ero di ritorno da una breve vacanza a Jesolo e che ho imboccato la salita a freddo, subito dopo aver smontato i bagagli e pulito tutto il pulibile in casa. Insomma, non ero certo nelle migliori condizioni... chissà che tempo avrei fatto in condizioni "normali".

Mendola per caso...

Giornata insulsa, per nulla "da bici", almeno in parte riscattata da un discreto (e inaspettato) tempo sul più classico dei miei percorsi cronometrati: 1h01'20" con la bici da ufficio ed in tenuta autunnale per le basse temperature.

...e Meltina intenzionale!

Altra giornata meteorologicamente schifida, ma la voglia di mettere il naso fuori di casa almeno per un po' è riuscita a portarmi fino a Meltina. Niente riscontro cronometrico, dato che ancora una volta ho scelto l'ormai supercollaudata bici da ufficio, ma ulteriore conferma delle mie proverbiali doti di recupero: venerdì scorso, dopo due serate di calcio e qualche nottata di sonni agitati, mi sembrava di essere alla frutta e mi ero riproposto un attimo di riposo... che si è trasformato in due giorni di salite fatte a buon ritmo! Altro che riposo!

Colle, più dolori che gioie

Mah, altro mediocre 44.30 sul Colle... sto veramente diventando vecchio?

L'Altissimo da Nago non s'ha da fare!?

Ho dovuto sbatterci il muso una seconda volta :-/ per capire che raggiungere l'Altissimo seguendo la bellissima Strada del Baldo (vedi immagine di uno spettacolare specchio di faglia) e proseguendo poi su sterrato/sentiero attraverso Bocca di Varagna non s'ha da fare, almeno per me! Eh già, perché dopo la suddetta località lo sterrato (già solo in parte percorribile sui pedali con la bici da trekking) diventa una mulattiera dove la bici, più che spinta, va trascinata. E quando si mette in questo modo io proprio non mi diverto. Così, dopo essermi perlomeno preso la soddisfazione di giungere un po' più su dell'ottobre 2010, ho deciso di lasciar perdere sperando di poterci riprovare dalla parte del Rifugio Graziani ancora quest'anno!
Discreta Mendola da ufficio

59.30 il tempo per raggiungere la Mendola partendo da casa.

Finalmente sull'Altissimo!

E finalmente, al terzo tentativo, eccomi sull'Altissimo! :-D La scelta di cambiare versante e di salire da Avio è stata premiata, nonostante le condizioni della strada militare sterrata che dal Rifugio Graziani porta in vetta e che mi hanno costretto più di una volta a procedere a piedi. Peccato che in cima le condizioni meteo non fossero delle migliori... gran nebbione, con qualche breve squarcio che mi ha permesso di intuire quanto spettacolare possa essere il panorama in una giornata limpida. Da Avio sono ben 21 km di bella salita (già percorsa in occasione del Trofeo Bonatti 2008), poi altri 5 con tratti difficili anche per una MTB (io pedalavo con la bici da trekking!) per le molte pietre sporgenti. Tempo da Avio al Rifugio Graziani: circa 1h50 con bici da trekking e senza particolari affanni: chissà che non serva per futuri confronti.
Predonico prova uno...

Mi rendo conto solo ora che le prove (ed i relativi tempi) sulla Ponte Adige-Predonico sono poche e mal distribuite! Da oggi quindi cercherò di colmare la lacuna: 37 minuti per questo primo tentativo (tempo decisamente da migliorare!).

... Predonico prova due...

Come da titolo e come ripromesso, eccomi al secondo tentativo in tre giorni! Questa volta il tempo mi soddisfa un po' di più: 35'40", solo 10" in più rispetto al miglior tempo del ciclodiario. Ma sono sicuro che, frequentando un po' di più questa salita, potrebbero saltare fuori tempi decisamente migliori...

Mendola sotto i 53!

All'ultima occasione della "stagione agonistica" 2012 (la gara, ovviamente, è sempre con me stesso) ecco saltare fuori un risultato che, francamente, iniziavo a credere fosse uscito dalla mia portata! Il 52'55" sulla Mendola risveglia ardori ormai intorpiditi, eppure mai del tutto sopiti: riprende timidamente ad aleggiare l'idea di tornare dopo anni sotto i 50 minuti, una sorta di spartiacque tra la decina chi in bici ci va per diletto pur con buoni risultati (quella dei 50' e più) e chi invece inizia a pedalare sul serio (quella dei 49' o meno). Fuoco di paglia? Ultimi sussulti? Il 2013 darà sicuramente altre indicazioni a riguardo...

Prima Mendola invernale 2012

Prima Mendola invernale dell'inverno 2012-2013 con la bici da ufficio e primo riscontro cronometrico: 1h0'30" partendo da casa, senza il via dal Maxi Mode.

In pista a oltre 37 km/h!!

Mamma mia cosa ho fatto!!! Da un giorno all'altro, senza nessun tipo di preparativo tranne una spolverata alla bici, ho deciso di buttarmi in pista ed è stato grande record! Una prestazione oltre le più rosee aspettative, perché eguagliare il record di Andreas stabilito nel 2008 sarebbe già stata un'enorme soddisfazione, ma sentire il DS decretare i 37,480 km percorsi in un ora è stato uno di quei momenti di immenso orgoglio che solo e soltanto la bici può donare! Sessanta minuti alla grande, sempre concentrato, determinato al punto giusto, su una superficie, quella del velodromo di Cles, che non è proprio in condizioni perfette e che quindi costringe talvolta a subire piccole deviazioni e leggeri sussulti molto fastidiosi quando si è praticamente "a tutta"! Quale distanza avrei potuto percorrere su un velodromo "vero", come ad esempio quello di Mori? Per ora non pensiamoci, va benissimo così, ma di certo non finisce qui!

Arrivederci, Garda!

Dopo la sfuriata in pista, quella di oggi doveva essere una tranquilla gita di fine stagione al Garda... ma non è andata esattamente così! L'intenzione di prendermela comoda è stata rispettata solamente fino a metà percorso: in effetti dopo la partenza dalla stazione di Ala c'è scappata la sosta con cappuccino e brioche in una pasticceria di Avio quindi la pedalata è continuata tranquilla grazie al vento a favore fino a Rivoli (favoloso il tratto ciclabile tra Avio e Peri!) e nemmeno la breve salita verso Caprino mi ha minimamente impensierito; a quel punto per prudenza ho addirittura evitato l'ascesa verso Lumini tirando dritto verso Costermano-Castion e godendomi poi la vista dalla sempre stupenda Piazza Garibaldi di Albisano. Tutto fantastico: la temperatura (faceva quasi caldo!), gli scorci sul lago, l'idea di abbandonare per qualche km la Gardesana e transitare per il centro delle località di Marniga e di Castello (qui ho buttato un occhio, ma solo un occhio, alla partenza di Punta Veleno...). Poi, al 70esimo km circa, ecco riprendere quota quella voglia di strafare, l'idea del "chissà quando sarà la prossima volta" e così eccomi sulla Panoramica di Malcesine, bellissima come sempre ma non goduta come meritava perché forze e tempo cominciavano a venire meno. Tralascio i dettagli della successiva "pausa pranzo" a Torbole, con i minuti contati e due focacce mozzarella e pomodoro buttate in pancia quasi a forza... :-/ Non so dove ho trovato la forza per tenere quel ritmo indiavolato sul San Giovanni e lungo la successiva discesa a Rovereto: in ogni caso l'avventura si è conclusa positivamente
con il treno delle 14.39 acciuffato quasi in extremis. In sostanza: pur con qualche piccolo dettaglio da ritoccare, un'altra bella avventura è messa in saccoccia! Ora puoi venire avanti, inverno: non mi fai paura!
Buona Mendola!

Si riprende, (e si terrà per tutto l'inverno...) il tradizionale appuntamento del week end con la Mendola: 1h02... non male, dai.

Quasi alla cieca!

Con il passaggio all'ora solare sono ripresi, ormai da un po', i rientri a casa con il buio. Situazione tristissima per molti versi, perché ciò significa trascorrere le poche ore di sole disponibili in inverno in uno stramaledetto buco chiamato ufficio e mettere il naso all'aperto solo con il sopraggiungere dell'oscurità. Le studio tutte per rendere la cosa più sopportabile, e quest'anno direi che ho fatto un bel passo avanti: al solito Bellavista ed ai giri di Ganda ho aggiunto il rientro da Ora, che mai fino all'anno scorso avevo pensato di fare al buio. Si tratta di percorrere diversi km sulla ciclabile nell'oscurità, con l'unico conforto del fanale che illumina la strada dinnanzi a me creando una sorta di "effetto tunnel" alla rovescia certamente singolare, ma anche un po' inquietante. Piccola ciliegina sulla torta è l'aver scoperto, a poche pedalate da casa, un parcheggio lontano da fonti di inquinamento artificiale da dove poter osservare con tutta tranquillità lo spettacolo della volta celeste stellata. Un piccolo tiramisù che mi concederò spesso dopo la classica giornata di merda in ufficio!

Questa invece un po' meno!

Altra Mendola e risultato non certo di rilievo, poco sotto 1h04'... ma sempre meglio che passare tutto il giorno in casa!

Una vita in poche ore!

Quando lo sport è VIVERE... Incredibile come, dopo una giornata passata in modo del tutto anonimo in ufficio, in poche ore si possano sperimentare tante emozioni forti e contrastanti. Ho iniziato con la DELUSIONE dopo la mancata consegna della bicicletta che era in riparazione, ma sono passato in breve all'ENTUSIASMO per l'idea di tornare a casa con una "bici di cortesia" che il meccanico mi ha messo gentilmente a disposizione... poco più di un "rocchello" a dire la verità, ma si sa che le sfide più belle sono proprio quelle affrontate in condizioni sfavorevoli Entusiasmo che è diventato vera e propria EUFORIA scollinando al Bellavista nella semi-oscurità e con la dinamo inserita, tanto per rendere tutto ancora un po' più difficile
La successiva discesa in cui ho preso tanto freddo (ho dovuto procedere a bassa velocità per evitare di bruciare i fanali!) ha predisposto i muscoli per un brutto attacco di crampi, ma prima di passare al DOLORE ho dovuto anche affrontare la PAURA per essere finito per sbaglio in un vicolo cieco molto buio e con dei cani da guardia che ho temuto potessero essere liberi. Dal dolore alla RABBIA per la partita di calcio che rischiavo di perdere il passaggio è stato rapido, ma in serata c'è stata la sorpresa di un prontissimo recupero con vittoria finale e la GIOIA di scoprirmi ancora del tutto integro nel fisico e nello spirito!

La Supermendola!

E dopo una serie interminabile di Bellavista al buio e rientri a casa con il freddo fino nelle ossa, eccoci anche quest'anno alla prova della Mendola di Natale... ma questa volta è stata una Supermendola, sia per il numero di partecipanti sia per il loro livello! Ben undici pedalatori, molti dei quali volti nuovissimi reclutati su bdc-forum. Purtroppo il mezzo scelto (la mitica Chesini del 1991...) e la già citata buona preparazione di molti partecipanti non mi hanno permesso di combinare gran che... uno scatto ancor prima di metà salita ha tagliato le gambe più a me che agli altri! Ma chissà che questo non sia solo l'inizio di un nuovo capitolo per il Trofeo Bonatti!
2013
Andare tanto per andare...

...potrebbe essere il titolo giusto per il ritorno a casa in bici di questa sera... tremendo pedalare al buio su percorsi arcinoti alla ricerca di una qualche motivazione, la testa bassa e lo sguardo concentrato sul fazzoletto di asfalto che il fanale riesce ad illuminare davanti a te! Quasi paranoico. Ma, come sempre, mi peserebbe infinitamente di più tornarmene a casa in autobus dopo una giornata di immobilità trascorsa in ufficio!

Mendola quasi estiva!

Mamma mia che regalone oggi! Un vero e proprio anticipo di primavera in pieno gennaio! Tutto grazie al föhn, che ha soffiato per tutto il giorno pur non troppo intensamente. Risultato: 11 gradi al passo e discesa fatta fermandomi più volte a guardare il panorama, quando solitamente in questo periodo patisco freddi EPICI. Tutto molto bello, e discreto il tempo in MTB, 1h05'30".

Cose da fare e cose no...

Da fare: pedalare con la neve, sotto la neve, tra la neve, dentro la neve. Da non fare: pedalare con la neve, sotto la neve, tra la neve, dentro la neve QUANDO SI STA ANDANDO IN UFFICIO! Altrimenti può capitare che la neve, collosa e dispettosa, ti costringa a procedere a spinta mentre l'orologio avanza inesorabile e che la giornata inizi male, molto male!
Prima Predonico 2013

E siamo alla prima Predonico del nuovo anno, fatta al sole di inizio pomeriggio grazie alla giornata semifestiva di Carnevale. Problemino: allietato dalla bella giornata dal sapore vagamente primaverile, mi sono dimenticato di prendere il tempo! Ma l'importante è che mi sia divertito e che mi sia "bevuto" la salita piuttosto facilmente, quasi troppo!

Ancora sotto la neve

Fermarsi sotto un riparo improvvisato, fradicio di sudore e bianco di neve, mentre il freddo riempie il tuo corpo di piccole scosse elettriche, a ridere di gusto dopo aver visto in foto la propria faccia rossa come un peperone... non ha prezzo!!
Come te non c'è nessuno!

Che giornate... Morale molto più sotto dei tacchi, sole che splende annunciando la primavera e io immobile in ufficio: semplicemente MOSTRUOSO. Fortuna che anche oggi con LEI sono riuscito a squarciare il buio almeno per un po': 26.35 sulla Ponte Adige-Monticolo, tempo che per essere ai primi di marzo non è niente male, soprattutto nelle condizioni di forma mediocri in cui mi trovo al momento!

Prima Mendola a ruote fini

E si inizia la sfilza di Mendole 2013 con le "ruote fini". Non si tratta dela bici da corsa, ma della city bike da ufficio. Tempo discreto, stabilito partendo da casa: 1h03'45"

Pericolosamente bello!

Stamani, più in ritardo del solito, per scendere da Appiano in città ho optato per la soluzione più sbrigativa: percorrere lo "Stradone" del Vino, grazie al quale in pochissimi minuti anche in bici si giunge alle porte di Bolzano. Non lo faccio (quasi) mai, perché so come va a finire: esattamente come è andata a finire anche in questa occasione, nella scia di un camion a velocità pericolose, soprattutto perché la strada è molto trafficata e oggi anche bagnata! Beh, insomma, mi sono trovato a pedalare tra i 60 ed i 70/h con il rischio che il bestione davanti a me frenasse bruscamente... e sarebbero stati dolori! Certo con l'esperienza che ho l'eventualità non mi avrebbe trovato impreparato, ma se tutto fila liscio è meglio! C'è voluto davvero poco per raggiungere l'ufficio, praticamente ho recuperato quasi per intero i 15 minuti di ritardo, però il rischio è grande!

L'asticella sempre più su

Altra giornata allucinante, vissuta ancora una volta in funzione del "fare reddito", di quelle che ti lasciano con il timore di non avere più la forza mentale per affrontare anche il più piccolo impegno. Ma sulla bici mi trasformo e ogni sforzo, durante i pochi momenti che posso dedicarle, diventa lieto. Oggi ho davvero alzato ancora un po' l'asticella: affrontare in quelle condizioni psicofisiche una salita sotto la neve e ridiscendere senza curarmi di freddo e fatica la ritengo una piccola impresa. Tanto che, alla fine, c'è scappato un gesto di affetto per due ruote e quattro tubi di ferro incrociati... un gesto che, chi guarda da fuori, non avrebbe possibiità di capire.
Pregasina, mon amour!

E finalmente, dopo una interminabile serie di ascese a Pregasina... solamente immaginate nel buio dei miei ritorni invernali, questa volta ci sono andato davvero! Nessuna particolare velleità, solo una giornata di sole, la mia bici da trekking e tanta voglia di pedalate in libertà! Classico giro con discesa dal treno a Rovereto e comodissima ciclabile fino a Riva del Garda (beh, devo dire che sul lungolago ho pedalato proprio a ritmo turistico, tutto troppo bello), quindi la mirabolante salita a Pregasina dove non ho certo risparmiato le forze, pur con un occhio (a volte tutti e due!) verso i fantastici panorami sul Benaco. Una volta tornato a Riva, ho percorso la bella ciclabile sul Sarca fino a Dro, dove ho potuto finalmente vedere lo stupendo "Ciclodromo" realizzato dalla società Ciclistica Dro. Alla fine un centinaio abbondante di km su e giù per il Garda, con l'impagabile sosta-panino a Pregasina, la vista sulle lunghe file di barchette a vela nel blu cobalto del lago e sul Baldo ancora splendidamente innevato. A volte basta così poco per essere felici...
La Vivicittà!?

Ebbene sì, dopo anni di assenza più o meno forzata eccomi di nuovo a cimentarmi in una competizione agonistica! Il fatto è che lo sport non è stato il ciclismo, (come ci si potrebbe aspettare da un ciclista...) ma il podismo! Massì, l'importante era annusare nuovamente l'atmosfera tesa ma stimolante del pre-gara. Non trattandosi del mio sport, ho cercato di non esagerare, stabilendo alla fine un discreto 53'12" sui 12 km del percorso. Può andare, ora attendiamo gli eventuali sviluppi...

Di nuovo sotto i 25'!

24'57" sul tracciato Ponte Adige-Monticolo! E pensare che ero in tenuta semi-invernale, con copriscarpe e scarpe da MTB che pesano 1kg l'una. Ciò significa che, in condizioni ottimali, poteva anche scapparci il record!

Buchwald in 38'40"

Come da titolo... torna il caldo e ritornano anche i miei percorsi lontani dal traffico idiota. Buon tempo per essere la prima prova dell'anno!

Un bel centone sul Garda!

Penso che questo sia stato il miglior giro bici+treno fatto finora al Garda, non tanto e non solo per le condizioni meteo (comunque discrete), quanto perché ho azzeccato la giusta via di mezzo tra la voglia di visitare mille posti diversi, le "disponibilità atletiche" e l'orologio, sempre tiranno. Ne è venuto fuori un bel "centone" tondo tondo con partenza da Rovereto, discesa sul lago a Torbole, panoramica di Malcesine, panoramica di Brenzone, salita Torri-Albisano-San Zeno-Valico dello Sceriffo e discesa in Val d'Adige via Lumini-Caprino con rientro in treno da Peri. Un "mangia e bevi" che mi sono goduto dall'inizio alla fine sfruttando anche (da buon esperto meteo...) le brezze locali. Memorabili i 45 minuti di attesa alla stazione di Peri, trascorsi in un silenzio irreale (non c'era anima viva!) a leggere un giornale rimediato dal bidone, con il gelato che mi impastricciava la faccia... ma questo sono io! :-D
Divertirsi con poco!

Oggi ho dimostrato, ancora una volta, che non servono mezzi e attrezzature ipertecnologiche per divertirsi. In vacanza per qualche giorno a Caorle ho approfittato di una breve... permesso famigliare per inforcare una bici messa a disposizione dell'hotel, dare una sistemata all'altezza della sella e imboccare senza ulteriori indugi la ciclabile che corre sul lungomare. Oltre un'ora A TUTTA, a disposizione un solo rapporto ed una meccanica che non poteva che essere mediocre. Eppure la cosa non mi ha disturbato per nulla, piuttosto il contrario: giungere alle porte di Eraclea con un mezzo catorcio e rientrare in tempo utile per non essere "richiamato all'ordine" è stata una gran bella soddisfazione!

Buchwald, che altro?

Inizia il periodo delle follie motociclistiche sulla Mendola con morti e feriti, e conseguentemente la salita al passo diventa (almeno per me) off-limits. Rientra quindi il gioco la tranquilla ascesa al Buchwald, percorsa oggi in 38'40". Buon tempo.

Capra sì, Grappa no

Peccato, peccato, peccato! Oggi era la grande giornata della scalata al Monte Grappa abbinata alla prima prova del Trofeo Bonatti 2013. La mia intenzione era di salire da Romano, seguendo un tracciato sicuramente libero dalla neve, ma le insistenze di alcuni della compagnia mi hanno indotto a cambiare programma e imboccare il "Salto della Capra", un'ascesa bella, tranquillissima e panoramica, ma... ancora innevata nella sua parte alta! E così, dopo un timido tentativo di proseguire a spinta, l'unica soluzione è stata quella di girare la bici e ridiscendere a Crespano, da dove eravamo saliti, con le pive nel sacco! Che rabbia... che ho sfogato almeno in parte nella breve salita alla Madonna del Covolo, un santuario che si raggiunge con 3 km tutti in piedi, con pendenze fino al 18%. In ogni caso la delusione è stata grande: Grappa da rifare al più presto!
Meltina: record degli "anta"!

Riscontro cronometrico più che buono oggi sull'ascesa Terlano-Meltina! Il 40'55" migliora, sia pur di soli 5 secondi, il record dell'ultimo decennio: bene così!

Cos'é la bici?

Che cos'è la bici? E' forse saltare in sella livido di rabbia per una giornata fatta di vuoto, buona solo a barrare una casella sul calendario della propria esistenza, e trovarsi infine a gioire di una meritata discesa al cospetto di un fantastico arcobaleno? È questo, la bici? Allora io la chiamo VITA...
Lessinia 2013!

Equazione: treno da Ora ad Ala + salita Fittanze + pedalata nell'incantevole paesaggio dell'alta Lessinia + sosta tra le sfingi in Ammonitico rosso a Malga Lessinia con vista sul Carega innevato + divagazioni su sterrato con bici da trekking + sole + panorami + nessuno che rompa le balle + pausa pranzo con panino e acqua di fonte a Sega di Ala = felicità assoluta
Penegal: biglietto 2013

Anche quest'anno stacco il biglietto sul Penegal. Ma questa volta le circostante erano davvero particolari visto che freddo, ghiaccio e neve la facevano ancora da padroni! Decisamente inconsueto giungere in vetta a fine maggio e doversi bardare per la discesa come se fosse inverno. Singolarissimo il contrasto tra il sole ormai estivo e il candore della neve, chissà quando ricapiterà!
Predonico da migliorare

36 minuti netti da Ponte Adige a Predonico: non malissimo, comunque da migliorare

Rivincita sull'Alpe

Dopo la disastrosa salita all'Alpe di Siusi di un paio d'anni fa, quando giunsi in cima quasi trascinando la bici, ecco finalmente una (piccola) rivincita. Nulla di trascendentale, per carità, ma perlomeno questa volta l'arrivo è stato a testa alta (nel senso che avevo le forze per guardarmi intorno...), e ho potuto tranquillamente proseguire per un tratto della strada che attraverso l'altopiano gustandomi i bei panorami (ma quanti impianti di risalita, possibile che in nome del Dio denaro si possa distruggere tutto???) approfittando della giornata semplicemente radiosa.
Predonico in 35'10

Ultimo test sulla Predonico prima del mare: 35'10. Va bene, ma qualcosina si può ancora tirare giù .

Il mio mare 2013

E anche quest'anno, con enorme dispiacere, devo salutare la Romagna e le Marche con il loro meraviglioso entroterra. Porto comunque a casa interessanti esperienze ciclistiche: le tante pedalate sulla Panoramica (nell'ultima occasione addirittura un quadruplo passaggio a Casteldimezzo!) un giro da 90 km con la visita al lago di Mercatale, la classica ascesa in 36' al Carpegna (il monte del Pirata, 110 km tra andata e ritorno da Misano), le soste nei fiabeschi borghi di Verucchio e Sogliano, i ripidi strappi di Gemmano e Montefiore (da qui partì la mia passione per questa terra), la salita a Monte Altavelio fatta da Mercatino Conca e ultima solo in ordine di tempo la bellissima ciclabile che corre tra Pesaro e Fano. 1300 km di bici intervallati da qualche riposo e da 6 giorni in cui preferito la corsa sulla spiaggia. E' già tempo di rimpianti, ma anche di attesa per il prossimo anno...
La Mendola dopo l'ufficio

E finalmente cade anche il piccolo tabù della Mendola fatta durante il rientro a casa, dopo l'ufficio Poco meno di 1h04, una punta di traffico di troppo, ma l'importante era aprire nuove prospettive... a quando, per esempio, un bel Penegal???

Ogni tanto ci scappa qualcosa di decente!

E dopo un gran numero di scalate e scalatine di poco conto, ecco finalmente una salita vera che mi conferma, per l'ennesima volta, che possedendo un "fondo" di anni e anni ci si può anche permettere lunghi periodi di "stasi" (non riposo!) per poi inforcare la bici e fare un po' quello che si vuole. Oggi, per esempio, ho raggiunto la località Schneiderwiesen, in cima al Colle, 13 km circa di bella salita con conseguente piccola, ma graditissima iniezione di fiducia. Tempo al passaggio alla stazione a monte della funivia: 45'45"

Crono-Bellavista

Dopo un bel po' di tempo, ho rifatto partire il cronometro sul tratto Maxi-Mode - Bellavista. Il risultato è discreto, ma migliorabile: 16 primi netti, con la bici da ufficio, ovviamente!

Lo Stelvio Bike Day 2013!

Quest'anno sono stato anch'io della partita! Stelvio scalato senza l'assillo di auto, moto e deficienti di ogni genere: bello! Peccato che il meteo fosse fin troppo favorevole (!), tanto che il numero dei partecipanti ha superato quota 9000. Inevitabile dunque l'affollamento della salita (con troppi ciclisti che scartavano senza apparente motivo...) e inevitabile lo slalom tra i tanti "dannati" per i quali la salita è stata un interminabile calvario. 1h54' il tempo... mettiamola così: l'importante è rimanere sotto le due ore!
Meltina dopo lo Stelvio!

E il giorno dopo lo Stelvio, che fare? Ma una bella crono sulla Meltina, no? :-O Partito da casa senza una meta, e con la vaga sensazione di essere troppo stanco per fare qualcosa di serio, mi sono trovato quasi senza volere a tentare il record sulla Terlano-Meltina e non ci sono andato nemmeno troppo lontano! 41.45 il tempo, solo 50 secondi di troppo. Stelvio metabolizzato in fretta, direi!

Ultimo mare 2013

Ingredienti per 90' di divertimento assoluto: una bici da hotel monorapporto (assolutamente inadeguata, ma va bene lo stesso), un sentiero che porta a un suggestivo faro un po' fuori mano, un percorso nel bel mezzo della laguna veneta tra Bibione e Lignano (sorprendentemente integra, va detto!), t-shirt e scarpe da ginnastica... e un pizzico di voglia d'avventura! Il resto viene da sé!
Mendola bike day 2013

Rieccoci al Mendola bike day! Appuntamento sempre più atteso, in quanto le strade di montagna (e la Mendola in particolare) stanno diventano ogni anno di più un vero e proprio motodromo con morti e feriti che riempiono quotidianamente le cronache locali. Un teatro di guerra dal quale io mi tengo ben lontano... oggi invece è stato un piacere salire senza il minimo rischio, in compagnia di oltre mille "colleghi". Ero intenzionato a scalare anche il Penegal ma al passo mi sono perso in chiacchere e l'idea è sfumata. C'è comunque tempo. Mi segno il responso cronometrico di 53.30, tutto sommato discreto considerando che non sono salito proprio a tutta: oggi era una giornata di festa!

Treno-bici-traghetto-Garda...

Che strano giro oggi! Nove ore via da casa, 110 km di bici, oltre 200 di treno e quasi 1h in traghetto! Ho inventato il ciclo-treno-traghettismo! Che bello però: sceso a Domegliara, sono giunto a Torri via Costermano-Castion-Albisano (la foto da piazzetta Garibaldi è d'obbligo), per poi passare sulla sponda bresciana e scoprire la stupenda salita che da Gardone, proprio in corrispondenza del Vittoriale, sale verso San Michele. Panorami da favola sul basso lago, veramente da applausi, soprattutto in prossimità della piccola località di Tresnico! L'idea era quella di tirare dritto verso Salò-Desenzano-Peschiera con rientro a Domegliara, ma ho preferito prendermela un po' più comoda e tornare in traghetto a Torri, dove non mi sono fatto mancare la classica ascesa a San Zeno di Montagna via Albisano: oltre 32 minuti rispetto ai circa 27 che Peter e Paolo avevano stabilito anni fa nel corso di due diverse prove del trofeo Bonatti. Da San Zeno discesa a Costermano e pedalata A TUTTA verso Domegliara, dove sono riuscito a prendere il treno "giusto" (un comodo regionale veloce) davvero per un soffio! Che avventure, ragazzi!
P.Adige-Monticolo record!

Non l'avrei mai detto, non oggi, non me l'aspettavo davvero: record sulla Ponte Adige-Monticolo! 24 minuti netti! Non era giornata, le gambe non erano quelle giuste, la testa era altrove, la bici da revisionare dopo una stagione di strapazzi... eppure ce l'ho fatta, salendo di rabbia, come NON piace a me, disunito e scomposto, con la mente stracolma di stress e pensieri, ma il tempone è saltato fuori comunque! E se è arrivato, teniamocelo stretto!

Mendola autunnale...

Prima Mendola autunnale del 2013, fatta con un nebbione da paura. Curioso il fatto che per gran parte della salita ho avuto alle spalle un "inseguitore fantasma", un ciclista che ogni tanto sbucava dalla foschia poco dietro di me. Negli ultimi km ci ho dato un po' più dentro (discreto il tempo con la bici da trekking: 1h05') e il tizio è rimbalzato indietro. Un cenno di saluto, al passo, è stato il suggello di una piccola sfida che ha reso la scalata più piacevole e divertente.

...e Mendola invernale!

E in una sola settimana tutto è cambiato: dall'autunno all'inverno, neve compresa! Solo una cosa non è cambiata: il gran nebbione, che in discesa in alcuni momenti mi ha costretto ad andare a memoria, dato che la visibilità era di una decina di metri al massimo. Fortuna che in cima il sole è riuscito a fare capolino e il cambio d'abiti all'aperto, nonostante la temperatura fosse sui 4 gradi, non è stato per nulla spiacevole. Il cronometro, vista la meteo-giornataccia, non l'ho proprio guardato...
Semel in anno...

...licet insanire, dicevano gli antichi, e io la licenza di "dare di matto" per il 2013 me la sono presa oggi, scendendo verso Bolzano sullo "stradone" (la provinciale, quella che tutti i pendolari dell'Oltradige usano per raggiungere la città) per non entrare in ufficio troppo in ritardo. E, come sempre accade in questi casi, mi sono andato a cercare la scia giusta, quella che mi permette di ottenere la massima velocità con il minimo sforzo. Questa volta la scia era buona, fin troppo... dietro al camion che mi ha "accompagnato" fino alle porte della città ho toccato i 70/h! Dall'uscita della cantina di casa al garage dell'ufficio in meno di 15 minuti: bello ma un po' (troppo) pericoloso!

Garda con relax

Con Gianni e Lina questa volta mi sono concesso un giro sul Garda più "soft" del solito. Niente tabelle orarie da rispettare, né pause misurabili in millesimi di secondo tra una salita e la successiva discesa. Un paio di belle ascese (panoramica di Malcesine e Brenzone-San Zeno) e addirittura un'ora (!) di relax al sole di San Zeno in attesa dei due compagni di avventura che se la sono presa comoda, fermandosi più volte a scattare foto (e la giornata le meritava tutte!). Una volta tanto ci vuole anche questo!
Mendola con scia

Doveva essere una Mendola tranquilla, ma un paio di ciclisti che mi hanno superato a metà mi hanno dato quella spintarella in più per siglare un tempo tutto sommato discreto, vista la stagione e la bici da ufficio: poco meno di 1h02.

Secondo Penegal 2013

Con una giornata così, pur avendo già nelle gambe una Mendola con bici da ufficio tirata discretamente (1h03'), era inevitabile andarsi a cercare una piccola avventura. E così eccomi sul Penegal, con un cielo da favola e una mitezza che rimpiangerò per mesi. Fortuna che non mi sono fatto scappare un'occasione del genere!
Ci sono cose che non hanno prezzo...

...per esempio svegliarsi nel piccolo e superpanoramico borgo di Gardola (Tignale), sulla sponda bresciana del lago di Garda, e raggiungere di corsa prima del sorgere del sole l'eremo della Madonna di Montecastello, già teatro qualche anno fa di una epica prova del trofeo, godendosi lo spettacolo delle guglie del Baldo che svettano tra la nebbia. E poi ancora affacciarsi sulla favolosa balconata a picco sul lago poco sotto il paese, con le gambe e lo sguardo che proprio non volevano saperne di allontanarsi da quella meraviglia... devo dire che, una volta tanto, correre è stato molto, molto piacevole!
Mincio 2013

E anche quest'anno ci scappa la pedalata sulla bellissima ciclabile del Mincio. A differenza del 2012, questa volta Lina, Gianni e io ci abbiamo dato dentro abbastanza... alla fine 100 km tondi con qualche tratto a discreta andatura. Devo dire che con Gianni e Lina mi diverto un bel po', perché con loro le pedalate diventano una specie di allegra scampagnata alla ricerca di nuovi orizzonti... anche se una sbirciatina al ciclocomputer non manca mai!

Stringo forte il manubrio e...

Caro ciclodiario, è da un po' che non ti aggiorno, lo so... ma cosa dovrei raccontarti? Di salite nella totale oscurità, di "menate" a testa bassa con lo sguardo puntato sulla luce del fanale, pochi metri davanti a me? L'inverno è un periodo buio, in tutti i sensi. E quando mi trovo a stringere forte le mani sul manubrio, facendomi largo nel nulla, mi sembra di vivere la metafora della mia vita, aggrappato a un pezzo di metallo su due ruote, aspettando che mi porti ancora una volta e un'altra ancora a VIVERE momenti di gioia vera.

Mendola di Natale 2013

Ed ecco la più classica delle classiche del trofeo Bonatti: la Mendola di Natale! Per quest'anno non ci siamo fatti mancare proprio niente: la pioggia, ben tre ammiraglie, nove partecipanti di cui uno in bici elettrica, una rappresentante del gentil sesso salita a piedi, una valanga di premi e addirittura un articolo sul giornale Alto Adige! Che si poteva chiedere di più? Beh, magari che uno dei miei soliti allunghi a metà salita fruttasse qualcosa più di un km in testa con successivo rimbalzo indietro... ma forse sarebbe stato chiedere troppo! E in effetti la partenza a razzo dietro a Vanni, salito con una prestante bici elettrica, e i successivi scatti non mi hanno permesso di siglare chissà quale tempo: 1h01 con la bici da ufficio. Sarà per la prossima...
2014
Niente sconti sotto le feste!

Devo dire che in queste feste non ho certo battuto la fiacca... ma c'era da aspettarselo, conoscendo il soggetto Dal 24/12, giorno in cui ho scalato la Mendola con il trofeo Bonatti, è stato tutto un susseguirsi di piccoli miracoli, considerato che ho dovuto "incastrare" le mie fatiche tra gli "impegni" (mangiare, più che altro...) natalizi. Così il 25 è risultato l'unico giorno di relativo riposo con 40 minuti di spinning, poi dal 26, con oltre 1h di corsa nei boschi sotto un autentico diluvio di acqua e neve, è iniziato un piccolo tour de force: corse nel bosco, sessioni da 60 minuti di spinning, un altro paio di scalate alla Mendola e anche una ciaspolata a Capodanno hanno movimentato le mie giornate. Tutto in funzione di quei (pochi) giorni del 2014 in cui potrò, lo spero tanto, liberarmi dalle briglie nei luoghi che sogno a occhi aperti per tutto un inverno...

A tutta... neve e acqua!

Che configurazione meteo, ragazzi! Senza dubbio la peggiore da quando ho iniziato la mia attività di ciclopendolare, nell'ormai lontano 2005. Non c'è giornata in cui non piova, o nevichi, o tutte e due le cose! Così ogni trasferimento si trasforma in una piccola avventura, tra pioggia (tanta) e neve (non moltissima, purtroppo) che mette alla prova bici e... ciclista. Nessun particolare problema, comunque: ormai ho una tale esperienza che ci vorrebbe ben altro per mettermi in difficoltà. Così ci sono scappati un paio di Bellavista non solo "sotto", ma anche "nella" neve, considerata l'abbondanza con cui veniva giù (e in queste occasioni ho dovuto rispolverare il vecchio sistema di mettermi a correre per riscaldarmi un po' in discesa!), e diverse pedalate sotto l'acqua. E' ovviamente un continuo avvicendarsi di pneumatici chiodati e battistrada più o meno scolpiti, con l'inevitabile inconveniente di tanto, tantissimo sporco accumulato sulle bici. Ma è uno dazio trascurabile rispetto al sollievo, solo temporaneo purtroppo, dopo giornate NERE trascorse in prigionia dall'alba al tramonto.

Metti un venerdì...

Metti un venerdì che si prospetta grigio e noioso come mille altri... poi un improvviso spiraglio, un amico che va a sciare a Nova Ponente portando con sé DS e vice-DS e avrebbe ancora un posto in auto per il ritorno... metti l'entusiasmo che monta e travolge facilmente le esitazioni iniziali... metti una partenza un po' all'avventura con la bici da ufficio, un abbigliamento raccogliticcio e condizioni meteo non propriamente favorevoli... metti 15 km di salita sbaragliati senza tanti problemi e un arrivo tra la neve con il sorriso... ecco, metti insieme tutto questo e capirai cos'è la BICI!

Di nuovo in gruppo!

Dopo due anni mi ritrovo finalmente ad uscire con un bel gruppo! Trofeo Bonatti a parte, dove comunque ritmi e agonismo sono mitigati dallo spirito stesso dell'iniziativa, eccomi a pedalare "seriamente" fianco a fianco con altri ciclisti, più precisamente con gli amici di bdc-forum. Belle le piccole sfide senza gli eccessi del gruppone di Via Resia, le fughe in pianura e gli allunghi in salita, per poi aspettarsi e riprendere la strada tutti insieme. Devo dire che me la sono cavate più che bene In pianura sono rimasto al vento per un paio di km mantenendo senza difficoltà i 38-40/h, poi in salita ho scollinato con i primi senza forzare. Che sia l'inizio di nuove avventure ciclistiche? Ne sarei proprio contento!

Il Colle nella neve

Poteva (o, ancora meglio, doveva...) essere un giorno di "riposo attivo", invece eccomi in cima alla montagna di Bolzano, il Colle, a oltre 1300 metri di quota, in mezzo alla neve, con la bici da ufficio, dopo una mattinata in ufficio e un frugale "pasto" consumato sulla scrivania Tempo impiegato da Pineta di Laives: 1h14'
Mendola e muri di neve

Dopo un'astinenza forzata causa frane e pericolo valanghe, rieccomi sulla Mendola... non che sia una cosa più di tanto entusiasmante, la strada è sempre quella, ma l'arrivo tra i muri di neve ha dato un tocco di originalità alla scalata. Tempo: 1h07' con la MTB
Penegal: quanta neve!

Ed è giunta l'ora del mio Penegal primaverile! Quanta neve quest'anno! Nei tratti all'ombra mi sono trovato costretto a procedere a piedi! Ma quanta pace lassù... per poco purtroppo. Arriverà presto il tempo delle moto
Basta davvero poco...

... un'ora di libertà dall'ufficio, una MTB, il sole tiepido di primavera, una salitella a due passi dalla città, un paio di panini, un sasso su cui crogiolarmi per godere di un attimo di calma dopo un inverno ALLUCINANTE... e tutto sembra, almeno per un momento, così lontano... guardi la bici, fedele compagna sempre vicina a te, e ti rendi conto che NIENTE E NESSUNO mai potrebbe darti così tanto!

Sul Garda!

E finalmente sul Gardaaaa!!! Questa volta niente bici+treno, ma una zingarata con gli amici del trofeo, tra fughe bidone e ciclisti dispersi un po' dappertutto. C'è stato anche il momento "serio", però: ed è stato quello in cui ho imboccato A TUTTA la mia salita prediletta, la Caprino-Lumini, conscio anche del fatto che avrei potuto recuperare Paolo, involatosi dopo la partenza da Rovereto verso Affi senza dire nulla a nessuno. In 6 km sono riuscito a recuperargli oltre 20' di vantaggio, toccando in alcuni tratti i 26-27/h! Mitico! Peccato solamente non aver preso il tempo: a spanne direi comunque che sono stato sotto i 30'
Prima crono-Mendola 2014

E siamo al primo test a cronometro sulla Mendola per il 2014! E' un po' presto, lo so, perché la temperatura non è ancora ideale e i vari ricambi che riempiono le tasche posteriori non permettono certo una salita in completa scioltezza. Per questo accetto di (abbastanza...) buon grado il responso di 56'. Purtroppo quando arriveranno le giornate adatte la strada sarà già "territorio di caccia" per i soliti pazzi in moto e non so se troverò occasione e voglia per altri test.

Ledro-Pregasina!

