Il nevone mancato!
Cronaca semiseria di una (miseramente fallita) spedizione verso il nevone austriaco del gennaio 2019.
Certi strampalati progetti nascono così, d’improvviso, e non te ne riesci più a liberare fino a che non li realizzi. Metti per esempio che abbondantissime nevicate interessino il versante alpino settentrionale, a poche decine di chilometri da casa, e che quello meridionale, dove abiti, non veda un fiocco da mesi; metti inoltre che l’astinenza dal bianco elemento giunga a un livello tale da spingerti a una decisione drastica. Parafrasando un vecchio proverbio, ti dici: se la montagna di neve non va da Maometto, Maometto andrà dalla montagna di neve!
E la montagna di neve non era poi così lontana… come detto bastava varcare lo spartiacque alpino e addentrarsi un po’, ma nemmeno tanto, nel Tirolo del nord.
In quattro e quattr’otto è deciso: domenica 13 gennaio si va a Seefeld, non lontano da Innsbruck, da dove giungono notizie di nevicate storiche! Per quel giorno è previsto oltretutto l’arrivo di una nuova perturbazione da nord, di quelle che in questo periodo, addossandosi all’arco alpino settentrionale, stanno letteralmente seppellendo Austria e Svizzera.

Immagine da satellite del pomeriggio del 12 gennaio 2019: dal nord Europa è in arrivo l’ennesima perturbazione che scaricherà neve sul versante settentrionale delle Alpi. Fonte: sat24.com
Nella stramba impresa riesco presto a coinvolgere anche l’amico Andreas, appassionato di neve almeno quanto me. Non mi serve molto per convincerlo, ma l’accordo nasce su un equivoco che verrà fuori, purtroppo, solo pochi minuti prima della partenza…
L’idea, me ne rendo conto, è un po’ azzardata. Seefeld è adagiata su un pianoro a una quota non particolarmente elevata, 1200 metri, ma raggiungerla non sarà facile perché i monti circostanti sono stracarichi di neve e la strada risale ripidi pendii; conto però sulla sua forte vocazione turistica, che dovrebbe salvarla dall’isolamento.
Alle 10 del mattino siamo alla stazione di Bolzano, in tre: si è aggiunta anche mia figlia Chiara, che evidentemente condivide almeno in parte lo spirito avventuroso (e avventato) del papà. Il mio proposito è quello di documentare il cambiamento dal grigio e secco paesaggio della valle dell’Adige all’enorme massa di neve caduta in Austria. Per farlo mi basterà una macchina fotografica digitale e, per le chat whatsapp, lo smartphone. Dalle immagini delle webcam austriache direi che per ritrarre l’enorme quantità di neve caduta non serviranno chissà quali strumenti ipertecnologici!
Alla biglietteria l’equivoco con Andreas di cui parlavo prima prende forma in tutta la sua comica tragicità (o tragica comicità? BOH!): lui pensava di viaggiare sui convogli regionali, io invece esagerando ho prenotato un Eurocity che ci porterà dritti ad Innsbruck! Una bella comodità, senza dubbio, ma il prezzo del biglietto è da far rizzare i capelli! Spero vivamente che siano soldi spesi bene!

Situazione nella mattina ta del giorno 13 gennaio: la perturbazione sta impattando con le Alpi.
Vabbè, ormai si parte! È una giornata di metà gennaio, ma dal panorama che vedo dal finestrino del treno non si direbbe proprio. Sotto i 2000 metri non c’è traccia di neve e anche sopra quella quota, sullo Sciliar e sul Catinaccio, il bianco è davvero poco. Per i primi chilometri, una volta imboccata la valle dell’Isarco, non cambia nulla. Un paio di lunghe gallerie mi fanno sperare di trovare all’uscita un contesto un po’ diverso, ma non è così. Anche a Bressanone la situazione non è cambiata granché. Forse c’è un filo di neve in più in quota, ma la stazione sciistica della Plose, a 2500 metri, appare in veste non proprio invernale: c’è il giusto per qualche sciata (neve in gran parte artificiale) e nulla più.
È una volta lasciata alle spalle la conca di Bressanone che, finalmente, qualcosa cambia. Il muro del föhn compare all’orizzonte nord… si tratta di una massa nuvolosa che viene addossata alle Alpi dalle correnti che soffiano in quota. Se esse sono intense, il muro e le annesse precipitazioni possono spingersi verso sud anche di parecchi chilometri interessando aree che normalmente rimangono all’asciutto. È il caso della perturbazione odierna: secondo le previsioni, infatti, in serata essa riuscirà a “sfondare” oltre la cresta alpina principale e a bagnare buona parte dell’Alto Adige.

