La ciclabile dell’Adige nel Veronese

In trasferta per motivi famigliari a San Bonifacio, in provincia di Verona, e disponendo di alcune ore in una bella e mite giornata di fine aprile, ho avuto modo di scoprire un bellissimo percorso ciclabile che si snoda lungo il torrente Alpone e il fiume Adige. Grazie a questa ciclabile si potrebbe addirittura raggiungere il mare Adriatico, presso Rosolina, partendo dal passo Resia. Per questioni di tempo ho percorso solamente il tratto San Bonifacio-Legnago e ritorno, apprezzandone la continuità (i passaggi su strade aperte al traffico sono ridotti quasi a zero), il fondo pedalabile anche con una city bike e il contesto ambientale, verde e panoramico.
Dal centro sportivo Palaferroli, che consiglio per l’ampissimo parcheggio gratuito di cui dispone, a 2,5 km dall’uscita autostradale di Soave-San Bonifacio, ci si dirige verso il centro di San Bonifacio, fino al ponte sull’Alpone, che dista circa un chilometro. Il percorso inizia proprio qui: basta svoltare a destra prima di attraversare il torrente e iniziare a percorrere lo sterrato sull’argine. Questo il cartello che contrassegna la prima parte del percorso, ma che non ho poi osservato nel prosieguo (forse solo per mia disattenzione).

Il fondo dello sterrato che porta in poco più di 5 km alla piccola località di Arcole è di ghiaia medio-fine, adattissima al mezzo che avevo a disposizione, una MTB non ammortizzata e con le coperture strette, quasi una city bike. Si lascia sulla propria sinistra un primo ponte, che porta nel centro di Arcole, e si prosegue sulla destra orografica per un altro paio di km, facendo attenzione a qualche buca che si forma a causa delle pozzanghere. Al successivo ponte, dopo un altro paio di chilometri, si passa sulla sinistra orografica dell’Alpone. Qui inizia un tratto un po’ più tecnico, con fondo coperto da pietrisco di discrete dimensioni e abbondante vegetazione. È l’unico passaggio, lungo circa 2 km, sul quale avrei preferito una “front” (bici ammortizzata anteriormente) e pneumatici un po’ più larghi. In corrispondenza di una bella e ombreggiata area pic-nic, alla confluenza dell’Alpone nell’Adige, si percorre un centinaio di metri su strada asfaltata e si prosegue tra erbe e arbusti fino al grande ponte sull’Adige che vediamo proprio davanti a noi.

Il ponte sull’Adige ad Albaredo

Si procede sul ponte dotato di corsia ciclabile e si attraversa in corrispondenza delle zebre la provinciale che porta a Ronco per proseguire su via Giare, chiusa al traffico e destinata a pedoni e ciclisti. Siamo nel comune di Ronco all’Adige, abbiamo percorso poco più di 10 km, via Giare è molto bella e tranquilla e l’Adige scorre placidamente alla nostra sinistra seminascosto tra la vegetazione.

Via Giare


L’Adige seminascosto tra la vegetazione

Intorno al km 13 di viaggio si scende temporaneamente nella golena del fiume (dove troviamo anche alcune abitazioni) e mantenendo la sinistra ci ritroviamo poi a passare le piccole località di Tomba di Sotto e di Roverchiara. Qui inizia la parte più bella dei 30 km che ho percorso per arrivare a Legnago: questa sì che è una ciclabile! Il fondo è ben asfaltato, il contesto ambientale verde e vario, non ci sono attraversamenti e tratti in promiscuità con il traffico veicolare, da segnalare però alcuni passaggi con barriere rallentatrici da affrontare a velocità ridotta. Il percorso-vita che corre lungo la ciclabile non disturba affatto, dato che la zona non è densamente popolata.

Ciò che ho apprezzato in questo tratto è la segnaletica e la cartellonistica, degne di un itinerario turistico, con tabelle riportanti le particolarità ambientali del luogo e indicazioni per raggiungere Roverchiaretta e Angiari, paesini lambiti dalla ciclabile. Nei pressi di una cava di sabbia e ghiaia visibile sulla destra percorriamo un breve tratto su strada aperta al traffico, per poi immergerci nuovamente nel verde. Dopo Angiari manca poco per raggiungere Legnago, annunciata dall’ampia area golenale destinata a passeggiate, ombreggiate aree di ristoro e parchi gioco. Davvero una bella sorpresa, che mi ha fatto rivalutare questa zona di pianura; la pensavo piatta e monotona, invece ho trovato molti scorci (naturali o artificiali) su cui posare gli occhi.

L’Adige a Legnago


Le aree golenali trasformate in piacevoli zone ricreative

Legnago ha rappresentato per me il giro di boa; tra andata e ritorno ho percorso circa 60 km, che in MTB non sono pochi. Come detto, però, si potrebbe proseguire lungo l’Adige fino al mare Adriatico… e chissà che un giorno, libero da pensieri e soverchianti impegni, non possa cimentarmi in questa bellissima avventura. A tappe, ovviamente! ;-)

IN SINTESI: il tratto ciclabile San Bonifacio-Legnago è lungo circa 30 km, completamente pianeggianti, per metà sterrati. Comprende pochi e brevi tratti in promiscuità con strade aperte al traffico, ma comunque a scarsa percorrenza. Il percorso è bello e vario, si snoda quasi completamente sugli argini del torrente Alpone prima e del fiume Adige poi. La vegetazione ripariale è rigogliosa, ma molti tratti non sono ombreggiati e quindi sono sconsigliabili le ore calde del periodo estivo. Pur snodandosi la ciclabile in un contesto di campagna, sono molte le vie di collegamento verso i piccoli centri abitati che vengono lambiti. Il percorso è intuitivo, perché basta seguire gli argini; in alcuni punti (descritti in questo pezzo) bisogna però sapere qual è la sponda ciclabile. Non ho notato fontane o altri punti di rifornimento d’acqua. Tra Roverchiara e Legnago il mezzo più adatto è la bici da corsa; più a nord invece è d’obbligo la MTB o perlomeno una city bike.

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Una risposta

  1. Maria ha detto:

    Grazie

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