Per la prima volta in assoluto non posso mettere la faccina felice a uno dei miei giri infrasettimanali! Purtroppo la notte precedente un po' tormentata e un bel mal di testa mattutino mi hanno costretto a ripiegare su un giro più "soft" rispetto a quello preventivato. Partenza con il treno alle 8.43 da Ora in compagnia della mia rinnovata MTB, inizio pedalata a Rovereto con trasferimento sul Garda e salita lungo la tostissima ciclabile verso il lago di Ledro; infine scappata nella mia adorata Pregasina, dove ho potuto anche gustarmi un bel piatto di spaghetti con vista lago Beh, visto come mi ero svegliato, tutto sommato non è andata poi così male!

Elba, Elba, Elba!

Che bella l'Italia, e che bella l'Elba! Dev'essere una meraviglia visitarla con calma in bici perché ogni chilometro regala uno scorcio diverso, dai fitti boschi del versante settentrionale del monte Capanne al contesto prettamente mediterraneo della costa sud. Nella mia breve vacanza ho potuto concedermi solamente un paio di giretti attorno a Marciana Marina. Due pedalate di poco più di 1h in MTB che rimarranno indelebili nella mia memoria: la prima è stata una "tirata" unica di 45' dal sole del lungomare alla sommità del monte Perone, avvolto nella nebbia. La seconda, una cronoscalata alla fortezza pisana di Marciana centro, ha avuto un interessante risvolto meteorologico, dato che già a quota 400 alcuni punti del bosco erano ancora imbiancati dalla grandine del giorno prima! Domanda: avrò mai la possibilità di girare, libero e felice, l'isola in lungo e in largo? Di fermarmi a sospirare nei suoi mille punti panoramici? Chi vivrà vedrà...
Sognare in Lessinia

Chi l'ha detto che i sogni non si realizzano? Io l'ho fatto proprio oggi, dopo un'attesa di oltre un anno! Era dalla scorsa primavera che attendevo l'occasione di salire in MTB alla Sega di Ala e proseguire per i primi, durissimi km sulla nuova strada che porta a Fosse, fino all'incrocio con la sterrata per la Grotta del Ciabattino. Questo era il mio obbiettivo: una cavità scavata nell'Ammonitico Rosso, che in primavera per il suo carattere freddo offre una spettacolare raccolta di stalattiti e stalagmiti di ghiaccio (purtroppo non sono arrivato in tempo). Sapevo che l'accoppiata bici+Lessinia mi avrebbe regalato una giornata da sogno: il treno fino ad Ala, le dure e silenziosissime rampe del Fittanze, l'allegria del sole di primavera, gli spazi ampi, l'orizzonte che si apre sul Garda, io e la mia bici da soli dinnanzi a tutto questo e poi la gioia incontenibile e fanciullesca dell'arrivo alla grotta (quasi faccio un capitombolo!), che scaccia i dubbi di un possibile errore di percorso e mette fine a un'attesa lunga un anno. E quando è stato il momento dell'ormai classico panino alla Sega di Ala, sulle panchine del minuscolo parco giochi, ho voluto la bici lì vicino a me, con un gesto spontaneo e affettuoso, che dimostra quanto sia importante quel pezzo di acciaio in certi momenti della vita...
Vivacchio in attesa del mare

E' un periodo un po' così, a cavallo tra il bici+treno primaverile e le vacanze estive... ma non per questo ho tirato i remi in barca! Oltre al bel pomeriggio con gli amici del trofeo, ho trovato il tempo per un arrivederci (prima dell'invasione barbarico-motociclistica) alla Mendola (tempo non esaltante, sopra i 55' :-/) e un'ascesa in cima al Colle (località Schneiderwiesen), pedalata quest'ultima stranissima: partito che sembravo sfinito, sono arrivato, dopo un discreto intertempo di 45' e spiccioli alla funivia, in relativa scioltezza: cose che succedono! Bah, che concludere... né carne, né pesce, né grandi prestazioni ma nemmeno scarsezza assoluta. L'importante è che qualche lampo nel buio ci sia, ogni tanto, giusto per dare un senso alle sudate durante i quotidiani rientri a casa

A presto, Casteldimezzo!

E' dura dover ammettere che anche quest'anno la vacanza a Misano è finita! Sono state quattro settimane in cui ho potuto dare sfogo alla mia passione ciclistica... sia pur con le solite accortezze! Non quindi giri interminabili, di quelli che vanno di moda (non capisco bene il perché) al giorno d'oggi, dove si torna sfatti e con cifre da spavento sul ciclocomputer, bensì pedalate a buon ritmo tra i 60 e gli 80 km, con il preciso intento di trovare la giusta via di mezzo tra la fatica e il guardarsi intorno, tra la voglia di esplorare e un livello accettabile di sicurezza sulle strade. Meta privilegiata è stata come ogni anno la Panoramica: ho perso il conto dei passaggi al Passo di Casteldimezzo. Un paio di cicloturistiche mi hanno portato un po' in giro e non è mancata la classica ascesa al Monte Carpegna (36' il tempo dal distributore), con l'asfalto tirato a lucido grazie al recente passaggio del Giro d'Italia. Il meteo quest'anno è stato più capriccioso del solito e questo ha ridotto il chilometraggio totale a 1200 km, ma ha garantito giri più piacevoli e contesti insolitamente verdi e fioriti: già l'entroterra a cavallo tra Romagna e Marche è bello di suo... figuriamoci! In ogni caso non ho certo poltrito in spiaggia, ci sono piuttosto scappate un paio di corse a piedi in più: ho contato solo 2 giorni di (quasi) riposo su 29, non male direi! E' comunque tempo di vedere il mio amato Casteldimezzo in altre vesti, oltre a quella estiva; se andrà in porto un certo progetto, lo potrò salutare già la prossima primavera... me lo auguro, perché mai come quest'anno l'arrivederci è stato straziante!
Finalmente una crono-prova!

Mi rendo conto che da un po' di tempo a questa parte le mie prove a cronometro si sono un po' diradate... complice l'età e il conseguente timore di tempi non più all'altezza? Mah, di sicuro c'entra il fatto che ho intensificato l'attività calcistica, e questo influisce non poco sul rendimento ciclistico. Arriveranno tempi migliori; per il momento segnamoci il tempo di 36' netti per l'ascesa a Predonico.

Altra Predonico...

...con un tempo discreto, ma nulla piu': 36'15" dall'inizio della salita sulla ciclabile.

Alla riscoperta della MTB!

Ultimamente ho riscoperto il gusto di pedalare in MTB, su strade poco o, più spesso, per nulla trafficate. Due itinerari dello scorso week end mi sono piaciuti particolarmente. Il primo è la ciclabile Egna-Passo San Lugano, 18 km quasi interamente preclusi al traffico, spesso su sterrato (comunque in buone condizioni) e con alcuni tratti piuttosto impegnativi. Peccato per la segnaletica carente, che ho pagato con un errore di percorso (condiviso con altri sventurati che seguivano a breve distanza), due km di statale nel traffico di Ferragosto e relativa incazzatura prima di dovermi rassegnare all'idea di tornare mestamente indietro. Sarebbe bastato davvero poco per rendere la salita una delle più belle ciclabili d'Italia; invece si è lasciata una cosa a metà, rendendo oltretutto possibile che una tranquilla gita in famiglia si possa trasformare in una pericolosa pedalata su una delle strade più trafficate della regione. Incommentabile! Altro giro è stato quello tra Cavalese e la malga Arodolo, che mi ha permesso di pedalare su un tratto della bellissima ciclabile della Val di Fiemme. Anche qui ho imparato una lezione: non fidarsi troppo delle brochure pubblicitarie, che spianano le altimetrie in modo da rendere appetibili i percorsi anche per i meno allenati. In questo caso un tragitto di 26 km definito "facile" prevedeva lunghi tratti di salita sterrata con punte oltre il 10%! Se vi sembra roba facile questa, beati voi...

Crono sul Seit

Rientro a casa un po' diverso dal solito quello di oggi: prima di prendere la solita ciclabile verso Appiano ho fatto una "piccola" deviazione per Pineta di Laives e da lì sono salito al Seit. Pur essendo partito senza tante pretese (sto giocando tanto a calcio in questo periodo e le gambe sono quello che sono...) ho pensato di segnarmi il tempo impiegato: 27'20". Lo migliorerò? Se non metto un po' la testa a posto sarà dura: troppi sport insieme, troppo stress e troppo poco riposo (dallo stress, s'intende!).

A zonzo in alta Lessinia!

Sfruttando i due accessi dalla Val d'Adige del Passo Fittanze e della Peri-Fosse si possono inventare tanti bei percorsi ad anello sui Lessini! Uno di questi l'ho fatto oggi: treno per Ala, salita Fittanze, sosta al bivio del Pidocchio in compagnia di tante... mucche, discesa a Erbezzo e da lì Sant'Anna d'Alfaedo, spaghettata a Fosse e discesa a Peri. Una cinquantina di km con strade semideserte in una sorta di esposizione geologica permanente: cosa chiedere di più? Da rifare con più calma, magari anche al contrario, con la ciliegina di una sosta al museo geologico di Sant'anna d'Alfaedo!
Una lezione da non dimenticare

Dovrei scriverlo cento volte per punizione: non lasciare la strada vecchia per quella nuova! Beh, non che si debba percorrere sempre gli stessi itinerari, ma so benissimo qual è il ciclismo che mi piace e quale no e oggi, almeno in parte, ho fatto quello NO. Sceso dal treno a Rovereto, da Riva ho imboccato la strada del Ponale (ancora un po' troppo battuta dai turisti, devo ricordarlo per le prossime volte...) per giungere a Pré di Ledro, dove ho proseguito in direzione Leano. Si tratta di un minuscolo paesino a quasi 900 metri di altitudine servito da una strada infame, con pendenze spesso oltre il 20% e il fondo in parte in acciottolato piuttosto sconnesso e in parte in cemento grezzo. Mi dico BRAVO per non aver messo il piede a terra (MTB del 1991 con pneumatici slick...) nonostante il pericolo di ribaltamento, ma mi dico SCEMO per non aver valutato bene il percorso ed essermi fidato di recensioni poco affidabili, non ultima quella dell'ente turistico locale, che ovviamente non ha interesse a scoraggiare l'afflusso di bikers (che poi, come constatato di persona, sono costretti a salire a piedi...). Morale della favola: a Leano, vista anche la mancanza di segnaletica chiara (volevo raggiungere Passo Guil per poi scendere a Pregasina), ho girato la bici e dato fondo ai pattini dei freni per rientrare a valle! :-/ Vabbè, mi auguro che la lezione sia servita!
Un trittico sulla Mendola!

Con l'autunno inizia il riavvicinamento alla Mendola, in estate per me off limits causa infestazione da motociclisti pazzoidi. C'è una notizia buona e una cattiva. La buona è che il cronometro ha dati discreti riscontri: da 1h01' della prima scalata sono passato ai 58'35" di questo terzo sabato; con il senno di poi oggi avrei potuto tentare in bici da corsa... probabilmente avrei siglato il miglior tempo degli ultimi anni! La cattiva notizia è che la disinfestazione non è ancora finita! Il bel tempo ha prolungato la stagione dei folli che in moto tagliano curve, sorpassano alla cieca e superano abbondantemente i limiti di velocità, mettendo in pericolo se stessi (e chissenefrega) e gli altri. Nulla di paragonabile al periodo estivo, per carità, però devo ricordarmi di tenere conto che il protrarsi della bella stagione porta con sé questo inconveniente!

Pista a Cles, due anni dopo.

Stavolta il banco non salta... e questo rinforza il mio dubbio (che non verrà comunque mai chiarito ;-)) se quel 19 ottobre 2012 fossi in stato di grazia o se fu il DS a far male i calcoli... chissà! Sta di fatto che, nonostante le buone sensazioni dei giorni precedenti (peccato per la mezza indigestione del giorno prima :-/), il risultato è sotto alle aspettative: intorno ai 36 km il percorso coperto nei sessanta minuti della prova, più precisamente 36,250 secondo il mio ciclocomputer, 36 netti per il DS, che ha contato i giri percorsi. Temo che miglioramenti potrebbero venire, più che da poco proponibili sedute di allenamento specifiche (e chi ce l'ha il tempo?), da un cambio di sede della prova: il velodromo di Mori, per esempio, dove troverei una superficie ottimale e meno disturbi da parte del vento. Visto che ci ho messo due anni a trovare l'occasione buona, l'impresa appare piuttosto ardua... ma non disperiamo!
Di nuovo la Caprino-Lumini...

...ma questa volta non mi riesce l'impresa di recuperare il fuggitivo, come accaduto con Paolo in primavera. Poco male, si trattava di un giro in compagnia di Gianni, Lina, Paolo, Oswald e Federico, che ha avuto come momento più... sentito il gustoso pranzo al solito agritur Erta, dove anni fa si scaldavano i motori prima di affrontare il Fittanze. Un po' di zig-zag sulla ciclabile, qualche finto scatto e molta pazienza per i soliti intoppi che rendono ogni pedalata del trofeo una specie di caccia al tesoro, dove il tesoro è il ciclista in quel momento disperso! Di "serio" porto a casa l'ascesa da Caprino a Lumini, 7 km coperti in 24', tempo che non mi sembra così male!
Tornando ai rientri a casa...

...che ultimamente ho forse un po' trascurato, mi segno i due rientri dopo l'ufficio nella settimana appena trascorsa. Da ricordare perché si tratta di un ritorno per Ora e di un Bellavista sotto pioggioni da paura. Beh, devo dire che pedalare sotto un'acqua del genere, bagnato fino alle ossa, temperature novembrine, in luoghi isolati e nella più totale oscurità non è proprio da tutti!

Mendola di Natale 2014

Che Mendolone, ragazzi! 24 (ventiquattro!) partecipanti tra ciclisti, podisti e appassionati di nordic walking: mai vista una cosa del genere! Tanto che l'organizzazione (cioè io e il DS Carlo...) è andata in crisi, favorendo una serie di partenze alla spicciolata che non ha certo agevolato lo "spettacolo". Sarebbe stata bella (anche se forse poco gestibile) una partenza di gruppo, con scatti e controscatti (anche solo per coreografia...) che avrebbero ben presto portato alla formazione di vari drappelli, ognuno dei quali avrebbe potuto disputare una gara nella gara. Tutti in questo modo avrebbero potuto avere il proprio momento di gloria: da ricordare per il prossimo anno, sperando ovviamente in un'analoga numerosa partecipazione!

2015
Un inverno sui pedali

Sarà il meteo fin troppo clemente (per fare un esempio: oltre 16 gradi grazie al föhn oggi sulla Mendola!), sarà per la testardaggine dovuta all'età che avanza, sarà per chissà cos'altro ma quest'anno non mollo di un metro! Mai una sola volta che abbia rinunciato ai miei classici Bellavista o ritorni da Ora-Caldaro al buio, alla Mendola del fine-settimana, a corse o attività aerobiche equivalenti... mai una sola volta! Così anche i giri di Ganda, che fino all'anno scorso riempivano in qualche modo le serate "morte", sono andati almeno temporaneamente in pensione: una sola volta quest'anno, per mere questioni di orologio! Quanto freddo, quanta fatica... eppure tengo sempre botta! Fino a che va, lasciamola andare...

Ricominciare...

...grazie ad una app! Da qualche settimana ho installato sullo smartphone Strava, una app che permette di registrare i giri in bici e di disporre poi sul proprio PC di tempi, medie, dislivelli e confronti con gli altri ciclisti iscritti. Devo dire che si tratta di una cosa interessante e stimolante; l'importante è non farsi prendere la mano (cosa fin troppo facile per chiunque disponga di un minimo di spirito agonistico) e accettare che certe super-prestazioni sono appannaggio di chi ha doti atletiche non comuni o magari più semplicemente... bara L'importante è che la sfida sia prima di tutto con se stessi, e in effetti per ora sto "tirando giù" secondi alla grande. Arriverà inevitabilmente il momento dell'assestamento su quelli che sono i miei limiti, ma è indubbio che Strava ha dato una bella "rinfrescata" alla mia verve agonistica!
Voglio la primavera!

La foto scattata proprio oggi in località Bellavista, sopra Caldaro, rende bene l'idea di quale sia il mio umore in questo periodo, dopo un inverno noioso e senza acuti, con un'assenza quasi totale di neve, e con lo schifido inizio di questa primavera fosca, ventosa, umidiccia e mai interessante. Non ne posso davvero più di questa allucinante immobilità meteorologica che si perpetua indefinitamente, chiuso tra montagne che soffocano corpo e spirito. Lo so, arriveranno tempi migliori, ma troppo spesso e sempre più volentieri la mia fantasia pedala lontano, verso il mio adorato Casteldimezzo, il suo mare ed i suoi orizzonti sconfinati...
La gioia del primo giorno

Possibile che 6,1 km sui pedali, con scarpe da ginnastica, abiti borghesi, bici da sfigato e borsetta porta-panini possano cambiare una giornata? Eppure è così! Quella di oggi è stata una piccola fuga, tre chilometri di ciclabile e tre di salita che mi hanno portato oltre Castel Flavon, 200 metri di quota sopra la città, in un luogo in cui ritrovarmi e ritrovare la gioia, intatta come il primo giorno, di essere solo con la mia compagna a due ruote. Un attimo di vita vera prima di rituffarmi, non solo metaforicamente, in un vuoto assoluto e sempre più spaventoso, ma un attimo che cercherò ancora; anche perché ora c'è un record da battere Strava, infatti, ha sentenziato: 12'02" per giungere "in vetta". Lancio una sfida a me stesso: scendere sotto i dieci minuti!

Felicità!

Chi sa cos'è la felicità? Non intendo quella di plastica della TV o quella che riempie la bocca delle gente, quella felicità fatta di luoghi comuni e convenzioni vecchie come il mondo. Io parlo di una felicità INCONDIZIONATA, non proveniente e non dipendente da nessun altro se non noi stessi, che nasce inaspettata da cose minuscole, eppure grandissime. Ebbene, io lo so cos'è quella felicità, e conosco anche quel poco che mi serve per raggiungerla, sia pure per un attimo, prima di rituffarmi nello squallore di tutti i giorni: due pedali, un luogo in cui stare soli, un panino ed un sole tiepido che scalda l'anima...
Ponale 2015!

Era ora! Finito l'inverno (lo so, è solo un'impressione, ma a me sembra che ogni anno duri sempre di più...) eccomi di nuovo sul Garda! Obbiettivo prefissato: imboccare la strada del Ponale e superare Punta Larici, che avevo raggiunto cinque anni fa, e magari affacciarmi alla favolosa balconata naturale di Passo Rocchetta. Non ci sono arrivato per vari motivi, primo fra tutti il fatto che avrei dovuto in alcuni tratti procedere a piedi e la cosa non mi piace per nulla, ma ho comunque spostato un pochino più in su l'asticella, giungendo a Malga Palaer: sarà per la prossima volta, magari con una MTB più "professionale" del "catorcio" che ho a disposizione, senza ammortizzatori e con gomme slick! Immancabile, ovviamente, la sosta a Pregasina con pranzo e vista sul lago!
Strav...etto scherzetto!

Che brutto scherzo mi ha tirato oggi Strava Ho scalato la Mendola tenendo d'occhio il ciclomputer, e dalla velocità di crociera ho capito subito che la giornata era giusta per fare un discreto tempo, di quelli che scacciano, almeno per un po' i cattivi pensieri. Peccato che al momento dello scarico dei dati sia saltato fuori che il segnale, per una parte del percorso, sia giunto in maniera non corretta... Mendola "abortita", dunque, niente entrata in classifica con un tempo dignitoso, ma soprattutto niente riscontro cronometrico, dato che mi ero affidato a Strava! A occhio, comunque, direi che il tempo è sui 54' e qualcosa, non male visti i recenti risultati. Spero solo di poter trovare un'altra occasione prima dell'orda motociclistica che mi precluderà il passo per gran parte dell'estate!

Quasi-record sulla Ponte Adige-Monticolo!

Domenica strana, con qualche acciacco che da qualche giorno mi tiene in ansia... eppure quando salgo in bici tutto è come al solito dimenticato! Così, dopo qualche decina di km pedalati bene, ho deciso di testarmi sull'ascesa che più di ogni altra indica il mio stato di forma. Ebbene, 24'20" sulla Ponte Adige Monticolo (in bici da corsa) non è certo un tempo malvagio, e senza dubbio trova posto nei primi cinque risultati di sempre. Bene così!

Oltre 30 anni fa...

L'ho pensato oggi, rituffandomi verso Bolzano dopo la pausa panino all'Antonius Bildstock, il mio piccolo rifugio da tutti i casini del mondo: la bici è magia, magia pura, magia vera. Nel 1984, spinto da una improvvisa voglia di avventura, iniziavo a mettere il naso fuori di casa per esplorare sui pedali i dintorni di Bolzano. Oltre trent'anni dopo mi trovo con lo stesso spirito, a saltare in sella abiti borghesi e panino al seguito, sfruttando la pausa pranzo per raggiungere Castel Flavon, proseguire superando una serie di brevi ma severi strappi e fermarmi solo alla fine dell'asfalto, a oltre 400 metri di quota, con il cuore in gola ma la felicità a mille. NULL'ALTRO AL MONDO può regalare tutto con niente! Ieri, oggi, domani, sempre: GRAZIE, BICI!

Sempre più in altooooo!!!

No, non ho scalato qualche passo alpino "hors categorie" :-)) Ho semplicemente tenuta alta l'asticella delle mie "girate" in bici in solitaria, quelle piccole ma grandi avventure che danno un senso ai tanti e talvolta un po' monotoni allenamenti infrasettimanali. Mi sono concesso un altro bici+treno+traghetto, destinazione ovviamente il Lago di Garda. Sceso a Domegliara, dopo la salita attraverso Castion mi sono gustato la discesa verso Albisano, per poi attraversare il lago grazie alla comodissima linea di navigazione per Maderno. Da Maderno a Gargnano, per la salita novità: una bella e tranquillissima ascesa di 4 km che si perde (finisce proprio!) nel bel mezzo paese di Muslone, fantastica balconata sul Garda e sul Baldo: un sogno! Una boccata d'ossigeno per lo spirito e poi rientro a Maderno, traghettata verso Torri, salita Albisano-San Zeno-Lumini, discesa a Caprino e treno da Peri ad Ora. Un avanti e indietro e dentro e fuori che farebbe storcere il naso a molti pedalatori. Ma in questo caso non contano i chilometri, le ore in sella, le medie orarie... ciò che è importante è poter costruire ricordi che conserverò con affetto a lungo, molto a lungo...

Altri 30" in meno!

Ma che bella consuetudine sta diventando quella di pedalare a perdifiato dal garage dell'ufficio fino al mio piccolo rifugio sopra Castel Flavon, all'Antonius Bildstock! Oggi il paesaggio incorniciava un cielo da favola, un fantastico palco dove per i pochi che sanno alzare gli occhi è andato in scena un nefo-spettacolo imperdibile Dai cirrus si è passati in pochi minuti ai cirrocumulus lenticularis, impettiti a tal punto da arrivare a sembrare quasi altocumulus. E io lì, con la bici al mio fianco, a sgranare gli occhi, riscaldato dal meraviglioso sole di aprile... che bellezza! Bando ai romanticismi, e passiamo all'aspetto agonistico: sul tratto cronometrato di 2,3 km con 193 metri di dislivello ho tirato giù altri 30 secondi! Ora il mio miglior tempo è di 10'24", a 13,7 di media e con 1'40" di distacco dal mitico Claudio "Talpa", un "ragazzino terribile" che potrebbe essere mio nipote! Aggiungiamoci che io sono salito con le scarpe da ginnastica... davvero non me l'aspettavo! Cosa può fare l'entusiasmo!
Bici è stare bene

Con oggi si chiude una bella "due giorni" dedicata al Giro del Trentino per professionisti. Sono contento di essere riuscito a realizzare i miei progetti, a differenza dello scorso anno! Ieri mi sono gustato il passaggio dei ciclisti sul Santa Barbara, una sella posta a 1200 metri nella zona della Val di Gresta, oggi invece la giornata è stata più articolata, con la scalata al Passo Redebus da Bedollo sotto lo sguardo di Andreas e Christian (che hanno preferito rimanere in macchina con il DS!) e poi il trasferimento in auto all'arrivo di Fierozzo in Val dei Mocheni, dove abbiamo visto nuovamente esultare Domenico Pozzovivo... evidentemente io gli porto bene, considerato che aveva già vinto sotto i miei occhi nel 2010 a Pampeago e nel 2012 dopo la terribile ascesa a Punta Veleno! Ma ciò che più mi ha colpito è l'assoluta serenità con cui ho vissuto queste due giornate, senza risentire minimamente dello strano malessere che mi perseguita da un po' di tempo. Incredibile la scioltezza con la quale ho affrontato la salita verso Ronzo Chienis e i successivi due impegnativi km per giungere al passo, nonostante avessi giocato a calcio fino alle 22 della sera precedente. Sembrava pedalassi sul velluto, con una calma serafica che poco mi si addice, e anche il riscontro cronometrico nonostante la bici "da ufficio" non è certo da buttare con poco più di 1h02' sui 13 km dell'ascesa da Loppio! Niente male davvero! Giornate così ce ne vorrebbero 365 all'anno... le altre potrei anche dedicarle al riposo!

PANORAMICA 2015!

Pur avendo deciso di trascorrere le vacanze estive 2015 in tutt'altro luogo, non potevo certo mancare all'appuntamento annuale con la mia amata Panoramica! Il ponte del Primo maggio è capitato a fagiolo per incastrarci una breve vacanza e cimentarmi nell'impresa di pedalare tra Casteldimezzo e Fiorenzuola, superare Pesaro e raggiungere Fano grazie alla bella ciclabile lungo il mare. L'impresa alla quale mi riferisco è stata quella di scendere a patti con i miei pruriti agonistici (comunque ben sfogati sulla Panoramica: raggiunto da nessuno e superati tutti nonostante la bici ibrida) e affrontare il tratto Pesaro-Fano e ritorno in coda... fortunatamente non di auto, ma di bici, vista la gran massa di pedalatori presenti, di tutte le età e di tutti i livelli. Devo dire che la cosa si è rivelata molto piacevole, ma non poteva essere altrimenti dato che il percorso corre proprio a bordo spiaggia, con il mare, il sole e l'odore di salsedine a farmi compagnia: un vero toccasana dopo i mesi grigi e bui dell'inverno!
Inevitabili i sospiri a Fiorenzuola e Casteldimezzo, con il panorama sconfinato sul mare a ricaricare le batterie dello spirito ormai perennemente sul rosso fuoco... quando finiranno questi arrivederci con gli occhi lucidi? Ogni volta diventa sempre più difficile!
Mendola sotto i 54

Non è certo un tempo straordinario, ma i 53'45" impiegati per la scalata alla Mendola indicano che la condizione è all'incirca quella di 10 anni fa, e questa è una buona notizia; ora posso iniziare l'astensione volontaria con più serenità rispetto allo scorso anno. Tornerò su questa salita solo ad ottobre, quando il traffico diverrà accettabile. Ma il risultato dà un'ulteriore conferma a quanto penso da tempo: se mi preparassi con un periodo di allenamento mirato, la barriera dei 50 minuti potrebbe essere abbattuta. E' probabile che non mi cimenterò mai in un'impegno del genere perché comporterebbe rinunce (non giocare a calcio, osservare periodi di riposo...) incompatibili con la mie pretese di essere sempre "sul pezzo". Però è bello pensare di essere lì, ad un passo dal poterlo fare

Due "temponi"

Registro un "tempone" (vabbè, si fa per dire...) record: altri 17" tirati giù sulla salita per l'Antonius Bildstock, sopra Castel Flavon. Ora il mio record sui 2,3 tosti km dell'ascesa è di 10'7", non male per un vecchietto in abiti borghesi e scarpe da ginnastica!

Lessini 2015!

Anche quest'anno non potevo farmi mancare una gitarella primaverile sui Lessini Questa volta, contrariamente agli anni scorsi, sono salito al Fittanze con la bici da corsa: è stata dura, ma non durissima nonostante il 34X25 non sia poi un rapporto tanto corto! Strava mi dice che per l'ascesa ho impiegato 1h11'59", tempo non lontanissimo da quelli stabiliti ormai diversi anni fa, quando la si faceva con il trofeo Bonatti e mi toccava inseguire gente ben più forte di me... non male dunque! Dal Fittanze ascesa al Bivio del Pidocchio, tratto sul quale ho stabilito il KOM 2015! OK, è una salita poco battuta, ma è pur sempre un risultato da non trascurare: bene così!Infine discesa ad Erbezzo circondato dai famosi "funghi" di pietra e trasferimento a Fosse per il rientro in Valle dell'Adige. Con il treno ho coperto il tratto Ora-Ala e ritorno: lo sanno anche i sassi ormai che per divertirmi a me non servono centinaia di km
Quanti stimoli da Strava!

Torno sull'argomento Strava, perché da quando ho installato questa app sullo smartphone sto procedendo a furia di PR (Personal Record): massì, finché la barca va... lasciamola andare! Non potrà andare avanti per sempre, perché prima o poi arriverà il momento di fare i conti con i miei limiti, ma per ora mi sto divertendo alla grande e sto trovando gli stimoli per stabilire tempi che non vedevo più da qualche annetto! Così posso segnare i poco più di 54' sulla Mendola, i 43'22" sul Colle, i 41'47" sulla salita di Meltina e una serie di ottimi tempi su salitelle più o meno note della zona, con posizioni in classifica più che onorevoli. Sono proprio curioso di vedere dove arriverò!

Argentario e Umbria!

È il momento di fare il bilancio delle due settimane trascorse sull'Argentario... ebbene sì, ferie estive 2015 trascorse non a Misano, ma in fondo alla Toscana con MTB al seguito. Data la modesta estensione, l'Argentario è un territorio che dal punto di vista ciclistico offre poca quantità, ma molta qualità! Due sono gli itinerari principali che è possibile percorrere con una bici come la mia, una MTB non ammortizzata e montata con pneumatici slick. Il primo è il giro completo della penisola seguendo grosso modo la linea di costa: 40 km di montagne russe con pendenze talvolta oltre il 20% e 4 km di sterrato piuttosto sconnesso, il tutto condito da viste da favola sul mare e sulle vicine isole del Giglio e di Giannutri; volendo ci si può aggiungere la ventina di km del percorso quasi interamente ciclabile che si svolge tra i tomboli della Feniglia (splendidi i 6 km in pineta) e la laguna di Orbetello, in un ambiente singolarissimo tra daini e fenicotteri rosa. Il secondo itinerario è l'ascesa di 9 km a Punta Telegrafo, bella e poco trafficata salita (peccato per qualche tratto sconnesso nella seconda metà) che prevede il passaggio al Convento dei Passionisti, posto in posizione panoramica in vista dei tomboli che collegano l'Argentario alla terraferma. Devo dire che grazie a Strava mi sono preso qualche bella soddisfazione: secondo assoluto sui 26 km tra Porto Santo Stefano e Porto Ercole e buon tempo (nonostante la MTB) sull'ascesa a Punta Telegrafo, dove mi piacerebbe tornare in bici da corsa per "tirare giù" qualche minuto, magari sotto il sole di primavera e con la natura in fiore. Chissà se e chissà quando...La pedalata in Umbria poteva essere la classica ciliegina sulla torta, ma il tratto del "cammino di Francesco" da me percorso si è rivelato troppo accidentato, e quando ho riguadagnato l'asfalto ci è scappata pure la foratura, proprio il giorno in cui non avevo con me il kit di emergenza! Inevitabile quindi la richiesta di aiuto per telefono ed il mesto rientro in auto... peccato!
Ce la farò?

Rieccomi a scrivere sul diario dopo settimane vissute in una situazione indescrivibile. Strava è davvero un ottimo sprone per impegnarmi, sia pur su distanze medio-brevi (più brevi che medio...), tanto che nella classifica su diverse salite della zona occupo ormai posizioni da podio (vabbè, ovviamente virtuale!). Anche l'essermi trovato questa estate per motivi famigliari in Val di Fiemme mi ha dato l'occasione per stabilire discreti tempi sulle ascese per i Passi Lavazè, Oclini e Pampeago. Proprio lo scorso week end, dopo un paio (forse più?) d'anni di assenza mi sono ri-gustato la salita ad Aldino e il panorama dalla chiesetta del paese. Insomma, qualche piccola soddisfazione me la concedo ancora e molti progetti (dei quali il mare e l'adorato Casteldimezzo sono sempre il fulcro) bollono in pentola... ma ci sono diversi "ma"! Il lavoro, la famiglia, gli impegni, lo stress che a volte sembra avere la meglio e ora purtroppo anche il grave problema di salute del mitico DS, la cui assistenza avrà inevitabilmente la precedenza su qualunque altra attività. Si preparano mesi, forse anni, di fuoco, dove le occasioni di pedalare come dico io saranno ridotte al lumicino...

Incredibile sulla Ponte Adige-Monticolo!

Pazzesco, oggi ho stabilito il miglior tempo assoluto sulla Ponte Adige-Monticolo! 23'41" il nuovo record, ma il bello è che questa prestazione è stata ottenuta lottando con un vento contrario che, soprattutto nell'ultimo tratto, soffiava con una certa insistenza! In altre parole: lo potrei ancora migliorare, e non di poco!

Questo sono io!

Strana giornata oggi, in cui ho pianto per aver perso la possibilità di poter rivedere, dopo mesi di lontananza, il mio adorato Casteldimezzo. Ci sono davvero poche cose al mondo per cui valga la pena di versare lacrime; una di esse è senza dubbio il proprio luogo dell'anima. Con questo stato d'animo, dopo la solita, merdosa giornata a rincorrere il nulla più assoluto, mi sono deciso per una pedalata un po' diversa dal solito: non ho fatto partire Strava e anche le occhiate lanciate al contachilometri sono state meno frequenti. Destinazione classica: Bellavista. Ma questa volta sono sceso dalla bici ed ho raggiunto il punto panoramico posto poche decine di metri più in là, un luogo sufficientemente tranquillo per godersi un attimo di pace e stare, finalmente, solo con i propri pensieri. L'idea dell'autoscatto con il cellulare è nata per caso, ma a pensarci un po' in quella foto c'è tutto ciò che io ho VERAMENTE nella vita: me stesso, arruffato come al solito, la mia bici e il cielo, il luogo dove risiedono tutti i miei sogni. Non avrei bisogno d'altro e la speranza è, un giorno, di poter vivere solo per essi.
Contentino al Garda!

Può una pedalata al Garda, con partenza da Domegliara, salita per Albisano-Torri e Panoramica di Malcesine, rappresentare un contentino? Strano a dirsi, eppure è così! Va detto che che la contropartita era quanto di meglio mi potessi concedere dal punto di vista ciclistico (e non solo ciclistico...): due ore di bici sulla Panoramica con tanti, innumerevoli passaggi sul mio adorato "valico di Casteldimezzo" Tutto saltato per colpa di un treno Freccia già al completo, ma ci riproverò, questo è certo! Per intanto accontentiamoci del... contentino: quasi 90 km percorsi con la bici ibrida, con alcune suggestive soste lungo il (e sopra il) lago ma anche qualche bella tirata. Da sottolineare il record personale sulla Torbole-Passo San Giovanni e il ritorno a rotta di collo in scia ad alcuni camion (lo so, non devo!) verso Rovereto, con il treno preso praticamente al volo!

E rieccomi!

Mattinata piovosa e discesa in città in macchina con la moglie, la bici al seguito, sperando di poterla utilizzare per il rientro. Pomeriggio altrettanto bagnato e rientro a casa in macchina, come richiesto dal papà, con la bici ancora immobile; la prospettiva di un giorno senza pedalare che sembra divenire realtà, la considerazione che, dopotutto, in serata giocherò a calcio, l'idea di entrare in casa e approfittare di un'ora di pace... poi l'istinto di saltare in sella senza far calcoli, la pioggia che più bagna e più mette allegria, la salita fatta in un lampo e un sorriso che finalmente si accende dopo quei 49 minuti di ordinaria follia, fradicio e con il buio che incombe! Si potrebbe pensare che io sia matto o, peggio, malato di sport: più semplicemente IO SONO QUESTO, e quello che occupa la sedia in ufficio è solo una mia brutta copia, arrabbiato e insofferente, ma sempre pronto a tornare se stesso non appena si apre il più piccolo spiraglio...

Bilancio di un anno di bici

Si chiude anche il 2015, annus horribilis per certi aspetti, ma che ha visto l'entrata nella mia attività ciclistica di Strava. E' stata una bella scossa, non c'è che dire; un ritorno in un certo modo all'attività agonistica, virtuale ma nemmeno troppo: dopotutto sempre di entrare in classifica si tratta! E tanto per finire in bellezza, proprio oggi 31 dicembre ho stabilito un KOM sullo sterrato di Castelfeder... OK, siamo solo in quattro in graduatoria, ma vedersi al primo posto, anche se è solo un gioco, è sempre un piacere per chi la competizione ce l'ha nel sangue! Avanti così, dunque, sperando che i prossimi anni trascorrano all'insegna di sempre nuovi miglioramenti!

2016
I bei tempi andati...

...a volte ritornano! Questi ultimi due venerdì mi sono accodato a un gruppetto di matti (tra cui anche un ex-professionista bolzanino) che in pausa pranzo fanno una "tirata" tutta d'un fiato di circa 60 km prima di rientrare al lavoro. Ebbene, direi che la forma non è molto lontana da quella dei bei tempi andati, sicuramente oltre le mie aspettative! La scorsa settimana, dopo lunghi tratti in pianura con velocità tra i 40 e i 45/h, i saliscendi delle "Fiandre" hanno scremato il gruppo e io sono rimasto con l'ex-prof, perdendo le ruote di un solo ciclista che in salita menava niente male. La settimana successiva altra tiratona in pianura, con il gruppo che si spezza ed io che mi trovo in un drappello di cinque a velocità prossime ai 50/h! Ma siamo matti? Per uno come me, prossima alla cinquantina, vestito con robaccia da quattro soldi e con lo stress che esce dalle orecchie è un risultato incredibile che premia, ancora una volta, la costanza e la caparbietà con le quali resto aggrappato a quello scampolo di vita vera che ancora riesco a intravedere...

Primavera 2016

Dai, anche in questo periodo, nonostante la merda che mi sta piovendo addosso, sto riuscendo a portare a casa qualche bel giretto Dal magico momento di contemplazione alla chiesetta di Pregasina fino al decimo posto in Strava sulla Panoramica nord di Malcesine mancato per un salto di catena, la bici è stata anche in questa primavera 2016 un faro, un riferimento, un salvagente che mi tiene a galla, nonostante tutto. E quando stringo forte il manubrio dopo essermi affacciato al magnifico belvedere di Albisano o semplicemente aver dato tutto me stesso sul più anonimo dei percorsi, mi sembra davvero di prendere la mano di una compagna forte e fedele, che da trent'anni mi regala qualcosa di così grande da non poter essere descritto a parole...

La gioia di Casteldimezzo

29 aprile 2016: una data che rimarrà scolpita nella mia memoria, uno dei migliori giorni della mia vita, ancora una volta vissuto grazie alla bici! Tre ore di risate e lacrime di gioia sulla mia ADORATA Panoramica Gabicce-Pesaro (la "Pano" per gli amici) di una giornata tirata fuori con le unghie e con i denti da un mare scellerato di ansie, impegni, doveri di una massacrante quanto inutile catena di montaggio. Partito in treno di buon mattino, alle 12 ero già in sella su una bici a noleggio rimediata a Pesaro, incredulo, a chiedermi se era vero, se davvero avrei presto guardato il mare da Casteldimezzo. Sensazioni uniche, impagabili, pedalavo letteralmente a due metri da terra nonostante la MTB di cui disponevo non fosse certo il meglio che la tecnica può offrire! Questa volta la Pano me la sono gustata alla grande, cogliendone ogni più piccolo dettaglio e scoprendo inediti punti di vista. L'entrata a Casteldimezzo, con il mitico cartello che annuncia l'inizio del minuscolo borgo, è stata una liberazione forte, un'emozione incontrollabile, qualcosa che attendevo da mesi e che voglio, pretendo di ripetere dieci, cento, mille volte ancora. E al mio fianco sempre LEI, due ruote e un manubrio che mi portano docilmente ovunque io chieda. Ieri, oggi, domani, sempre. Amore, amore, amore.
Romagna-Marche 2016

Si chiude una vacanza al mare che per molti versi posso definire terribile; la faccina sorridente ce la metto comunque perché il mare è sempre il mare! Partito dopo il trauma per la perdita di mio padre, influenzato nei primi giorni e disturbato dalla tosse in quelli seguenti, con un ginocchio dolorante e il caldo che è andato montando fino a diventare quasi insopportabile... con queste premesse non potevo certo tirar fuori chissà quali prestazioni ciclistiche! Certo non mi sono fatto mancare la mia Pano e ho contato molti più passaggi a Casteldimezzo che nuotate ma troppi giri sono terminati con grandi "cotte" per la forma a dir poco approssimativa. E pensare che progettavo di prendermi qualche bella soddisfazione nelle classifiche Strava sugli strappi di Casteldimezzo... mi devo accontentare invece di un sesto posto sulla salita nord, mentre sono decisamente più indietro (31esimo) su quella che viene da Fiorenzuola, provata seriamente solo una volta. Tra le poche cose buone metto anche il passaggio a Verucchio, con la magnifica vista dalla rocca, e la successiva ascesa a San Marino con forte garbino e 37 gradi. Mi auguro davvero di potermi prendere presto delle belle rivincite, anche se temo proprio che se ne riparlerà il prossimo anno!
Basta così poco...