All’orizzonte si profila finalmente il muro del föhn: è lì sotto che iniziano le precipitazioni nevose!
Dopo Bressanone la valle si restringe e anche le quote medie assumono connotati almeno vagamente invernali. Prima di Fortezza ad altezze superiori ai 1200 metri iniziano ad apparire tracce di neve fresca, ma è ancora troppo poco per essere metà gennaio!
La situazione, da qui in poi, evolve abbastanza rapidamente. In vista della piana di Vipiteno la neve comincia a far la sua apparizione anche in fondovalle (ma siamo ormai a quota 900), poi l’ascesa al passo del Brennero regala finalmente un paesaggio imbiancato.
OK, la neve adesso c’è, ma per ora non si può certo dire che il gioco è valso la candela! Tutti quei soldi di treno per vedere venti, forse trenta centimenti di neve e qualche fiocco svolazzante? Certo che no… per fortuna proseguiremo verso Innsbruck e saliremo a Seefeld!
Durante la discesa verso la valle dell’Inn la prima, spiacevole sorpresa: sotto gli 800 metri di quota la pioggia prende a tratti il posto della neve! La debolezza delle precipitazioni ci sta tirando un brutto scherzo, si spera che con l’arrivo della nuova perturbazione la situazione migliori! Il treno entra a Innsbruck sotto una pioggia schietta… anzi, il tempo di mettere piede sulla banchina e dal cielo non cade più nulla! Per fortuna la trasferta non è finita qui, mi dico… mai previsione fu più nefasta… ci avvicinamo al tabellone delle partenze e… le indicazioni parlano di un bus sostitutivo per Seefeld! Il treno rimarrà fermo in stazione per pericolo valanghe!!!
È meglio sorvolare sui minuti successivi, trascorsi tra indicazioni errate del personale delle ferrovie, vane attese di un autobus che nei 40 minuti seguenti non si farà vedere e tanto freddo preso per niente. In breve una considerazione si fa strada, purtroppo: conviene lasciar perdere, perché anche se dovessimo arrivare a Seefeld potremmo non riuscire a rientrare a Innsbruck in tempo per il treno del ritorno! Per darci il colpo di grazia, rimbombi inquietanti giungono dalla valle che dovremmo risalire: sono le cariche che vengono fatte esplodere per scaricare i versanti dalla neve instabile. Ma dove vogliamo andare in queste condizioni?
Ci rimane una sola alternativa: un giro turistico per Innsbruck sotto la pioggia che ha ripreso a cadere e che a tratti si trasforma in neve. Magra, magrissima consolazione! Anche perché le webcam di Seefeld raccontano di una bella nevicata e di uno spessore al suolo che sembra essere molto consistente.
La sia pur piacevole visita a Innsbruck con il suo tetto d’oro, i ponti sull’Inn e il trenino per la Nordkette non possono certo cancellare la delusione e l’arrabbiatura: possibile che nel 2019 non si venga avvertiti dell’impossibilità di raggiungere una località per la quale sto acquistando il biglietto? In ogni caso qualcosa di meteorologicamente interessante salta fuori lo stesso, ed è il noto fenomeno dell’isola di calore che caratterizza ogni città di una certa estensione. Nel centro di Innsbruck lo spessore è infatti di dieci, forse quindici cm piuttosto mollicci. Nelle zone lungo il fiume, invece, dove il cemento lascia spazio al verde, lo spessore è ben più consistente, fino a 30 cm.

Bella neve alla periferia di Innsbruck… ma non sono sicuro che valga il prezzo del biglietto!
È un po’ poco, ma meglio di niente. Dopo alcuni momenti di bella neve torna la pioggia; fortuna che è tempo di rientrare a casa, di delusioni ne ho (anzi, abbiamo) subite abbastanza per oggi! Rimane il palliativo del passaggio al Brennero, e in effetti al passo si può parlare di una discreta bufera di neve con il manto decisamente cresciuto rispetto a poche ore prima. A occhio direi che non siamo lontani dai 50 cm. Ma è una volta attraversato lo spartiacque e iniziata la discesa verso Bolzano che, finalmente, centro uno degli obbiettivi della giornata: verificare quanto la perturbazione sia riuscita a spingersi verso sud. La neve non molla a Colle Isarco, a Vipiteno e a Campo di Trens. Poi, una volta passata Fortezza, “gira” in pioggia. Era prevedibile, perché le correnti che sospingono la perturbazione hanno provenienza oceanica (Atlantico del nord) e sono quindi relativamente miti.
Poco più in giù ripiombo nel grigiume simil-padano. Nessun fenomeno, tutto asciutto. La perturbazione ha varcato la cresta principale delle Alpi, ma non è riuscita a spingersi più di tanto a sud. Scendo dal treno e salgo in macchina, glissando il più possibile le domande di mia moglie sullo svolgimento della giornata. Tra soldi spesi e obbiettivi mancati ce ne sarebbe abbastanza per un bel “ma non potevate starvene a casa?”.
È stata comunque una bella esperienza, mettiamola così. Certo che la prossima volta sarà meglio farsi un po’ più furbi!

Detto francamente, puntavo a qualcosa di meglio!