Meteoglossario
Anticiclone: è una zona di alta pressione, generalmente caratterizzata da tempo bello e stabile, soprattutto in estate. L’elevato valore di pressione può essere generato da subsidenza (discesa verso il basso di grandi masse d’aria, condizione tipicamente estiva) o da inversione termica (masse d’aria molto fredda e pesante che stazionano al suolo, frequente in inverno). Tre sono i grandi anticicloni che condizionano il tempo di buona parte dell’Europa occidentale: quello delle Azzorre, che nel periodo estivo garantisce clima caldo e asciutto, quello russo-siberiano, presente nel semestre invernale e causa sull’Italia settentrionale di giornate con cielo sereno ma molto fredde e ventose e quello subtropicale, che risale dall’Africa e porta ondate di caldo anomalo.
Atmosfera: è l’involucro gassoso di un pianeta. Nel caso della Terra, esso è costituito in gran parte di azoto ed ossigeno. La parte più bassa (la troposfera, fino a 10-15 km circa dal suolo a seconda della latitudine), dove si svolgono tutti i fenomeni meteorologici, è caratterizzata da una diminuzione della temperatura e della pressione in funzione dell’altitudine. Mentre la prima diminuisce più o meno costantemente (in media 0,55 °C per 100 metri di salita), la pressione mostra una rapida caduta negli strati inferiori, più densi e quindi più pesanti: al livello del mare essa decresce di circa 1 ettopascal ogni 8 metri di salita, mentre già oltre i 1000 metri tale diminuzione si è ridotta di 2/3.
Barometro: Strumento utilizzato per la misurazione della pressione atmosferica.
Brezza: vento di carattere locale che, in presenza di particolari conformazioni del territorio (sbocchi vallivi, chiuse, estese masse d’acqua…), può assumere velocità anche sostenute. Squilibri barici originati dal diverso riscaldamento solare a seconda della natura del territorio (capacità termica, esposizione ecc.) sono alla base della formazione delle brezze.
Ciclone: è sinonimo di depressione (vedi) per quanto riguarda le latitudini extratropicali (compresa quindi quelle europee). Nelle fasce tropicali i cicloni hanno invece estensione più ridotta ma effetti ben più importanti, talvolta distruttivi.
Condensazione: processo per il quale una parte dell’umidità contenuta in una massa d’aria passa dallo stato gassoso a quello liquido. Ciò avviene se alla massa d’aria viene aggiunta altra umidità (vapore acqueo) o se la temperatura dell’aria stessa diminuisce. In entrambi i casi l’aria raggiunge il valore di saturazione, ovvero uno stato nel quale essa non può più trattenere sotto forma gassosa tutta l’acqua che possiede. La condensazione libera una certa quantità di calore, detto calore latente, fondamentale per la crescita delle nubi temporalesche .
Convezione: termine utilizzato per indicare il fenomeno per il quale, specie in estate a causa del forte riscaldamento del suolo, si formano delle correnti (dette appunto convettive) dal basso verso l’alto che tendono a ristabilire una temperatura uniforme. In seno alle correnti convettive si formano spesso nubi di tipo cumuliforme che possono causare i temporali.
Depressione: zona della superficie terrestre dove vengono registrati valori bassi di pressione. Alcuni centri di bassa pressione si dicono semipermanenti perché rimangono attivi praticamente tutto l’anno senza variare di molto la loro posizione. Uno di essi è il ciclone islandese, centrato sull’Atlantico settentrionale, fucina continua di sistemi nuvolosi che condizionano il tempo di buona parte dell’Europa. Ad essi sono associate depressioni di portata più ridotta, in movimento da ovest verso est. Lungo la superficie di contatto tra due masse d’aria di natura differente si formano regolarmente depressioni più o meno profonde, che puntano talvolta il Mediterraneo.