...per stare un po' meglio grazie alla bici! Un incontro casuale con un gruppetto di ciclisti dai volti piu' o meno noti, una salita su cui fare un po' di battaglia, la soddisfazione di giungere in cima con la testa del gruppo nonostante la bici ibrida e la borsa al telaio, la discesa con il vento in faccia e quel brivido che regala l'emozione di "esserci" ancora. Basta così poco per stare un po' meglio e dimenticare, almeno per qualche minuto, il mare di nulla nel quale navigo senza bussola e senza destinazione...

Stelvio bike day: MAI PIU'!

Stelvio bike day, ovvero una giornata con il mitico passo Stelvio riservato alle biciclette. Tutto molto bello, per carità, una vera e propria festa del ciclismo lontano da smog e traffico con una vista fantastica sull'Ortles. Ma ci sono troppi aspetti che non mi sono piaciuti, prima di tutto la scarsa considerazione per gli altri (forse per la poca lucidità?) di alcuni ciclisti che salivano cambiando continuamente direzione. Intendiamoci: non era certo la giornata per fare la salita a tutta con la testa bassa, fissando il cronometro; era come detto soprattutto una festa, ma troppa gente scartava senza badare agli altri. Assurdo poi il comportamento di certi "fenomeni" che pretendevano di scendere in mezzo alla calca a 30-40/h, lamentandosi pure se gli facevi un cenno. Non è che basta urlare continuamente "OH, OH!" perché i ciclisti si aprano come le acque davanti a Mosè! Pazzesca la calca in cima, ci ho messo 5 minuti spingendo la bici per fare gli ultimi 150 metri, ma questo ci può stare. Ciliegina sulla torta il rientro, con un traffico pauroso nel quale siamo rimasti più volte fermi. Mi sono sentito molto in colpa, perché la giornata ecologica l'ho fatta sullo Stelvio, ma per il resto ho inquinato a manetta E quindi? La faccio in un'altra giornata dell'anno, tra auto e moto che impennano? Ma figuriamoci! Posso vivere anche senza Stelvio! Dimenticavo il bilancio della giornata: oltre 10 ore fuori casa per 68 km di bici!

Ciclovagando in laguna

Stanco dei soliti percorsi? Vuoi altri brividi oltre a quelli della salita? Ti piacerebbe aggiungere alle pedalate un pizzico di avventura? Porta la bici nella Laguna veneta! Da anni la Laguna veneta rappresenta per me una fucina di interessanti percorsi, che sembrano ritagliati su misura per i miei gusti: ci si può divertire al cospetto di un paesaggio sempre vario senza dover coprire chilometraggi stratosferici (come invece va di moda oggi, della serie "se non sono almeno 200 km non tiro neanche fuori la bici"), su strade pochissimo o per nulla trafficate e in un contesto naturalistico straordinario. Quest'anno, grazie ad una breve vacanza a Jesolo, ho potuto approfondire la conoscenza dell'ambiente lagunare di Lio Piccolo, nell'angolo orientale della laguna di Venezia. Un paesaggio straordinario, tra canali di acqua salmastra e curiose isolette, arricchito da una fauna rara e preziosa. A Lio Piccolo c'è la possibilità di cimentarsi su un piccolo giro ad anello, di poco più di 3 km, lungo una stretta lingua di terra che si insinua nel bel mezzo della laguna. Il sentierino, così stretto che talvolta sembra sparire tra gli arbusti, si è rivelato uno dei percorsi più belli e divertenti mai fatti, non tanto (o almeno non solo...) per il KOM conquistato, ma per il modo un po' incosciente in cui mi sono buttato in questa piccola avventura di poco più di 7 minuti, con la bici che ho dovuto tenere a bada come un cavallo imbizzarrito e le curve dietro alle quali non sapevo bene cosa aspettarmi. Ho rischiato un paio di volte di finire in acqua, ma alla fine sono riuscito a non cadere dalla giostra! E così, dopo il tentativo di due giorni prima, in cui avevo mancato l'obbiettivo per pochi secondi, mi sono potuto prendere la soddisfazione del record di Strava su un percorso di una bellezza straordinaria. Tutto molto, molto bello!
Disperso in Lessinia

Ma solo per poco, dai Oggi ho voluto provare una parte del "giro delle malghe della Lessinia" di cui molto ho sentito parlare. Così, dopo aver scalato in MTB buona parte dell'impegnativo Passo Fittanze, a Sega di Ala ho imboccato il sentiero sterrato che passa per Malga Lavacchietto e dopo tratti piuttosto impegnativi porta al Rifugio Castelberto, a oltre 1700 metri di quota. Purtroppo ad un bivio con la segnaletica vandalizzata ho sbagliato strada, ma tra marmotte che fischiavano e cacche di mucca sparse ovunque sono riuscito (a spinta) a giungere al rifugio! Sentiero da non rifare: troppi tratti nel bosco poco panoramici e fuori dal mondo, almeno in questo periodo della stagione. Della serie: se oggi mi rompevo una gamba mi avrebbero ritrovato (forse) il prossimo week end!
L'occasione per un bilancio

Anche quest'anno è giunto il momento di rimettere le ruote sulla strada della Mendola e, già che c'ero, anche sul Penegal. Durante l'estate me ne sono come sempre tenuto alla larga a causa della massa di pazzi motorizzati che giocano con la loro e l'altrui vita e che danno materiale per la cronaca nera. Ci sono tornato per il Mendola bike day, tenutosi purtroppo (o per fortuna?) in versione ridotta a causa del meteo poco favorevole. L'occasione per il bilancio non è rappresentata tanto da questa giornata, quanto... dall'infortunio al ginocchio che mi perseguita da qualche mese. Il fatto di aver sospeso forzatamente altre attività "concorrenti", ovvero la corsa e il calcio, ha confermato quanto sospettavo da anni: limitandomi al solo pedalare le mie prestazioni migliorano. Intendiamoci, non è che mi trasformi in un campione, ma un miglioramento si vede! Tanto che in alcune classifiche Strava sono riuscito a mettere la mia ruota davanti a "pezzi grossi" del ciclismo locale e a portare a casa qualche bel KOM Sul tratto Mendola-Penegal, nonostante le condizioni meteo per nulla clementi (vento e 8 gradi in cima) e l'utilizzo della bici ibrida, sono riuscito a migliorare il mio tempo. Per ora va bene così... attendo l'autunno per deporre le armi ciclistiche e vedere il da farsi.

Mendola d'altri tempi

Non vorrei scadere in toni trionfalistici, però dai... un po' di soddisfazione me la sono presa fermando il cronometro sui 52'33" sulla Mendola! Si tratta di un tempo non eccelso (in senso assoluto ovviamente: per un ciclista della domenica è una prestazione da paura!), ma erano circa 10 anni che non scendevo sotto i 53'. Riuscirò, prima di diventare troppo vecchio, a scendere ancora una volta sotto i 50 minuti? Mah.

Garda: occasione sfruttata a solo a metà!

La condizione c'era, la voglia anche, peccato che il giorno prima avessi vendemmiato per 10 ore! Così la trasferta al Garda non ha portato i risultati sperati... in altre parole: non ho migliorato i miei PR su Strava quanto volevo. Fa niente, l'importante è divertirsi e scoprire qualche nuovo scorcio. Questa volta è toccato al Dos del Pis (nome poco invitante, ma invitanti sono i suoi panorami!) e agli scorci di Marciaga, che già conoscevo ma avevo quasi dimenticato. Giro classico, quasi 100 km: sceso dal treno a Rovereto ho raggiunto la Gardesana e poi pedalato sulla Panoramica di Malcesine e sulla mitica Torri-Albisano-San Zeno. Ri-treno da Domegliara e alle 15:18 ero già a Ora!

Un settembre "caldo"

Fino a che dura questo tempo simil-estivo perché non approfittarne? Così ecco sfornata un'altra bella pedalata al Garda, questa volta con Andreas. Treno fino a Domegliara, quindi attraversamento di Pastrengo, Sandrà, Castelnuovo e poi lungolago con Peschiera, Desenzano (caffettino sul lago... non è proprio da me!), Moniga, Manerba (sosta alla favolosa rocca), San Felice, Portese, Salò, Gardone e Maderno. Veloce pizzata e passaggio traghetto a Torri, quindi Bardolino-Cavaion-Affi e rientro a Domegliara. Un centinaio di km pedalati bene in luoghi che fa sempre piacere rivedere. Curiosità, come da immagine: ho lasciato proseguire la registrazione di Strava anche durante la traversata, così risulta che abbia pedalato da una sponda all'altra del Garda ;-P Ultimo giro prima dell'inverno? Chissà...
Pregasina, Ledro e sogni nel cassetto

E dopo un paio di giri sul Garda in bdc, non poteva mancare la Ponale... ma questa volta non in MTB, bensì con la bici ibrida, con le ruote da corsa! Cosa non si farebbe per risalire la classifica su Strava! Ma se da una parte c'è l'indubbio vantaggio per la maggiore scorrevolezza sul tratto verso Pregasina, dopo il bivio per Ledro, dall'altra c'è invece il doversi districare tra buche e sassi nei primi km, con un alto rischio di forature e rotture. Il risultato conferma il mio buono stato di forma: in tutti i segmenti tra Riva e Pregasina mi sono piazzato tra la 50esima e la 60esima posizione su quasi 3000 pedalatori, e va considerato che tra i primi ci sono "prof" (nel vero senso della parola!) e furbacchioni che salgono con la bici elettrica. Gran bella biciclettata, impreziosita dal successivo giro del lago di Ledro che ho potuto permettermi "tagliando" una parte del percorso grazie alla galleria che collega la bella Pregasina alla Val di Ledro. Galleria vietata alle bici (lo dico qui, tanto non legge nessuno...), cosa un po' assurda trattandosi di un tunnel ben illuminato e con traffico quasi nullo! Devo ammettere che sul lago di Ledro la tentazione di fermare la bici e stare lì a godermi il sole, infilandomi poi in un hotel dove passare la notte è stata grande... e questo mi piacerebbe fosse il prossimo stadio delle mie piccole "fughe"! Niente più orari da rispettare, treni da riprendere e precipitosi rientri nei doveri di tutti i giorni, bensì una bella doccia calda in hotel, un tramonto da gustare in pace, il cielo stellato e la ripartenza all'alba dopo una dolce colazione... beh, dai, sognare non costa nulla
Luci ed ombre

Un paio di uscite con il gruppo dei forti (non è un modo di dire, sono proprio forti su una scala assoluta!) con luci ed ombre... le luci vengono dalla constatazione che sì, sono ancora lì nonostante mi sia trovato a pedalare con veri e propri "muli" capaci di mettere in fila il gruppo con trenate a 46-48/h :-O L'ombra si è profilata lo scorso martedì, in pausa pranzo, quando ho fatto più fatica del solito a "tenere" quegli scalmanati... strano, mi sono detto... ho addirittura dovuto mollare le loro ruote nell'ultimo tratto verso Bolzano. Beh, tutto è risultato più chiaro il giorno seguente: stavo covando un malanno di stagione. Sospiro di sollievo!

A volte ritornano...

Caro ciclodiario, questi giorni mi hanno riportato alla memoria ricordi vecchissimi e stupendamente belli. Ricordi di tempi in cui ero LIBERO e non dovevo NULLA a NESSUNO. Poco più che ventenne, alle 14 timbravo il cartellino e volavo verso casa con un solo obbiettivo: inforcare la bici! Nessun problema, nessun pensiero, se non quello di scegliere la salita di giornata E dopo 2-3 ore in sella, riposta la bici da corsa, indossavo le scarpe da scarpe da calcio e mi precipitavo ai prati del Talvera per la classica partitona di fine pomeriggio. Ecco, in questi giorni sto vivendo qualcosa di simile, sia pur in formato ridotto: una trentina di km sui pedali per il rientro a casa, cambio scarpe, zaino in spalla e via verso il campetto del paese a tirare calci al pallone e fare scatti per testare il ginocchio :-D Proprio ieri mi ha assalito, forte e improvvisa, la nostalgia per quei tempi magici, in cui lo sport riempiva fino all'orlo la mia vita di emozioni e allegria... Mi conforta l'idea di trovarmi, ormai cinquantenne, con la stessa passione e la stessa condizione fisica di allora: qualcosa di straordinario, una fortuna immensa che non è certo frutto del caso, ma di una volontà assoluta, mai doma, anche feroce. Voglio, posso, devo fare in modo che questi momenti durino ancora a lungo... con lo sguardo avanti come se non ci fosse un finale...

Segui l'istinto!

Ore 11:30. Uno sguardo allo spicchio di cielo che scorgo dall'ufficio, il sole che inonda il paesaggio, arazzi di nubi che incorniciano l'azzurro... un fremito... via! Tre minuti e sono in garage, a preparare alla meno peggio mezz'ora di libertà che dia un senso alla giornata. A Castel Flavon a caccia di cirrus uncinus, e poco importa se quando inizio a scattare foto di essi non c'è più traccia: da godere c'è il sole, il silenzio, l'azzurro del cielo, quella sensazione di essere lontani da tutto e da tutti, felici di trovarsi in bici sotto le amiche nuvole
Baldo, Garda e Mincio

Ecco una bella pedalata (quasi) fuori tempo massimo con gli amici Andreas e Marco, ritrovato dopo molti anni dall'ultima apparizione al trofeo Bonatti. Grazie anche al caldo fuori stagione siamo riusciti a concentrare in un centinaio di km tre ambienti che amo: il Monte Baldo, con il panoramico passaggio a Marciaga e l'ascesa Albisano-San Zeno, il Garda, con il lungolago tra Bardolino e Peschiera, e la prima parte della ciclabile verso Mantova, con sosta nell'amenissimo Borghetto. Era l'ultima chiamata e per fortuna non l'abbiamo mancata. Ora l'inverno in attesa di nuove avventure...
Che tipo!

Sono uno strano tipo davvero! Ridotto a una patetica macchietta il cui compito è quello di far girare le rotelle del sistema come mille altri poveracci, eppure capace di fughe improvvisate per tornare ad essere, per qualche minuto, ciò che veramente sono. E così eccomi alla soglia dei 50 anni a dar calci ad un pallone, da solo, all'ora di pranzo, per scaricarci dentro rabbia e frustrazioni, certo, ma anche per preparare al meglio la prossima partita con gli amici Sono me stesso, almeno in quei minuti: lo stesso che calcava quei campetti, felice, qualche decennio fa, dopo la scalata pomeridiana a qualche salitona nei dintorni...

In attesa...

L'ennesima giornata fatta di zero assoluto è al termine, il fanale fende l'oscurità mentre pedalo forte per uscire da un tratto di campagna tanto ampio e buio da poter contenere per intero tutte le mie paure. Laggiù, in corrispondenza di un barlume di luce, mi immagino che ci sia mio mio padre, ad attendermi con quel suo affetto mai ostentato, eppure forte e rassicurante. Come quando mi accoglieva all'arrivo delle gare in bicicletta, io stremato e lui sempre pronto con una parola e il gesto giusto. Fermo la bici accanto a lui, come ho fatto mille altre volte in passato, e in un attimo angoscia e preoccupazioni svaniscono. Lo sento dirmi "è finita, è finito tutto. Adesso torniamo a divertirci". È solo un attimo, ma di un sollievo infinito. Vorrei tanto che fosse così, papà.

Mendola uno e due!

Gli stravolgimenti climatici che stiamo vivendo hanno anche qualche aspetto positivo Tanto per fare un esempio, mai avrei pensato, 20 anni fa, di poter scalare la Mendola e poi lanciarmi verso Ruffrè IN PIENO DICEMBRE con gli abiti sudati e senza indossare nemmeno uno spolverino! Così ho fatto oggi, con la seconda Mendola in due giorni. Qualcuno dirà "e basta con 'sta salita, che palle!" e io approvo, ovviamente... ma il tempo è sempre tiranno e l'importante è tenersi in forma per poter affrontare in futuro altri e ben più amati percorsi!
Mendola di Natale 2016

Doveva succedere prima o poi... era inevitabile che ci si sarebbe rivisti per una pedalata perché il DS, con la trovata del "Trofeo Bonatti", è riuscito a creare tra noi un legame particolare. L'occasione è stata quella della Mendola di Natale, esattamente un anno dopo l'ultimo nostro brindisi. L'atmosfera, inutile dirlo, era diversa dal solito. Mancavano le argute osservazioni del DS, le sue battute, lo spirito di gruppo che riusciva a creare, la strampalata classifica finale e, perché no, anche il suo provvidenziale tè caldo con il quale ci accoglieva al passo insieme a un sorriso e una parola di incoraggiamento. Ma è stata una bella mattinata sui pedali e non è mancato un ricordo per i bei tempi andati.
2017
Inverno maledetto!

Rieccoci nel pieno dell'inverno, con le giornate brevi, la luce del sole che vedo solo dalle finestre dell'ufficio e il buio che mi inghiotte non appena metto le ruote sulla strada. Questo è davvero il periodo peggiore dell'anno, triste e maledetto. Di positivo c'è che non mollo... e l'idea di ricorrere almeno in questo periodo all'autobus, che avevo preso in considerazione qualche anno fa, ora non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello!
Lavazè invernale!

E dopo qualche anno si torna a scalare il Lavazè in inverno, con discesa in auto grazie a Giovanni, che era al passo a sciare. Salita tosta anche durante la bella stagione, figuriamoci se fatta in pieno gennaio con la temperatura sotto lo zero. Ad un certo punto, nel tratto più duro dopo il bivio per Obereggen, completamente all'ombra, mi sono detto che un problema muscolare o un guasto meccanico avrebbe rappresentato una situazione di assoluta emergenza. Con gli indumenti intrisi di sudore la mia autonomia sarebbe stata di pochi minuti. Cosa avrei fatto in quale caso? BOH! Ma la sorpresa più bella l'ho avuta a casa, la sera: ero meno stanco del solito! 24 km di salita in inverno e non sentirli!
Al limite di tutto

Non parlo in questo caso di limite fisico, sono troppi anni che mi alleno e ho troppa esperienza per arrivare a questo genere di limite... a meno che non si tratti di una gara! È VIVERE che comporta sofferenza, paura, rabbia, un vivere conseguenza di scelte che pago duramente. E così mi ritrovo alla soglia dei 50 anni, dopo una giornata infame, come tante, dove conta solo lavorare e accantonare soldi, a salire di buon ritmo al Bellavista, oltrepassarlo con scioltezza e poi trovarmi immerso nel buio assoluto del bosco a piangere e invocare mio padre, con il respiro mozzato e un'ansia indicibile: quanto di più osceno mi potesse capitare. È dura rimanere in carreggiata, ma ci devo provare nella speranza, sempre più flebile, che qualcosa prima o poi cambi...

Respiro!

Questa volta la "Pano" me la sono esplorata proprio tutta, palmo a palmo... o meglio: passo dopo passo Discesa dal treno a Pesaro, taxi fino a Santa Marina Alta e da lì 20 km di trekking fino a Gabicce su e giù, dentro e fuori, alla scoperta di scorci nuovi e in parte inaspettati! Sapevo già che oltre alla panoramicissima strada provinciale esiste un dedalo di sentierini che corrono sul ciglio di straordinari precipizi sul blu dipinto di blu. Ma i monti Castellaro e Trebbio sono stati una sorpresa, veri e propri balconi sul mare che spumeggia duecento metri più sotto. Azzurro, tanto azzurro, il colore della spensieratezza e di quel distacco di cui ho un bisogno assoluto e una fame sempre più disperata. "Eccomi a casa" è stato il primo pensiero quando ho potuto abbracciare con lo sguardo l'orizzonte aperto, libero, che non dovrebbe MAI mancarmi. L'esatto contrario della terra angusta e soffocante in cui mi sono dovuto nuovamente immergere, trattenendo il respiro, in attesa di rivedere ancora una volta il mare e quegli spazi infiniti: un tormento maledetto che non può e non deve durare per sempre!
Alla luce del sole

È finito (finalmente!) un altro inverno di rientri serali verso casa in bici... ogni anno è sempre più dura... non è un problema di freddo, di fatica o di mancanza di voglia: è il BUIO che mi fa sempre più orrore. Forse perché nel buio l'unica compagnia sono i miei pensieri, che inevitabilmente mi riportano alla perdita di mio padre e a quello che è stato e non sarà più. Il buio risveglia le mie paure per gli anni che verranno e per i problemi che dovrò affrontare, quando non vorrei altro che un cielo da guardare e un mare in cui perdere lo sguardo. Il buio mi ricorda, anche e soprattutto, che dopo la perdita di mio padre sono SOLO. Per questo il passaggio all'ora legale è un momento gradito. La luce mi accompagnerà per qualche mese: per intanto va bene così.

Troppo poco Garda!

E venne il momento per il giretto primaverile treno+bici 2017 al Garda! Giretto che poi tanto "etto" non è stato, dato che alla fine ho pedalato per 90 km. Obbiettivi raggiunti: prima di tutto il record personale sulla salita di Albisano e sui tratti successivi passando per San Zeno e il valico dello Sceriffo, poi il ritorno sulla salita di Prada, che avevo fatto alcuni anni fa e che ho ripetuto volentieri per la tranquillità del luogo, infine la solita occhiata sul lago dalla piazzetta di Albisano... beh, quella certo non me la potevo perdere ! Mi fa star male pensare che, pur amando moltissimo questi luoghi, ci posso passare solo una manciata di volte l'anno!
Meltina OK!

Finalmente buone sensazioni dopo un lungo periodo passato a vivacchiare! 40'44" sulla Meltina è un tempo di tutto rispetto, che mi riporta ad anni ben più performanti Sono contento soprattutto per come sono salito, mai in vero affanno, come purtroppo a volte accade. Vediamo il prosieguo della stagione...

Ponale 2017!

Ma sì, prima che iniziasse l'invasione delle cavallette teutoniche mi sono concesso il classico giretto Pregasina-Ledro! Ho provato a migliorarmi sull'ascesa verso Pregasina, ma Strava ha sentenziato: secondo miglior tempo! Fa niente l'importante è aver trascorso alcune ore lontano dal groviglio di doveri che è la vita quotidiana.
Giorni bagnati...

...giorni per alcuni versi fortunati... per altri no! Di bello c'è il rumore della pioggia che ticchetta sul casco, il senso di libertà e il sollievo nel non condividere la sorte dei tanti poveretti prigioneri di una scatola di latta, incapaci di disporre a piacimento del proprio corpo, una vera e propria disabilità indotta dalla sistematica propaganda che ti induce a rinunciare all'uso delle gambe anche per il più piccolo spostamento. Ma l'andare al lavoro in bici (a proposito, ho scoperto da poco che esiste un temine tecnico, il "commuting") ha anche qualche risvolto negativo: certo non posso entrare in ufficio bagnato come un pulcino... e allora sotto con il cambio, l'asciugatura mia e del mezzo, l'oliatura della catena... e vabbè, comunque mille volte meglio che essere SCHIAVO INERME di uno stupido motore.
Lessini 2017

Questa piccola avventura va immortalata per bene nel ciclodiario! Prima di tutto perché è sopravvissuta a una notte agitata, durante la quale ho pensato più volte di abbandonare l'idea del giro in bici+treno in Lessinia e di dirigere mestamente, una volta fattasi mattina, la bici verso l'ufficio! Ebbene sì, ormai sono talmente "rovinato" che la prospettiva di una MEZZA giornata sui Lessini porta l'eccitazione (ma forse sarebbe meglio dire l'agitazione) alle stelle! Perché quella di oggi rappresenta forse l'unica occasione del 2017 di salutare la mia amata Lessinia; ma è possibile una merda del genere!? A notte fonda, dopo la terza dose di sonnifero, sono finalmente caduto nelle braccia di Morfeo e dopo tre ore di sonno ho deciso che no, non potevo e non dovevo rinunciare. Via, dunque, verso la stazione di Ora e da lì con il treno ad Ala... vista la stanchezza, ho evitato il "mostro" Fittanze e mi sono cimentato sulla più abbordabile Peri-Fosse. L'idea era quella di stabilire su Strava un tempo che avrei potuto migliorare in futuro. Peccato che il mediocre GPS dello smartphone si sia impallato proprio sul finale della salita e che io me ne sia accorto solo a giro finito! Vabbè, l'importante è aver finalmente testato il nuovo collegamento Fosse-Sega di Ala (favolosa la vista del basso Garda all'orizzonte!) e aver girovagato un pochino in zona Fittanze. Che dire, la vita sarebbe così bella se non esistessero idioti tali da rovinarsela accollandosi di propria spontanea volontà una montagna di doveri, impegni e preoccupazioni per stupidi retaggi risalenti a secoli fa, quando un prete dal pulpito sanciva che la vita è solo espiazione e sacrificio. Per intanto incassiamo questa vera e propria "ora d'aria" e tiriamo a campare.
Nella tempesta!

Ecco una delle piccole, grandi avventure che conserverò nel mio personalissimo diario ciclistico Uno dei tanti rientri a casa si è trasformato in un vero e proprio viaggio nel bel mezzo di un forte temporale, con acqua a catinelle e fulmini vicini, alcuni anche troppo! E dire che mi ci sono infilato di mia spontanea volontà, eccome se l'ho fatto! Mi è bastato vedere il radar delle precipitazioni "accendersi" verso sud e in dieci minuti ero in sella, carico come una molla!
Momenti in cui emozioni diverse si mischiano in uno strano mix: entusiasmo, eccitazione, curiosità e anche un po' di paura, perché no? Per come la vedo io, tutto ciò si chiama vita
Che donne!

Oggi trasferta a Faedo per assistere all'arrivo del Giro del Trentino femminile open. Complimenti a tutte le ragazze (che fisici...!) per la grinta e il carattere dimostrato! La salita finale di 6 km era tostissima, sia per il gran caldo che per la rampa al 18% nell'ultimo tratto, con l'arrivo su un rettilineo in forte pendenza. Alcune ragazze sono letteralmente crollate a terra subito dopo il traguardo, un paio non sono nemmeno riuscite a sganciarsi. Segno che avevano dato tutto, ma proprio tutto, e francamente ho trovato la cosa esaltante, a tal punto da ricordarmi un episodio simile accaduto alcuni anni fa al Giro del Trentino professionisti. Da atlete, ovviamente, dopo pochi minuti anche le più stanche erano già tranquillamente in piedi a commentare la gara con le compagne
Pano 2017

E anche quest'anno non mi sono fatto mancare una vacanza a Cattolica... non certo per i bagni di sole in spiaggia o per lo "sballo" in discoteca, ma per la vicinanza della mia ADORATA Panoramica. Ormai chi mi conosce (io e nessun altro) sa che il mio corpo è a Bolzano tutto l'anno, ad affrontare i mille impegni quotidiani, lavoro, famiglia, casini e merda di ogni tipo, ma la mia anima è lì, a Casteldimezzo, a guardare il mare tutto il giorno, tutti i giorni. E ovviamente non mi sono fatto mancare tante pedalate fino a Pesaro e ritorno su un percorso che è quasi una ciclabile, a momenti immersa tra le colline, nel profumo dei pini marittimi, a momenti a picco sul mare, con la brezza che risale i versanti e porta con sé il piacevole aroma della salsedine. Una volta, risalendo la breve ma ripida stradina che porta a Casteldimezzo, mi sono detto che la mia vita potrebbe stare tutta in quei momenti: materializzarmi all'incrocio per il mio amato paesino, giungere sbuffando alla staccionata panoramica e godere per alcuni, incantevoli istanti dell'azzurro del cielo che incontra il blu del mare. Uno sguardo fatto di meraviglia da un estremo all'altro dell'orizzonte per poi tornare da dove sono venuto, nel nulla. Una vita di pochi attimi, ma fantasticamente bella. Davvero, lo penso e lo vorrei.
Il ciclismo a modo mio!

Il ciclismo al giorno d'oggi sembra diventato un'attività semi-lavorativa anche a livelli amatoriali. Grazie ai social i chilometri percorsi, le medie orarie il dislivello e molto altro sono calcolati da dispositivi elettronici e sono visibili a tutti: siamo quindi sempre esposti al giudizio degli altri Ma certi miei "colpi di testa" sembrano confermare che l'amore per la bici e l'avventura è ancora quello di un tempo, quando partivo "alla garibaldina", con i pantaloncini di tela e una maglia di ricambio legata al manubrio. Prendiamo l'esempio di oggi... mi trovavo in montagna ad Andalo con la famiglia, quando mi si è improvvisamente aperto uno spiraglio di due ore tutte per me, in attesa che il film al cinema terminasse. Il problema, non banale, è che non avevo portato la bici! C'era però quella di mia figlia, con ruote da 26 e cambio Shimano "level 0". Nessun problema: cosa sarebbe cambiato se avessi avuto a disposizione un mostro da 8.000 euro? Nulla! E così, saltato in sella vestito in borghese, sono riuscito a gustarmi un'oretta e mezza di puro piacere con la visita al lago di Molveno e il successivo rientro alla base dopo 3 km di salita non proprio agevole. A dirla tutta, mi sono divertito più che con il mostro da 8000 euro (che oltretutto non possiedo...). La bici non è (solo) meccanica e muscoli da 400 watt, la bici è (prima di tutto) gioia e voglia di avventura!
Su e giù per le Dolomiti :-D

E dopo il mare ci può stare anche un po' di montagna... ma sì, una pedalata in MTB tra Sassolungo, Sciliar e Alpe di Siusi non poteva che risultare gradita! Grazie all'esperta guida dell'amico Claudio ho potuto ammirare paesaggi e panorami che ultimamente avevo un po' perso di vista. Il mare è il mio pallino fisso, si sa, ma devo ammettere che anche le Dolomiti hanno un grande fascino. Partita da Ortisei, l'allegra compagnia (Claudio, Josef, Angelo ed io) ha raggiunto l'Alpe di Siusi e quindi il rifugio Molignon, dove c'è stato il tempo per un piacevole ristoro al fresco degli oltre 2000 metri. Fino a qui, grazie a lunghi tratti in asfalto, è andata piuttosto bene, ma dopo la sosta è iniziato il tratto più impegnativo, un saliscendi (molti "scendi" e qualche "sali"...) dove la bici ammortizzata era quasi d'obbligo. E' stata quindi dura tenere a bada la mia gloriosa ma rigida Chesini in acciaio del 1991, in qualche modo ce l'ho fatta anche se i miei compagni di avventura hanno dovuto attendermi più volte! Tornata in Gardena l'allegra compagnia era ancora troppo... allegra per rientrare verso la macchina, e meno male perché in questo modo ho potuto apprezzare la bellezza della Vallunga e altri, fantastici scorci dal versante orografico destro della valle, con tratti in salita veramente impegnativi e una successiva discesa a rotta di collo, dove è nuovamente emersa qualche lacuna tecnica che sarebbe bello trovare il tempo di colmare Un grazie agli amici e un arrivederci a queste splendide montagne!
La pioggia e mio papà

Che lavata oggi! E per fortuna che faceva relativamente caldo, perché dal cielo è scesa una vera e propria cascata d'acqua. Per passare il tempo durante quei 30 km di doccia fuori programma mi sono immaginato mio padre, fuori dalla sua ammiraglia a bordo strada, a chiedermi di fermarmi come mille volte aveva fatto durante i giri e le gare dei bei tempi andati. Me lo sono visto urlarmi: "ma dove vai, insemenito!? Fermati!" con quell'ironia tutta sua, mai canzonatoria, che non riusciva a nascondere il vero motivo di quelle sue raccomandazioni: la sua disponibilità e i suoi riguardi per noi, mio fratello Christian ed io. Devo dire che, grondante d'acqua come poche volte, mi sono fatto una sana risata, solo, con il suo ricordo che ha piacevolmente riempito quei momenti. Quanta nostalgia!
Un altro luogo magico!

Intanto puntualizzo che, come ogni tanto capita, quello che descriverò non è un giro in bici, ma una breve escursione a piedi. Breve ma intensa, perché ha risvegliato in me vecchi e piacevoli ricordi e perché mi ha riportato in un luogo stupendo, proprio quelli che piacciono a me: la sommità di una collina dalla quale si gode di una vista a 360 gradi. La fantasia è, in questi casi, l'unica limitazione! È incredibile ciò che ho realizzato oggi: erano quasi 20 anni che non salivo al Monte Purga di Velo Veronese, sui Monti Lessini! Quante e quali belle cose mi sono perso in questo tempo enormemente lungo? Temporali, nevicate, giornate limpide e altre di nebbia, vento, pioggia, nubi, cieli stellati... che tristezza! E pensare che, come al solito, il tempo era risicatissimo... ma per fortuna, come spesso accade, la scintilla è scoccata e l'avventura è arrivata! Trenta minuti tra andata e ritorno per godere di un panorama assolutamente meraviglioso, con un semplice giro su me stesso potevo abbracciare le Alpi e gli Appennini, il Baldo e il Garda, la pianura veneta e i Colli Euganei, la nebbia del Padovano e l'umidità che risaliva dall'Adriatico. Semplicemente FANTASTICO. Ma non si potrebbe vivere solamente di queste cose? Che senso ha tutto il resto, tutto questo arrabattarsi per portare avanti il più possibile questa "roba" che qualcuno chiama "vita"? È una domanda alla quale non so dare risposta.
Sulla Girasile

Un attimo, un solo attimo di felicità, spensierata come può essere quella di un fanciullo, qualcosa lontano anni luce dal mondo malato degli adulti. Ebbene, io in questa vita immersa nel liquame ho ancora la fortuna di ricevere, ogni tanto, questo dono meraviglioso! Non so come ci sono riuscito, ma mi sono ritagliato uno spazio di 36 ore (proprio come un permessino sotto naja!) per mettere le ruote sulla "Girasile", la ciclabile che da Treviso porta a Jesolo: sì, sono andato AL MARE in treno+bici! Come un girasole si volta verso la luce-vita, così questo itinerario porta dritto verso il mare, che per me è vita... che gioia giungervi in bici, solo, meravigliosamente solo, seguendo le placide acque del Sile come se avessi al fianco un fedele compagno di viaggio, costeggiando per un tratto la laguna veneta in un ambiente da favola. Infine, il giorno successivo, rimettersi in sella nella bruma del mattino dopo aver goduto di un'alba sul mare che più arancione non si può. Ora di nuovo in trincea, trattenendo il fiato, fino al prossimo regalo... chissà quando arriverà...
Alla ri-scoperta del Garda

Quanto poco vado sul mio amato Garda... non che non lo sapessi, ma ne ho avuta un'amara conferma oggi giungendo in località San Michele, sopra Gardone, e seguendo l'indicazione "punto panoramico"; solo a pochi metri da quella meravigliosa balconata sul basso Garda mi sono reso conto che lì c'ero già stato alcuni anni fa, nel settembre 2013! Posti così meravigliosi e io rischio di dimenticarli, che rabbia! Copio e incollo dal diario di quel giorno, perché la prima parte del percorso è stata esattamente la stessa "Sceso a Domegliara, sono giunto a Torri via Costermano-Castion-Albisano (la foto da piazzetta Garibaldi è d'obbligo), per poi passare in traghetto sulla sponda bresciana e scoprire la stupenda salita che da Gardone, proprio in corrispondenza del Vittoriale, sale verso San Michele. Panorami da favola sul basso lago, veramente da applausi, soprattutto in prossimità della piccola località di Tresnico! L'idea era quella di tirare dritto verso Salò-Desenzano-Peschiera con rientro a Domegliara, ma ho preferito prendermela un po' più comoda e tornare in traghetto a Torri [...]". Ecco, la differenza è che questa volta ho scelto il percorso più impegnativo, scendendo a Salò attraverso Serniga (ma che bello l'ultimo tratti a tornantini stretti!) e proseguendo per Salò-Rocca di Manerba (PR sullo strappo finale)-Desenzano-Peschiera. Le forze residue le ho impiegate per giungere in tempo a Domegliara via Castelnuovo-Pastrengo prima delle 14:27, orario di partenza del treno prescelto. Circa 110 km pedalati discretamente, considerato che la maggior parte dei miei giri non raggiunge i 50 km! Ogni volta è sempre più bello strappare al tempo qualche ora con la compagna della mia vita...
Il giro completo del lago!

Ho fatto una cosa che avevo spergiurato di non fare mai: il giro del Garda! L'ho completato (con un piccolo gruppetto) anche abbastanza agevolmente nonostante il chilometraggio per me inconsueto (145 km) con qualche bello scatto sulle brevi salite presenti. Per carità, ne sono contento, tanto che ho deciso di classificarlo con una faccina sorridente, ma ora dico che non lo ri-farò e visto com'è andata credo che questa volta manterrò il proposito... almeno fino a che non costruiranno la famosa ciclabile! Qualche motivo? Un traffico bestiale, la pericolosità delle gallerie sulla sponda occidentale, i camion, le strombazzate degli autisti frustrati e anche una caduta di uno dei nostri possono bastare? A me sì!
Nuovi scorci sul Garda!

Tanta travagliata l'organizzazione quanto bello il giro: eccome com'è andato questo nuovo episodio del post-trofeo Bonatti! Siamo partiti (Paolo, Marco, Oswald e io) con l'idea di una scorpacciata di panorami sui versanti bresciani del Garda, si è passati al giro ad anello Gargnano-Capovalle-Idro-Salò, quindi, saltato anche questo, è stata proposta una trasferta a Recoaro attraverso la Vallarsa con l'impegnativa scalata di Passo Campogrosso... alla fine della fiera ci siamo trovati sulla suggestiva salita che da Avio sale verso il rifugio Graziani, già teatro nel 2008 di una fortunata edizione del trofeo! Al bivio dopo l'undicesimo chilometro, a differenza di quella occasione, l'allegra combriccola ha svoltato a sinistra proseguendo per Madonna della Neve e Prà Alpesina in un contesto fantastico: traffico quasi nullo, cielo limpidissimo, clima mite e colori da favola ci hanno accompagnato fin dai primi chilometri di salita. Dopo l'innesto sulla strada che sale da Caprino Veronese abbiamo effettuato una doverosa sosta alla bocca di Navene, balcone panoramico sul Garda. Il tratto tra Prà Alpesina e la bocca di Navene è stato per tutti una bellissima sorpresa, da rifare assolutamente! Da lì, con un altro tratto in salita, siamo giunti alla "cima Coppi" di giornata, il rifugio Graziani posto a oltre 1600 metri di altitudine. Il pranzo al sole ha suggellato una giornata iniziata così così, ma terminata alla grande!
E finalmente Tremalzo!

Ed ecco un altro bel giro con i matti, ma simpatici amici del gruppo che potrei chiamare "Cologna & Co." :-D L'andatura non è stata delle più... elevate, ma la proposta era stimolante e capitava, come dirò poi, proprio "a fagiuolo". Partenza da Molina di Ledro, trasferimento più o meno pianeggiante fino al lago d'Ampola e da lì salita al Rifugio Garda, circa 12 km a traffico quasi zero (merito forse anche della stagione) con bella vista sulle Giudicarie. Pranzo al rifugio, prosecuzione per Passo Tremalzo (punto più elevato a circa 1700 metri di quota), Passo Nota e rientro su ripidissima discesa a Molina per una 40ina di km, buona parte dei quali su sterrato. Questa giornata, come dicevo, è capitata a proposito perché uno degli obbiettivi della prossima primavera era proprio quello di chiudere questo anello partendo da Rovereto e pernottando al Rifugio Garda. Che dire... meno male che è andata così, perché il giro, pur svolgendosi in un contesto molto bello, è stata una delusione! Mi aspettavo favolosi panorami sul lago, invece il Garda si è intravisto solo a momenti, e in lontananza! Nelle prossime trasferte in area benacense potrò quindi tornare senza più dubbi alla mia amata Ponale, che resta il tracciato di gran lunga più panoramico della zona! Nota a margine: ho finalmente provato una MTB ammortizzata, presa a noleggio: devo ammettere che la discesa sterrata da Tremalzo è stata molto divertente!
La follia al volante

Come potrei definire quel personaggio che oggi a Lana, giungendo in velocità con il suo ammasso di latta, ha strombazzato e mi ha chiuso verso il marciapiede, rischiando di farmi cadere? Idiota, stronzo, coglione... ma prima di tutto PAZZO, da ricovero, perché con la sua condotta mi poteva uccidere! La mia colpa? Non trovarmi in quel momento sulla ciclabile che correva a fianco... peccato che da quella ciclabile mi ero appena allontanato perché da uno dei tanti incroci a raso con strade private e parcheggi era uscita una macchina, che non si era per nulla preoccupata della mia presenza. Bastava un colpo di clacson e tutto si sarebbe chiarito. Come troppo spesso accade si fanno le ciclabili tanto per vantarsene nei depliant turistici... ma molte di esse presentano più pericoli della strada stessa! Il bello è che io lì proprio non ci dovevo essere, mi ci sono trovato solamente perché la ciclabile lungo l'Adige (questa sì ben fatta!) era chiusa per lavori!!!

