Io aspetterò
In una soffocante notte di inizio agosto 2017 un furioso incendio ha devastato alcune aree del parco del Monte San Bartolo, il mio rifugio, purtroppo spesso solo virtuale, dove ripararmi ogni volta che il mondo mi fa male. Una notizia terribile che devo in qualche modo esorcizzare.
Nessuno sa quanto io sia legato a Casteldimezzo e ai suoi panorami.
Quante volte sono corso laggiù, troppo spesso solo con la fantasia, ma talvolta sul serio, grazie a veri e propri colpi di testa che mi hanno permesso di portare un saluto ai luoghi dove la mia anima ha trovato il suo posto. Io MI NUTRO di quei panorami, per me sono LINFA VITALE. Un orizzonte immenso, un cielo libero, un mare sconfinato dove ogni pensiero è lieve.
A volte mi dico che la mia vita potrebbe stare tutta in quei pochi momenti in cui imbocco in bici la stradina verso Casteldimezzo e mi trovo a godere dell’incantevole vista sull’azzurro del cielo che incontra il blu del mare. A quel punto potrei tornare da dove sono venuto, nel nulla: un’esistenza di pochi attimi, ma fantasticamente bella, scevra di tutte le inutili sofferenze che il senso comune ci impone.
Mi trovo ora davanti al PC a guardare immagini di devastazione che mai avrei voluto vedere, ma che purtroppo erano nell’aria dopo un periodo di caldo e siccità estrema. La stupida mano dell’uomo, non m’importa se intenzionalmente o meno, ha provocato un disastro enorme lasciando dietro di sé cenere e morte. Il confronto tra il prima e il dopo è angosciante; ci vorranno anni prima che le ferite guariscano e che il verde torni a completare la tavolozza dei colori del parco. Con la speranza che autorità ed enti preposti facciano il giusto lavoro.
Quando potrò riaffacciarmi sulla staccionata di Casteldimezzo per rifiatare dal vuoto assoluto del quotidiano? La prossima primavera? È forse troppo presto?
Resterò in attesa, mio adorato Casteldimezzo.
Io aspetterò.