Escursione termica: in meteorologia indica la differenza di temperatura tra il valore minimo e quello massimo di una determinata località. Può essere annua, ed in questo caso si riferisce alla differenza tra i valori invernali e quelli estivi o giornaliera, indicante la differenza tra la minima notturna e la massima diurna.
Ettopascal: unità di misura della pressione atmosferica (centesima parte del Pascal); 1 Pascal corrisponde ad un Newton per metro quadrato. L’ettopascal ha sostituito nelle carte meteorologiche l’uso del millibar (vedi). Da notare che 1hp = 1 mb.
Figura barica: termine usato per indicare un’area di alta o bassa pressione.
Föhn: Vento mite e secco che dallo spartiacque alpino scende verso il fondovalle causando repentini aumenti di temperatura e un forte calo dell’umidità dell’aria. Per approfondimenti: https://www.marcobonatti.it/contenuti/scienza/foehn_gen_2013.php
Fronte caldo: è la linea immaginaria che separa un massa d’aria calda (il settore caldo) da quella preesistente, relativamente più fredda; il settore caldo nel suo spostamento (che alle nostre latitudini avviene da SW verso NE), tende a sollevarsi producendo le caratteristiche nubi stratiformi che precedono la depressione.
Fronte freddo: è il limite più avanzato di una massa d’aria fredda. L’arrivo del fronte freddo segna generalmente il passaggio della fase più marcata di maltempo associata ad una bassa pressione; poi si affacciano le prime schiarite alternate a residue precipitazioni a carattere di rovescio o temporale. La sua velocità di spostamento, che generalmente sull’Italia avviene da NW verso SE, è molto maggiore rispetto a quella del fronte caldo, tanto che ad un certo punto quest’ultimo viene raggiunto determinando il completo sollevamento dell’aria calda e la formazione di un fronte occluso.
Gradiente termico: indica la variazione di temperatura tra due punti dello spazio. È verticale quando si fa riferimento alla diminuzione della temperatura in funzione dell’altitudine.
Grado centigrado (o grado Celsius): è l’unità di misura della temperatura in una delle più utilizzate scale termometriche, che assume come zero la fusione del ghiaccio e 100 l’ebollizione dell’acqua a livello del mare.
Igrometro: strumento utilizzato per la misurazione dell’umidità relativa (vedi) dell’aria.
Impulso di aria fredda: (vedi anche fronte freddo): usato nel linguaggio meteorologico per indicare una massa di aria fredda che scende rapidamente dalle alte latitudini e provoca repentini mutamenti nelle condizioni del tempo. In estate esso interagisce con l’aria più calda presente alle nostre latitudini provocando forti temporali, mentre in inverno introduce spesso un periodo di tempo freddo, secco e ventoso in area alpina, instabile nel Mediterraneo.
Inversione termica: fenomeno per il quale, in mancanza di un significativo rimescolamento degli strati bassi dell’atmosfera (indotti dal vento o dal riscaldamento solare), si produce una stratificazione della stessa, nella quale l’aria più fredda e pesante tende ad accumularsi nelle bassure mentre quella più calda vi si posiziona sopra, creando una configurazione molto stabile che può perdurare per diversi giorni. Le conche alpine per la loro morfologia sono luoghi ideali per la formazione di un cuscinetto di aria fredda specie quando, nel periodo invernale, un’area di alta pressione invade la regione alpina creando i presupposti per l’inversione termica. Non essendoci un adeguato ricambio della massa d’aria, gli inquinanti possono concentrarsi progressivamente nei bassi strati e solo decise correnti da nord o l’ingresso di una depressione con una totale sostituzione della massa d’aria preesistente possono risolvere una situazione che in alcuni casi costringe le autorità a provvedimenti di limitazione del traffico.
Isobare: linee ideali congiungenti tutti i punti della superficie terrestre aventi la medesima pressione. Vengono usate sulle carte meteorologiche per evidenziare anticicloni e depressioni.