Triplete! :-D

Non ricordo se c'è stato un'altra occasione in cui ho pedalato tre volte nello stesso giorno sulla bici da corsa! Intendiamoci, la pedalata della mattina e quella serale si sono svolte sul classico percorso casa-lavoro-casa (25 km in tutto), ma il giro di mezzogiorno è stato una cosa seria, quasi 60 km con i matti del "gruppo del ponte". E la sera non mi sembrava che le gambe ne avessero risentito...

Finalmente neve!

Che ci fa un vecchietto in bici, sotto un'abbondante nevicata, che apostrofa e gesticola contro una moltitudine di malcapitati automobilisti, tutti incolonnati nel disperato tentativo di raggiungere la città? Forse vorrebbe far capire a quei poveracci, inscatolati e scontenti, che i veri matti sono loro, matti e malati di una disabilità indotta, indotti a rinunciare all'uso delle proprie gambe. Per fortuna la ciclabile cambia presto direzione e si allontana dalla Provinciale, lasciando il vecchietto meravigliosamente solo tra i fiocchi che cadono a grappoli e gli pneumatici chiodati che fendono la neve come una lama nel burro. Una meraviglia che fa cantare e dimenticare, anche se solo per un attimo, l'orrido quotidiano. Da notare che il vecchietto si è fatto poi anche il ritorno a casa, in serata, con il passaggio ai 670 metri di quota del Bellavista sotto una pioggia ghiacciata (un vero e proprio gelicidio: pioggia che cadeva e ghiacciava!). I 5 chilometri di discesa, al buio, sudato e bagnato fino al midollo, con la temperatura sotto lo zero, avrebbero ammazzato un toro... ma la bici è capace di renderci invincibili e insensibili
Mendola di Natale 2017

Si prosegue nella tradizione della Mendola di Natale Anche nel 2017 le condizioni meteo ci hanno permesso di raggiungere agevolmente il passo e di cambiarci al sole, all'aperto, senza problemi. Qualcuno dei "vecchi" va e qualcuno di nuovo arriva, ma il clima di allegria è sempre lo stesso. E anche le mie "cappelle" si ripetono puntualmente :-D Quest'anno sono addirittura riuscito a dimenticare e abbandonare al loro destino ben due persone (giunte però al ritrovo con qualche minuto di ritardo) che per fortuna sono comunque salite al passo. Riuscirò a "migliorarmi" il prossimo anno? Vedremo... :-/
Uno normale sarebbe MORTO

Oggi ne ho fatta un'altra delle mie! Non è stata una delle peggiori, però a giro finito, sotto la doccia, come altre volte qualche considerazione mi sovviene. Ho pedalato per 90 minuti sotto una forte nevicata bagnata, con un fondo stradale in cattive condizioni, trovandomi a tratti in zone dove in caso di bisogno non avrei potuto contare sull'aiuto di nessuno. A fine giro ero completamente intirizzito, gli indumenti sudati e fradici d'acqua, ma è bastata una doccia per recuperare al 100%. Ora: non ho scalato l'Everest, per carità, ma un "normale" cinquantenne, di quelli che "la macchina è tutto", l'età avanza e la pancia è quasi un vanto, con uno sforzo di un'ora e mezza in quelle condizioni sarebbe senza dubbio morto. Infarto, shock termico o altro; ma sarebbe MORTO. E allora mi sovvengono i ricordi della mia favolosa gioventù, alla larga da stupidi intrighi sentimentali, alcol, fumo, compagnie e stronzate varie. Solo sport e studio a riempire completamente la mia vita. A quei tempi, inevitabilmente, la diversità mi faceva soffrire. Ma ora mi dico: quanto sono stato fortunato! Chissà perché proprio a me! E nessuno sa quanto vorrei tornare a quei magici tempi...
Avete perso!

Non mi hai cambiato, mondo di merda! Ne ho avuto l'ennesima prova oggi, dopo aver infilato il pallone nello zaino ed essere corso a Caldaro per gli ormai classici esercizi di perfezionamento del tiro col sinistro :-D Già il fatto che un cinquantenne si metta un pallone sulla schiena e vada di corsa al campetto per migliorare il tiro con il piede più debole fa un po' strano... ma che lo stesso tizio vada in brodo di giuggiole per il dubbio se l'ultimo tiro l'abbia fatto con il destro o il sinistro (segno evidente che l'allenamento sta dando i suoi frutti!) dice molto: dimostra come io non sia cambiato, che sia ancora quello dei vent'anni, dove LO SPORT era quello che mi faceva VIVERE. NIENTE e NESSUNO mi ha cambiato in questi anni, in tanti hanno provato a inculcarmi quello schifoso "senso comune" che vorrebbe insegnare cosa si fa e cosa non si fa della vita. Io tiro avanti letteralmente AGGRAPPATO a questi piccoli episodi che mi tengono VIVO a dispetto di chi mi vorrebbe NORMALE, un MORTO VIVENTE, utile idiota di un mondo dove tutto si misura col denaro. "Ma andatevene tutti affanculo" nel mio ciclodiario lo posso dire?

2018
Crero, un altro gioiellino sul Garda

Non è ciclismo, ma poteva esserlo Su un percorso in gran parte per MTB ho raggiunto a piedi un'altra di quelle località "sul" Lago di Garda con vista favolosa che si possono scoprire solo tenendosi alla larga dalle strade principali. Questa volta è toccato a Crero, minuscolo e panoramicissimo borgo sopra la Gardesana poco oltre i 200 metri di quota tra Torri e Pai. Devo dire che arrivarci non è stato semplice: nonostante fossi partito da Torri seguendo le tabelle e tenendo a mente ciò che avevo letto su internet, sono riuscito comunque a sbagliare la strada (la segnaletica non è un gran che!) finendo ad Albisano... non che mi sia dispiaciuto ovviamente!
Da lì sono riuscito a riagganciare il sentiero per Crero raggiungendo il minuscolo borgo dopo aver visitato le vicine incisioni rupestri. Che c'entra tutto questo con il ciclodiario? Poco o niente
Ma c'entra con la mia voglia di scoprire, di vedere e sentire. Fino a che resisterà, io sarò vivo.
Non si finisce mai di imparare!

Dire che oggi me la sono vista brutta è forse esagerato, ma non ci sono andato poi così lontano! Sono partito con un'atmosfera di quelle che io trovo stimolanti: nubi basse, folate di vento e scrosci di pioggia. Il tipico tempo primaverile insomma. E così, preso dall'entusiasmo, sono partito un po' "leggerino", senza i pantaloni impermeabili che, con il senno di poi, mi sarebbero serviti eccome! Negli ultimi 10 km il tempo è cambiato, la pioggia è cominciata a cadere abbondantissima e la temperatura è scesa a 4, poi 3 gradi. Morale della favola: sono arrivato a casa intirizzito, con le mani che ormai non sentivo più. Nulla di terrificante, per carità, ma il pensiero è sempre lo stesso: se in quelle situazioni dovessi avere un guasto o la sfiga di cadere, beh le cose si farebbero molto, molto problematiche. La crisi di ipotermia l'ho già provata una volta e se possibile vorrei evitare di ripetere l'esperienza! 50 anni, eppure ancora "capace" di sottovalutare una situazione! C'è ancora da imparare! :-O

A volte mi ritrovo

È bello ritrovarmi, una volta ogni tanto, riemergendo dal mare in cui navigo ormai da tempi immemorabili. Alzare un attimo la testa per scorgere la luce, solo un attimo, per poi rituffarmi nella fogna del quotidiano. Mi è capitato l'altro giorno pedalando in salita, accompagnato da una leggera pioggia, sudato e arruffato come al solito, sotto un cielo primaverile fatto di nuvoloni e meravigliosi sprazzi di sole mite. Per un attimo, chissà perché, la testa si è liberata dai mille impegni e preoccupazioni e mi sono trovato da solo, come una volta, quando le uniche compagnie erano la bici e un nuovo posto da scoprire in cima a chissà quale strada dolomitica. Un flash, pochi secondi in cui sono stato me stesso e non un ridicolo burattino sbattuto a destra e a manca. È bello ritrovarsi, ogni tanto.

Io so cos'è la gioia!

Ci sono riuscito ancora una volta, mi sono fatto largo nel mare magnum di impegni per salutare Casteldimezzo! Anche questa volta ho inventato una variazione sul tema: sceso dal treno a Cattolica, sono saltato in sella sulla prima bici a noleggio che mi è capitata sotto il sedere e ho imboccato la Pano facendo il "giro largo" per potermi gustare al meglio la discesa e scorgere dall'alto il mitico cartello su uno sfondo fatto di cielo e di mare... che meraviglia! E che bellezza salutare Casteldimezzo con un "a domani!
Eh già, perché il programma prevedeva una "due giorni", con la pedalata sulla Pano, la discesa a Pesaro e la ciclabile fino a Fano, dove ho passato la notte, non prima di una passeggiata sul lungomare con il sole tiepido e il rumore delle onde che mi hanno piacevolmente coccolato... quanto sono stato bene!
E il giorno dopo il percorso al contrario, tante soste-foto ma anche una bella battaglia con un ciclista del luogo trovato per caso, io con lo zaino nel cestino e lui in bici da corsa e divisa d'ordinanza, ma l'aria di mare fa miracoli, eccome se li fa! Poi l'arrivederci, l'ennesimo arrivederci a Casteldimezzo e la speranza, disperata e forte, di rivedere ancora e ancora quel cielo e quel mare. A presto, amore!
Tour of the Alps 2018

Otto anni... tanti ne erano passati dall'ultimo arrivo a Pampeago dell'ex Giro del Trentino, ora Tour of the Alps. Ispirazione dell'ultimo momento, ma giornata piacevole. Era la prima volta che percorrevo il San Lugano con Strava, il che la dice lunga di quanto detesti il traffico di quella salita, anche se devo ammettere che oggi non era poi così male. Alla fontana del passo quattro chiacchiere con un ciclista incontrato per caso, un pezzo di strada insieme e... sorpresa! Si trattava nientemeno di Wolfgang Pescosta, uno dei "pezzi da novanta" tra i cicloamatori con i quali mi cimentavo ai bei tempi andati. Sarebbe stato bello raccontarlo al DS, chissà se gli sarebbe venuto in mente. Beh, dopo avermi fatto montare l'invidia con i racconti delle sue biciclettate in giro per il mondo Wolfgang mi ha fatto anche andare il cuore alle stelle proponendomi di salire a Varena attraverso la vecchia strada di Cavalese! Tenere duro mi ha premiato: secondo posto su quel segmento Al bar di Pampeago altro volto dal passato, il mitico Giovanni de Bacco con i suoi mirabolanti racconti
E poi l'arrivo dei ciclisti, con Lopez che brucia Pinot (che poi vincerà la classifica finale) e subito dietro un sofferente Froome (Pampeago è dura per tutti!) con alla ruota Pozzovivo. Il ritorno a casa? Un po' cotto, ma contento!
Ponale... abortita!

Era il giorno della Ponale messa a nuovo, l'occasione per migliorare i tempi su Strava grazie al fondo battuto e alla la separazione tra ciclisti e pedoni (almeno così mi avevano detto), con il sole primaverile che caricava di energia... prendo il solito treno a Ora, scendo a Rovereto, salgo di buona lena il San Giovanni, mi butto a capofitto a Torbole, giungo a Riva, imbocco la salita e... sorpresa!!! Strada nuovamente chiusa per lavori dopo la (temporanea a questo punto) apertura pasquale! E così mi sono trovato con l'ibrida a Riva a dovermi inventare qualcosa... ma non è che fosse così difficile, trovandomi in uno dei posti più belli d'Italia! E infatti è saltato fuori un bell'anello tra Passo Ballino, Fiavé (dove il panificio Ceres mi ha coccolato con le sue leccornie...), Ponte Arche, la spettacolare forra del Limarò e la suggestiva ciclabile che da Sarche porta ad Arco: tutto molto bello! Da rifare!
Sandokaaaannnn!!!

È pazzesco che a 50 anni suonati mi debba ancora stupire dell'effetto che può avere la bici sull'umore! Sono salito in sella (apparentemente) stanco e (decisamente) abbacchiato, sono sceso a Ora e ho trovato non so come la voglia di allungare (sai che allungo...) fino a Egna, per poi dirigermi molto poco convinto verso la salita di giornata, la classica ascesa a Predonico. Ebbene, appena la strada si è impennata mi sono trasformato! Sarà anche lo stimolo di Strava, ma quando non ce n'é non ce n'é, invece oggi ce n'era :-D Insomma, ho migliorato il tempo su una parte del percorso e ho sfiorato il record anche sul tratto completo Appiano-Predonico... bastava un aiutino del vento per scalare la top-ten ma va bene così, talmente bene che durante la discesa mi è sovvenuto la stentorea frase di Sandokan nell'ultimo episodio della prima serie, rimasta mitica: "la tigre è ancora viva!". Me lo sono ripetuto un paio di volte prima di rientrare a casa, con un ghigno a metà strada tra rabbia e soddisfazione.

Ponale nuova...?

E Ponale rinnovata fu... ma non più di tanto! Nel senso che sono finalmente tornato a mettere le ruote sulla strada ideata da Giacomo Cis dopo i lavori di sistemazione, ma che mi aspettavo qualcosa di diverso. Speravo che il tratto da Riva al bivio Ledro-Pregasina fosse diventato più pedalabile, invece è stato fatto solo qualche ritocco che non ha modificato la sostanza: nei punti critici è stata giustamente creata una corsia rialzata riservata ai pedoni, ma fino a Ponale Alto il mezzo migliore per pedalare rimane una MTB, sia pur con pneumatici stretti. Così io, presentatomi "alla partenza" (tutta colpa di Strava che mi istiga!) con la mia ibrida dotata di ruote da corsa, mi sono trovato spiazzato. Qualche buca è stata ripianata (soprattutto nel primo km), ma non abbastanza per migliorare di molto i tempi, che era quello a cui puntavo! è stata comunque un'altra bellissima pedalata sul lago e dintorni, con la classica puntatina a Pregasina... una vera e propria toccata e fuga, considerato che prima delle 16 ero nuovamente a casa!
Alto Mincio e basso Garda!

Avevo grandi progetti per questa primavera, ma il meteo quasi sempre inaffidabile mi ha tarpato le ali Oggi ho approfittato di una delle poche "finestre" favorevoli, con il tempo che era comunque previsto in peggioramento nel tardo pomeriggio (che palle!). Sceso a Domegliara ho percorso la Napoleonica che attraversa Pastrengo, Sandrà e Castelnuovo per giungere poi a Peschiera, dove ho imboccato la ciclabile del Mincio per godermi una piacevolissima sosta a Borghetto. Da lì sono rientrato a Peschiera e poi mi sono cimentato nella parte più movimentata della giornata, con la Gardesana fino a Garda e poi il duro strappo che porta a Marciaga. Ora che ho stabilito un tempo su Strava su questo muro di quasi 2 km vedrò di migliorarlo, anche se ho già capito che entrare nei primi 10 sarà impossibile... il Garda è troppo battuta da prof, semi-prof e gente che va come una moto! Con il rientro a Domegliara attraverso Castion-Costermano-Affi ho chiuso il giro di circa 90 km prima delle 14, giusto in tempo per evitare docce fuori programma
Muslone, 3 anni dopo

Le ferie le avevo prenotate... ma questa volta il giro l'ho deciso all'ultimissimo momento! Tanto per intenderci: solo una volta giunto al bivio Torri-Albisano salendo da Castion ho finalmente stabilito il percorso! Quindi, dopo la doverosa sosta in piazza Garibaldi ad Albisano, sono sceso a Torri e ho preso il traghetto per Maderno. Da lì ho pedalato fino a Gargnano e ho quindi imboccato la panoramicissima salita scoperta 3 anni fa grazie a bdc-forum. Che panorama fantastico e che giornatona ho imbroccato! Me ne sarei rimasto volentieri lì, in un alberghetto, ad attendere il tramonto e il cielo stellato sul lago, dimentico di tutto... quando potrò farlo??? Invece discesa, ritorno a Maderno e di nuovo traghetto per Torri, da dove sono ripartito per la stazione di Domegliara, non prima di aver stabilito qualche PR qua e là Tre anni fa, quando mi cimentai nella prima ascesa a Muslone, avevo appena iniziato a usare Strava. Oggi posso fare un confronto, e devo dire che il risultato è confortante: sui 4 km dalla Gardesana al paese ho impiegato oltre 2' in meno, ho espresso 10 watt in più con una VAM passata da 1000 a 1100 circa. Non dimentico certo che quello era il terrificante periodo della malattia di mio padre, ma il fatto di essere migliorato mi fa sentire soddisfatto!
Dal Mike per una pizza

Oggi ho finalmente tenuto fede a una promessa: andare a far visita all'amico Mike, che gestisce l'albergo ristorante "Al Pian" a Pian dei Pradi, sopra Trento, a quota 880... in bici, ovviamente! E con una piacevole compagnia, Cesare e Andreas, con i quali c'è una bella complicità. In meno di cento chilometri abbiamo raggiunto la piccola località sulla strada per il valico della Fricca salendo da Trento-Ponte Alto-Cognola-Civezzano e poi scendendo a Pergine e proseguendo per San Cristoforo-Calceranica. Da qui salita con battaglia totale :-D fino a Pian passando per Bosentino-Vattaro, poi pizza tutti insieme in allegria. Bello, bello! Bello anche accettare l'idea che quella tirata poteva bastare... e così, scesi a Trento attraverso Valsorda, siamo saltati su un treno e siamo rientrati nelle nostre lande. Un bel giro, devo dire che ultimamente ho alzato l'asticella del chilometraggio. Mi servirà durante le vacanze estive, quando andrò a mettere le ruote sulle strade di un certo Marco Pantani...

Mare 2018!

E anche quest'anno non mi sono fatto mancare (ma c'era bisogno di dirlo?) una vacanza sulla costa adriatica, chissà perché non lontano dalla Pano... In 20 giorni ho percorso 7 volte la Panoramica per intero e in altre 12 occasioni ho fatto almeno una puntatina a Casteldimezzo. Un pomeriggio da favola l'ho vissuto il 3 luglio, quando sono partito sotto il solleone, la pancia piena e le gambe ancora dure per lo sforzo del mattino, solo per andare a godermi la brezza al cartello. Me ne sono stato lì una mezz'ora, dimentico di tutto, con una serenità che niente e nessun altro mi potrebbe donare, mai: semplicemente fantastico. Vabbè, dai, diamo anche qualche numero: quasi 1200 km percorsi in 3 settimane, un KOM, un secondo e un nono posto assoluto (quest'ultimo su uno strappo che porta a Casteldimezzo). Roba non da poco per me, anche perché di pianura non ne faccio tanta! E soprattutto perché mi sono trovato spesso a pedalare con un sonno da paura... chissà che non possa godermi qualche giorno di vacanza senza pensieri, prima o poi...
Su e giù per la Gardena in MTB!

E anche quest'anno almeno un giro in MTB "serio" l'ho fatto! Grazie ancora una volta all'organizzazione di Claudio, che ha accolto Angelo, Roberto e me a Ortisei per scarrozzarci nei dintorni fino a chiudere un bell'anello di circa 50 km con un dislivello interessante. La prima salita, che ci ha portato all'Alpe di Siusi attraverso la stretta valle scavata dal rio Bulla, è stata un'esperienza... più che dura! Pendenze ardue, ghiaino infido in alcuni tratti, ma soprattutto gambe un po' rotte dal calcio della serata prima! Dopo l'Alpe di Siusi pranzo al rifugio Molignon e prosecuzione per il Saltria e il sentiero di Monte Pana, discesa a Selva e risalita alla chiesetta di San Giacomo. Il tutto non con la mia rigidissima MTB, che l'anno scorso deve aver patito le pene del'inferno, porella, bensì con una "front" (così si chiamano le mountain bike ammortizzate anteriormente) noleggiata sul posto, che nelle discese mi ha permesso di contenere il gap con gli altri scatenati. Confermo comunque che lo sterrato mi piace fino a un certo punto
Quando si viene sballottati qua e là e il fondo può riservare sgraditi tranelli mi diverto meno. Figuriamoci poi se sui sentieri ci trovi anche gli escursionisti... In ogni caso pedalare a traffico zero è sempre una benedizione!
Considerazioni su una caduta evitata!

L'altro giorno, dopo una salita fatta a buon ritmo, ho rischiato di cadere. Il classico momento di rilassamento che gioca brutti scherzi anche ai più esperti e che capita quando meno te l'aspetti. Volevo prendere la borraccia, ma una piccola e profonda buca nell'asfalto ha fatto sobbalzare la bici... per fortuna sono riuscito a riafferrare il manubrio, c'è mancato davvero poco. Stavo percorrendo un tratto in ripida discesa e sarei caduto in avanti, la velocità era ridotta ma le dita mi sarebbero potute finire tra i raggi o magari avrei sbattuto la faccia sull'asfalto. Ebbene, a pericolo scampato la prima considerazione è stata quella più naturale: la bici mi ha dato tanto, tantissimo, e mai NULLA di male che potesse accadermi riuscirebbe non dico ad abbattere, ma nemmeno a scalfire la montagna colossale di gioia, di compagnia, di conforto e allegria che mi ha dato in tutti questi anni. Anche nel peggiore dei casi mi resterebbe un bagaglio IMMENSO di momenti fantastici che ricorderei con una nostalgia lancinante, ma con la stupenda consapevolezza di averli vissuti. E se a 50 anni passati sono ancora qui a sognare e sperare come un ragazzino lo devo a lei e solamente a lei, meravigliosa compagna di una vita.

Ogni tanto bisogna anche VIVERE

Questo è il titolo che ho dato su Strava alla pedalata odierna sul Garda dopo l'assenza estiva, che sarebbe stato meglio prolungare ancora un po' considerato il traffico che ho trovato sulla Gardesana ;-( In ogni caso il giro ha avuto un suo perché Sceso dal treno a Rovereto, ho costeggiato il lago sulla sponda trentino-veronese fin quasi a Pai, da dove sono poi salito a Sommavilla e ho proseguito per Castello lungo quella che potrebbe benissimo essere definita una bellissima "piccola Panoramica". Non ancora sazio di panorami (ma quando mai?), sono tornato sul lungolago e poco prima di Torri sono andato alla scoperta della breve ma suggestiva ascesa che porta al minuscolo borgo di Crero, che già avevo raggiunto in febbraio (vedi post del 4/2) durante un'escursione a piedi. Dopo una rigenerante sosta al sole nei pressi della chiesetta di San Siro, mi sono concesso anche un bel piatto di tortelli alla zucca alla trattoria del borgo con una strepitosa vista lago. Pensavo fosse finita qua, invece una volta a Torri ho trovato voglia e tempo (l'appuntamento con il treno era a Domegliara alle 14:06) di salire ad Albisano e poi al successivo bivio per Castion... e pensare che alla mattina ero partito stanco per la solita notte passata male! Incredibile: a fine giornata, dopo circa 120 km di bici, ero più fresco che alla partenza! Quando ci si diverte... peccato che ci si diverta (e si VIVA) sempre troppo poco!
La compagna di una vita

Quanto è bella questa foto... io, poco più di 3 anni, in posa con una bicicletta. Un auspicio che fortunatamente si è realizzato, un amore iniziato una vita fa e che prosegue e proseguirà unico, inimitabile, inarrivabile. Lei al centro di tutti i momenti più belli, spesso insieme a mio padre, che mi manca un mondo. Un motivo, uno dei pochi, per andare avanti, pur a a tentoni, in un magma indefinibile. Semplicemente la compagna della mia vita.
Una giornata diversa

Ogni tanto ci vuole anche una giornata fuori dagli schemi, senza "tirate di collo" e furtive occhiate al ciclocomputer, con una buona compagnia che rende tutto ancora più godibile. L'occasione ce l'ha fornita l'amico Claus, che ha rispolverato la sua iniziativa denominata "Tour de strudel", in cui ciclismo e gola formano un curioso connubio: si pedala fino a qualche Gasthaus in montagna con l'intento di fare una bella scorpacciata del tipico dolce sudtirolese! Protagonisti della giornata quattro "strudelari" tra cui io e il già citato Claus, Andrea e l'immancabile Paolo, un fedelissimo del trofeo Bonatti. Siamo così riusciti a portare a termine il giro che, alcuni anni fa, un temporale e il conseguente stop del DS Carlo ci aveva negato. Dalla strada per San Genesio siamo saliti a Cologna e da lì abbiamo raggiunto con una lunga salita il verdissimo e panoramico altipiano del Salto e la sua stupenda strada bianca, fattibilissima anche in bici da corsa. Tra noi e l'agognato strudel mancava solo la rampa del Gasthaus Lanzenschuster... ma alla fine ce l'abbiamo fatta!
Alla prossima primavera!

Ecco un giro che mi ha messo un pochino in difficoltà: probabilmente non era la giornata giusta e/o forse ho sottovalutato qualche aspetto. Il programma è stato rispettato, ma con qualche patema di troppo! Sceso dal treno a Rovereto, ho fatto la classica puntatina tra Torbole e Riva e ho poi imboccato la salita per il passo del Ballino con il fermo intento di migliorare i tempi stabiliti il 20 aprile con l'ibrida. Tutto OK fino al lago di Tenno (per quanto riguarda il riscontro cronometrico), poi, complice forse anche il vento contrario, sono salito sotto le aspettative. Scendendo a Fiavé ho preso una discreta razione di freddo, e la successiva discesa da Ponte Arche a Sarche mi ha riservato qualche altro tratto freschino. La risalita verso Terlago è stata poco gradevole: fino a Vezzano non c'è (o non ho trovato) la ciclabile, e costeggiare il lago di Toblino su una stradaccia molto trafficata è stata un'esperienza da dimenticare. A Vezzano ho trovato poi una ciclabile non all'altezza: per avanzare di un km ne fai due, per guadagnare 50 metri di altitudine ne fai 100 di su e giù! Anche pranzare all'aperto, nonostante il sole, non è stata una grande idea, vista anche la poco digeribilità degli strozzapreti al burro!. Giunto ai laghi di Terlago con poca voglia di scavalcare mezzo Bondone, ho accarezzato l'idea di scendere da Cadine (complice anche un segnale stradale mal posizionato) attraverso il temibile Bus de Vela, ma sono poi (per fortuna) tornato sui miei passi e con un'accorta gestione delle (poche) forze rimaste ho scollinato ai 1000 metri di quota di Candriai per scendere finalmente alla stazione di Trento. 96 km che mi sono sembrati molto di più... ma forse non è più stagione ormai! Alla prossima primavera per il bici+treno! Forse...
Nuove suggestioni sulla Pano!

Questa volta mi dico "BRAVISSIMO!" per aver saputo cogliere al volo un'occasione di platino! Sono bastati pochi attimi per organizzare il viaggio: in treno fino a Pesaro, con una bici a noleggio fino a Fiorenzuola (non prima, ovviamente, di aver fatto uno, due, tre salti a Casteldimezzo!) poi un'interessante conferenza sulle falesie del San Bartolo e infine un'inedita pedalata Fiorenzuola-Pesaro alla luce della luna e al cospetto del mare!!! Tutto da sogno, come sempre: l'arrivo a Pesaro con quell'atmosfera rilassata delle città di mare, il ritiro della compagna a pedali e le tre ore di spensierata beatitudine sulla Pano fino all'adorato Casteldimezzo, senza fretta, con tante foto e altrettanti sospiri nei punti panoramici che ben conosco Poi il cambio indumenti e la stretta di mano alla dr.ssa Bedosti, la sua esposizione e quella altrettanto interessante del geologo Stefano De Angelis, nonché gli aneddoti di un pubblico il cui amore per il San Bartolo traspariva da ogni parola. Potevo ancora chiedere qualcosa da quella giornata così densa di emozioni? Ebbene sì: il rientro a Pesaro alla luce della luna e dell'amico faro di Santa Marina, un'esperienza che non dimenticherò. Infine, il giorno dopo, a guardare il mare dagli scogli di Pesaro e chiedermi quando (e se...) quei momenti saranno il mio pane quotidiano...
Sono un privilegiato

Caro diario, certe volte mi sento un privilegiato. Faccio una vita da schiavo, come mille altri idioti come me, una vita dove il lavoro occupa ben oltre i 2/3 del mio tempo attivo, il pensiero è sempre fisso sui soldi e le preoccupazioni per un futuro sempre più nebuloso rendono gran parte dei giorni indegni di essere vissuti... un vero e proprio affronto a chi non ha la salute e pagherebbe qualunque cifra per godersi tutto ciò che noi buttiamo quotidianamente nel cesso. Eppure mi basta una bici, una QUALUNQUE bici, un'ora di tregua lontano da tutti e rinasco... torno ragazzo, quando partivo all'avventura contando solo sulle mie gambe e sul mio coraggio. E allora tutta la merda di questo mondo sparisce, almeno per un po', e mi ritrovo a canticchiare incurante del buio e del freddo, a pensare a quanto mi sono divertito con mio padre, il più grande amico che abbia mai avuto, alle passate sfide in salita con gli amici, alle "bastonate" che prendevo da mio fratello dalle quali ogni volta uscivo più forte e determinato, e a sperare che un giorno tutto questo possa tornare, per quanto possibile, come un tempo. Con la forza che mi dà quel curioso aggeggio fatto di ruote e pedali non è detto che non possa succedere. Chissà...

Si torna a Bolzano!

E dopo quasi 14 anni di ciclopendolarismo senza compromessi, da domani si torna a vivere a Bolzano per questioni famigliari. Niente più pedalate in bici sotto la pioggia, la neve o il solleone, con il vento, a -15 o +40. O perlomeno, da ora in poi non ci sarò più costretto. Se lo farò, sarà per puro piacere Un po' comunque mi dispiace, si chiude senza dubbio un'epoca per me, e non è solo un modo di dire. Mi mancherà un mondo scendere la mattina lungo la ciclabile sotto la neve, e vedere poco più in là una marea di disperati in coda nel loro trabiccolo di latta, con nessuna speranza di entrare in città a un orario ragionevole. Mi mancherà il "dover" prendere la bici dopo estenuanti quanto insulse giornate trascorse in ufficio, e pedalare quell'ora e mezza che mi concedeva una piccola, quotidiana rivincita su tutto e tutti. Non mi mancherà invece scendere in inverno sotto la pioggia e avere poi gli abiti da asciugare, di nascosto, nel bagno dell'ufficio, oppure bardarmi la mattina come un palombaro per 10 km più che altro in discesa. Ma il bilancio, quando si tratta di bici, non può che essere in attivo. Sta a me, ora, reinventarmi e fare di necessità virtù. Ancora una volta: si tratta di bici, e quindi ci riuscirò!

Incipit vita (quasi) nova!

Dicevo nel precedente post: si tratta di reinventarmi. Beh, invece di scoprire l'acqua calda ho pensato bene di... tornare agli albori quando, giovinotto, l'inverno era periodo di piccole grandi imprese. E così oggi, saltato sull'ibrida, ho scalato il Colle fino a quota 1200 per poi ridiscendere lungo il versante opposto, proprio come facevo una volta. In cima nevicava, sia pur leggermente, e il vento ha reso la discesa non particolarmente piacevole. Ecco, il fatto di abitare a Bolzano mi permetterà di pianificare più agevolmente queste piccole avventure. Fino a 10 giorni fa l'idea di dover tornare poi ad Appiano mi avrebbe tolto la voglia (più che altro perché si sarebbe trattato di percorrere il tratto BZ-Appiano, che mi viene fuori dalle orecchie!) e mi sarei accontentato della solita Mendola. Un punto a favore

Mendola di Natale 2018

L'edizione 2018 della Mendola di Natale è stata senza dubbio la più sofferta di tutte quelle disputate finora, decisa all'ultimo minuto, quando ormai sembrava si dovesse tornare tutti a casa. Al ritrovo del Maxi Mode, alle 9, pioveva, e anche bene... poi un'improvviso miglioramento e la decisione: SI VA! Il bello è che non appena i quattro temerari (Andrea, Sepp, Stefano e il sottoscritto) che hanno avuto il coraggio di presentarsi al ritrovo sono giunti al passo è scoppiata una bufera di neve: l'abbiamo scampata bella! Il tempo della premiazione e il sole ha fatto nuovamente capolino, quasi che qualcuno, da lassù, avesse messo una buona parola per noi Visto il meteo e il ristretto numero di partenti non è stata certo un'edizione particolarmente combattuta. Sotto lo sguardo vigile dei due DS di giornata, Giovanni e Andreas, siamo giunti al passo a ritmo moderato, anche se io in cima ho tentato la classica fuga del fagiano :-P che, come spesso accade, ha avuto come unico risultato quallo di far "saltare" me! Ma va benissimo così: considerata la pioggia di un paio d'ore prima, giungere in cima è stato un vero miracolo!
2019
10 km di felicità

Che robe, ragazzi! Come riesco a tirare le occasioni fuori dal cilindro io credo ne esistano pochi altri. Questa volta l'impegno era portare mia figlia a San Bonifacio (VR) per un corso di ginnastica. Avevo 8 ore da riempire nell'attesa che il corso finisse... "che fare?", era la domanda che mi ero posto nei giorni precedenti. Le idee ovviamente non mi mancavano: a due passi ci sono i Lessini, a qualche passo in più il Garda, ma erano tutte opzioni che implicavano l'utilizzo dell'odiata automobile. Perché, mi sono detto, non mettere in piedi un bici+treno da San Bonifacio? Detto, fatto: e dove potevo andare, se non al mare??? :-D Così, una volta raggiunta Venezia in treno e superato il caos del centro in vaporetto, sono sbarcato al Lido, sono saltato in sella alla prima bici rimediata in un negozietto e sono andato a guardare il mare dai Murazzi, un'antica opera di contenimento delle maree che comprende anche un camminamento con vista sull'Adriatico. Dieci, solamente dieci chilometri (il tempo a disposizione era risicatissimo purtroppo!) ma che mi hanno regalato una gioia enorme, di quelle che solo la vista del mare sa darmi. Nella foto il "bolide" monorapporto che mi ha portato ai Murazzi; ci ho fatto anche un bel volo, causa probabilmente la dose di adrenalina in corpo :-P
In stand-by... o poco più

Caro diario, starai pensando che ti trascuro... beh, da quando non faccio più il ciclopendolare le occasioni per pedalare e vivere qualche stramba avventura si sono inevitabilmente un po' diradate, ma di buono c'è che quando salgo in bici ci passo un po' più di tempo. Lo sai che non sono un randonneur e che dopo un paio d'ore, possibilmente con una bella salita, io sono già "sazio" (come diceva un vecchio amico...), ma questo inverno qualche piccola soddisfazione me la sono presa giungendo con la nuova bici ibrida) un po' ovunque nei dintorni, dal Renon alla Mendola, dal Colle a Meltina e San Genesio. La "frenesia della vita moderna" (vomito assoluto) mi impone sempre più spesso giri dove cerco più il relax che la prestazione, senza tanti sguardi al cronometro. Vabbè, per ora avanti così, quasi in stand-by, nell'attesa (forse vana, ma non è detto) che tanti miei sogni si possano prima o poi realizzare. E in tutti questi sogni la bici (e Casteldimezzo!) sono ingredienti fondamentali.
Panoramica di Malcesine toccata e fuga!

Ecco realizzata un'altra piccola impresa: il Garda in bici+treno in un pomeriggio! Ora che abito a Bolzano è tutto più semplice, trovandosi la stazione a poche pedalate da casa! Nell'arco di un pomeriggio (5 ore circa) sono riuscito a raggiungere Rovereto in treno, pedalare fino a Malcesine, gustarmi il panorama dalla sommità della Panoramica che sale dal paese, rientrare a Rovereto dopo 72 km con sosta caffè e chiacchierata con Andreas a Torbole e rientrare a casa addirittura in anticipo rispetto a una normale giornata di lavoro! Tutto è possibile, una volta che si impara ad organizzarsi
Ma cosa ho combinato!!!


L'avevo intuito subito, ormai molti anni fa, che in bici+treno ne avrei fatta di strada! In questa occasione parliamo di oltre 1000 km in tre giorni, ben 8 cambi di treno e tre giorni di belle pedalate... tutte, ovviamente, vista mare! L'avventura è iniziata domenica 14 aprile alla stazione di Riccione dopo un viaggio, bici al seguito, tutto sommato confortevole con cambi a Verona e Bologna. La prima destinazione non poteva che essere la Panoramica :-D con sosta... vabbè, dai, serve dirlo? A Casteldimezzo! Nella prima giornata ho ricalcato il percorso di un anno fa, con arrivo e pernotto a Fano dopo 52 km abbastanza difficili per il tempo brutto e il forte vento contrario, su una bici inevitabilmente appesantita da borsa e bauletto in cui avevo sistemato il necessario per il viaggio. Il giorno successivo mi sono lanciato verso nuovi orizzonti: due treni, con cambio ad Ancona, mi hanno accompagnato a Porto Recanati, e dopo la sistemazione in camera e un boccone al volo sono saltato in sella per una meravigliosa pedalata sul Conero, un posto magico, un mare bellissimo sormontato da una montagna bianchissima e possente in cima alla quale, viste le pendenze, ho dovuto faticare non poco per arrivare! Che spettacolo la vista dal Belvedere e quanto blu tutto attorno, quanta serenità! Poi, il giorno dopo, prima del mesto rientro verso casa, discesa dal treno a Pesaro e altro passaggio sulla Panoramica per l'ennesimo saluto a Fiorenzuola, a Casteldimezzo, al Tetto del Mondo per fare provvista di aria buona prima di immergermi, ancora una volta, nel fetore della non-vita... per quanto ancora? PS: link a questa avventura.
Bici+pallone, la nuova frontiera...?

Ciclisticamente penalizzato da una primavera instabile e fin troppo fresca, nei week end di questo inizio 2019 ho dovuto più volte ricorrere a una delle mie più recenti ideone (ideone, vabbè...) per tenermi in forma: il bici+pallone! In sostanza si tratta di partire in MTB, pallone nello zaino, verso qualche campetto dove poter allenare tiro e corsa. Generalmente la meta è l'Oltradige (spesso Caldaro), ma è capitato anche che arrivato fino al Seit, a metà salita del Colle. L'attività mi piace assai perché concilia due grandi passioni e mi fa tornare a casa appagato, dopo un po' di tempo trascorso in pace, con il rumore della pioggia come unica compagnia.
Garda sul filo di lana!

Ribadisco: questa primavera instabile è venuta a scompigliare non poco i miei programmi. Sono saltati alcuni appuntamenti in bici+treno con il Garda e i Lessini e il caldo è scoppiato solo in questi ultimi giorni, lasciandomi spazio per una scappata al lago prima che inizi il caos estivo... i cui segnali, a dire la verità, erano già ben presenti lungo la Gardesana. Una 90ina i km percorsi partendo da Domegliara con i passaggi a Cavaion, Lazise, Bardolino, Garda, Marniga, Albisano, San Zeno di Montagna, Lumini, Brenzone, Malcesine, Torbole, Nago, Mori e Rovereto. Che brutte le località sulla riva del Benaco invase da germanici panzuti e stravaccati ovunque, che triste non trovare una fontana, non poter mangiare un panino per la calca, non potersi godere la vista del lago in santa pace. Se ne riparlerà a ottobre...
Il dislivello dello Stelvio fatto con l'ibrida!

È un periodo di prestazioni non eccelse, il piatto di Strava piange (nel senso che i KOM conquistati negli anni scorsi evaporano a uno a uno, e di nuovi ne arrivano pochi), ma tutto sommato non mi lamento perché sto portando a termine percorsi a cui pensavo da anni. È il caso di oggi: oltre 80 km e uno Stelvio di dislivello coperto in gran parte su sterrato... non male, dai! Partito con la bici ibrida da Bolzano, a Ora ho imboccato la ciclabile del passo San Lugano fino a Fontanefredde, da dove sono salito ai 1500 metri di Redagno (che nostalgia: 10 anni fa questa piccola località aveva accolto una delle più belle prove del trofeo Bonatti). Da lì una forestale sale con buona pendenza raggiungendo il passo Oclini, quasi 2000 metri di quota. Considerato che per diversi anni la Mendola o il Colle erano le salite più lunghe sulle quali mi cimentavo, direi che posso dirmi soddisfatto
Da Carletto, alberello del DS

L'amico Claus ha trovato un modo molto simpatico per ricordare il nostro caro DS: poco dopo che Carlo ci aveva lasciato, ha piantato in suo ricordo un alberello poco oltre la minuscola frazione di Sirmiano di sopra. Da allora il piccolo abete, soprannominato Carletto, è diventato meta del curioso pellegrinaggio ciclistico di chi conosceva il DS e il trofeo Bonatti. Era da tempo che si pensava di salire in gruppo ai quasi 1000 metri di quota, appena dopo la fine della strada asfaltata che sale da Nalles, per rendere omaggio a Carletto. Come accade spesso in questi ultimi anni, l'organizzazione non è andata alla grande: solo tre partecipanti, ma il divertimento è stato come al solito assicurato! Carletto sta bene, è cresciuto e, pur circondato da erbe e cespugli di vario tipo, promette di diventare un maestoso abete
Lontan dal traffico... lontan dalle rotture!

