Il pazzo inizio d’inverno 2009
Capita che il tempo, quello meteorologico, si prenda una sorta di pausa di meditazione e che per settimane non accada nulla di significativo.
Capita poi che in pochi giorni la situazione si ribalti improvvisamente e che si assista a una serie di eventi, alcuni addirittura di portata storica, grazie ai quali si possono fare interessanti osservazioni.
E’ quanto accaduto al passaggio tra l’autunno e l’inverno 2009; dopo un’incisiva quanto precoce irruzione fredda in ottobre, novembre è trascorso offrendo una lunga sequenza di giornate piuttosto miti e con precipitazioni ben al di sotto della media.
Dopo la prima decade di dicembre ecco la svolta: un poderoso “blocking atlantico”, generato da una cella di alta pressione di matrice subtropicale in elevazione fino alla Groenlandia, causa una discesa di aria di estrazione artica in direzione dell’Europa Centrale. La temperatura diminuisce repentinamente prima nella parte orientale del Vecchio Continente (record di freddo battuto a Mosca), poi su tutto il centro Europa e infine anche a sud delle Alpi.
Notevoli i valori registrati in zone normalmente miti, e notevole anche la potenza del “cuscino” di aria fredda, molto stabile, che si è adagiato nel catino padano e nei fondovalle alpini.
Con questa configurazione c’era ovviamente da attendersi la caduta della neve anche in pianura al primo passaggio perturbato, e così è stato; l’aria fredda, infatti, una volta valicato e aggirato l’arco alpino ha dato vita a forti contrasti con il cuore caldo del Mediterraneo, generando una serie di depressioni che hanno dispensato neve su molte zone della Pianura Padana, in particolare lungo una fascia che corre grosso modo da Cuneo a Rimini.
Le Alpi, in questa prima fase, sono state interessate solo marginalmente dai fenomeni, rimanendo troppo a nord rispetto al flusso perturbato.
Da ricordare durante la settimana precedente il Natale i 30-40 cm di neve di Rovigo, Bologna e Ferrara, i 20-30 cm diffusi su Emilia e Veneto (Verona, città notoriamente poco nevosa, ammantata da quasi 20 cm di bianco) con temperature massime sotto lo zero e veri e propri blizzard che hanno paralizzato la circolazione sulle strade.
Con le schiarite l’effetto albedo della neve (che riflette gran parte della radiazione solare) ha portato durante la notte un freddo record; da segnare negli annali i -16 del Veronese e della stazione di Portogruaro; praticamente tutta la costa veneta e romagnola è scesa sotto la soglia dei -10 gradi.
Ma la Natura a volte riserva sorprese imprevedibili; dopo tanto freddo, ecco la genesi di una depressione sul Mediterraneo occidentale e l’instaurarsi in quota sull’Italia di correnti molto calde di origine nord-africana.
Come previsto il cuscino freddo formatosi nel catino padano è risultato particolarmente tenace; nonostante lo scorrimento caldo (libeccio nella libera atmosfera, scirocco negli strati medi sull’Adriatico e nel Nord-Est), dunque, la temperatura al livello del suolo si è mantenuta sotto lo zero per diverse ore. In molte zone si è così avuto il temutissimo fenomeno del gelicidio, con la neve che, attraversando lo strato di aria calda posto intorno ai 2000 metri di quota, si è trasformata in pioggia che congelava appena toccato il suolo. Buona parte della Pianura Padana si è così ricoperta di un sottile ma insidiosissimo velo di ghiaccio; a Genova il 22/12 è stato addirittura imposto il blocco della circolazione per l’abbondante “vetrone” che copriva ogni cosa.
Ma la situazione, stante il continuo afflusso caldo in quota, era destinata a mutare ulteriormente; dopo la neve e il gelicidio ecco la pioggia fino a oltre 2000 metri sulle Prealpi; su quelle venete in pochissimi giorni si assiste a uno sbalzo termico fino a 30 gradi! A Pescara il 24 già al mattino il termometro segna +22°C, situazione simile a Palermo con una minima notturna di +20.7°C, valore praticamente estivo; a Reggio Calabria e Palermo Natale con punte di 25 gradi, 28 gradi in Tunisia.
Singolarissima la situazione al confine tra Romagna e Marche, zona di “scontro” tra le masse d’aria di natura molto diversa; mentre a Pesaro gli ultimi acquisti di Natale si svolgono praticamente in maniche corte (18-20 °C diffusi), da Rimini verso nord il gelo domina ancora incontrastato, con gli alberi ricoperti di galaverna e pochi gradi sopra lo zero in pieno pomeriggio! Scherzi del garbino, il vento caldo che scende dalla catena appenninica e che, proprio come il föhn alpino, impiega del tempo a scalzare le residue sacche di aria fredda, alimentate dal flusso d’aria proveniente dal catino padano, presenti al suolo.
Forse ancor più eclatante è stato il comportamento dello scirocco in area alpina, che si è infiltrato con il suo alito “bollente” in talune valli risparmiandone altre e dando luogo a configurazioni singolarissime; così nella nottata del 22/12 è neve abbondante a Bolzano e gelicidio a Trento e in Val di Fiemme. A Predazzo piove con 3 gradi sotto lo zero (!), a dimostrazione che prevedere il tempo è spesso compito molto più arduo di quello che si possa pensare…
Per conduzione, comunque, le temperature miti si estendono gradualmente a tutto l’arco alpino raggiungendo anche le valli più incassate; la successiva perturbazione, infatti, porta la pioggia durante la vigilia di Natale fino a quote medio-alte. Per rendere l’idea, ecco la posizione dello zero termico quel giorno: Innsbruck 2200 metri, Udine e Milano 2400 metri, Monaco 2500 metri, Zagabria 2550 metri, Vienna 2700 metri!
In gergo militaresco, si può dire che il Generale Inverno, dopo aver conquistato gran parte d’Europa, ha dovuto cedere posizioni su posizioni, ritirandosi frettolosamente al di là degli Urali.
Subito dopo Natale il paesaggio nella Pianura Padana, che per alcuni giorni aveva assunto un aspetto siberiano, è tornato a un grigio autunno; a ridosso delle Prealpi la neve, grazie a un substrato ghiacciatissimo, ha invece miracolosamente resistito a giorni e giorni di pioggia; il contrasto con le cime prealpine quasi prive di neve fino a 1500 metri è apparso quasi inquietante!
La Natura, questa volta, ha voluto scherzare in modo davvero pesante!

…al caldo fuori stagione in 5 giorni! (fonte: wetterzentrale.de)