Isoterme: linee ideali congiungenti tutti i punti della superficie terrestre aventi la medesima temperatura. Nelle carte climatiche si fa riferimento alla temperatura media, in quelle di previsione del tempo alla temperatura puntuale.
Millibar: unità di misura della pressione atmosferica (millesima parte del Bar); 1 millibar è pari alla pressione esercitata da una colonna di mercurio alta 0,75 millimetri e con una sezione di un centimetro quadrato. Viene abbreviato in mb. Dal 1986 è stato sostituito dall’ettopascal (vedi).
Nubi lenticolari: nubi di tipo orografico, legate quindi alla morfologia del territorio. Esse si formano in seguito alle deviazioni subite da un flusso d’aria a causa della presenza di catene montuose (le Alpi, per esempio) o di altri ostacoli come un flusso d’aria avente direzione diversa. Le nubi lenticolari hanno una particolare forma a lente (da qui il nome).
Nuclei di condensazione: particelle in sospensione nell’atmosfera di varia provenienza (sale, polveri ecc) attorno alle quali condensano le goccioline di pioggia o i cristalli di neve.
Pressione atmosferica: indica il peso della colonna d’aria soprastante. Viene misurata in ettopascal (vedi). Generalmente a condizioni di tempo buono si associano valori alti di pressione (indicativamente maggiori di 1020 mb); valori bassi sono legati (ma non sempre!) a tempo cattivo.
Promontorio: È la propaggine di un anticiclone. Esempio classico è il promontorio di alta pressione, estensione dell’Anticiclone delle Azzorre, che si frappone tra due depressioni atlantiche. Se esso è abbastanza robusto può interrompere il flusso perturbato e riportare condizioni durature di tempo stabile.
Perturbazione: variazione del tempo, solitamente accompagnata da fenomeni quali piogge, venti ecc. Nel linguaggio dei media il termine indica più specificatamente un esteso corpo nuvoloso che causa piogge o nevicate diffuse.
Piovasco: breve precipitazione localizzata e di modesta entità; solitamente i piovaschi interessano a “macchia di leopardo” una zona relativamente estesa.
Pluviometro: strumento utilizzato per la misurazione della quantità di pioggia caduta in litri (o millimetri) per metro quadrato.
Rovescio: precipitazione di breve durata, solitamente abbastanza intensa e originatasi da nubi di tipo cumuliforme.
Saccatura: zona di bassa pressione originata dall’estensione di una depressione “madre”. Ad essa sono associate condizioni di maltempo.
Stau: indica l’addensarsi di corpi nuvolosi su di un versante che si trovi sopravento rispetto a correnti umide. Il versante opposto, sottovento, potrebbe interessato dal föhn.
Scorrimento caldo: fenomeno per il quale le correnti associate al fronte caldo (vedi) producono una nuvolosità di carattere stratiforme che si intensifica man mano che la depressione si avvicina. Tali correnti tendono infatti a scorrere sopra il cuscino di aria al suolo più fredda causando la tipica velatura del cielo specie nel periodo invernale.
Temporale: fenomeno causato da uno o più cumulonembi, le nubi dalle quali si scatenano fulmini e rovesci di pioggia anche forti.
Termica: “bolla” d’aria indotta a salire dal riscaldamento solare. Se il gradiente termico verticale (vedi) è forte (ovvero se in quota l’aria è molto più fredda che al suolo) la bolla darà il via alla formazione di una nube cumuliforme ed eventualmente di un temporale.
Umidità: indica la presenza di vapore acqueo nell’atmosfera. L’umidità assoluta quantifica il numero di grammi di acqua presente in un metro cubo d’aria, quella relativa esprime il rapporto tra la quantità di vapore acqueo presente in una data massa d’aria e quella necessaria per rendere satura la massa stessa. Un vento secco come il föhn presenta una umidità relativa piuttosto bassa (20-30%, talvolta anche meno), mentre le correnti umide di libeccio o scirocco possono spingere l’igrometro a valori prossimi al 100%.
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