Mi si permetterà la storpiatura del famoso proverbio per descrivere lo spirito con cui sto affrontando questo periodo estivo di auto e moto rombanti: basta scegliere un percorso poco o per nulla trafficato e la pedalata è più divertente! Come scrivevo mesi fa, il fatto di avere preso residenza a Bolzano mi ha aperto nuovi orizzonti, come per esempio quello di cimentarmi sulla tostissima Laives-Nova Ponente senza avere il cruccio di dover rientrare poi ad Appiano sulla noiosissima (per me che l'ho fatta migliaia di volte!) ciclabile dell'Oltradige. E difatti, dopo la dura ascesa con il gran caldo che mi ha letteralmente prosciugato, è bastato imboccare la val d'Ega e percorrere la discesa che finisce (quasi) davanti a casa: che comodità! Dicevo che la salita è tosta, tostissima: 10 km che partono asfaltati e abbastanza impegnativi e finiscono su sterrato con pendenze ben oltre il 20%! Ho sperato di poter arrivare fino in cima senza scendere, ma mi sono dovuto arrendere quando ciottoli e ghiaia hanno reso troppo scivoloso il fondo per la mia ibrida. Ci vuole una MTB con pneumatici adatti e rapporti molto leggeri. Prima o poi tornerò a prendermi la rivincita e tentare di migliorare il 9o posto su Strava

Bilancio del mare 2019

Quest'anno, per vari motivi, niente vacanza sulla costa romagnola, il che vuol dire niente Panoramica e niente Casteldimezzo Comunque, a parte il fatto che ho già un progettino per l'autunno, il luogo dove ho potuto posare le ruote della mia vecchissima ma ancora funzionante MTB non era certo malaccio: si tratta della riviera del Cavallino, da dove parte la bellissima ciclabile che, a fine settembre 2017, da Treviso mi accompagnò lungo il Sile fino a Jesolo. Ma Cavallino offre altre bellezze per il ciclista: per esempio la laguna di Lio Piccolo, con la stradina che la percorre quasi sospesa sull'acqua e una serie di ciclabili e strade secondarie sufficienti a riempire 14 giorni di bici. Eh già, perché quest'anno non ho fatto un solo giorno di riposo: solo una mattina ho sostituito il giro in bici con un corsa, ma riposo mai! Mi viene da sorridere se penso che una decina d'anni fa, quando trascorrevo un mese di ferie a Misano con le bimbe piccole, mi preoccupavo di fare un giorno di sosta ogni 5-6 uscite e i chilometraggi di allora erano ben inferiori di quelli che quest'anno ho coperto in MTB: una media di 60 km al giorno, con punte di 80! Il bilancio, si diceva: non malaccio, dai. Un KOM a Lio Piccolo, sul classico giro nella laguna (questa volta in senso orario) che è ormai diventato un appuntamento fisso, un sesto posto nell'altro verso, un nono, un bruciantissimo 11esimo a Lio Grande (me l'ero studiato, ma il vento mi ha tirato un brutto scherzetto!) e un 12esimo nell'altra direzione. Va bene così.
Il Bondone Green Day

Finalmente quest'anno trovo il modo di scalare il Bondone in modo green... ma non potevo fare altrimenti, visto che la giornata era dedicata proprio alla mobilità alternativa! E così eccomi su una montagna che anni addietro ha rappresentato più volte un duro banco di prova per il Trofeo Bonatti. Quei 120 km di piattume, tra andata e ritorno, posti tra casa e l'attacco della salita hanno sempre rappresentato per me un ostacolo, più per pigrizia mentale che altro. L'idea di passare almeno 4 ore a pedalare in pianura proprio non mi andava, ma ancora meno mi andava la prospettiva di dover usare la macchina, giammai! Mi è venuto in aiuto l'amico treno, del quale ho approfittato per arrivare a Trento fresco e pimpante :-D Da lì salita al Bondone, con un riscontro cronometrico (dal bivio di Montevideo) non troppo lontano da quello dei tempi d'oro del trofeo: 1h28 contro 1h14. Beh, si può fare certo meglio, ma non dimentichiamo che alle prove del trofeo non si scherzava! Se torno ancora indietro, ai tempi in cui scalavo quella montagna con i cicloamatori, sotto lo sguardo attento del papà DS, mi sovviene un 1h07... gli anni purtroppo passano per tutti! Il ritorno in compagnia con Andrea, Vladimir e Remo quasi non l'ho sentito: quando si pedala chiacchierando e ci si ferma a metà strada per un bel panino (molto bello il bicigrill Bike Break Faedo) tutto è molto più semplice!

Una sgambatina a Punta Larici

Incredibile: come sempre basta cambiare orizzonti e i km scorrono via che è un piacere E se la mèta è la strada del Ponale (raggiunta, non servirebbe neanche dirlo, in bici+treno) tutto diventa ancora più facile! Risultato: gli oltre 70 km coperti con la bici ibrida, con le dure rampe che portano a Punta Larici, li ho sentiti appena :-D Unico appunto: da Pregasina in poi ci vorrebbe la MTB! Anche perché da Punta Larici si potrebbe andare ben oltre: Malga Palaer e poi tutto l'altipiano di Tremalzo. Verrà il giorno in cui potrò gustarmi questi giri a cuor leggero, concedendomi una notte in albergo al rifugio Garda o sul lago di Ledro! Verrà? Mah... speriamo!
Ogni volta rinasco

Sulla "Pano" rinasco per l'ennesima volta. In questa occasione devo ringraziare il buon Sté, che ha la casa a Misano e che con l'amico Ivano aveva progettato una scappata in zona per il gran premio motociclistico. Il sabato, subito dopo l'arrivo, il primo pensiero è stato procurarmi una bici a noleggio. Impresa più difficile del previsto, ma alla fine ne ho trovato un modello da donna, carina, con un buon cambio... e un'ora dopo ero già a Casteldimezzo! Ma il clou è stato il giorno dopo, quando ho avuto la fortuna di trovarmi nel bel mezzo di una cicloturistica sulla Panoramica e ho avuto l'ennesima prova della simpatia e della giovialità romagnola: in un attimo ho iniziato a chiacchierare con personaggi di ogni genere, tra cui ricorderò un anziano secco come un chiodo che mi ha parlato delle ripetute fatte il giorno prima su per Gemmano... che bello sentir parlare di salite che ho nel cuore ormai da una vita! Il regalo più bello me l'ha fatto un tizio che, affiancandomi, mi ha ripreso con il cellulare facendomi mille complimenti per come salivo con una bici da donna; poche ore dopo scoprirò che quel filmato era stato proiettato in spiaggia, durante il resoconto della manifestazione. Che dire... un bellissimo lampo di luce in un periodo nero come la pece, due giorni di VITA come la vorrei io, dove tutto passa in secondo piano, i pensieri, le paure, i bisogni che nella vita di tutti i giorni sembrano primari e irrinunciabili e che in quei momenti ritornano invece alla loro vera dimensione, talmente insignificanti da sparire nel nulla. È così, ancora una volta sulla Pano sono rinato!
Garda ottobrino

Tre volte sul Garda in un anno per me penso sia il minimo dei minimi ;-( In così poche occasioni non riesco certo a coprire tutto il territorio che circonda il lago, anzi il rischio concreto è che, visto l'enorme intervallo di tempo (anni!) tra un passaggio e l'altro in una certa località, mi dimentichi le esperienze passate e ci ritorni da novellino dovendo reimparare tutto: che tristezza! Vabbè, oggi non è andata malaccio: 92 km con partenza dalla stazione di Domegliara (il bici+treno è ormai una religione!) e arrivo a quella di Rovereto dopo i passaggi ad Affi, Caprino, Lumini, valico dello Sceriffo, San Zeno (dove ho dato un'occhiata a qualche albergo, non si sa mai che prima o poi riesca a realizzare il sogno di una notte sul lago), discesa a Castelletto, lungolago fino a Malcesine, Panoramica (con record su Strava, così come sulla Caprino-Lumini) e classico scollinamento (un po' cotto, ma temevo peggio) al passo San Giovanni. Finalmente, ad ottobre inoltrato, ho trovato il Garda relativamente tranquillo, senza tanto traffico. Scotto da pagare è stato il meteo non certo favorevole ai bei panorami... ma di questi tempi, purtroppo, bisogna sapersi accontentare.
Ogni volta un respiro

Ogni volta sulla Pano è una boccata di ossigeno per poi tornare in apnea, ma il fiato è sempre più corto, e così dopo poco più di un mese rieccomi al cartello! Classica toccata e fuga con il treno per Pesaro e una due ruote qualunque presa a noleggio, l'importante è che mi porti a Casteldimezzo. E mi ci ha portato, ma sarebbe meglio dire che ce l'ho portata io, vista la... scarsa qualità del mezzo che mi hanno affibbiato! In ogni caso in un pomeriggio sia riuscito a coprire l'intera Panoramica, andata e ritorno, e c'è scappato anche un passaggio a Gradara, per un totale di 61 km. Al rientro un intoppo: all'altezza del camping di Santa Marina è saltato un raggio, uno dei tanti vecchi e arrugginiti, e ho rischiato di farmi gli ultimi 10 km a piedi. Ma, tutto sommato, anche se fosse andata così non mi sarei scomposto più di tanto, considerato dove mi trovavo
Ciclotraghettando in laguna!

Quello del 9-10 novembre 2019 (con appendice il giorno 11) è stato un week end dedicato all'esplorazione in bici, sul traghetto, con il vaporetto e infine di corsa della parte meridionale della laguna di Venezia, quella che ancora mi mancava dopo aver pedalato più volte nella parte nord. Sabato 9, dopo aver assistito ad una conferenza di astronomia nella grandiosa Aula Magna Silvio Trentin dell'Università Ca' Foscari di Venezia, mi sono diretto all'isola del Lido per una due giorni fatta solamente di mare e bici... già il giorno dell'arrivo sono riuscito, nonostante fosse pomeriggio inoltrato, a saltare in sella ad una bici a noleggio rimediata in loco (mamma mia che catorcio...) e fare il periplo dell'isola, rientrando alla luce di un pittoresco tramonto. Ma il piatto forte è giunto il giorno dopo, quando tra pedali, traghetto e vaporetto ho attraversato due isole (Lido e Pellestrina) e due bracci di mare giungendo fino a Chioggia. Qui, rivedendo le calli in cui bazzicavo un mese all'anno da bambino, l'emozione è stata grande, ma grande! Non mi sono fatto mancare inoltre una visita alla grande spiaggia di Sottomarina (dove facevo il bagno quasi 40 anni fa!) e, sulla via del ritorno, un salto alla riserva naturale di Ca' Roman, sull'isola di Pellestrina. Per concludere in bellezza, il giorno dopo 10 km di corsa sotto la pioggia fino al faro di San Nicolò, con il mare che già montava e che avrebbe poi causato un disastro a Venezia. L'esperienza di correre su una diga che taglia in due il mare è qualcosa che vorrei ripetere non dico tutti i giorni... ma due o tre volte al giorno!!!
Si torna a pedalare al buio!

No, non è saltata la luce Semplicemente sono tornato alla vecchia abitudine, che quando abitavo ad Appiano era praticamente un obbligo, di pedalare al buio nel periodo in cui vige l'ora solare. Non potevano più bastare le due risicate uscite infrasettimanali in pausa pranzo dello scorso inverno, anche perché quel trend nel 2018 l'avevo inaugurato solo a fine novembre, al momento del trasloco. Quest'anno invece si profilavano quattro mesi a regime ridotto, e francamente la prospettiva non mi piaceva per nulla. Così ho rispolverato luci, gilet fosforescente e altri ammennicoli e almeno una volta alla settimana salto in sella con l'imbrunire. Non sarà il massimo della vita, ma il minimo è sicuramente quello di poltrire davanti a un computer...

Mendola di Natale 2019!

Quella del 2019 è stata una Mendola di Natale che al DS Carlo sarebbe piaciuta assai. Tanti vecchi amici, alcuni volti nuovi, molti sorrisi e anche una TV locale a riprenderci per raccontare della nostra iniziativa! Non sono mancati nemmeno i classici inconvenienti del Trofeo Bonatti, tra cui l'ormai tradizionale abbandono di uno dei partecipanti al ritrovo! ;-( Edizione da record, anche grazie al tempo mite di questo scorcio d'inverno: ben sedici pedalatori più accompagnatore al seguito! Già dopo poche centinaia di metri era chiaro come si sarebbe svolta questa edizione: un nutrito gruppo a salire con andatura regolare e un drappello di matti a spingere sui pedali come se fosse una gara. Quest'anno ho potuto gustarmi qualche momento di gloria grazie ad un paio di bruschi allunghi che mi hanno permesso di rimanere tutto solo in fuga, anche se per poche centinaia di metri. è già qualcosa, dato che ero uno dei pochi in MTB e che la concorrenza era davvero troppo forte: Andrea, Michele, Marwin e Marco hanno ricucito gli strappi senza tanta difficoltà :-/ Vabbè, al passo poi ci siamo arrivati tutti, chi prima e chi dopo, e la premiazione quest'anno mi sembra sia andata meglio del solito. Una bella trovata, degna del DS, è stata quella di distinguere il "primo classificato" dal "primo arrivato", premio quest'ultimo che è andato al piccolo Lorenzo, figlio di Stefano, tra i primi (forse il primo) ad aver posato il piede sul passo Il DS sarebbe stato orgoglioso di questa mia trovata, ne sono sicuro!
2020
Bei tempi...

Voglio ricordarti così, caro papà, proprio come appari in questa foto: sempre al mio fianco, attento e premuroso, anche quando si trattava di bici, a condividere mille avventure sui pedali. E sai una cosa? Voglio ricordarmi anch'io com'ero allora, massiccio e incazzato a battagliare tra i dilettanti, e non il FANTASMA che sono adesso, buono solo a portare a casa uno stipendio per tirare avanti un mese in più. Non ti preoccupare, caro papà: quella fiammella che avevo negli occhi arde ancora, non si è mai spenta, NESSUNO è mai riuscito a farlo. E chissà che un giorno non possa riprendere a brillare forte, fortissima, anche in tuo ricordo.
Febbraio in bici+treno!

Complice un inverno molto mite, quest'anno ho inaugurato la stagione delle escursioni bici+treno presto e bene, con un percorso per me inedito. Dopo pranzo sono partito seguendo la ciclabile fino a Mezzolombardo, poi la salita per Spormaggiore, Cavedago e infine Andalo, con scollinamento a quota 1150 tra la neve (beh, dopotutto è inizio febbraio!) ma con una temperatura accettabilissima. L'anello si è chiuso poi con la discesa a Mezzolombardo dal versante di Fai della Paganella. A Mezzocorona ho vinto la tentazione del ritorno in bici (sarei arrivato a casa piuttosto tardi, oltretutto al buio!) e ho preso un treno per Bolzano... avevo già superato gli 80 km con oltre 1200 metri di dislivello, direi che come esordio può andare Ora speriamo di poter realizzare almeno alcuni dei sogni che cullo da tempo: una pedalata in Liguria, un ritorno sui Lessini, tanti giri al Garda e, ovviamente, millemila chilometri sulla Panoramica!

Partire per non ritornare...

Altro bici+treno in giornata, con partenza alle 7:12 e rientro a casa poco prima delle 22, approfittando di questo febbraio che sembra aprile. Come sempre indescrivibile la gioia quando, in vista di Rimini, allungo il collo per scorgere dal finestrino l'azzurro del mare e laggiù, all'orizzonte, la sagoma del San Bartolo! Giunto a Pesaro, in pochi minuti ero già a Pesaro Bici, dove sto diventando un cliente abituale a ritirare una MTB rosso fiammante davvero niente male, con la quale ho potuto scorrazzare su e giù per la Pano, anche per sterrati. Poi l'arrivo a Casteldimezzo dicendomi che sì, esiste davvero, non è solo un bel sogno, ho dato un senso a tre mesi di un terrificante nulla godendo ancora una volta di questa meraviglia! Ma io vorrei partire per non ritornare...
Il ciclismo ai tempi del Coronavirus

Sono tempi duri, ragazzi Con la diffusione anche in Italia del virus cinese le possibilità di attività all'aria aperta si sono via via ridotte fino all'interdizione quasi totale all'inizio di marzo. Disinformazione a parte, che trasforma in leggi e regolamenti dei semplici hashtag rimbalzati sui social, non sarebbe per niente piacevole uscire in bici tra gli sguardi spauriti e rabbiosi di cittadini costretti in casa (ma liberi di far circolare il virus nei supermercati, che tristezza!) e subire le reprimende di forze dell'ordine che devono barcamenarsi tra decreti ministeriali, circolari esplicative e provvedimenti a livello locale. Così, per evitare problemi, mi sono messo in "quarantena ciclistica" anch'io, sulla bike e sul tapis roulant di cui dispone la palestra condominiale, nonché sullo spinning di casa. Per rendere questo periodo il meno noioso possibile, prendendo spunto da un amico di Strava, ho pensato di sfruttare le potenzialità della bike in palestra, in grado di misurare abbastanza precisamente il lavoro profuso in watt. Così ho preso alcuni dei più bei giri fatti da quando ho iniziato ad usare Strava e li ho "tradotti" su carta, suddividendo i vari tratti a seconda del livello di difficoltà. Ne è venuta fuori una cosa neanche così male, stimolante a sufficienza per farmi stare in sella anche 50 e più km. E dove mai avrebbe potuto svolgersi il primo di questi giri virtuali? Ma sulla Panoramica, ovviamente! Vabbè, dai, per qualche settimana cercherò di sopravvivere chiudendo gli occhi e sognando il blu di Casteldimezzo, la vista dal Conero, le picchiate sul mare dell'Elba e via discorrendo... sperando che questo strano incubo finisca presto...
Fuori dal lockdown

Caro diario, uscito dal lockdown causato dal Coronavirus, ho finalmente ripreso a pedalare all'aperto. Non che ambissi chissà quanto a rivedere posti che mi uscivano dalle orecchie già vent'anni fa, ma è pur sempre qualcosa. Per rivedere i panorami che so io dovrò invece attendere ancora un po'... Però questa mattina per pochi secondi ho ritrovato me stesso. Non quel piccolo, miserabile borghese che si arrabatta a far soldi per soddisfare un sistema sempre più ingordo, ma quel Marco Bonatti che si agita come un ossesso dentro di me e che cerca disperatamente di uscire dal grottesco costume di scena in cui si trova imprigionato. Non è successo nulla di speciale: mi sono semplicemente trovato in MTB sotto la pioggia mentre ero diretto al lavoro, un km o giù di lì. Sono bastati quei pochi secondi, con i vestiti che iniziavano ad inzupparsi, per sentire quel Marco Bonatti sgusciare fuori, afferrare il manubrio e stringerlo forte, forte. Mi sono immaginato alla partenza per un giro di ore, sotto quell'acqua, gustandomi freddo e fatica come un premio ambito, potendo contare solo su me stesso. E magari con mio papà che mi assiste amorevolmente, come sempre, anche se non lo vedo più. Ci sono, ci sono sempre. Dovrò uscire, prima o poi. Prima che sia troppo tardi.

Sempre contromano

Ma no, non è quello che si potrebbe pensare Non mi diverto a violare il codice della strada, più semplicemente mi piace sempre fare le cose andando contro il senso comune, quello che guida (malamente) le nostre scelte, non solo ciclistiche. È il caso di oggi, in cui il senso comune mi avrebbe consigliato di starmene al calduccio in ufficio, invece di sfidare vento e pioggia che incombevano sulla pausa pranzo. E invece no, ho dato retta al buon senso, e sono salito in sella incrociando tanti ciclisti che, in direzione contraria alla mia appunto, stavano tornando precipitosamente verso casa. E ho avuto ragione, perché mi sono divertito come un matto a pedalare sotto l'acqua con la mia vecchia MTB superando anche il non facile "muro" posto tra le frazioni di Sella e Castelvecchio, sotto la catena della Mendola. Acqua, vento, cielo tempestoso, temperatura fresca ma non fredda, tutti elementi che hanno trasformato una semplice pedalata in una nuova, piccola ma appassionante avventura, di quelle che sanno ridarmi un sorriso altrimenti spento ormai da molti anni. E mentre avanzavo verso il muro d'acqua mi dicevo che la mia vita è così, proprio come vedevo in quel momento il paesaggio attraverso i miei occhiali appannati: tutto ciò che è intorno si sta sempre più sfumando, mentre ciò che è al centro, la mia bici, è bene a fuoco e ci rimarrà, eccome se ci rimarrà. Intanto mettiamo in saccoccia questo periodo post-lockdown che mi sta regalando qualche piccola soddisfazione, come quella di mal digerire anche un solo giorno di riposo (sono due settimane che non mi fermo!) e quella di avere alzato un pochino l'asticella visto che, per fare un esempio, la salita di Meltina dieci anni fa era un appuntamento del weekend mentre ora si incastra bene anche nei giorni feriali... non male, dai!
Che bel trittico!

Quest'anno, "grazie" al Covid19 (ma un metodo meno cruento per ridurre la gente alla ragione, no???) sto trovando le strade relativamente libere da pazzi patentati proprio nel periodo migliore, tra aprile e maggio Così mi sono un po' sbizzarrito, forse anche per un ritrovato gusto nel fare salita... un esempio è stato il trittico tra il 23 e il 25 maggio. Prima l'ascesa all'Alpe di Siusi, poi la Meltina e infine il lunedì, dopo il lavoro, il quinto tempo assoluto di Strava sul tratto che dalla strada per Collalbo porta a Soprabolzano. Non male, dai, per un vecchietto :-D
Si torna al bici+trenoooooo!

E finalmente, dopo una primavera disgraziata in cui causa pandemia sono saltati alcuni bei progetti, ho potuto finalmente riassaporare il gusto del bici+treno! Non è ancora possibile spostarsi tra regioni e ho dovuto quindi "accontentarmi" di rimanere nell'ambito del Trentino Alto Adige, ma è stato un bell'accontentarsi Sceso a Rovereto, ho toccato il Garda (semideserta Riva senza turismo, ma a me piace molto più così!) e poi sono salito al passo del Ballino sull'inedito (per me) tratto che passa per Pranzo. Da qui giù a Fiavé e su al passo del Durone, legato al bel ricordo di una decina d'anni fa quando con Paolo, Narciso, Gianni e Peter facemmo davvero un gran bel giro. Ciliegina sulla torta, sulla via del ritorno al panificio di Fiavé ho incontrato l'amico "meteo-forumista" William, e poi sono rientrato sullo stesso percorso. Treno semideserto e nessun germanico ad intasare gli spazi per le bici... meglio di così...
Tre giorni in un altro mondo

Per tre giorni ho vissuto davvero in un altro mondo. Un mondo fatto di mare, cielo, ma soprattutto bici e Casteldimezzo! Tre giorni da solo, sempre sui pedali, tranne i momenti in cui dormivo :-D Sono arrivato alla stazione di Gabicce venerdì 19 giugno alle 16:25, bici al seguito ovviamente, ho raggiunto il vicino albergo, ho buttato lo zaino sul letto, indossato gli abiti da ciclismo e alle 17:25 (Strava mi è testimone) ero già a Casteldimezzo. Tra sabato e domenica l'unico mio pensiero è stato quello di pedalare, fare una doccia, ri-pedalare, rifare un'altra doccia e poi pedalare per una terza volta, dimentico di tutto, anche di pranzare. Sono stati tre giorni in cui mi sono scoperto una persona ancora più positiva, tranquilla e attiva di quello che pensavo, tre giorni a stretto contatto con tutto ciò di cui ho davvero bisogno, e non è certo molto: una distesa di azzurra serenità davanti a me e Casteldimezzo a portata di... pedali, da poter raggiungere sempre. Come la mattina della partenza, alle 7, per un altro saluto. Tre giorni in cui tutte le paure, le preoccupazioni e i bisogni che questo sistema schifoso ci impone e attraverso i quali si ciba di noi si sono letteralmente dissolti, come se non fossero mai esistiti. Tre giorni che valgono più di una miserabile vita trascorsa a testa bassa, a far denaro in attesa dell'inevitabile. Tre giorni che non dimenticherò.
Bici+treno a massima potenza!

Come si potrebbe chiamare un bici+ treno così veloce ed efficace da permettermi di pedalare la mattina per quasi 80 km sul Garda e poi essere sul lavoro nel pomeriggio? Super-super sprint? Boh, sicuramente qualcosa del genere! Eh già perché con il treno delle 7:31 partito da Bolzano, alle 8:30 ero già sulla bici a Rovereto. Il percorso? Uno dei più classici: via come detto da Rovereto per Mori-Passo San Giovanni-Torbole-Malcesine con la sua bella strada panoramica ad anello e rientro... non prima di aver buttato un occhio all'area sportiva delle Busatte, tanto per riempire un quarto d'ora che avevo calcolato mi sarebbe avanzato. Quindi rientro alla stazione di Rovereto, attesa di 15 minuti e viaggio di ritorno verso Bolzano con pranzo poco dopo le 13 ed entrata in ufficio alle 14:20
Da non credere!
Di nuovo al mare! 400 km in 6 giorni di MTB

Ecco le ferie estive, quelle classiche, con famiglia al seguito, questa volta a Bibione. Come in altre occasioni ho optato per la mitica MTB Chesini acquistata nel '91: con un telaio in acciaio praticamente indistruttibile e ruote da 26 ho potuto "comprimere" il mio cavallo d'acciaio a tal punto da farcelo stare in macchina, incastrato tra millemila bagagli. Purtroppo il vecchio cerchio posteriore ha deciso di mollarmi già alla seconda uscita, costringendomi a un rientro terrificante, 20 km sotto il sole a 15/h tra imprecazioni di ogni genere. Ho comunque potuto proseguire la vacanza pedalando con una ruota a 7 rapporti rimediata presso un noleggio bici che, devo ammettere, ha fatto il suo onesto lavoro. In 6 giorni di pedalate ho coperto circa 400 km visitando luoghi molto belli (la "ciclabile" del Tagliamento -più che altro un sentiero- e la laguna di Vallevecchia, raggiungibile attraverso strade pochissimo trafficate e pedalando sull'argine di un canale che porta alla Brussa) e altri meno (Marano Lagunare per esempio, più che altro per le strade brutte e pericolose da percorrere per arrivarci). Una vacanza durata solo una settimana, e con il poco tempo (e la bici...) a disposizione non ho certo potuto scalare più di tanto le classifiche su Strava ma a Bibione, al faro e agli scogli da cui guardare il mare lascio un altro pezzettino del mio cuore. Ci tornerò, spero, con un mezzo migliore e con più calma.
Nella bufera

Beh, oggi qualcosina ho rischiato... dopo una lunga camminata in montagna con la famiglia l'intenzione era quella di sciogliere un po' le gambe con un giretto in MTB e andare a vedermi l'arrivo del fronte freddo che stava sopraggiungendo da nord. Le gambe le ho sciolte poco, l'arrivo del fronte invece non solo l'ho visto, ma l'ho anche... sentito! Mi sono trovato sulla ciclabile per Appiano mentre cadeva di tutto... ho dovuto scavalcare diversi alberi sdraiati sulla ciclabile e a tratti le raffiche di vento prossime ai 100/h mi hanno fatto quasi mettere il piede a terra. Eppure l'idea di girare la bici e rientrare precipitosamente a casa non mi ha proprio sfiorato... ho voluto comunque chiudere un breve anello constatando poi che mi è andata più che bene, vista la dimensione di alcuni degli alberi caduti. Ma lo rifarei, e lo rifarò. L'alternativa è portare a termine una vita da piccolo borghese e spegnermi dopo aver docilmente svolto il compitino di produrre, consumare e crepare. Non sia mai.
Quanta salita!

Pur tra mille casini, quest'anno dal punto di vista ciclistico non mi posso lamentare Per carità, rimango ben al di sotto di certi "mostri" che vedo su Strava, dove i "centoni" (ma anche i "duecentoni"!) con 2000 e più metri di dislivello sono quasi la norma, ma qualche soddisfazione me la sono presa anch'io. Diciamo che certi uno-due-tre (Sirmiano-Trodena-Cornedo, per esempio) tempo fa sarebbero bastati a riempire un mese almeno, mentre quest'anno li ho fatti in sequenza, un giorno dopo l'altro. Anche il chilometraggio non è malaccio: a fine agosto ho più di 8000 km e viaggio a ritmi che mi dovrebbero far agevolmente superare il traguardo dei 12.000, posto a inizio 2020. Per ora va bene così, anche se mi manca tanto, tantissimo, quell'idea di partire all'avventura senza assilli e senza doveri. Per adesso mi tengo allenato, si vedrà...

Ritorno sull'Altissimo

Un'altra giornata (quante, ancora?) in cui sono riuscito faticosamente ad affiorare dalla melma giusto per prendere una boccata d'ossigeno e tirare avanti, ancora un po'. Ma stavolta è stata dura... Erano ben 8 anni (OTTO ANNI!!!) che non salivo sull'Altissimo lungo la bellissima strada che è stata teatro di tante belle pedalate con mio papà, mio fratello e gli amici del Trofeo Bonatti. Dopo mille elucubrazioni ero riuscito finalmente ad incastrare qualche ora di libertà tra le idiozie del quotidiano, ma una volta saltato in sella non ho fatto nemmeno in tempo ad arrivare alla stazione dei treni che... taaaac, fitta alla schiena nel girarmi di scatto per tenere sotto controllo il solito, paranoico fiume di macchine pronto a sgommare al verde, povera massa di infelici convinti che la vita sia correre, correre sempre, e che la felicità sia sempre poco più avanti, da trovare nei soldi e nel lavoro a più non posso. Che fare, a quel punto? Tornare indietro, mai! Ma la giornata è trascorsa inevitabilmente con il cruccio che l'indomani avrei pagato il mio colpo di testa. Anche perché il programma era piuttosto pesante: discesa dal treno ad Ala, proseguimento in bici verso Avio per imboccare la bella e tranquillissima salita che in 23 km porta al Rifugio Graziani. Da lì salita su sterrato, a tratti in forte pendenza, per altri 4,5 km e 400 metri di dislivello fino al Rifugio Altissimo, a 2000 metri di quota, per godermi finalmente il panorama sul Garda che otto anni fa avevo solamente intravisto tra le nubi. Le possibilità per un cambio di percorso c'erano, ma come al solito la testa non ha voluto sentire ragioni: l'Altissimo era la destinazione, e Altissimo è stato! Che magone imboccare la salita, quanti ricordi dei vecchi tempi. Mio padre che non c'è più e tanti amici persi, fagocitati in una vita sempre più frenetica che non lascia spazio a nulla se non produrre e consumare. Tristezza assoluta. Come nel 2012, per la mia trekking bike lo sterrato verso il rifugio si è rivelato troppo impegnativo, tanto che un terzo abbondante del percorso l'ho dovuto fare a spinta, con la schiena dolente. Ma ci sono arrivato, e questo è l'importante. Curiosità: il ciclodiario dice che 8 anni fa impiegai circa 1h50' per giungere al Rifugio Graziani. 1h 48' quest'anno... siamo ancora lì!
Ancora bici+treno+traghetto!

E per la terza volta (credo l'ultima, poi spiegherò perché) eccomi a fare il giro del basso Garda attraversando poi il lago con la bici... ovviamente ben posizionata sul traghetto :-P Discesa dal treno a Domegliara, quindi attraversamento di Pastrengo, Sandrà, Castelnuovo e lungolago con Peschiera, breve sortita a Sirmione (ma che schifo di traffico!), Desenzano, Moniga, passaggio alla Rocca di Manerba San Felice, Portese, Salò... a questo punto volevo imboccare la salita per San Michele, quella che finora ho fatto solo in discesa, ma ho clamorosamente mancato l'accesso alla strada Panoramica e ho dovuto "accontentarmi" di salire dalla parte del gioiellino Tresnico (un bell'accontentarmi!) per poi girare la bici e puntarla verso il porto di Maderno. In discesa il fattaccio: foratura dopo essere passato sopra un sasso! La camera d'aria di ricambio mi ha riservato la brutta sorpresa di avere la valvola difettosa e così, giunto in qualche modo a Maderno, sono salito sul traghetto con l'intenzione di fermarmi alla prima officina della sponda veronese, che ho trovato solo a Bardolino. Vabbè, dai, il programma non ha subito modifiche dato che sono comunque arrivato alla stazione di Domegliara ben prima delle 16:06, ora di partenza del regionale veloce. Spiego ora perché cercherò alternative a questo giro: dopo Peschiera inizia una serie di tratti ciclabili veramente scandalosi! A differenza delle auto che percorrono il lungolago, chi si trova a pedalare su queste corsie "preferenziali" è costretto a dare precedenza a uscite laterali, passi carrai a raso, molti di questi celati dalla presenza di siepi o altri ostacoli. In più punti, inoltre, il ciclista è costretto a reimmettersi nel traffico o a passare nei varchi tra pericolose barriere metalliche. Ridicolo: se pedalo sulla strada posso tenere i 40/h, se mi sposto un metro più in là devo condividere il mio percorso con pedoni, cani non sempre al guinzaglio e podisti, il tutto correndo i rischi già citati. Ma certi comuni pensano che i ciclisti siano tutti coglioni???
In fondo non ho bisogno di nulla...

...tranne ovviamente del mare, di Casteldimezzo e della mia bici Ne ho avuto l'ennesima riprova (non serviva) nel weekend lungo appena trascorso, grazie ancora una volta all'ospitalità in quel di Misano dell'amico Stefano. Sabato 19 e domenica 20 settembre ho potuto disporre liberamente della mattinata e della prima parte del pomeriggio per pedalare tra Romagna e Marche. Il bilancio? Beh, non pensavo davvero di avere così tanta autonomia ciclistica! Ne sono venuti fuori infatti due "over 100", rispettivamente 139 e 101 km, con passaggi multipli a un certo cartello sul mare
e tanti saliscendi spaccagambe nel primo entroterra, Verucchio e Gradara in primis. Francamente non pensavo di reggere così facilmente 5 e più ore in sella contando solo su un po' acqua e una bustina di zuccheri e di tornare a casa ancora tonico, senza particolari segni di fame e stanchezza. Un po' di stretching, una piadina ed ero già a fantasticare sul giro del giorno dopo
Segno che la stragrande maggioranza dei bisogni che abbiamo sono INDOTTI, e servono solamente ad ingrassare chi riesce a instillarli nella nostra mente. Fenomenale poi la scappata mattutina a Casteldimezzo il giorno della partenza (molto simile a quella di giugno!) dove ho potuto finalmente godermi il panorama in santa pace, senza il fastidioso ronzio di auto, moto e turisti mordi e fuggi! Un momento, solo un momento di pace assoluta, dove tutto lo schifo di questa vita idiota è stato ricacciato oltre l'orizzonte, dove cielo e mare si toccano. Una meraviglia che vorrei fosse di tutti i giorni, a me non servirebbe altro... non pensiamoci, che fa male all'anima :-/
A vedere la prima neve!

È stata un'estate calda, come molte negli ultimi anni. Poi a fine settembre un calo improvviso della temperatura, la pioggia in pianura e la neve in montagna fin sotto i 1500 metri! Potevo io mancare all'appuntamento con il bianco elemento, da raggiungere ovviamente sui pedali? Ma certo che no E così eccomi sul Penegal, con la bici da trekking, a provare il brivido (in tutti i sensi) della neve di settembre! Sono partito con un bel sole, ma in vetta il clima era quasi invernale con il cielo coperto e la temperatura intorno ai 5 gradi. Sono vecchio e ormai esperto, e avevo portato con come tutto l'occorrente per una discesa calda e asciutta. Non era vecchio (e nemmeno esperto, suppongo) il ragazzo che ho incrociato appena iniziata la discesa, che saliva in maniche corte e pantaloncini estivi e aveva con sé solo uno spolverino. Si sarà preso una bella freddata, così come me le ero prese anch'io alla sua età. Serve a farsi le ossa :-D
Uno a uno mi cadono tutti i miti...

...quelli negativi però! :-D Per anni, appiattendomi sulle posizioni imposte dal senso comune (non stancarti, mangia, riposa, lavora, fai soldi, compra... il solito PRODUCI, CONSUMA, CREPA) e inevitabilmente limitato dagli impegni famigliari, mi accontentavo di giretti da poco e mi illudevo di stancarmi abbastanza da potermi poi godere un meritato riposo. Tutte stronzate: adesso che sto cercando di pensare un po' a me stesso e di non subordinare tutto al volere altrui mi sto accorgendo che la mia "potenza di fuoco" in bici (chiamiamola così...) è ben maggiore di quello che credevo. Basta leggere le mie recentissime imprese (per me sono imprese!) al mare, con 5-6 ore pedalate, poca stanchezza e poca fame al rientro. Come se tante regole dei "benpensanti" fossero solo spazzatura (e lo sono). Mettiamoci anche il giro fatto pochi giorni dopo al Garda (bici+treno ovviamente, con il traguardo dei 10.000 km annui!), 117 km passati a cercare PR su Strava, con una bella menata e conseguente record personale sull'amata Torri-Albisano... centodiciassette, con quasi 1500 metri di dislivello, per me non sono pochi eh! Soprattutto se poi il giorno dopo, verso sera, inforchi la bici con la sola intenzione di sciogliere le gambe e ti ritrovi invece a forzare come se il giorno prima avessi riposato! Ma che vuol dire tutto questo? La conclusione è una sola, e sempre la stessa: potrei fare molto di più, divertirmi molto di più, togliermi un bel po' di soddisfazioni, vivere mille belle esperienze... semplicemente "vivere", perché la vita, per me, solo questo è: fare quello che mi fa stare bene, non quello che si aspetta da me questo sistema dimmerda. E io so stare bene con poco, molto poco. Spero solo di avere l'occasione per dimostrarlo.
Quattro (brevi) pedalate in due giorni!

È autunno ormai, e le giornate di pioggia non mancano. In questi ultimi giorni, per esempio, è caduta tanta di quell'acqua che l'Adige ha rischiato di esondare! Ma ci sono state anche delle brevi pause asciutte o comunque meno bagnate. E dentro queste pause sono riuscito ad infilare in un solo weekend ben tre uscite, più una sessione di spinning! Tutte pedalate brevi (35 km al massimo) e quelle su strada tutte con l'ibrida, viste le condizioni meteo "ballerine" (infatti sono sempre rientrato a casa infreddolito, sporco e bagnato!) Però dai, racimolare quasi 150 km in un fine settimana così vuol dire aver voglia e condizione... se penso che qualche anno fa nel periodo freddo una sessione di spinning bastava a riempire un weekend e che adesso non è altro che il complemento di tre uscite su strada... beh, non posso che essere soddisfatto!

Lessini 2020!

Mi sto prendendo tante (piccole) soddisfazioni in questo autunno, dopo il blocco primaverile imposto dal lockdown. L'ultima di queste è il ritorno sui Lessini, con la scalata al "mostro" Fittanze e l'arrivo al sole e ai panorami di malga Castelberto, a oltre 1700 metri di quota. Volevo una cosa tranquilla, e con la bici da trekking dotata di mille rapporti tranquilla è stata. Anche troppo, visto che non ho mai usato la corona anteriore più piccola, nemmeno sui tratti al 20%... segno che la gamba c'è, eccome se c'è
Quello che mi fa star male è che l'ultima volta sui Lessini c'ero stato nel maggio 2017, tre anni e mezzo fa... non è possibile una cosa del genere, non esiste! Non sto chiedendo una lussuosa vacanza alle Maldive ogni tre mesi, ma un salto ogni tanto in luoghi che amo moltissimo e che si trovano a poco più di due ore di bici+treno, 20 euro di viaggio e 4 di panino. Che schifo e che vergogna, CHE SCHIFO E CHE VERGOGNA!
Che strano periodo!

Raramente ho vissuto un periodo così intenso, nel bene e nel male. Mi riferisco ovviamente alla mia attività ciclistica (esiste altro?), ma anche a quello che la contorna, che in questo periodo è principalmente questo stramaledetto virus Covid-19. Direi che questa estate è andata benissimo, sono ormai a 12.000 km e più volte negli ultimi tempi ho compiuto dei filotti tempo fa impensabili, con prestazioni non da poco per i miei standard (incredibile ma vero, mi sento più giovane di 10 anni fa!). E quelli che una volta erano i giorni di riposo sono diventati occasioni per un salto in pausa pranzo (con panino annesso) nei dintorni di Bolzano, come nella foto. Dintorni (più specificatamente: il comune di Bolzano!) che sono tornati ad essere da qualche giorno una gabbia da cui è impossibile uscire senza validi motivi. E ora si prospetta un nuovo lockdown... mi toccherà inventarmi qualcosa, come al solito. Ma quando c'è la passione, niente è un problema
Le mie piccole fughe

Quello di oggi non è certo uno di quei colpi di testa che meritano una citazione per il valore sportivo (non oso scrivere atletico), bensì per la fiammella che accendono, almeno per qualche minuto, in giornate altrimenti buie e senza senso. Lo spunto è partito come spesso accade dalle condizioni meteorologiche: non la solita pioggia, ma piuttosto (e non è scontato in epoca di Global Warming) qualche bel fiocco che ha iniziato ad imbiancare la città nel pomeriggio. Non avevo programmato nulla, quindi non avevo con me il solito "malloppo" di indumenti adatto ad affrontare le intemperie invernali. Ma quando la voglia di una fuga dalla monotonia sale prepotente, tutto diventa possibile! E così eccomi vestito alla bell'e meglio, con dei vecchi copriscarpe rimasti nel garage dell'ufficio dai tempi in cui facevo il ciclopendolare e un paio di guanti che mi aveva procurato molti anni fa il mio caro papà, e che sapevo mi sarebbero prima o poi stati utili; tutto ciò che mi ha dato mio papà (non parlo solo di beni materiali) mi è sempre servito, prima o poi. Perché sono tutti pensieri fatti con il cuore. Così, alle 17:30, mi sono trovato ad improvvisare una pedalata con la bici da uomo che solitamente uso per spostarmi in città, con giubbetto e pantaloni di velluto, il tutto "impreziosito" dai suddetti guanti e copriscarpe
L'obbiettivo prefissato non poteva che essere commisurato all'abbigliamento... e infatti ho puntato il rione di Oltrisarco, per poi imboccare i due chilometri di salita che portano a Castel Flavon, a quota 400, dove la neve aveva già cominciato ad accumulare bene. Il tempo di una foto e giù, per accorgermi che l'oscurità stava avanzando e che disponevo solo di una lucetta di posizione... mitici i due tornanti con un dito di neve fatti quasi al buio :-D Piccola avventura anche oggi... il freddo l'ho sentito, eccome, ma non è il freddo della solitudine e della paura, è qualcosa che mi fa sentire vivo...
Una "pedalata" d'altri tempi

Solo 10-12 anni fa questa sarebbe stata la cronaca di una normale giornata in bici sulla neve, quando da buon ciclopendolare residente ad Appiano portavo a termine le piccole imprese che ho immortalato in questo ciclodiario. Poi a causa del cambiamento climatico la neve ha iniziato ad essere meno frequente e ad andarsene in pochi giorni; infine il trasloco a Bolzano mi hanno fatto quasi dimenticare i bei tempi degli pneumatici chiodati. Ma oggi, finalmente, grazie a una bella nevicata sempre a temperature sotto lo zero ho rivissuto la magia di quei giorni! Non avevo in programma nulla di speciale, perché sapevo che le condizioni delle strade non mi avrebbero permesso chissà quale pedalata. Però un progetto ce l'avevo, e l'ho portato a termine, eccome. La pausa pranzo l'ho trascorsa infatti sotto e tra la neve, con una bici da donna (non male, a dire la verità), in abiti borghesi "rinforzati" da alcuni accorgimenti che ho imparato nel corso degli anni: gli immancabili sacchetti di nylon a tenere asciutti i piedi, i copriscarpe economici a foderare le scarpe "da ufficio", la doppia giacca a vento e i pantaloni (pseudo) impermeabili sopra i jeans. Così conciato ho attraversato la città e ho imboccato la salita per Castel Flavon, troppo dura oggi per essere percorsa tutta in sella per i pochi rapporti a disposizione ma soprattutto per lo spessore della neve che ormai si stava avvicinando ai 20 cm. Nulla che mi potesse fermare, comunque... un po' a spinta, un po' forzando sui pedali sono arrivato a Castel Flavon e ho proseguito per uno dei miei posticini dove in primavera mi imbosco per godermi un panino in santa pace. Che bellezza quando ti diverti a tal punto da non sentire nulla, fame, freddo fatica... quasi due ore passate così, a trascinare la bici, ridere, sbandare paurosamente in discesa e frenare per quel poco che mi era possibile frenare :-D Giornate che a 53 anni sembrerebbe impossibile poter vivere... ma io le vivo e in quei momenti sono vivo, eccome se sono VIVO.
2021
Quanti freddi chilometri!

Inverno d'altri tempi, quest'anno! Mi sembra quasi di essere tornato alla mia infanzia, quando la neve caduta e il freddo persistente permettevano a mio papà di costruire gli igloo in cortile! Le nevicate dopo Natale mi avevano quasi convinto a montare i chiodati, come ai bei vecchi tempi. Nonostante tutto non mi sono perso d'animo e le volte in cui non sono uscito a causa del brutto tempo si contano sulla dita di una mano. C'è in tutto questo, ovviamente, lo zampino di Strava Per me la sfida con follower e following è una molla straordinaria, non c'è niente da fare, ce l'ho nel sangue! Fortuna che è così, perché pedalare con il freddo su percorsi arcinoti è sempre e comunque mille volte meglio che passare le giornate a riposo... a riposo de che, poi! Oltretutto su Strava nessuno scherza, eh... e mi ritrovo quindi a fare dei giri in pieno inverno che anni fa facevo solo d'estate :-D Per carità, nulla di trascendentale... ma superare i 60 km in solitaria mettendoci dentro un paio di salite, il tutto a temperature intorno allo zero (se non sotto!), vabbè dai, non è proprio uno scherzo, considerato anche che quella è la mia pausa pranzo :-P

Amarcord... 45 anni dopo!

Caro ciclodiario, questo è un inverno fatto apposta per mettere in crisi il ciclista... prima tanta neve, poi freddo, ora uno squaglio generale che ha bagnato per bene le strade :-/ Qualche volta vado a correre, altre volte ripiego sullo spinning, ma la voglia di pedalare all'aria aperta di solito prevale. E così eccomi sulla Mendola a fine gennaio, oppure a inventarmi di tutto e di più per starmene un paio d'ore in santa pace. Oggi, con cielo coperto e tempo umidiccio, non era giornata da grandi cose, e così sono saltato sulla bici da trekking e ho improvvisato un giretto. Sono passato al campo da calcetto di Caldaro, ancora completamente innevato, poi ho deciso di salire qualche km verso la Mendola, tanto per vedere se cadeva qualche fiocchetto di neve (speranza vana). Mi sono fermato in un luogo legato a un bellissimo ricordo della mia infanzia, dove una volta c'era il cartello che indicava quota 800 metri. Lì mio papà, circa 45 anni fa, mi portò per la prima volta a vedere la neve. Giocai nel boschetto subito sotto la strada e mi divertii un sacco. Lì inizio la passione per tante cose: la meteorologia, lo stare all'aria aperta, la neve... tutto grazie al mio caro papà. Una persona che si preoccupava per me in modo del tutto disinteressato; cosa rarissima, al giorno d'oggi. Ebbene, per la prima volta dopo tanti anni mi sono fermato e me ne sono stato lì un attimo fermo, nonostante il freddo, a guardare il boschetto e ad assaporare con un sorriso il ricordo di quel giorno lontano. Come sempre grazie, papà.

Come tanti anni fa, nulla è cambiato

Venti e più anni fa, quando abitavo a Bolzano e avevo voglia di farmi una corsa a Monticolo, saltavo su una vecchia bici e pedalavo fino al parcheggio di Maso Ronco, dove potevo lasciare il mio "bolide" legato con un lucchetto senza troppi patemi. Facevo la mia corsa e poi rientravo in città. Non mi andava proprio di usare la macchina, la detestavo, mi metteva tristezza dover muovere una tonnellata di ferraglia per coprire qualche km di salita. Da allora poco è cambiato, anzi proprio nulla E così, a distanza di tanto tempo, ora che sono tornato a vivere in città, ho rifatto la stessa cosa. Quello in foto è il mezzo che mi ha portato a Monticolo. Mille mila volte più bello dei tanti ammassi di latta puzzolente che occupavano il parcheggio :-P 9 km di corsa e poi giù dalla Cornaiano, un po' infreddolito ma contento.
La vendetta è un piatto che va servito freddo

Strano periodo, questo. È in atto un'emergenza planetaria, con il Coronavirus che condizionerà chissà per quanto ancora la nostra esistenza. Mille ordinanze e mille divieti si sovrappongono, limitando brutalmente la nostra libertà personale. Ma per uno strano contrappasso, dopo una vita passata a sacramentare contro pazzi furiosi dotati di patente, gli sportivi e i ciclisti in particolare stanno godendo di una libertà da sogno. Le strade di montagna sono diventate infatti, soprattutto nei weekend, quasi delle ciclabili: qualcosa di inimmaginabile solo un anno fa. È triste dirlo, ma un evento mostruoso, che sta portando paura e lutti ovunque, è riuscito là dove tutti gli appelli per far ragionare il popolo del motore avevano fallito. Posso così mettere le mie ruote su strade che avevo giurato di non percorrere mai, per non rischiare l'osso del collo. Una di queste è la salita per San Genesio, 10 km con lunghi rettilinei che invogliano i poveri di spirito a premere sull'acceleratore. Ebbene, a parte qualche autorizzato (e qualche trasgressore...) l'ascesa è scivolata via tranquilla, e c'è scappato anche lo "scavallamento" tra la neve ai 1400 metri dello Schermoos, che mi ha portato poi a Meltina e Terlano. Il parcheggio dello Schermoos nei giorni festivi era, in tempi pre-Covid, un formicaio brulicante di auto alla disperata ricerca di un parcheggio. Oggi lassù c'era una sola macchina... tanto per dare l'idea... Proprio a Meltina, ad un posto di blocco, non ho potuto provare un gusto sadico nel passare bellamente ignorato dalle forze dell'ordine. In quel momento tutti gli sforzi e gli allenamenti di questi anni hanno assunto un nuovo, curioso significato: grazie ad essi, anche in tempi così difficili sono in grado di farmi un bel giro in montagna quando e come voglio. E tutti coloro che suonavano il clacson, mi deridevano o insultavano, mi consideravano un puntino fastidioso sul loro percorso fatto di sgommate e pericolose accelerazioni se ne stanno a casa, a cuccia, zitti. Il loro giocattolino brum brum non può muoversi ora, e non può farlo nemmeno chi lo guidava, perché da tempo incapace di usare le gambe, una vera e propria disabilità voluta e cercata! È una triste vendetta. Ma devo ammettere che è una vendetta che ho assaporato sadicamente.

Ricordando mio papà

Quante suggestioni questa settimana... tutte legate a mio papà, il DS Carlo. E tutte, ovviamente, in bici. La prima è stata mercoledì pomeriggio, quando sono salito ad Avelengo. Proprio in cima alla salita tanti anni fa venne posizionato l'arrivo di una gara, l'unica che vinsi grazie al DS che mi incitò negli ultimi metri. Si posizionò nel punto giusto e mi diede la scossa che serviva per spuntarla allo sprint. Dopo la gara me lo fece notare, ma io non volli ammetterlo... invece credo proprio che avesse ragione. La seconda occasione è stata il giorno dopo, a Monticolo. Lungo la strada era parcheggiata un'auto grigia, proprio il modello che mio papà ha guidato per tanti anni facendo da direttore sportivo a me e mio fratello. Passandoci a fianco mi sono sentito catapultato come per magia in quei tempi favolosi. L'unica preoccupazione, si parla dei primi anni 90, era la gara del week end. Niente paure, niente pensieri né miserie della vita, solo la gamba che girava e tanta voglia di spaccare. Per un attimo mi sono sentito come mi sentivo allora: seguito, coccolato, importante per qualcuno. E non parlo solo di ciclismo. Mi sono lasciato cullare da quella meravigliosa sensazione che non provo più da molto tempo. Una bellezza. Terza e ultima (per questa settimana) dedica a mio papà è stata oggi, sulla salita per il Colle, nel punto in cui il DS lasciava la macchina per andare a funghi. Ogni volta che passo lo chiamo a gran voce. L'ho fatto anche oggi. Un giorno mi risponderà.

Tre giorni a casa

Covid, casini, lavoro, pensieri... come al solito tutto rema contro, ma la voglia di pedalare sulla Pano spazza ogni problema. E così eccomi a Cattolica per uno dei miei bici+treno esattamente il giorno in cui è terminato il divieto di spostamento tra le regioni, il 26 aprile. Sono stati tre giorni molto diversi dalla vacanza di giugno 2020, quando il meteo fu decisamente più clemente. Questa trasferta ha assunto invece connotati quasi fantozziani... intendiamoci, mi è bastato essere lì per prendere un'altra cera, ma il maltempo ha condizionato non poco le mie pedalate. Il giorno di arrivo sono riuscito subito a battere un record: alle 16:25 sono sceso a Cattolica e alle 17:00 avevo già fatto partire Strava, per andare dove non c'è nemmeno bisogno di specificarlo :-D Il giorno dopo sono saltato in sella pieno di entusiasmo con destinazione Senigallia, ma a Pesaro ha iniziato a piovere e a Fano, fradicio e tremante (12 gradi la temperatura), ho dovuto alzare bandiera bianca girando la bici, pur concedendomi sulla strada del ritorno un secondo passaggio a Casteldimezzo. Curiosità: in vista del cartello ha smesso temporaneamente di piovere Alla terza uscita sono riuscito finalmente a sfondare il muro dei 100 km (che con la bici di cui disponevo non è malaccio), fermandomi a pochissimi km da Senigallia per i continui rovesci di pioggia. Accidenti, bastava un'occhiata al GPS per rendermi conto che ero a quattro pedalate dalla "Spiaggia di velluto". Ci saranno, spero, altre e più serene (in tutti i sensi...) occasioni. Ennesimo passaggio a Casteldimezzo il giorno del rientro a casa, la mattina presto, ancor prima di colazione, proprio come nel giugno scorso, ma con temperature ben diverse. Pochi km con l'ascesa da Colombarone e la sosta al cartello nella speranza, come sempre, che arrivi il giorno in cui non dovrò più girare la bici. Oltre 250 km in tre giorni (due giornate intere più quello di arrivo e di partenza) non sono male, considerato il fatto che la pioggia è stata una compagnia quasi costante.
Mincio e colline moreniche del Garda

Giornata di bici+treno dedicata a due piccoli gioielli: uno è Borghetto sul Mincio, l'altro Castellaro Lagusello, entrambi in provincia di Mantova. Se per il primo si trattava di un saluto a una vecchia ma sempre gradita conoscenza, il secondo è stato invece una bella scoperta. Si tratta di un piccolo borgo fortificato costruito tra il 1100 e il 1200, protetto su un fianco da un piccolo laghetto di origine postglaciale. Il tutto nel suggestivo territorio delle colline moreniche del Garda, che sempre con l'ultima glaciazione hanno a che fare. Oltre 90 km con partenza (e anche arrivo) dall'ormai mitica stazione di Domegliara, Strada napoleonica, passaggio a Peschiera, ciclabile del Mincio fino a Borghetto e quindi una ventina di km "mossi" (in parte riservati alle bici) fino a Castellaro. Ritrovata la ciclabile a Monzambano, sono rientrato a Peschiera e dopo un po' di Gardesana mi sono concesso qualche colpo di pedale nel piccolo paese di Calmasino... uno dei tanti posti dove mi piacerebbe fermarmi a rifiatare, ogni tanto...
Sono un figo!

Non me lo dirà mai nessuno, questo è certo, perché non guido macchine sgommanti con autoradio a palla, non uso dopobarba profumati e gli abiti che indosso valgono pochi euro, non mi atteggio a uomo vissuto e non saprei argomentare di gossip o dell'isola dei famosi. Eppure, mi dicevo proprio ieri, io sono un figo. Perché, ormai prossimo al traguardo dei 54 anni, la domenica mattina mi ritrovo a pedalare con una bici diciamo... non proprio all'ultima moda (31 anni di vita!) fino in cima al Colle, a oltre 1300 metri di quota, e arrivato in vetta mi lancio in discesa già concentrato sullo sterrato lungo l'Adige dove mi confronterò con gente che stabilisce i tempi importanti su bici da 5000 euro almeno, entrando nella "top 10". Come vogliamo chiamarlo questo poveraccio dal futuro nebuloso, che rimane a galla aggrappandosi ai suoi piccoli, grandi, enormi, bellissimi sogni e che non molla una virgola nonostante tutto attorno a lui traballi paurosamente? Io lo definirei un figo, un vero figo!

Fame, sete e allegria!

Rispolvero e adatto il titolo di un vecchissimo film per descrivere il giro in bici+treno di oggi Sceso ad Ala, ho percorso la (tortuosa e con troppi attraversamenti della Provinciale!) ciclabile lungo l'Adige fino ai piedi del dosso di Rivoli, dove inizia un tratto decisamente più interessante. Peccato che l'accesso al forte Wohlgemut, proprio sopra al paese, fosse impedito da un cancellaccio arrugginito, ma da lì fino a Bussolengo il contesto è davvero favoloso: verde, lontanissimo dal traffico e ricco di spunti geologici. Prima l'attraversamento, con un percorso sinuoso e molto ondulato, dello sbarramento orografico dei monti Mesa e Pipalo, sui quali sono visibili i depositi delle morene glaciali, poi una ripida discesa a tornantini, infine il percorso pianeggiante che corre lungo il canale Biffis e che porta a Bussolengo. Questo ultimo tratto è davvero bello, una ciclabile proprio come la intendo io: larga, con una tratto a parte dedicato ai pedoni e scorci suggestivi. Lungo i circa 10 km del percorso, che è leggermente rilevato rispetto alla valle, si può ammirare la grande piana fluviale dell'Adige e le propaggini occidentali della Lessinia. Sull'altro lato corre il fianco orientale della lunga dorsale delle colline moreniche gardesane. Alcuni spettacolari ponti in legno scavalcano le grandi vie di comunicazione e una lunga fila di cipressi, poco prima di Bussolengo, completa un percorso assolutamente da rifare. A Bussolengo ho girato poi per Pastrengo, Sandrà, ho attraversato la bella zona di Colà e ho costeggiato il Garda fino a Torri, dove c'è stato il momento agonistico di giornata
Nelle gambe avevo già una sessantina abbondanti di km, forse un po' tanti per una salita fatta a tutta... comunque non sono andato lontano dal PR, una ventina di secondi circa. Dopo il doveroso passaggio in piazzetta Garibaldi, rientro a Domegliara con un totale di 105 km fatti a buon ritmo. Che dire... quando sono in giro, lontano da posti che ho addosso da oltre 50 anni, è sempre tutto bello e stimolante
Il titolo mi è stato ispirato dal fatto che, finita la borraccia d'acqua e consumate le due bustine di zuccheri che avevo appresso, non ho trovato il tempo per cercare una fontana o fermarmi al bicigrill di Affi. Così gli ultimi km sono stati percorsi con la spia del carburante ormai sul rosso. C'è ancora qualcosa da migliorare in questo senso... avevo "puntato" il treno delle 14.06, ma potevo benissimo prendermela con più calma. Difficile scrollarsi di dosso la frenesia del quotidiano, dannazione!
Mendola in bici da donna!

Ebbene sì, anche questa ho combinato... l'idea non è mia, ma di un amico che interpreta il ciclismo, e lo sport in generale, a modo suo. Federico è uno tosto: reduce da una maratona corsa qualche settimana fa, è stato capace di partecipare ad un trial Caldaro-Mendola-Caldaro il giorno prima, mentre io riposavo in vista dell'impresa, di correre 10 km la mattina stessa e di presentarsi poi alle 13:30 all'appuntamento! Come temevo, ad un certo punto ho dovuto rallentare per evitare uno spiacevole fuori giri sotto il solleone di fine maggio. OK, ha 20 anni meno di me, ma è uno forte assai! In un modo o nell'altro al passo ci sono arrivato... certo che la prima parte, fatta ad andatura sostenuta, aveva ormai lasciato il segno. Se guardo i segmenti su Strava lungo la Mendola vedo che la media non è mai scesa sotto i 10-11/h: considerando che si stava pedalando su normalissime bici da donna in acciaio direi che abbiamo fatto una cosa non da poco! La destinazione tra l'altro non era nemmeno il passo, ma il villino di un amico posto nei pressi di Ronzone... e poi c'era la discesa al ritorno, che mi preoccupava più della salita! Ma i freni hanno retto più che bene, considerato che stiamo parlando di bici destinate all'uso cittadino! Certi tratti a 50/h, a spingere un rapportino esageratamente agile, li ricorderò con un sorriso... e meno che che li potrò ricordare, perché un qualche cedimento strutturale non era poi così improbabile... PAURAAAA!!!
BZ-Torbole e (quasi) ritorno!

L’idea della Bolzano-Torbole e ritorno (210 km) era nata durante il lockdown del 2020 tra me, Andrea, lo zio Remo e Vlady, un gruppo tranquillo e piacevole che si è formato in questi ultimi anni. La proposta l'avevo buttata lì io, tanto per tirarci su il morale in quel brutto periodo di reclusione. E finalmente il 5 giugno 2021 siamo (quasi) riusciti a portarla a termine! L'andata, sulla bella ciclabile lungo l'Adige che permette di pedalare sempre lontani dal traffico, è stata più che tranquilla, con andatura moderata e costante. Curioso il fatto che a un certo punto il nostro trenino ha guadagnato "carrozze" diventando un bel gruppetto! Anche il passo San Giovanni, l’asperità di giornata, non ci ha dato grattacapi nonostante il solleone e un po’ di vento che già da diversi chilometri era contrario. A Torbole ci siamo giunti in scioltezza, e dopo aver risalito la vecchia strada di Nago ci siamo concessi una meritata pausa pranzo. È durante il rientro che è successo un po' di tutto... Ha inizia a far caldo, anche troppo. Poi, superato Rovereto, Andrea è andato in bambola... le abbiamo tentate tutte, una sosta al bicigrill, un'andatura blanda, delle pause, ma niente, non si andava più avanti. Dopo un gran lavoro di persuasione, a Mezzocorona (175 km percorsi) siamo saliti sul treno per Bolzano. Ma va bene anche così. Il "duecentello" non è arrivato, ma ci siamo divertiti lo stesso! Ho descritto l'avventura a questo link.
Pano... amore senza fine!

...e niente, dopo poco più di un mese mi sono ritrovato di nuovo in bici, a Casteldimezzo Forse era la voglia di rivincita dopo i tre giorni di fine aprile condizionati (diciamo così...) da pioggia e freddo, o forse ma più probabilmente era la voglia di fare una delle cose che più mi piace al mondo: bighellonare in bici sulla Pano, dentro e fuori, su e giù
Questi tre giorni di treno+bici, dall'11 al 14 giugno, sono stati simili a quelli dello scorso anno: sveglia presto, pedalata, doccia, ri-pedalata, nanna. Con ripetizione il giorno successivo :-D Meta principale è stata ovviamente la Panoramica, ma qualche divagazione me la sono concessa, in primis in zona Marecchiese in compagnia di Oscar, con passaggio a Sogliano e Borghi, e la sgasata sulla breve salita di Misano Monte, solo per confrontarmi con l'amico Luigi
Il momento clou? Il nuovo PR su Strava lungo la salita Panoramica, da Pesaro, con altri secondi limati rispetto al tempo del settembre 2020. Si direbbe quasi che per me il tempo sulla Panoramica scorra al contrario! Ma è l'aria di mare che mi fa bene... non potrebbe essere altrimenti, visto che mi sono trovato a pedalare alle 14, oltre 100 km già coperti, sotto un sole implacabile, un paio di bustine di zuccheri e una borraccia, a chiedermi se valeva la pena rientrare in albergo, dato che mi sentivo ancora più che bene! Vabbè, poi in albergo ci sono rientrato, ma solo per una doccia e un breve spuntino, e poi di nuovo in sella! Ora il periodo estivo, troppo affollato per i miei gusti, in attesa di una nuova ubriacatura d'azzurro a settembre. Restiamo in attesa e teniamo pronte le gambette
Sempre più ingordo!

Doveva essere poco più di una gita a pedali sui Lessini... l'idea era di superare la ripida barriera del Passo Fittanze e fare poi incetta di panorami sul verdissimo territorio disteso tra Verona e il gruppo del Carega. Ma poteva finire così? No, ovviamente, perché è andata come al solito, con il piglio agonistico che ha preso il sopravvento! Dopo il tratto asfaltato fino ai 1500 metri del bivio del Pidocchio, fatto un po' di conserva anche per il gran caldo, lungo gli sterrati verso Castelberto, Podestaria e Monte Tomba ho iniziato a darci dentro seriamente, giungendo a quota 1700. A questo punto, rispetto ai giri precedenti, avevo già allargato ampiamente gli orizzonti e avrei potuto godermi un meritato riposo davanti a un bel piatto di pastasciutta. Ma niente, quando sono in bici (soprattutto in questi ultimi tempi) dimentico la fatica, la fame e la sete. È come se la parte spirituale prendesse il sopravvento e i bisogni terreni venissero meno; quanto sono diverso da quell'esserino chiuso in un inutile ufficio, a fare un lavoro da nulla! Dopo il rifugio Monte Tomba ho tirato dritto, giù fino al bivio per Tracchi e poi su per la ripida ascesa al Passo del Branchetto... e qui resterà memorabile la sverniciata che ho dato a tre ragazzi di una squadra giovanile della zona che si stavano allenando... senza troppa passione, diciamo così. Li ho passati in bici da trekking, con borsetta al manubrio, e credo che la sorpresa sia stata tale da non permettere loro la minima reazione. Fortuna che l'ammiraglia era più avanti, perché altrimenti se le sarebbero sentite, eccome Rientrato dal Branchetto sul percorso della Translessinia chiudendo un simpatico anello, ho ripercorso il tragitto all'indietro e, sempre con uno sguardo all'orologio, mi sono fiondato in discesa giungendo ad Ala in perfetto orario per il treno delle 14:26
Quando iniziai i miei bici+treno, oltre 10 anni fa, raggiungere il bivio del Pidocchio mi sembrava già una bella impresa. Poi mi sono spinto verso Malga Lessinia e monte Castelberto. Questa volta ci ho aggiunto altri 25 km circa, la gran parte su sterrato, per un totale di una settantina di km con quasi 2200 metri di dislivello. La moderazione che sembrava caratterizzare le mie prime escursioni "fuori casa" ha lasciato gradualmente spazio a un'intraprendenza e una determinazione che poco mi si addice in altri campi della vita. E più invecchio, più questa determinazione sembra farsi feroce, avida di emozioni. A discapito di tutto il resto. Di tutto il resto. Tutto.
Vacanze in laguna sud!

Anche quest'anno, per vari motivi, la meta delle mie (brevi) vacanze "tradizionali" (quelle con famiglia, senza fughe in bici+treno...) è stata la Laguna veneta. Ho già avuto modo di decantare la bellezza di questa zona con alcuni articoli pubblicati sul mio sito, ma quella a sud di Venezia era rimasta finora una parte poco esplorata. Ci ero passato di sfuggita nel novembre 2019 durante una scappata al Lido Di Venezia ed avevo apprezzato la bellezza di Ca' Roman, un'area protetta (non integralmente, purtroppo) dove il tempo sembra essersi fermato a qualche secolo fa. Ecco, il soggiorno di una settimana a Sottomarina ha rappresentato una ghiotta occasione per infilarmi nel dedalo di strade e ciclabili nella zona sud della laguna, quella che confina con le foci dell'Adige e del Po. Anche in questa occasione ho preferito portare un mezzo più robusto della bici da corsa, vista la presenza di sterrati che non volevo perdermi. Con la MTB dotata di coperture strette non è andata certo male: 6 uscite in una settimana (ho saltato solo il giorno di arrivo) per un totale di circa 400 km, di cui una discreta parte su strade a traffico limitato o comunque scarso. Bellissimo il tratto che corre su via delle Valli (le valli, in questo caso, sono quelle lagunari) e interessante (anche se il fondo è a ghiaia un po' grossolana) la ciclabile che segue l'ultimissima parte del corso dell'Adige e che da Cavanella porta a Rosolina Mare. Bellissimo anche il giardino botanico di Porto Caleri, poco più in là, in parte visitabile anche in bici. C'è un "ma"... ed è la presenza della famigerata statale Romea, una delle più pericolose strade d'Italia. Comodissima per raggiungere località che risulterebbero altrimenti molto distanti, ma poco digeribile per chi come me odia auto a tutta velocità e camion extra-size. A voler evitare la Romea si è costretti a percorsi complicati per risalire i corsi del Brenta e dell'Adige fino al primo ponte utile, oppure per aggirare parti di laguna più rientranti. Sulla Romea e su altre strade principali ci sono passato per brevi tratti (per arrivare ad Albarella, per esempio), ma non è stato piacevole. Molto piacevole è stata invece la giornata del "vaporetto+bici" grazie al quale ho potuto pedalare (e prendermi anche un KOM che nel 2019 avevo sfiorato!) sulle isole di Ca' Roman e Pellestrina e sul singolare collegamento lungo i Murazzi. Devo comunque concludere che la laguna nella parte a sud di Venezia ha un aspetto un po' più palustre e meno marina dei dintorni di Jesolo e Bibione... in sostanza mi sembra di aver visto più zone emerse. Ma si tratta, probabilmente, solo della configurazione della rete stradale
Uno tra mille

Caro ciclodiario, ogni tanto spunto dalla feccia in cui navigo insieme a mille altri sventurati e riesco a lasciarti un appunto. Sai, a differenza degli altri mille io ho un vantaggio, un enorme vantaggio. Perché io so cos'è la gioia. Io so cos'è la felicità. E ti posso dire, dall'alto dei miei 54 anni suonati, che gioia e felicità sono esattamente l'opposto di ciò che quei mille pensano. Non è possedere, non è fare, non è dovere. È l'esatto contrario. È non possedere, non fare, non dovere. Vivere con l'essenziale una vita non-dedicata al lavoro, priva di assurdi impegni buoni solo a riempire un'esistenza altrimenti fatta di nulla. Spesso mi trovo anch'io tra quei mille, purtroppo. A testa bassa, denaro e lavoro, lavoro e denaro tutto ciò che conta. A portare avanti, senza sentimenti e senza passione, il compito che questo stramaledetto sistema ci assegna: PRODURRE-CONSUMARE-CREPARE. Nulla di più, nulla di meglio. Ma quando sono in bici, lontano da tutto e da tutti, il miracolo accade sempre. Forse solo per un attimo, ma accade. Quel Marco che vive di cielo e di mare, quel Marco che non ha freddo, caldo, che dimentica di avere fame, che gode di un raggio di sole e piange di felicità al Cartello, quel Marco che non ha bisogno di NESSUNO dei valori che ci inculcano fin da piccoli, quel Marco salta fuori sempre. C'è, è sempre lì, in agguato. E prima o poi farà a pezzi questo patetico pupazzo borghese che si trascina attraverso la vita. Di quel pupazzo non dovrà rimanere nulla, nemmeno il triste ricordo.

Di nuovo bike&run

È un brutto periodo per le mie ginocchia, soprattutto il sinistro. L'osteopata sta facendo il possibile, ma il fastidio rimane e temo che alla prossima partita di calcio mi ritroverò a zoppicare. Questo non mi impedisce, per fortuna, di correre; evidentemente lo sforzo e le sollecitazioni sono ben diversi. E così oggi, con un meteo che invogliava davvero poco, mi sono cimentato in una delle mie "bici+corsa" raggiungendo Maso Ronco dopo un giro piuttosto ampio tanto che, tra pedalata e sgambettata sono arrivato a 36 km Curiosità: per non spezzare in tre l'attività Strava, ho considerato tutto il giro come ciclistico :-D Unico fastidio: il dover portare con me un paio di buoni lucchetti, pena il furto della bici e un mesto rientro a casa a piedi!

La vita che vorrei

Che avventura, ragazzi Sfruttando come negli anni passati un passaggio dell'amico Stefano, che scende a Misano per il moto GP, e tornando poi in treno ho potuto godermi una vacanza settembrina DA FAVOLA. Il programma, considerate le quattro giornate piene che avevo a disposizione, è stato moooolto succulento. Ho iniziato sabato 18 con un saluto di buon mattino a Casteldimezzo :-D poi la strada Panoramica che accarezza il mare, la discesa a Pesaro e gli inediti passaggi per Novilara, Candelara e (quest'ultimo non del tutto inedito, in verità) Mombaroccio. La domenica è, come da prassi, la giornata di chiusura al traffico della Pano
e quindi l'ho percorsa avanti e indietro mettendoci dentro anche la ciclabile fino a Fano. Ma è lunedì che mi sono gustato il piatto forte della vacanza, organizzando un "bici+treno" quasi leggendario e dimostrando che sì, Misano può fare da centro del mio mondo ciclistico
Sceso ad Ancona, sono salito sul Conero (a proposito, nel 2019 con la bici da trekking mi era sembrato decisamente più duro...) e mi sono buttato poi a capofitto verso sud, varcando Porto Recanati che fino a quel momento rappresentava un po' le colonne d'Ercole delle mie avventure ciclistiche lungo la costa adriatica. Grazie ai 60 km di statale Adriatica (idea matta, ma pensavo peggio) sono arrivato ad ammirare il mare da Grottammare alta e ho poi ripreso il treno a San Benedetto del Tronto, che diventa quindi il nuovo limite meridionale da superare, prima o poi! Da notare che ho trascorso l'intera giornata all'aperto con una borraccia d'acqua, un paio di bustine di zuccheri e una merendina senza nessun particolare patema! Martedì la scena se la sono presa le nuvole
tanto che ho dovuto posticipare il giro al primo pomeriggio, barattando la prevista ascesa a San Marino con una più modesta pedalata sulle colline circostanti e in zona (passaggio inevitabile!) Casteldimezzo. Mercoledì mesto rientro a casa... non prima, però dell'ennesimo saluto di prima mattina al Cartello con la promessa di rimettere le ruote su queste strade il più presto possibile!
Ciclabile dei Forti e Belvedere di Salò

Che bella scoperta la “ciclabile dei Forti”, sulla sponda sinistra dell’Adige, nella bassa Vallagarina! Essa prende il via poco a sud del minuscolo Borghetto, un tempo terra di confine tra il Regno d’Italia e territorio asburgico, dove sono sceso dal treno nella minuscola stazione... una pensilina in mezzo a qualche vecchio casolare, un contesto che sa di altri tempi
La ciclabile si presenta subito molto varia e spesso ombreggiata. Intendiamoci: l’aggettivo “varia” farebbe venire l’orticaria a molti puristi della bici. Perché il percorso ciclabile, a differenza della vicina strada statale, per guadagnare un km in linea d’aria ne percorre due... e presenta curve e controcurve, cambi di direzione, singolari tunnel, ponti di ferro e per non farci mancare nulla anche inaspettati strappi con pendenze non da poco, pur rimanendo sempre a ridosso del fondovalle!
Insomma, su questa ciclabile la velocità media va decisamente a farsi benedire, ma il divertimento è assicurato! Il piatto forte lo si può gustare all'uscita di Ceraino, dove una breve discesa ci immette in un canion scavato nei millenni dal fiume Adige. Un paesaggio dall’inestimabile valore scientifico, soprattutto geologico, con l’imponente falesia su cui troneggia il Forte di Rivoli a dominare tutto. Sbucato in pianura a Volargne, ho dovuto mettere le ali... ai pedali per saltare al volo (ma proprio al volo!) sul traghetto per Maderno delle 11:10. Che tirata, ragazzi, sulla Gardesana! E che soddisfazione farcela così all'ultimo minuto, nonostante un camion mi abbia costretto ad una discesa al rallentatore da Costermano! Poi la parte più soft del giro, con l'ascesa da Salò (finalmente!) a Serniga e San Michele, non prima di una visita al Belvedere di San Bartolomeo sul basso lago, che ha comportato un tratto a spinta
Che panorami fantastici... mi ricordano, nemmeno troppo alla lontana, il mio adorato Casteldimezzo! Dopo un panino sul lago sono rientrato con il traghetto a Torri e da lì alla stazione di Domegliara, non senza un'ulteriore tirata di collo :-P dato che mi sono reso conto che avrei potuto prendere il treno delle 15:22. Anche in questo caso missione compiuta per un capello! Resoconto del giro di oggi: due posti visti, due posti in cui tornare
Agli Omini di pietra!

Proseguendo il trend di questi ultimi anni, che mi vede allargare pian piano il raggio d'azione, ecco raggiunto un altro obbiettivo che mi ero posto da tempo: gli Omini di pietra, sull'altipiano del Salto, a oltre 2000 di quota. Un traguardo non da poco, visto il dislivello e il lungo tratto sterrato (che ho trovato comunque in gran parte in buone condizioni) che porta fino alla sommità di questo singolare luogo panoramico. Insomma, non è stata così dura come temevo Salito da Meltina, ho imboccato la strada asfaltata (ma chiusa al traffico, libidine!) per la Sattler Hütte e ho proseguito poi su sterrato fino alla Möltner Kaser, da dove parte il sentiero che mi ha costretto a tratti a procedere a spinta. Nulla di trascendentale comunque, con una buona MTB avrei anche potuto farcela senza scendere di sella. Nota a margine: metà ottobre con parcheggi pieni e gente ovunque, e poi si riempiono la bocca con parole come difesa della montagna e crescita sostenibile... ma vergognatevi, valà!
Come scassare una bici da trekking :-P

Alla partenza da casa, il rifugio Oltradige mi sembrava una meta talmente lontana (più che altro per il lungo sterrato da percorrere) che nutrivo seri dubbi sul fatto di farcela (tecnicamente, intendo!). E invece, pur con qualche esitazione su alcuni strappi che avrebbero richiesto una MTB, alla fine è andata: da Bolzano al Rifugio Oltradige, a quasi 1800 metri di quota, con la bici da trekking! Il problema è stato la discesa, perché tra sassi e radici ho preso delle "stecche" che hanno un po' disassato le ruote. E difatti il lunedì la bici era già dal meccanico... togliermi questa soddisfazione mi è costato qualcosina, ma ne è valsa la pena :-P
PR sulla Pano... di Malcesine però

Con queste temperature da GW, anche un pomeriggio di ottobre può diventare un'ottima occasione per una breve scappata al Garda, ma proprio breve... visto che sono saltato sul treno quasi a mezzogiorno! Discesa a Rovereto e poi classico percorso a superare il passo San Giovanni, raggiungere Malcesine e chiudere l'anello della favolosa Panoramica, questa volta meno panoramica a causa della foschia che gravava sul lago. Vabbè, nessun problema, l'importante era esserci Anche perché, nonostante la stagione avanzata e un fastidioso vento, c'è scappato un bel PR sull'ascesa lato sud
Prima di rientrare alla stazione di Rovereto ho avuto la stramba idea di salire da Nago a Castel Penede, cosa che avevo già fatto anni fa in MTB, ospite di un albergo a Riva. Non ricordavo quanto fosse dissestato l'ultimo tratto di sentiero per il castello, tra l'altro ufficialmente chiuso per lavori! Così ho dovuto guidare la bici (da corsa!) su una specie di mulattiera, col rischio di rompere ruote e pneumatici e, dulcis in fundo, ho finito per trascinare a forza la mia due ruote per superare uno steccato causa lavori in corso... molto poco in corso, visto che la loro fine era prevista per il 2019! Al castello e alle sue favolose viste sul lago, in ogni caso, ci sono arrivato

Sul Corno del Renon a fine ottobre!

Poco da dire, se non... sempre più in altooooo... e sempre più tardi! 27 ottobre, 2200 metri di quota del Corno del Renon raggiunti senza tanti problemi. Partenza a mezzogiorno, alle 15 ero in cima, al sole, con una temperatura più che accettabile. È un buon periodo non tanto per la qualità, piuttosto per la quantità. Sto facendo cose che qualche anno fa non erano nemmeno nei miei pensieri. Probabilmente solo una questione di tempo che ora riesco a dedicare maggiormente alle mie pedalate, ma questa escalation a dispetto dell'età mi piace assai
Serniga e Navazzo

"Parcheggiata" la famiglia ad un giardino botanico di Gardone, ho approfittato di un paio d'orette di libertà per godermi la limpidissima giornata pedalando sulla sponda bresciana del Garda. Il primo obbiettivo era un ritocchino al tempo impiegato per l'ascesa da Salò a Serniga, fantastica balconata sul lago, e per un passaggio a "Casteldimezzo 3", la minuscola borgata di Tresnico Poi, sceso nuovamente a Gardone, ho sacramentato qualche km sul lungolago un po' per il traffico (e pensare che è novembre!), un po' per il vento contrario, che non mi aspettavo. In ogni caso a Gargnano ho imboccato un'altra delle tante serpentine che risalgono i ripidi versanti di quella zona. La strada in questione passa per Navazzo e prosegue per la suggestiva diga di Valvestino e Capovalle, per poi scendere verso la valle delle Giudicarie. Salita inedita? Solo per Strava
perché ci ero già passato nel 2011. Quella volta avevo più tempo e riuscii a raggiungere Capovalle, oltre 1000 metri di quota. In ogni caso al bivio per Navazzo (quasi 8 km) ci sono arrivato... altro tempo che in futuro vedrò di migliorare
ma non posso certo ambire al KOM :-D visto che è in possesso di un certo Sonny Colbrelli, che è salito a oltre 27 di media!!! Tutti forti da queste parti, dopotutto il Garda è molto frequentato dai pedalatori soprattutto in inverno. È mancata poi, per questioni di tempo, l'ascesa a "Casteldimezzo 2", Muslone... speriamo non debba aspettare troppo per avere un'altra occasione!
Io non potevo aspettare domani

Quanto è trascorso tra l'arrivo del treno alle 16:21 a Cattolica, il trasferimento zaino in spalla e bici sotto al sedere in albergo, la sistemazione in camera, la complicata preparazione (siamo in novembre!), la pedalata e l'arrivo al Cartello? Ancora meno delle occasioni precedenti, visto che Strava certifica la mia entrata a Casteldimezzo alle ore 17:16! Come dice il titolo, non potevo aspettare domani... il sole era ormai tramontato e l'oscurità incombeva, ma mi ero portato tutto il necessario, luci e gilet fosforescente compresi, per questo piccolo colpo di testa. Come sempre, l'idea di rivedere Casteldimezzo mi ha messo le ali ai... pedali tanto che, nonostante il freddo e l'abbigliamento pesante, per strada ho raccolto anche qualche PR
E così ho visitato il borgo dei miei sogni in un contesto ben diverso da quello classico, in una sera di novembre, a turismo zero, proprio come piace a me
L'atmosfera era fosca e dalla staccionata il mare, duecento metri più sotto, si intravedeva appena. Sembrava un immenso nulla intento a mormorare... che suggestione fantastica! E poco più in là un tramonto arancione salutava una giornata di quelle da cerchiare sul calendario, che mi danno forza e che voglio, devo tenere ben fisse nella mente.

Meglio un giorno da leone

20 novembre 2021, Gabicce, prima mattina. Nebbia, pioviggine, non più di 8 gradi. Atmosfera spettrale di un luogo che per molti esiste solo da giugno a settembre. Controllo la situazione dalla finestra, ma non c'è nessun dubbio su quello che farò. Indosso il necessario, agguanto la bici e scendo in strada. Monto in sella senza esitazione, una parola che non è nel mio vocabolario, almeno quando vivo. E oggi sono vivo. Imbocco la Panoramica, a tratti bagnata. La sguardo è sempre avanti, sicuro, sereno; so già che farò quello che voglio fare. Passo un Casteldimezzo avvolto nella nebbia, anche così ha un suo fascino. Il mare, invisibile, mormora duecento metri più sotto. Su e giù fino a Pesaro, le discese accorte, le salite con qualche accelerata. Qui è tutto casa mia. Il lungomare fino a Fano così libero è ancora più bello. Entro in città e affronto una serie di rotonde strabordanti di traffico. Ma non ho nessun timore. Mi infilo dove posso, con decisa prudenza. So che non succederà nulla, lo so. Ho dieci occhi e l'attenzione alle stelle, ma gioco di freni e manubrio con animo straordinariamente sereno. Sto facendo quello per cui sono nato. Quello che mi ha insegnato mio padre. Ecco la prima indicazione del mio traguardo di giornata, l'eremo di Monte Giove. Imbocco la stradina che s'impenna fino a pendenze da brivido. Nessun problema. Nessuna fatica. Non c'è freddo, non c'è timore. Un bivio dove svolto a naso, la conferma di due escursionisti poco più avanti, una salitaccia fango e buche... ma all'eremo ci arrivo, eccome se ci arrivo. È il premio di giornata, un luogo di silenziosa preghiera gestito da pochi frati, presenze invisibili in quella fosca giornata. Una sosta bagnato e sudato, ma non è nulla. È la mia condizione naturale. Ho il tempo di scattare qualche foto e fare una considerazione: mi piacciono questi Camaldolesi, scelgono sempre luoghi da favola per ritirarsi dal mondo Uno spolverino e giù per il rientro, si torna a Pesaro per il secondo passaggio a Casteldimezzo, non può mancare, non mancherebbe nemmeno se stesse cascando il mondo.
E dopo oltre quattro ore sono in albergo senza fame né fatica, quattro ore trascorse tra pedalate e qualche sosta-foto. C'è scappato anche un tentativo di raggiungere lo strapiombo sul mare che corre poco oltre la Panoramica, arrampicandomi maldestramente tra foglie e terriccio bagnato dalla pioggia. Tentativo fallito, perché le scarpe da ciclismo si sono infangate al limite dell'usabilità. Mi è toccata una sosta alla fontana di Fiorenzuola per un improvvisato lavaggio, ma va bene tutto, ricorderò con un sorriso anche questo episodio
Oggi ho vissuto. Meglio un giorno così, uno solo, che mille giorni da pecora trascorsi nel gregge.
Mendola di Natale 2021!

Natale, tempo di... scalata alla Mendola! Quest'anno, nonostante il Covid, qualcosina siamo riusciti a organizzare. Un incontro con un numero ridotto di partecipanti, la salita che ognuno ha interpretato a suo modo, la bicchierata alla Mendola, la premiazione e poi tanti auguri a tutti e arrivederci a presto! La novità di questa edizione è che abbiamo trovato un nuovo DS, perché Claus è stato praticamente perfetto. Il tè caldo, le invenzioni estemporanee e divertenti, l'attenzione con cui ci ha seguito lungo la salita mi hanno ricordato da vicino il nostro amato DS! Per il resto tanta allegria e le solite strambe scene, con Stefano che ci fa sgranare gli occhi in divisa corta a -2 gradi, Erwin che piomba nel piazzale con una E-bike che sembra un’astronave, il veterano Rudi, Marwin, che si è inserito alla grande nel gruppo, Cesare sempre sul pezzo, Lina, la "bella della Mendola", Fabio il passista che affronta la salita senza paura e io, pasticcione come al solito! Tutti insieme grazie all'amicizia che il nostro indimenticabile DS ha sapientemente coltivato. Non lo potremo mai ringraziare abbastanza per questo.

2022
Il mio papà c'è sempre

Della serie: quando una persona non c'è più, eppure teneva così tanto a te che è come se ci fosse ancora. Ne ho avuto l'ennesima dimostrazione l'altro giorno scendendo dal Bellavista in questo cinquattraquattresimo stramaledetto, insulso e stupido inverno sudtirolese fatto di freddo, smog e montagne grigie e opprimenti. Mi sono reso conto che la discesa sarebbe stata fresca, molto fresca... e allora ho fatto ricorso a una vecchia giacchetta di carta leggermente cerata che mio papà mi aveva procurato chissà dove tantissimi anni fa e che avevo prudentemente riposto nel portaoggetti. È fatta di un materiale che susciterebbe i risolini dei tanti ciclofighetti che infestano le strade, quelli che se un capo di abbigliamento non è fatto di poliproqualcosa con gli inserti in Thinsuvattelapesca non lo guardano neanche. Eppure quella giacchetta ha fatto il suo lavoro, eccome se lo ha fatto. Mi ha dato una sensazione di calore che è andata ben oltre il semplice effetto fisico. Mi ha fatto sentire l'affetto, quello vero, che trascende tutto, anche la morte. Roba rarissima al giorno d'oggi, dove spesso belle parole tengono in piedi castelli fatti di nulla. Il mio mio papà e il suo affetto, invece, ci sono sempre. È l'ultima cosa su cui posso contare veramente.

Si torna sul Garda!

Che inverno... vomitevole come tutti gli altri. Stramaledetto sia il posto in cui abito e da cui spero di andarmene, un giorno o l'altro. Mesi NON VISSUTI, passati ad inventarsi le cose più assurde per tenersi in forma, ma soprattutto per stancarsi e non avere voglia di pensare una volta giunta la sera. Guanti, sottoguanti, copriscarpe, giacche, fasce... ma bastaaaa!!! Questo inverno (oltre ovviamente alle scappate di mezzogiorno) sono andate di moda le uscite in bici del dopolavoro, alle 18, vestito alla meglio, metà borghese e metà ciclista, con la bici che capitava. Grazie al vento è saltato fuori anche qualche KOM su segmenti cittadini, ma non sono certo queste le soddisfazioni che cerco. Per averne una ho dovuto aspettare il 10 marzo dopo un lunghissimo periodo secco e meteorologicamente piatto. Ho scelto la formula del treno+bici pomeridiano: base di partenza e arrivo la stazione di Rovereto, destinazione la Panoramica di Malcesine, rientro a Bolzano prima che calasse il buio La temperatura non ottimale e un vento fastidioso (e forse anche una forma non perfetta) non mi hanno permesso di migliorare il tempo sulla Panoramica lato nord, ma qualche PR ci è scappato comunque
A passo Campiano ho inoltre avuto la (pessima) idea di proseguire verso la stazione intermedia della funivia del Baldo. Erano anni che quella rampa che parte proprio dal passo mi stuzzicava... e oggi mi sono buttato. Beh, meno male che in cima era tutto chiuso e il traffico quasi inesistente perché ad un tornante, per non mettere il piede a terra, ho dovuto allargare molto, finendo completamente nell'altra corsia. Pendenze da brivido, ben oltre il 20%, che non so se rifarò. Altra missione compiuta e Garda rivisto, comunque

Al mare, vita mia!

L'ho già scritto, lo so, ma ribadisco che è stato un inverno davvero pesante. In questo periodo dell'anno ai casini e ai pensieri che sempre mi attanagliano si somma l'effetto del freddo e delle poche ore di luce, un mix che per me è devastante. Ho aspettato per mesi il momento di buttare la bici su un treno e andare al mare, e finalmente è arrivato! Certo, lo potrei fare anche a gennaio, ma il mio atteggiamento (direi quasi la mia filosofia) minimalista mi impone di viaggiare in un modo che mal si concilia con tutto ciò che dovrei portarmi dietro: giacche, fasce, guanti, copriscarpe, ricambi di ogni genere, oltre ovviamente a qualche indumento caldo per i momenti in cui non pedalo. Insomma, l'inverno mi taglia le ali perché l'idea di partire portando con me mezzo armadio fatico a concepirla. E così ho dovuto attendere i primi 20 gradi per far stare il necessario in due borsette e godermi la meraviglia di tre giorni in laguna, con base a Jesolo. Tre giorni sembrano pochi? Beh, il primo giorno ho pedalato due volte: dalla stazione di Quarto d'Altino a Jesolo, 30 km controvento lungo la ciclabile del Sile, poi una volta sistemato il "bagaglio" in albergo, senza nemmeno cambiarmi mi sono fiondato in quel meraviglioso parco giochi che è Lio Piccolo e il suo anello nella laguna. E qui... sorpresa! La vegetazione arbustiva era stata completamente rasata, uno spettacolo a dire la verità poco edificante, ma un'occasione d'oro per il ciclista come me che capita proprio per scalare la classifica su Strava Purtroppo un po' il vento e un po' la stanchezza della giornata mi hanno tagliato le gambe... ma non abbastanza da impedirmi di spuntare un quinto posto assoluto nel giro orario
Il secondo giorno meravigliosa escursione lungo il Lido e Pellestrina con passaggi su vaporetto e ferry-boat e diversi tentativi di migliorare le posizioni in classifica nei vari segmenti presenti in laguna. Secondo dal cimitero di Pellestrina a Cà Roman e terzo sul mio amato (chissà perché, è una strada tutta dritta...) Cà Roman-Santa Maria del Mare. Qui il KOM non l'ho preso per 9 secondi... probabilmente quelli che mi hanno fatto perdere i due (!) autobus che mi hanno gettato il vento in faccia, che rabbia :-/ Vabbé, dai, non era una spedizione volta ai KOM, ma l'occasione per vedere tanto mare e tanto cielo, e così è stato. Il terzo giorno l'ho dedicato, purtroppo, al rientro: occasione per ripercorrere tutta la Girasile, 65 km da Jesolo a Treviso, dove sono saltato sul treno con un bagaglio di suggestioni che, con tutte le esperienze precedenti, sta creando un substrato fatto di gioia e spensieratezza. Prima o poi questa voglia di vivere fagociterà tutto, tutto, e non ci saranno più paure idiote e angosce piccolo-borghesi, ma solo un cielo azzurro ed un mare blu, e io che ci pedalo accanto con il sorriso. Crediamoci...
Un KOM per papà

L'ho provato una volta, due, una terza, quel segmento su Strava. Ho capito che poteva starci una buona prestazione. In altre parole: potevo andare in testa alla classifica, prendere il famoso "KOM" che vale poco ma anche tantissimo, un bel gioco a cui si partecipa per scherzo, ma sotto sotto anche per mettersi alla prova e dimostrare agli altri che qualcosa si vale anche noi. È l'ultimo appiglio ai (bei) tempi andati, quando l'unico pensiero della settimana era scegliere la gara del week end. Figuriamoci che roba, che leggerezza d'animo. A fare il paragone con la vita di oggi, in cui tutto ruota intorno allo SPORCO DENARO e a mille preoccupazioni, non resta che piangere. Eppure, come detto, qualcosa che mi lega a quei trascorsi spensierati c'è ancora. Qualcosa che, magari solo per pochi minuti, mi rispedisce indietro nel tempo, quando in bici tiravo fuori il meglio di me e mio papà mi faceva sentire importante come mai più è successo in seguito. Si tratta di mettersi alla prova sui "segmenti", percorsi cronometrati di cui esiste una vera e propria classifica. Solo che in questa gara non si parte tutti insieme... ognuno percorre il segmento quando e come preferisce e col tempo la classifica si popola. C'è ovviamente chi fa il furbo, chi usa la bici elettrica o si mette nella scia di un veicolo "amico", ma a barare sono in pochi. Il tratto su cui ho fatto il KOM è sterrato e ciclabile. In teoria dedicato alle MTB, ma la superficie è in gran parte su terra battuta, con poca ghiaia. Si può fare anche in bici da corsa, quindi. Non posso sapere se altri hanno avuto la mia stessa idea o se mi sono giocato un bonus extra, considerato che ci sono i "delicatini" che non metterebbero mai le ruote del proprio bolide a pedali su una strada polverosa. Sia quello che sia, oggi ho vissuto uno di quei momenti magici dei tempi andati. Ho percorso i 25 km che mi separavano dall'inizio del segmento con lo sguardo feroce, di quelli che dovrei avere sempre nella vita, senza pensare a nulla. Ho imboccato il tratto sterrato con una determinazione che mi ha ricordato quella di quasi 30 anni fa, quando vinsi una gara grazie all'urlo di mio padre, posizionato nel punto giusto poco prima dell'arrivo. Ho tenuto duro con una facilità sorprendente nonostante la fatica che montava gradualmente. Non avevo riferimenti, come invece hanno i tanti che montano la moderna strumentazione, e che capiscono presto se vale la pena continuare lo sforzo. Ho tirato dritto fino in cima, rilanciando più volte, dando anche lo strattone finale, come in gara. Quando ho tagliato il "traguardo" ho pensato a mio papà, a come mi avrebbe assistito con l'ammiraglia, se ci fosse ancora. Mi avrebbe atteso pazientemente al termine della ciclabile, e io gli avrei comunicato che sì, probabilmente ce l'avevo fatta. Non mi avrebbe fatto nessun complimento, perché non ce n'era bisogno. Con mio padre ci si capiva senza parlare. Invece all'arrivo ero solo, come sempre da quando non c'è più lui. Chissà se mi stava guardando da qualche parte, chissà se ha assistito al mio wooowww! appena arrivato, con un sorriso stampato sulle labbra, nonostante avessi le pulsazioni a mille. Chissà. In ogni caso ti dedico questo KOM, caro papà. Non è molto, ma la bici è ciò che ci legava e ci faceva divertire. E sono sicuro che avresti (hai?) apprezzato
Tutto il mio mondo

Che vacanzina, ragazzi Ovviamente bici+treno, ovviamente verso Casteldimezzo, ma questa volta ho cambiato l'itinerario dell'andata, con una fermata a Mantova che mi ha permesso una breve visita ai dintorni. Così ho potuto visitare parte della città dei Gonzaga e seguire poi il profilo di uno dei laghi che la toccano prima di rientrare in stazione. Poi, il giorno stesso, il ritorno a casa, a Casteldimezzo, quest'anno un po' più tardi del solito per le bizze di un meteo bislacco, con una primavera fredda quasi quanto l'inverno. Ma, a pensarci bene, io sono sempre stato lì. Con il pensiero, con l'anima, con i sogni. Solo il corpo è prigioniero. Considerazione fatta mentre davo le ultime, furiose pedalate dopo il camping, prima di imboccare a tutta lo strappetto che porta al borgo del mio cuore. Io sono lì ogni giorno, quello è il mio mondo. A qualcuno può sembrare piccolo? A me non importa. Lì c’è tutto. Il cielo e il mare, e io dentro nel quadro, con la mia bici. Esiste altro? Io non credo. Il giorno dopo è stato completamente dedicato alla Panoramica, e alla fine c'è scappato anche un panino al sole con le spalle appoggiate alla rocca di Montefiore, un lusso pazzesco
Oltre 120 km con diverse medagliette, se vogliamo vederla "lato Strava" :-D mezza giornata di spensierata allegria se la guardiamo con gli occhi dell'innamorato del cielo, del sole e del mare. E della Pano e di Casteldimezzo, ovviamente
Pomeriggi da non dimenticare

Non ti dimenticare, Marco, di pomeriggi così. Dimentica tutto: gli impegni, i soldi, i doveri, il senso comune, gli stupidi conformismi, i finti piaceri. Ma non dimenticare giornate come questa, la discesa dal treno a Rovereto, il luccichio del Garda, l'Ora gagliarda e pungente, il pistino di Dro fatto col sorriso, la ciclabile che attraversa il singolarissimo ambiente delle Marocche, la spettacolare forra del Limarò, la fontanella fresca a Sarche, lo scavallo del Bondone per raggiungere Trento e anche l'ultimo tratto in discesa verso la città a battagliare con gli automobilisti a 70/h, perché no. Perché questa è vita. E tutto il resto è solo l'attesa di questi fantastici momenti.
Liguria in bici+treno!

Ed eccomi a raccontare di un'altra fantasmagorica avventura in bici+treno. Non so nemmeno bene da dove iniziare, perché l'esperienza è stata intensa e coinvolgente. La scelta questa volta è caduta sulla Liguria. Sono arrivato a Imperia mercoledì 11 maggio 2022 aggrappato alla mia due ruote, pronto per un percorso che aspettavo di vedere da tempo, la Ciclabile dei Fiori, altrimenti detta Pista Ciclabile del Parco Costiero "Riviera dei Fiori", sulla costa ligure di ponente. Ho trovato il percorso favoloso, profumato, sicuro, piuttosto frequentato ma con una sede larga (c'è addirittura la linea di mezzeria!) e fornito di tutti i servizi lungo il percorso, con la possibilità di visitare le località attraversate (tra cui Sanremo e la bellissima Ospedaletti) semplicemente girando il manubrio e dando quattro pedalate, ma proprio quattro. Nei due giorni in cui ho scorrazzato avanti e indietro tra Imperia e Bordighera, godendo di profumi e viste da favola, ho avuto l'occasione di visitare Sanremo (immancabile un salto all'Ariston, bici rigorosamente a spinta!), salire agli 800 metri di quota di San Romolo (?!), scoprire lo stupendo borgo di Ospedaletti (che mare!!!), e mettere le ruote su due salite mitiche per il ciclismo ovvero la Cipressa (bellissima l'ascesa tra gli ulivi, meraviglioso il colpo d'occhio sul mare in discesa) e il Poggio, trampolino di lancio per i campioni della Milano-Sanremo. Questo grazie al fatto che la ciclabile non si allontana mai più di tanto dalla statale Aurelia, e in vari punti si può lasciare un po' a malincuore la tranquillità della pista per la strada ingolfata di motori... è lo scotto da pagare (qualche km al massimo) per arrampicarsi sui versanti montuosi che sovrastano la fascia litoranea. Oltre alle salite già citate, teatro di leggendarie battaglie ciclistiche, ho raggiunto anche il tranquillo santuario di Nostra Signora di Lampedusa (6 km di salita, a tratti impegnativa), godendomi la vista verso il mare da uno dei tanti santuari disseminati sulle colline liguri. Tutto perfetto, non saprei trovare una pecca nel viaggio (un po' avventuroso, certo, come quando a Milano Lambrate ho caricato la mia due ruote all'estremità sbagliata del regionale veloce per Genova, ma così è il bici+treno!) e nel soggiorno, allietato da una camera con favolosa vista mare e da una ciclopedonale proprio sotto la finestra grazie alla quale ho potuto permettermi una corsetta sul litorale il giorno della partenza. Ma non è finita: oltre alla Ciclabile dei Fiori, a est di Imperia ho pedalato sui famosi "Capi" (Capo Mele, Capo Cervo e Capo Berta), i tre famosi colli che i professionisti affrontano prima dell'ultima parte della Milano-Sanremo. E non è finita ancora, perché nelle soste tra un treno e l'altro ho potuto dare un'occhiata al Parco Lambro, vicino a Milano, e pedalicchiare sul lungomare di Genova. Posso dire che ho vissuto qualche giorno in paradiso? Senza preoccupazioni, pensieri, paure, senza sentirne nemmeno la più lontana eco. Sempre sicuro, sempre la decisione giusta, mai un'esitazione, anche sulla strada, in quei brevi e pericolosi tratti di Aurelia su cui sono stato costretto a pedalare per raggiungere i posti più belli. Una versione praticamente perfetta di me, che viene fuori quando serve, quando non posso contare sull'appoggio di nessuno. Che si ciba quasi di nulla, memorizza in anticipo il percorso e poi guida la bici come se fosse passato di lì mille volte, insensibile alla fatica, perfettamente a suo agio nella solitudine. Quale sono io, quindi? L'ignobile personaggio che tira a campare, come mille altri, dietro una scrivania a fare un lavoro idiota pensato da idioti o quello che schizza dal letto la mattina come a vent'anni e travolge uno a uno tutti gli obbiettivi di giornata, senza nessuna esitazione? E chi lo sa... Intanto facciamo in modo che questo ciclodiario si affolli di racconti del genere ...
Domegliara-Bolzano!

E anche questo progetto è stato portato a termine Erano anni che mi proponevo di scendere dal treno a Domegliara e rientrare a casa imboccando la Ciclabile dei Forti e poi quella dell'Adige, ed ecco fatto! Mi è bastato un pomeriggio: partito con il treno delle 12:31, alle 14 ero in sella e alle 19 a casa, non male! Non è certo un'impresa eroica, ma per me 145 km (pur quasi tutti in favore di vento) non sono un scherzo. Lungo il percorso speravo di trovare qualche ruota amica, ma l'unica scia che ho preso è stata quella di una coppia poco a sud di Trento, ed è durata pochi km. Da ripetere comunque, perché a causa di piccoli errori di percorso tra Ala e Trento (ma la vogliamo mettere qualche indicazione?) sono saltati i segmenti di Strava più lunghi, dove magari potevo ambire a posizioni interessanti. Incredibile poi il disorientamento in quel di Trento, dove la ciclabile si addentra nel centro città, attraversa un parco giochi, si riduce a una corsia che va contromano e poi si perde ai piedi dei quartieri alti, costringendoti a imboccare vialoni gonfi di auto... il tutto per aver mancato una svolta al momento giusto, prima di entrare in città! Ma va bene così, servirà come esperienza per la prossima volta. L'importante è che abbia resistito alla tentazione di saltare sul treno a Mezzocorona prima e a Ora poi, quando le forze (e la voglia) iniziavano inevitabilmente a calare. Alla fine ho portato a casa un bel gruzzoletto per il Battibonatti e un'altra manciata di belle ispirazioni :-D
Ogni volta una gioia, ogni volta più grande

A poche settimane dalla mia avventura in Liguria, ecco un'altra sciccosa (mi si conceda il termine) trasferta in bici+treno... ancora più bella e varia, pensata in modo da avere la possibilità di visitare più luoghi nello spazio di pochi giorni. Tutto è iniziato alle 12:31 del 6 giugno, con la partenza per Bologna su un Eurocity della compagnia ÖBB. Volevo provare questa esperienza, che però non ripeterò. Carrozze strapiene, bugigattolo bici (ci vuol coraggio a chiamarlo "posto bici!") invaso dai bagagli, ritardi, il tutto per la bellezza di 62 euro! In ogni caso sono giunto nel capoluogo emiliano nel primo pomeriggio, ho avuto il tempo di sistemarmi nel B&B e raggiungere l'obbiettivo di giornata, la basilica della Madonna di San Luca. Erano anni che attraversando Bologna osservavo il profilo del santuario e finalmente, devo ammettere con un po' di commozione, sono riuscito a visitarlo... che luogo fantastico! Il giorno dopo l'arrivo a Orbetello, il solito lancio dello zaino sul letto e la partenza spensierata puntando la salita al convento dei Passionisti. L'idea era quella di limare i tempi che avevo stabilito nel 2015 con una bici un po' più pesante, la famosa Chesini che ho ancora in dotazione. Non ci sono riuscito... che siano i 7 anni in più, il caldo o la stanchezza del viaggio non è dato di sapere. Ma non c'è problema, a cima Telegrafo ci sono arrivato, anche se certi tratti non li ricordavo così duri! Il giorno dopo il Giglio... meraviglia delle meraviglie! Quadri di sole, cielo e mare e io che ci pedalo dentro. Non dimenticherò quei momenti, non li dimenticherò, non posso e non devo dimenticarli. Non dimenticherò i profumi, i panorami strabilianti di Giglio Castello, la solitudine di certi passaggi, il mare che spumeggia laggiù, l'orizzonte libero da ogni ostacolo fisico e spirituale, la brezza profumata intrisa di gioia. E il giorno successivo il classicissimo giro dell'Argentario, un'altra boccata DI VITA, QUELLA VERA, dove nulla conta oltre alla felicità che si trova nelle cose più semplici del mondo: uno scorcio colorato di verde e azzurro, una ciclabile che corre nella macchia mediterranea, l'ombra rinfrescante dei pini marittimi, la sosta panino con il cuore strapieno e lo stomaco vuoto. Dulcis in fundo, proprio al termine del giro, un temporalone ha trasformato il cielo in una volta turbinante di neri e grigi, degna chiusura di una giornata in cui della merda borghese non è rimasto nemmeno il più pallido ricordo. E poi il giorno del rientro, con una lunga sosta a Pisa che mi ha permesso di pedalare nella verdissima tenuta di San Rossore, non per niente sede prediletta per le vacanze dei re di casa Savoia. Infine, la galleria di Domegliara e la luce che si spegne, ancora una volta... Chissà che un giorno non possa lasciarmi alle spalle quel tunnel. Per sempre.
Rigurgiti di giovinezza

Oggi mi sono concesso un passaggio in auto per avvicinarmi ad uno dei tanti "Bike day" dolomitici, così tanti che ormai ne fanno uno a settimana. Non mi piacciono queste manifestazioni, non ci trovo nulla di ecologico. È vero, per qualche ora i passi che collegano prestigiose località montane di villeggiatura vengono liberati dall'assillo di auto e moto, ma la maggior parte dei ciclisti converge nei pressi del percorso con la propria auto, generando altro traffico... non ha nessun senso questa cosa! Come detto, "semel in anno licet insanire" e quindi mi sono concesso questa trasferta con gli amici, anche per non fare la figura del solito asociale. Lasciata quindi la macchina a Colfosco, siamo scesi a Corvara per poi affrontare il facile Campolongo, scendere ad Arabba e proseguire poi verso il Bellunese puntando la "cima Coppi" di giornata, la doppietta Falzarego-Valparola. Proprio in questo tratto, d'accordo con gli amici un po'... meno "agonisti" di me, ho allungato il percorso di circa una ventina di km e 600 metri di dislivello scendendo ulteriormente fino a Caprile, nel Cordevole, e risalendo poi per riagganciarmi alla strada per i passi Falzarego e Valparola. L'idea era di ricongiungerci più o meno in cima, ma un piccolo errore di percorso, subito rientrato, e il dubbio che avessi imboccato la strada sbagliata mi hanno messo un po' in crisi... preoccupato dal fatto di fare aspettare i miei amici a oltre 2000 metri di quota, con il cielo che si andava coprendo, ho iniziato a darci dentro, eccome, e anche una volta rientrato sul percorso, ai -9 dal Falzarego, ho dato di quelle tirate che non credevo. Cioè, raga, trovarsi a 55 anni ad allungare ad ogni più leggera spianata saltando tutto e tutti a doppia velocità (per carità, era una cicloturistica!) è qualcosa che mi ha sorpreso. Non poteva essere solo la fretta, ci vuole anche un po' di fisico! Curioso poi che l'unico che mi abbia affiancato (e poi tentato di staccare) sia stato un ragazzino inglese di 14 anni che si è infine profuso in mille complimenti :-D Ma c'è di più: il giorno dopo la scalata al Monte Pozza, a quota 1600 sopra Bolzano, mi ha fruttato tre coppette su Strava. In poche ore avevo quindi recuperato lo sforzo, anzi tutti quegli sballottamenti mi hanno fatto addirittura bene! Nulla di strano: siamo nati per fare fatica, non per oziare. Purtroppo molti se ne sono dimenticati.
Bikepacking lessineo minimal!

Ed eccomi a una nuova esperienza in bickepacking Normalmente le mie vacanze in bici sono organizzate in un modo un po' diverso: metto in uno zaino ciò che serve, butto la bici sul treno e ci facciamo portare a destinazione. Questa volta, invece, alla destinazione ci sono andato a pedali
Meta finale: Sant'Anna d'Alfaedo, sui Monti Lessini, 131 km da Bolzano, 120 di ciclabile fino a Peri e poi la salita a Fosse, abbastanza nota perché inserita in alcune gran fondo amatoriali. Fino Peri me la sono cavata benino, grazie anche a un leggero vento a favore. Poi le forze sono inevitabilmente calate, ma stiamo parlando di oltre 9 km di salita all'8,3% di pendenza quando ne avevo già 120 nelle gambe, sotto il sole pomeridiano che picchiava fortissimo. Mettiamoci anche un semplice panino per pranzo e il peso della bici over 15 kg... beh, mi sono accontentato di arrivare su senza fermarmi! Come si vede dalla foto, con me ho portato lo stretto necessario, tanto che ci è stato tutto in due semplici borsette! Sant'Anna è un paesino piccolo, mooolto tranquillo anche in luglio, ma carino. C'è tutto quello che serve: una bella e fresca fontana, il campanile che batte le ore, un negozio di alimentari e una pasticceria :-D Ci sarebbe anche il museo geopalentologico, aperto però solo nel fine settimana. Peccato, perché dopo una bella pedalata avrei molto gradito una visita ai "mostri" che 50 milioni di anni fa popolavano quelle terre. Le belle pedalate, si diceva... per il primo giorno è stata ovviamente più che sufficiente la trasferta da Bolzano, il secondo giorno (mio compleanno) sono partito con la gamba un po' molla ma ho poi ingranato alla grande e ho raggiunto Velo Veronese via Erbezzo-Bosco salendo quindi al Monte Purga... a spinta, perché forse solo un campione di MTB potrebbe arrivare in cima senza scendere, e non ne sono nemmeno sicuro! Breve spuntino a Velo e poi salita alla Conca dei Parpari, Malga San Giorgio e passo del Bracchetto. Potevo chiudere un ampio anello salendo a Malga Podestaria e proseguendo poi per Malga Lessinia, ma il meteo un po' balordo e la bici poco adatta a certi sterrati mi hanno fatto desistere. In ogni caso è saltato fuori un bel giro da 80 km con 1800 metri di dislivello. Il terzo giorno è stato quello del rientro. Troppo banale scendere a Peri e sorbirsi 120 km di ciclabile... ho preferito ricalcare il percorso del giorno precedente fino a Velo, scendere a Selva di Progno e risalire a Bolca, totalizzando altri 1000 metri abbondanti di dislivello. Dopo la foto di rito al Museo dei fossili sono sceso lungo la val d'Alpone arrivando a San Bonifacio e da qui, sotto la guida attenta di Komoot, alla stazione di Verona Porta Nuova, cotto a puntino dal caldone della pianura. Che dire... per vari motivi (caldo, ressa, prezzi) ho rinunciato al mare e a Casteldimezzo, e la cosa mi è costata molto. Ma questi tre giorni vanno ad aggiungersi ad una collezione di ricordi che si sta facendo bella, grande e talmente numerosa da rendere indispensabile questo ciclodiario
Al velodromo, 10 anni dopo

Dieci anni... è passato tanto tempo, ma il ricordo è ancora vivido e fa malissimo. Dieci anni da quella famosa giornata al velodromo di Cles, in cui io e mio papà abbiamo trascorso una delle più belle avventure insieme. Nessun altro era presente quel giorno, solo io e lui, a dare il meglio di noi stessi. E in quell'occasione ci siamo riusciti, eccome. Lui perfettamente calato nel personaggio del DS apparentemente goffo e trasandato, ma in realtà attento a ogni dettaglio. Io a dare tutto me stesso, riuscendo a coprire un chilometraggio sull'ora che ancora oggi mi sorprende. A dieci anni di distanza, in occasione di un giro della Val di Non preso "largo", sono ripassato in quel velodromo, mi sono fatto un paio di anelli e poi mi sono fermato in preda ai ricordi. Me lo sono visto lì, seduto al tavolo, a segnare tempi e passaggi. È stata un'esperienza terrificante. In quel momento avrei voluto solamente morire. La bici e mio papà... mi viene in mente poco altro di bello in questo mondo di merda. Una cosa l'ho persa.
Tutto in 35 ore

Sembra lo strampalato titolo di un film, invece è il sunto della mia cicloavventura settembrina in laguna veneta. In meno di un giorno e mezzo sono partito dalla stazione di Bolzano, sceso a Treviso, ho percorso tutta la ciclabile del Sile fino a Jesolo, ho raggiunto dopo 80 km Caorle e, dopo una doverosa passeggiata lungo la Scogliera viva e una dormita in albergo, la mattina dopo sono ripartito per Bibione... dove però non sono mai arrivato, perché il maltempo mi ha costretto a una precipitosa ritirata verso la stazione di Latisana :-/ Devo dire che la passata temporalesca era prevista, ma speravo che tardasse di un paio d'ore per poter fare un salto al faro di Bibione, invece già pochi km dopo la partenza dall'albergo all'orizzonte si è profilata nientemeno che la sagoma di una supercella, che mi ha rincorso fino in quel di Lugugnano, dove ho dovuto necessariamente ripararmi causa pioggia forte e pericolose raffiche di vento. Non si scherza con i temporali padani, soprattutto se ci si trova su strade che attraversano zone coltivate, con pochissime possibilità di riparo! E la situazione non si è fatta più rassicurante nemmeno dopo il passaggio della supercella, perché nuovi nuvoloni neri si stagliavano un po' ovunque all'orizzonte. Ho preferito quindi approfittare di una pausa della pioggia per togliermi l'abbigliamento da ciclista bagnato e puzzolente e raggiungere la stazione con gli abiti borghesi. L'ho potuto fare in tranquillità conoscendo la ciclabile del Tagliamento, già percorsa in altre occasioni, fermandomi in un posto che mi garantiva un minimo di privacy :-D
Tanto per dare l'idea di quello a cui sarei andato incontro se avessi osato di più: anche la linea ferroviaria ha riportato danni per il maltempo e il treno ha ritardato non poco!
Vabbè, il programma era forse un po' troppo arruffato, ma una seratina sul lungomare di Caorle l'ho passata e questo è l'importante
Misano 2022

È la più bella delle consuetudini: quando tutti rientrano dal mare, io parto E dopo un'estate lunghissima, con il caldo ma soprattutto la ressa che per mesi ha costituito una sorta di barriera umana quasi invalicabile eccomi finalmente a Misano, abbastanza vicino a Casteldimezzo da farmi sentire a casa
Sei giorni trascorsi in autonomia, i primi due con amici che hanno voluto vedere di persona il borgo sospeso tra cielo e mare di cui parlo con amore da anni, poi da solo, completamente e meravigliosamente solo. San Marino, Pesaro, Fano, Ancona, il Conero e la sua riviera, Loreto, Recanati e Castelfidardo e, ovviamente, la Panoramica e Casteldimezzo sono state le mete toccate dalle mie pedalate. Tutto ruotava attorno a questo. Tutto era in funzione di questo. Non il cibo, non il lavoro (che pure mi ha seguito anche qui...) ma la bici e la contemplazione del mare e delle nuvole in spiaggia era ciò che contava.
Quanti ricordi costruiti anche in questa vacanza. L'accoglienza di Chiara al residence, il saltare in sella di buon mattino con l'unico scopo di pedalare vista mare, la seconda uscita serale per una scappata a Montefiore (solo una volta, purtroppo), i pranzi saltati e le cene frugali, il correre alla spiaggia per quella nuvola che dà spettacolo, per un tramonto da fiaba, per il mare che rumoreggia al di là degli scogli. Tutta gioia, tutta spensieratezza.
Ma anche la disavventura di trovarmi, causa GPS andato in palla, sulla statale Adriatica a sud di Ancona che è una superstrada con un fazzoletto di asfalto al di là della carreggiata, dove mi sono fatto piccolo piccolo mentre le auto sfrecciavano a velocità folli. Poi lo svincolo per Ancona e la scoperta che il peggio doveva ancora arrivare... ancora superstrada fatta di un su e giù continuo, ancora auto e camion impazziti, e ad ogni scollinamento una galleria, la più lunga delle quali ho superato a spinta su una sorta di scassatissimo marciapiede. Ma ad Ancora ci sono arrivato sano e salvo
e l'intuito mi ha fatto subito imboccare la via giusta per la stazione :-D
Ricordi, tutti ricordi che però lo stress del quotidiano appannerà in fretta e che vanno, quindi, continuamente alimentati.
Alla prossima avventura, dunque!
I Forti, Lina e il Garda!

Ala-Borghetto-Ciclabile dei Forti-Volargne-Affi-Caprino-Lumini-San Zeno-Brenzone e rientro a Rovereto sulla Gardesana... ecco il "lusso" che mi sono concesso oggi! 115 km che non posso dire d'aver fatto tutti d'un fiato vista la sosta al campeggio di San Zeno di Montagna, dove l'amica Lina mi ha offerto un gradito risotto e una piacevole chiacchierata. Ma prima di questo c'era da centrare l'obbiettivo di giornata, il PR sulla Caprino-Lumini. La salita l'ho fatta quasi tutta col 50 e in effetti il record personale è arrivato. Per antipasto mi ero gustato la bella ciclabile dei Forti e il passaggio nella forra di Ceraino, che non stupisce di sorprendermi con i suoi paesaggi così diversi dal territorio circostante. E dopo San Zeno e la discesa sul lago ecco l'Ora del Garda che mi ha dato una piacevole spinta fino a Torbole su una strada finalmente non più intasata di auto. Insomma sì, oggi ho vissuto
Garda bresciano!

Quanto è bella la sponda bresciana del basso Garda! Ci vado così raramente che rischio di dimenticarlo, quindi ogni tanto un ripassino ci vuole Eppure il traghetto che da Torri porta a Maderno è comodo: ci butti su la bici e in mezz'ora sei dalla parte opposta del lago dopo una suggestiva traversata con vista su gran parte del Benaco. Così, dopo la partenza dalla stazione di Domegliara, un passaggio sulle colline moreniche (e panoramiche) e la discesa a Lazise, la Gardesana mi ha accompagnato fino al molo d'imbarco di Torri. Sulla sponda opposta mi aspettava la Panoramica di San Michele, che parte proprio ai piedi del Vittoriale e attraversa il fantastico borgo di Tresnico, una sorta di "Casteldimezzo due" a cui sono molto legato. L'obbiettivo era quello di migliorare il mio tempo su Strava lungo questo tratto, ed è andata come volevo. Ho tenuto il 50 per gran parte della salita dandoci dentro non poco, ma non per questo mi sono perso gli aromi e le sembianze vagamente mediterranei di quella fantastica ascesa. Poi è iniziata la parte godereccia del giro, con qualche sosta foto nelle varie località toccate, da Salò a Portese, da Manerba a Moniga fino a Peschiera lambendo l'adorabile (pur se frequentatissimo) lungolago di Desenzano, per rientrare poi a Domegliara dopo un altro passaggio tra gli olivi di Calmasino. A ottobre già ampiamente iniziato il "movimento" in zona era ancora fin troppo vivace... e questo purtroppo vuol dire traffico sulle strade principali, dalle quali ho cercato di tenermi fuori, per quanto possibile. Alla fine sono 113 i km che ho percorso (più i 10 in traghetto...) con una temperatura fresca al mattino, ma settembrina nel pomeriggio. Tra le millemila cose che hanno il sapore della gioia aggiungiamoci anche questa: una breve vacanza sulla sponda bresciana del Garda, fuori stagione, magari in marzo, con il sole che rallegra il pomeriggio. Base di partenza potrebbe essere Moniga, più o meno a metà strada tra il golfo di Salò e Desenzano; una località molto bella che, per la sua vista verso l'azzurro, mi ha ricordato un po' Sirolo. Esattamente come nella località marchigiana mi piazzerei lì un pomeriggio di primavera a gustarmi il panorama e a dimenticare, almeno per un attimo, le schifezze della "vita" fatta di soldi, lavoro e miserie varie. Per tenere sempre a mente che la gioia è fatta di cose piccole, ma stupendamente belle: una bici appoggiata vicino a te, il sole che scalda l'anima, il freddo dell'inverno che lascia spazio al tepore della primavera, la carezza del vento. E poche altre cose di questo genere. Veramente poche.
Giornate spezzine!

Visto l'ottobre fuori di testa, con un caldo simil-estivo, c'è scappata un'altra vacanza Questa volta la bici (quella da trekking, per la precisione) ha visto La Spezia, un fuori programma per la verità perché l'idea iniziale era quella di passare qualche giorno all'Isola d'Elba. Poi alla compagnia si è aggiunta mia figlia e per rendere tutto meno complicato ho optato per il capoluogo ligure, che era sì inclusa nei piani originari, ma solo come tappa intermedia per spezzare il lungo viaggio in treno. Non essendo da solo era inevitabile che il tempo per la bici risultasse più stringato, ma sono comunque riuscito a strappare due discreti giretti, soprattutto il primo... eh già, perché dopo aver visto la stupenda Lerici sono rientrato alla Spezia attraverso la breve ascesa a Pitelli e mi sono avventurato sulla lunga salita che mi ha condotto, attraverso le minuscole frazioni di Foce, Cozzano, Porcale, Codeglia e Carpena, in zona Parodi. Facile a dirsi, molto più difficile a farsi visto che le salite non erano quelle che mi aspettavo. A parte il fatto che il percorso non andrebbe studiato su una mappa bidimensionale (!) dimentico sempre che a Bolzano mi trovo a quota 250, mentre partire dalla costa vuol dire iniziare la pedalata dal livello del mare! E così gli oltre 600 metri del parcheggio sotto forte Bramapane me li sono dovuti guadagnare, eccome! Che avventura, resa più complicata dal fatto che avevo promesso di essere di ritorno in un paio d'ore... eh, come no, davanti a pendenze prossime al 20% ho dovuto fare ricorso ai rapportini (fortuna che avevo la trekking!) e stringere i denti, e dopo due ore non avevo ancora scollinato con il dubbio, tra l'altro, di aver sbagliato strada! Ma, come sempre accade in bici, tutto si è risolto per il meglio con una mega picchiata sulla Spezia
Più "liscia" è stata invece la seconda pedalata: dopo la salita per Biassa e il passaggio più tranquillo del previsto attraverso la galleria che introduce alla Panoramica (gran nome :-P) delle Cinque Terre ho fatto un salto a Riomaggiore e prima di rientrare anche a Portovenere, una vera e propria perla del Mediterraneo. Meravigliosa la Panoramica delle Cinque Terre, soprattutto in una giornata tersa e praticamente senza traffico come oggi. Tutto da rivedere, da ritornarci per fare collezione di panorami sul mare ma anche di medaglie e (magari!) coppette varie su Strava
250 km in due giorni

Ultimamente gli appuntamenti ciclistici si infittiscono e si ingigantiscono Certo, lo si deve allo stimolo del Battibonatti, dove il fare km è questione di vita o di morte (sportiva...), ma anche e soprattutto al fatto che la bici sta prendendo un posto sempre più importante nella mia vita. Incredibile a dirsi, perché questo strano aggeggio ha sempre rappresentato per me un riferimento assoluto; ma in questi ultimi anni (complici anche alcuni avvenimenti poco piacevoli) sta diventando una vera e propria insostituibile compagna di vita. E così sabato 29 ottobre, dopo aver sistemato sul telaio un paio di borsette in stile minimale, come mi si addice, sono saltato in sella e ho raggiunto Riva del Garda, dove ho preso posto in hotel per la notte. Gran caldo nonostante la stagione, tanta gente in giro e modalità pensionato su ON in serata, con una tranquilla e rigenerante passeggiata sul lungolago. Ma il clou è stato il giorno dopo, con il rientro via Sarche-forra del Limarò-Comano-Dorsino-Molveno-Andalo e discesa a Mezzolombardo in val d'Adige. Quasi 140 km che, aggiunti agli oltre 100 del giorno prima, fanno un bel bottino, almeno per me. La cosa che mi stupisce, e non poco, è la leggerezza con la quale ho affrontato il viaggio, a ritmo costante, dandoci anche un po' dentro nei tratti in cui sapevo di poter spuntare qualche PR
Beh, che dire... per il futuro si aprono prospettive interessanti. L'importante è non esagerare... penso comunque che la soglia dei 150 km (con dislivello, ovviamente) sia un riferimento da tenere perché vengano fuori belle ma non troppo logoranti pedalate. Come dire: al momento non farei certe follie che vedo in giro, come tre volte lo Stelvio nello stesso giorno o 10 passi dolomitici uno in fila all'altro, e mi auguro di non farle nemmeno in futuro
Si cambia in meglio!

Sono cambiate tante cose in questi ultimi tempi, ciclisticamente e non. Ma anche quelle "non" vanno ad impattare sulla mia attività ciclistica, in positivo stavolta, visto che ora sono un uomo libero Beh, non libero del tutto... perché altrimenti mi sarei già messo a fare 200 km al giorno! Però alcuni eventi hanno portato tempo ed entusiasmo, tanto che le mie vacanze in bici+treno si stanno moltiplicando... per dare un'idea, sono reduce da una scappata di novembre (!) in bici+treno a Misano, con tante pedalate sulla Pano :-P In questa ventata di entusiasmo conta molto anche l'acquisto della nuova bici. Nuova per modo di dire, ovviamente... non spenderei mai 10.000 euro o più per avere il meglio del meglio, mi basta avere quello che era il meglio alcuni anni fa. E così eccomi su una fiammante (ma proprio fiammante perché arancione fluo!) bici Cipollini, quasi nuova. Speriamo di non rovinarla con le mie solite sbadataggini. Mi ci trovo davvero bene, pur non essendo una bici specializzata per la salita, tanto che ho già stabilito diversi nuovi record personali su Strava e, nonostante la stagione stesse ormai degradando verso l'autunno, a ottobre su alcune salite lunghe sono tornato a tempi paragonabili a 10 anni fa. Tanti progetti, tanta voglia di fare, nessuno sguardo al futuro. Conta solo l'adesso. Conta Casteldimezzo. Conta il mare e la gioia che sa darmi. Il resto non esiste.
Se è un sogno, non svegliatemi!

Che periodo, ragazzi! Ho pedalato un po' ovunque, dal mare alla montagna passando per il Garda La forma è ottima, e ci mancherebbe visto che con i recenti sviluppi della vita personale il tempo a disposizione è aumentato. Si sta tra l'altro realizzando quello che è sempre stato il mio obbiettivo, ovvero abolire il giorno di riposo! :-)))) Di certo non è il sistema ottimale per migliorare le prestazioni, aumentare i watt e altre diavolerie del genere che pure mi intrigherebbero, ma il richiamo della bici e dello sport in generale è troppo forte e a me basta una bella dormita per trovarmi di nuovo pronto a spaccare il mondo :-P Tra l'altro quest'anno ho imparato a sfruttare al meglio la palestra condominiale, che è quasi sempre libera. Dopo la classica seduta di addominali in garage mi ci fiondo e pedalo sulla bike, risparmiando almeno un paio di volte alla settimana le macchinose uscite serali su strada che comportano luci, gilet, giacche e pantaloni vari con relativi lavaggi a mano... Tra le tante attività di cui parlavo c'è stata anche una pedalata ai 1500 metri di Pietralba a fine novembre, per vedere la neve caduta qualche giorno prima. Zero gradi in cima, sole che stava calando e deserto quasi assoluto. Una bella escursione, impreziosita anche dal passaggio fino ad Ora gentilmente offerto dal gruppetto di ponte Resia a 40 orari. Tutto molto bello, soprattutto perché in compagnia della nuova bici, le cui sfumature arancio contrastavano meravigliosamente con il bianco della neve. Cosa chiedere di più? Oggi la sola idea di ritirare la mia bella dal meccanico mi ha dato una gioia che mai nessuno dei valori universalmente accettati dai tanti poveretti che mi circondano mi avrebbe potuto dare... amore, soldi, lavoro sicuro, beni superflui, tutte troiate create solo per anestetizzarci e farci passare una vita d'inferno dedicata esclusivamente alla produzione e al consumo. Io d'ora in poi vivrò alla giornata, come se l'oggi fosse l'ultimo. Nella speranza di tanti oggi che mi regalino altre gioie. Casteldimezzo docet :-P
Malcesine a dicembre!

Quante cose sono cambiate in questi ultimi tempi! Anni fa, l'idea di partire per una vacanzina al Garda in pieno dicembre mi avrebbe fatto inorridire! Perché se con il caldo basta non dimenticare la borraccia, qualche spicciolo e una bustina di zuccheri, con le basse temperature bisogna badare a mille particolari, e anche un paio di guanti lasciati a casa complica tutto. Ma con il bikepacking ormai ci so fare, e per fortuna, perché questo allarga di molto la parte "fruibile" dell'anno. Così, eccomi sul treno con la bici ibrida la mattina del 6 dicembre, destinazione Trento, da dove ho poi raggiunto Malcesine per tre giorni semplicemente fantastici fatti di pedalate, ma non solo. Il borgo in questo periodo è meraviglioso, con i suoi silenziosissimo vicoli tra le case in pietra, il castello che domina tutto, i terrazzini e i pontili affacciati sul lago dove godere di impagabili tramonti arancioni. Ciclisticamente parlando, ho fatto quasi poco... la Trento-Malcesine del primo giorno (poco più di 70km), con allungo ad Arco per una visita a mio fratello, non mi ha stancato per nulla. Il giorno dopo è andata alla grande: salita a San Zeno via Biazza (mica paglia: ciottolato al 20%!) passando per le Fasse e sosta poi in piazzetta Garibaldi, ad Albisano, a dimenticare tutta la merda che devo mangiare quotidianamente. L'allungo per Lazise-Bardolino mi ha messo davanti alla triste realtà: in dicembre le giornate sono davvero corte! Dopo poco più di 4 ore, infatti, sono rientrato in albergo con il sole che già andava a tramontare: terrificante. Il giorno successivo è stato quello del rientro. Ricorderò a lungo il tratto fino a Torbole, senza sole e con un Pelèr gelido che cercava di rimandarmi indietro. Poi a Rovereto, imboccata la ciclabile, ho messo il pilota automatico e ho tirato dritto fino a Mezzocorona. Potevo arrivare anche a casa, ma va bene così. L'importante è aver gioito, e ho gioito, eccome
Renon di Natale 2022

Vista la chiusura dell'ormai rodatissimo bar Catinaccio al passo Mendola, quest'anno la tradizionale pedalata di Natale si è svolta sul Renon, come già accaduto nel 2008. Che dire... avevo promesso scatti, e scatti sono stati! Solo due, per la verità... perché quando vedi i 25/h in salita, ti giri e ti rendi conto che non hai fatto il vuoto, beh, forse è meglio calare un po' le arie e vedere il da farsi! E il da farsi è stato inevitabilmente quello di tenere duro fino in cima, dimostrando un rendimento in salita decisamente migliore rispetto a qualche anno fa Andrea è andato, e quello si sapeva, ma Marwin non era poi così lontano. L'ho agganciato sull'ultimo tratto, per una sua esitazione ad un bivio, altrimenti non l'avrei preso ma c'ero vicino, eh! :-D Sarebbe stato bello vedere in azione il Marco di 14 anni fa, quello che balzò in testa alla corsa a metà salita e se ne andò via da solo... chissà come sarebbe andata in questa occasione! Poi la solita stramba premiazione, le risate e la gioia di essere, almeno una volta all'anno, tutti insieme. Mancava una persona, e manca sempre tantissimo
2023
La nuova frontiera: il ciclismo virtuale!

Devo ammetterlo: ho sempre nutrito una certa diffidenza per il ciclismo virtuale, i rulli smart, Zwift e altre diavolerie del genere. Mi sembrava che l'attività al chiuso non potesse offrire le emozioni (e le difficoltà...) di una bella pedalata all'aria aperta e in fondo ancor oggi non sono del tutto convinto. Però diciamolo: in inverno, con le giornate brevi che costringono a nevrotiche pause pranzo stile corri a casa-cambiati-pedala-lavati-rivestiti-mangia-corri in ufficio o a deprimenti pedalate serali al buio, il ciclismo virtuale può rappresentare una validissima alternativa. Ho potuto verificarlo grazie alla gentilezza di un amico che mi ha prestato tutto il necessario per entrare al meglio in questo strano mondo che, è importante sottolinearlo, i tanti idioti al volante (quelli sono molto reali, purtroppo!) mai potranno violare. Dirò ancora di più: il ciclismo virtuale mi ha fatto tornare indietro di oltre vent'anni, quando il pensiero più grande era la gara nel week end (bei tempi!), solo che in questo caso di gare se ne possono fare tutti i giorni e a tutte le ore :-D
E niente, è quasi un mese che faccio una gara dopo l'altra e che mi diverto assai e fatico ancora di più La "resa" dei complicati algoritmi che gestiscono le pedalate virtuali si scosta un po' da quella del mondo reale. Su Zwift, VirtuPro, Rouvy e altre piattaforme costituite da percorsi che esistono solo sui server ho scoperto di essere più scarso in pianura e discesa, e più forte in salita. Sia quel che sia, erano anni che non mi divertivo così
Per me l'agonismo e il confronto con gli altri portato (quasi) al limite è il sale del ciclismo e dello sport in generale, e queste diavolerie tecnologiche mi permettono di mettere in pratica tutto ciò su percorsi sicuri al 100%. Difficilmente potrei chiedere di più... magari far muovere un po' più velocemente il mio avatar in pianura, ecco :-D
Mai mollare... ma è giusto?

Che strano periodo! L'inverno era iniziato alla grande con l'esordio nel mondo dei rulli smart, una bellissima rivoluzione del ciclismo. Per alcune settimane mi sono divertito un mondo a gareggiare con avversari più o meno virtuali, su "percorsi" sicuri al 100% visto che i tanti idioti al volante possono saltare le corsie, falciare gente sulle strisce, fare inversioni a U in autostrada, tamponare il veicolo davanti a sé a 100 all'ora con lo sguardo fisso sull'ultimo (in tutti i sensi) post in qualche social, ma non potranno mai invadere le strade virtuali :-P Ebbene, alcune delle gare hanno richiesto uno sforzo supremo e devo dire che il fisico ha risposto alla grandissima. Lo dimostra il fatto che anche nei momenti più intensi, quando ogni fibra dei miei muscoli era tirata allo spasimo, quel ghigno sornione di chi si sta divertendo non si è mai spento Poi... boh! Sarà stato che queste attività le facevo in garage, con pochi gradi sopra lo zero, e che alla fine fradicio di sudore dovevo cambiarmi, spegnere il PC, far entrare un po' di aria... o sarà stato che in ufficio il più sano aveva, come si suol dire, la rogna :-/ vabbè, per un motivo o per l'altro c'è stato un calo di forma e sono subentrati tosse e raffreddore. Come ho affrontato la situazione? Facendo (quasi) finta di niente... un giorno di riposo qua e là, qualche pedalata tranquilla all'aperto nelle ore più calde, un po' di bike in palestra al posto dei rulli in garage. In sostanza ho fatto attività anche da "ammalato" (senza febbre, comunque). È giusto o no? Non sarebbe meglio fermarsi del tutto per qualche giorno, considerato anche il tristissimo periodo freddo, che poco invoglia all'attività fisica? Il dilemma mi accompagna da quando ho iniziato a fare sport nel lontano 1800 e qualcosa :-D e non l'ho ancora risolto. La questione è che non riesco a fare più di un giorno di "riposo" (neanche uno a dire la verità, se consideriamo anche l'attività in palestra) e questo probabilmente allunga i tempi di recupero. Roba da far accapponare la pelle a molti, probabilmente a ragione. Ma non c'è niente da fare, io sono fatto così

Di nuovo a calcio :-O

Caro diario, lo sai che a volte debordo un po' e ti confido emozioni che non sono propriamente ciclistiche ma che sempre con lo sport hanno a che fare! Ebbene, una di queste emozioni, forti, è proprio di oggi: sono tornato a giocare a calcio! Incredibile ma vero, dopo quasi due anni di stop non pensavo di poterlo fare, di poter scendere nell'arena e incrociare le armi con gli amici, che figata! Il ginocchio sinistro ha retto non alla grande... di più! Nessuna fitta, nessuna esitazione. E così mi sono ritrovato a sgambettare come ai bei tempi, ma non solo: a completare il quadretto, ero reduce da una pedalata di quasi 60 km e ho avuto appena il tempo di fare una doccia e ingollare al volo un piatto di pastasciutta! Mamma mia quante belle emozioni... una vera e propria finestra sulla vita che facevo 30 anni fa (non che adesso il volume di sport sia inferiore...). Certo, il giorno dopo il ginocchio era abbastanza scassato, ma conto di rivivere questa gioia al più presto... Ed è tutto merito della mia cocciutaggine, perché mai sono arretrato di un metro. Pur dovendo rinunciare al calcetto "vero", quello giocato e combattuto, non ho mai mollato continuando a correre e tenermi allenato sullo scatto, sul tiro, nel dribbling. E mi sovviene il periodo tra il 2016 e il 2017 quando, perso mio padre, pensavo di dover mollare il calcio, tristezza su tristezza. Anche in quell'occasione con ostinazione ho proseguito, ho ripreso prima a correre e poi a calciare e sono infine rientrato alla grande. Succederà ancora? Chissà... Per ora mi batto un cinque da solo da quanto sono un duraccio ;-D

Una pensata delle mie!

Ecco un'altra delle invenzioni per cui sono famoso :-D Domenica, giornata grigia, vento forte, solo in casa... che fare? Il classico giro ad anello non solo mi porterebbe a vedere i soliti posti di cui ho una nausea assoluta, ma significherebbe anche doversi sorbire, all'andata o al ritorno, un föhn infame, freddo e fastidioso. Quindi? Beh, ci si può appoggiare al treno Ed ecco servita una bella pedalata a favore di vento fino a Rovereto e poi la salita lungo la suggestiva Strada degli Artiglieri che feci già anni fa, fino alla Baita degli Alpini, località Costa Violina. Che bello riempire così una domenica che sarebbe stata altrimenti di una tristezza infinita! Alla baita, trovato un posto riparato dal vento, mi sono cambiato e sono sceso in assoluta tranquillità alla stazione di Rovereto, dove il treno mi ha portato velocemente a casa. Che meraviglia!
Dal grigio all'azzurro

Ancora una volta il miracolo, ancora sulla Panoramica, ancora Casteldimezzo 100 e rotti km al giorno, partenza lenta e finale in crescendo, tanta salita, allunghi, record personali su Strava, salto del pranzo, stretching e TV, passeggiata in spiaggia, secondo giretto sciogligambe e cena spartana che più spartana non si può
Quanta bellezza, quanta bellezza! Tre giornate piene di bici, di sole e di mare, vuote di pensieri e di materialità, la vita che vorrei, l'unica vita che vorrei! Primo giorno a precipitarmi sulla Panoramica (ma va', che strano!), poi Fano, ritorno via Panoramica e sortita all'interno con Monteluro, Montegridolfo, Mondaino e Saludecio. Secondo giorno, domenica, dedicato alla Panoramica (ma dai!) chiusa al traffico con passaggio a Candelara e Novilara, terzo giorno dedicato alla visita della Rocca di Verucchio e quindi gran finale a Casteldimezzo con quell'arrivederci leggero, senza troppa malinconia, perché so che tra un mese potremo rivederci ancora una volta, una volta di più. Sempre io e la mia compagna, ad accumulare panorami, verde, azzurro, blu, e gioia!
120 km in allegria!

Oh, ormai un giro di 120 km non fa quasi più notizia Una decina d'anni fa una pedalata del genere avrebbe salvato una stagione... mamma mia quanto sono cambiato! Sceso dal treno ad Ala, a Borghetto ho imboccato la ciclabile dei Forti. Ero deciso a farla bene, per raccogliere un po' di PR su Strava, ma l'imprevisto era dietro l'angolo sotto forma di un sassolino che ha pensato bene di forare la camera d'aria anteriore. E niente... percorsa la forra a tappe con la pompetta sempre in mano, dopo un fantozziano tentativo (solo in parte riuscito) di utilizzare un gonfia&ripara ho preferito fermarmi in un negozio da dove per la modica (?) cifra di 20 euro sono potuto ripartire a spron battuto. Ho imboccato la bella ciclabile che costeggia il canale Biffis, ho spinto bene sulla salitella di Gaium per poi arrivare ad Affi (PR a raffica...), da dove ho proseguito per Albarè. Qui inizia la nuova ciclabile che porta a Castion... diciamo che sono contento di essermi trovato fuori dal traffico che in quel tratto scorre velocissimo, ma quello che prima si faceva in 5 minuti ora inevitabilmente si fa in 15 tra chicane, incroci dove non si capisce di chi sia la precedenza, strani avviluppamenti che servono probabilmente ad aggirare proprietà private. A Castion è iniziato il piatto forte della giornata con la salita a San Zeno. Ci ho dato dentro, ed era la prima volta che ci passavo da quando uso Strava (che tristezza!), sarà curioso vedere il prossimo riscontro. A San Zeno la prima ciliegina di giornata, la foto della fontana al termine della salita che ho mandato all'amica Lina, poi discesa sulla Gardesana dalle Fasse e a Castello altra sosta meraviglia con foto dal cortile del residence dell'amica Alessandra
Rientro a Rovereto da Malcesine-Torbole con un totale di oltre 120 km. Due volte riempita la borraccia e tre gel energetici, nessuna ulteriore sosta, pausa pranzo saltata ma arrivo a casa a metà pomeriggio senza nessun patema. Robe mica da poco!
Liguria, neanche un anno dopo

Che cosa posso dire di questa vacanza in Liguria se non usare parole come meraviglia, commozione, canto libero e felicità? Ma quanto bello è buttare la bici in treno e partire all'avventura? Ma quanto fanno ridere tutti quei poveracci al volante, a sbraitare imbottigliati sulle strade insieme a mille altri sfortunati, mentre tu viaggi col sorriso senza alcun ostacolo? Mamma mia ragazzi che roba, non ho parole! Dall'umore nero di sabato al canto in stazione a Genova il giorno dopo, con qualcuno che sicuramente avrà pensato di aver incrociato un matto Dai pensieri di morte dei giorni precedenti alle lacrime della prima uscita in bici appena imboccata la ciclabile dei Fiori, sapendo che avrei rivisto la bella Imperia con la sua Incompiuta, che avrei imboccato a tutta Cipressa e Poggio (e infatti ci sono scappati dei bei PR) e che mi sarei goduto l'atmosfera rilassata del lungomare di Sanremo. E la prima giornata mica è finita qui... dopo un giro di oltre 100 km e 1000 metri di dislivello, nel tardo pomeriggio ho trovato ancora la voglia e la forza per una seconda uscita e sono salito al famoso osservatorio astronomico di Perinaldo (mica uno scherzo, altri 30 km e 500 metri di ascesa). Il secondo giorno l'ho dedicato ai mitici Capi
Berta, Cervo e Mele, giro di boa ad Alassio e rientro sullo stesso percorso, per fare i PR anche nell'altro senso :-P 120 km e neanche sentirli, nonostante il ventaccio. Il terzo giorno il miracolo... sono andato all'estero! :-O Marco Bonatti, il provincialotto per eccellenza, ha varcato la frontiera a Ventimiglia e si è trovato in terra straniera tra l'incantevole Mentone, la caotica Montecarlo e la suggestiva Nizza. Tutto bello, per carità, ma quando ho rivisto il cartello "Italia" mi si è aperto il cuore. E niente, c'è tanto di bello da vedere nello Stivale che non vale la pena di allontanarsene troppo
E dopo l'ottimo soggiorno a Bordighera e 360 km pedalati in tre giorni, anche il ritorno a "casa" (si fa per dire) è filato liscio con i treni in orario, un po' affollati in alcune tratte ma sempre un miliardo di miliardi di volte meglio dell'ammassamento in autostrada tra bestemmie, attese, continue mattanze e un'enorme quantità di inquinamento prodotto. A quando la prossima? Ah già, sono un uomo libero, quindi tra poco, molto poco. E stavolta si ritorna a casa, quella vera
Che cosa è "impagabile"?

L'aggettivo "impagabile" si applica a ciò che non può essere adeguatamente valutato in denaro. Ebbene, nella categoria delle impagabili ci metto le sensazioni che mi regala la bici. Sensazioni come quelle di ieri sera, per esempio. Terminata la solita giornata in ufficio sono saltato in sella con un obbiettivo ben preciso, e di questo devo ringraziare Strava, che mi ha meravigliosamente rispedito ai tempi in cui gareggiavo un giorno sì e l'altro anche. Ebbene, ieri ci sono scappate ben quattro "coppette" in classifiche in cui il capolista è un nazionale di MTB, mica pizza e fichi. Ma la sensazione impagabile non è tanto la scalata della classifica, quanto il trovarsi a sparare tutto, terminare lo sforzo con i muscoli che friggono e la respirazione a mille e riprendere a sorridere pochi secondi dopo, con la faticaccia già dimenticata, le gambe che fremono e il prossimo obbiettivo poco più avanti, già centrato nel mirino. Come un bimbo al luna park che corre di giostra in giostra senza mai stancarsi. Uno stato di grazia, un dono... sensazioni impagabili, appunto. Che tanti riccastri, per quanti soldi potranno mai ammassare nella loro vita, non arriveranno mai a comprare ;-P
L'asticella sempre più su

Sintesi di questa nuova vacanza in bici+treno a Misano: pensavo di aver già raggiunto il limite della felicità, invece in questi giorni l'ho spostato ancora un po' più in là! E niente... tutto è iniziato alla stragrande già il primo giorno, con la classica pedalatina a Verona e poi uno straordinario decimo posto su Strava sul segmento "Salita fino a Casteldimezzo" (il nome è tutto un programma!) fatto quasi a digiuno, dopo diverse ore passate in treno. Decimo posto su oltre 3500 pedalatori, qui non si scherza più ragazzi! Il giorno seguente la pioggia ha un po' spento gli ardori agonistici, ma di certo mai me ne sarei mai stato con le mani in mano E così mi sono diretto al mio noleggio bici di fiducia (eh già, ormai a Misano sono così di casa che ho anche il noleggio bici preferito!) e sono saltato in sella ad una fiammante bici da donna con cestello ultracapiente e cambio a 5 rapporti. Devo dire che su alcuni strappi (risalendo la Vallugola, per esempio) ho temuto di rompere manubrio, pedali o telaio, ma i componenti hanno retto alla grande. Con il miglioramento graduale delle condizioni meteo nei giorni successivi sono riuscito a sfiorare il PR sulla bastardissima salita di Montefiore, passare non so nemmeno quante volte a Casteldimezzo e sulla Panoramica in generale, visitare Urbino e fare un salto sulle colline dell'entroterra distruggendo il precedente record sullo strappo di Misano Monte. Da citare anche il giretto da pensionato fatto una sera, solo per il gusto di pedalare lungo il mare
E tutto attorno un corollario di meravigliose sensazioni che solo il mare e l'orizzonte aperto all'infinito mi sanno dare. Voto alla vacanza? Non esiste un numero abbastanza grande per far stare dentro tutta la gioia di questi giorni... non esiste.
Un dualismo perfetto

Foto emblematica: bici&balon che nel corso della mia vita si sono alternati a riempire le giornate. I periodi più belli sono stati senza dubbio quelli in cui riuscivo a stare dietro ad entrambi con buoni risultati. Ricordo un lungo periodo della mia giovinezza in cui, dopo l'uscita dal lavoro alle 14, mi cimentavo su una delle tante dure salite della zona e rientravo poi in città per il calcetto serale dopo un boccone al volo. Senza nessun pensiero, senza nessuna preoccupazione, senza nessun castrante legame simil-sentimentale. Con una condizione fisica stratosferica. Non che adesso vada molto peggio, eh, solo che pensieri e problemi vari nonché un certa, inevitabile usura delle ginocchia limitano la mia attività calcistica. Ma ogni tanto la magia si ripete, e così salto in sella con il pallone nello zaino e vado a fare il bimbo in qualche campetto in collina. Qualcosa di straordinario che mi riporta a tempi che non ho problemi a definire eroici. E che mi mancano tantissimo.
Una vacanza al mare in grigioverde

"Qualcuno" diceva che la stupidità umana non ha confini, e purtroppo questa volta è toccato a me pagarne le conseguenze. Le precipitazioni intensissime che hanno interessato l'Emilia nelle scorse settimane hanno trascinato verso l'Adriatico una montagna di schifezze, dalle carcasse di poveri animali costretti in allevamenti-lager alla fanghiglia inquinata di attività produttive di vario genere... il risultato è che il mare si è colorato in modo orrendo, dal verde al marrone passando per sfumature grigiastre. Una tristezza infinita. Non per questo nella breve vacanza a Gabicce mi sono fatto mancare il classico "centone" giornaliero. Una volta San Marino e due volte la Panoramica con qualche puntata nelle prime colline. Insomma, il divertimento non è comunque mancato, nonostante la mia avversione per questo periodo di gran caldo e ressa. Direi di lasciare passare l'estate e aspettare che questa massa immane di carne ad ustionarsi sulle spiagge risalga sulle proprie automobili e dopo estenuanti code sulle strade torni allo stress di tutti i giorni. Poi sarà nuovamente il turno mio e della mia bici
Ritorno al faro

Non serve nemmeno scorrere il ciclodiario per ricordarmi che con il faro di Bibione avevo un conto in sospeso Non ci ero potuto passare lo scorso settembre per il maltempo che mi aveva sorpreso in zona Latisana, provenendo da Caorle, e che mi aveva costretto ad una rapida ritirata verso la stazione dopo un cambio completo d'abiti un po'... improvvisato, mutande comprese, sull'argine di San Michele al Tagliamento :-D Stavolta invece tutto è andato per il meglio! Si è tratta di una breve vacanza in treno+bici con mia figlia Emma, che mi ha seguito senza tanti problemi sui 25 km di sterrato lungo il Tagliamento. Due giorni pieni in cui, nonostante il tempo incerto, ho potuto rimettere le ruote prima di tutto davanti al suddetto faro, poi sulla ciclabile del Tagliamento e infine sul percorso in parte riservato alle biciclette verso la bella oasi naturalistica della Brussa e di Vallevecchia. Anche questa è andata... troppo breve però :-/
Ancora indietro nel tempo!

Noto che gli ultimi post di questo ciclodiario sono incentrati sulle mie vacanze in bici, e qualcuno potrebbe pensare che sia una conseguenza dell'età che avanza... mai considerazione sarebbe più sbagliata La fiammella dell'agonismo arde, eccome se arde! E pensare che dieci e più anni fa ero convinto che mi sarei gradualmente rassegnato al cicloturismo, attività meravigliosa certo, ma vuoi mettere lo sparare tutto su un segmento Strava, arrivare alla fine con la lingua di fuori e ritrovarsi pronto per dare un altro strattone dopo due respiri profondi? Se mi avessero detto che sarei arrivato così a 56 anni, non ci avrei mai creduto. Ebbene, oggi sono riuscito in un altro piccolo "miracolo". Intendiamoci, non sto parlando di tempi da primato, e nelle classifiche Strava sono sì nella prima parte, ma lontano diversi minuti dai "mostri sacri", gente che metterebbe senza dubbio in seria crisi un professionista che si trovasse ad affrontare una ipotetica sfida a cuor leggero. Ma era dal settembre 2016 che sul Colle, dalla stazione della funivia a valle a quella a monte, 8 km al 10,5% medio, avevo sul groppone quel 43:40 che non ero più riuscito a migliorare. Ricordo addirittura che negli anni successivi su quel tratto ero andato incontro a crisi pazzesche, al punto che in un'occasione addirittura mi fermai (orrore!!!) e meditai il rientro a valle. Negli ultimi tempi le cose vanno in modo diametralmente opposto... e lo dimostra il bel 41:49 rimediato oggi, con una partenza secca e un buon ritmo tenuto senza patemi, sempre controllato, con la chiara sensazione di aver da parte qualcosina, se mai un ipotetico avversario avesse attaccato all'improvviso
Ma non solo: completato il segmento, ho tirato dritto fino al termine della strada asfaltata, a quota 1350, dopo altri km di salita. Beh, insomma, è un periodo assolutamente di merda per tutto, tranne che per la mia condizione fisica. E questa è una gran cosa!

Ferragosto ad Ala

Che ci fa un vecchietto con la sua bici ad Ala, in pieno Ferragosto? Beh, che domande: pedala! Ebbene sì, quest'anno ho pensato di sfuggire al solito, anonimo ferragosto per passare qualche notte ad Ala, ridente... beh, insomma, ridente no ma perlomeno tranquillo paesino della valle dell'Adige. Da qui ho potuto raggiungere con comodità due mete che solitamente richiedono lunghi spostamenti in treno: la Lessinia e il Garda. E così in quattro giorni tra viaggio (rigorosamente in bikepacking!) di andata e ritorno, scalata ai Lessini e pedalata al Garda mi sono sciroppato quasi 450 km, che per me sono tanti! Da ricordare la salita a Ronchi, frazione di Ala posta a 700 metri di quota che ho voluto testardamente raggiungere il giorno dell'arrivo, nonostante un caldone assurdo e il sole a picco. Risultato: un mezzo colpo di calore ma tanta, tanta soddisfazione! Al di fuori della bici, poco da segnalare: Ala è una località fin troppo tranquilla, dove le zanzare sembrano essere presenti in numero maggiore degli abitanti! Ma va bene così: la solitudine non mi spaventa, anzi...
Due KOM in due giorni e altre amenità

Rischio di ripetermi ma confermo che sto vivendo un periodo in cui sono, come si dice in gergo, molto "performante" per i miei standard :-D Una piccola dimostrazione è venuta dai due KOM in due giorni che ho raccolto su un paio di segmenti Strava che avevo puntato da un po'... su uno dei quali un paio d'anni fa un amico mi aveva (goliardamente, s'intende) preso in giro. Da allora (aprile 2021) su quel percorso, che comprende il brutale muro di Sella, di progressi ne ho fatti, eccome... sui 3,7 km ho migliorato di oltre un minuto e mezzo, e di ben 42 secondi solo dalla penultima volta in cui sono passato lo scorso ottobre. Il mio amico fa meno lo spiritoso, ora
Ma è proprio l'approccio al ciclismo che è cambiato... ora i giretti da 30-40 km sono semplici recuperi, in cui magari sono capace di collezionare, così, en passant, una coppetta :-P e le occasioni in cui mi sparo over 100 sono diventate la normalità. Porto ad esempio lo scorso week end lungo di Ferragosto: 126 km sabato, 76 sui Lessini domenica, 116 sul Garda lunedì e altri 108 martedì! È cambiata la mentalità, la tenuta di testa, sorprende anche me la capacità di resistere agli sforzi intensi ma sopra tutto ciò c'è una rinnovata passione per la bici e una gioia incredibile che provo nel salirci semplicemente sopra. Una vera e propria compagna di vita, senza se e senza ma. Un amore di quelli veri, senza fine. Guai a chi me la tocca.

Bikepacking atipico

Strano week-end, questo... una trasferta al Garda senza il rientro a casa nel tardo pomeriggio, ma rimanendo a dormire nella bella Bardolino. Andata in treno fino a Domegliara, poi minuscolo bikepacking :-D fino a Bardolino, dove ho sistemato le (poche) cose in albergo per cimentarmi nel giro di giornata: da Bardolino a Peschiera per imboccare la ciclabile del Mincio fino a Borghetto, poi simpatica deviazione per Monzambano, ritorno sulla ciclabile e rientro a Bardolino sulla Gardesana. A questo punto la parte "agonistica" della giornata, quella che a cui tenevo di più, con la salita Caprino-Lumini fatta forte. Il cronometro ha data il risultato sperato tanto che ho tirato giù circa un minuto e mezzo dal precedente record. Potevo fare meglio perché la parte "preparatoria" in pianura è stata un po' lunghetta, calda e con poche fontane. Ma va bene così, sulla Caprino-Lumini ci tonerò eccome, è una gran bella salita! Rientro in albergo, cena frugale, nanna e ripartenza la mattina dopo, accarezzando l'idea di un Bardolino-Bolzano che avrebbe rappresentato uno dei giri più lunghi in assoluto. Alla fine ha prevalso l'idea di rientrare a casa presto, ma solo per preparare la bici da trekking per il prossimo viaggio
Bilancio di questa due giorni: tutto un po' troppo "compresso", ma bello bello, tramonto sul lago compreso!

Quattro giorni a costruire ricordi

Sono stati proprio quattro bei giorni quelli appena passati Sono partito da San Cristoforo al lago (di Caldonazzo) dopo un paio di tratti in treno per provare anche la linea Trento-Bassano, che mi è sembrata comoda e tranquilla. Da San Cristoforo ho imboccato la ciclabile della Valsugana commettendo qualche errore di percorso per la segnaletica non sempre chiarissima, tanto che ad un certo punto mi sono trovato nel centro di Levico e da lì ho dovuto fare qualche ghirigoro per rientrare sulla ciclabile. Poco male: ho subito recuperato il tempo perso (e anche di più!) grazie a dei ragazzini terribili che mi hanno "tirato" a quasi 40 all'ora sui saliscendi verso Borgo! Qui ho avuto l'ennesima conferma di cosa significa viaggiare in bici... Borgo Valsugana, quando si corre sulla superstrada, è solo uno dei tanti punti di passaggio, un nome, un riferimento per capire a che punto del (nevrotico) viaggio ci si trova. Ad attraversarlo a passo d'uomo, questo paese (che fa parte del Club "I Borghi più belli d'Italia") offre invece scorci notevoli con eleganti opere architettoniche e un ponte veneziano sul Brenta che vale da solo il prezzo del biglietto! Per il resto della Valsugana, fino a Primolano, ho trovato una ciclabile molto bella, in gran parte fuori dal traffico. A Primolano ho imboccato le famose "scalette", una salita inizialmente impegnativa, ma poi decisamente più abbordabile. Qui nel 1950 Fausto Coppi, scendendo verso la Valsugana, cadde e rischiò di chiudere anticipatamente una luminosissima carriera. Un pensiero al Campionissimo c'è scappato, eccome. Una volta scollinato ho proseguito per Arsiè, Fonzaso, Feltre, quindi il tanto atteso e temuto tratto lungo il Piave verso Fener, in leggera discesa su strada molto battuta anche da mezzi pesanti. Diciamo che sono sopravvissuto, ed è già tanto... Poi la Pedemontana fino a Oderzo, tanto traffico ma anche molti scorci tra vigneti e colline di grande bellezza. Il giorno dopo niente bici... non per recuperare i 148 km ma per fare visita a Francesco, una grande amico di mia mamma. Quindi domenica 10 trasferimento a Jesolo, prima su un percorso in gran parte ciclabile e poi da Treviso percorrendo la mia amata Girasile
la ciclabile che ti porta al mare! Quel giorno stavo proprio bene e nonostante la bici appesantita da qualche bagaglio (poca roba, per la verità!) ho dato qualche bello strappo e ho raccolto qualche medaglietta su Strava :-D Il giorno dopo il clou, con l'assalto al KOM sul favoloso circuito lagunare di Lio Piccolo, mancato un po' perché ormai la classifica è molto affollata e un po' perché la possibile presenza di pedoni e altre bici sul percorso mi ha costretto a qualche passaggio prudente; un sesto ed un settimo posto ci sono comunque scappati. Il giorno dopo rientro dopo una sosta a Caorle e un percorso che mi ha portato a San Stino di Livenza sfruttando alcuni tratti della Giralivenza. Ho scoperto che si tratta di una ciclabile, in parte sterrata, che sembra interessante e che proverò con calma in uno dei prossimi viaggi a Caorle. Insomma, in quattro giorni ho vissuto più di 400 giorni di vita da "brava persona", quello che si affanna a rincorrere lavoro, impegni e casini per poi trovarsi ad un passo dalla morte con un bel conto in banca ma pochi momenti degni di essere ricordati... il mio campionario inizia invece ad essere molto, molto vasto