Pedalando in Laguna sud

Anche quest’anno, per vari motivi, la meta delle mie (brevi) vacanze “tradizionali” (quelle con famiglia, senza fughe in bici+treno…) è stata la Laguna veneta. Ho già avuto modo di decantare le bellezze di questa zona con alcuni articoli pubblicati sul mio sito (qui e qui, per esempio), ma quella a sud di Venezia era rimasta finora una parte per me poco esplorata. Ci ero passato di sfuggita nel novembre 2019, durante una scappata al Lido Di Venezia, ed avevo apprezzato la bellezza di Ca’ Roman, un’area protetta (non del tutto, purtroppo) dove il tempo sembra essersi fermato a qualche secolo fa.
Il soggiorno di una settimana a Sottomarina ha rappresentato una ghiotta occasione per infilarmi nel dedalo di strade e ciclabili nella zona sud della laguna, che arriva a lambire le foci dell’Adige e del Po. Anche in questa occasione, vista la presenza di sterrati, ho preferito portare con me un mezzo più robusto della bici da corsa. Con la MTB dotata di coperture strette sono riuscito a percorrere circa 400 km, di cui una discreta parte su strade a traffico limitato o comunque scarso.
Di notevole bellezza la Via delle Valli (le valli, in questo caso, sono i canali lagunari), un percorso asfaltato a scarso traffico che attraversa un dedalo di isolette e specchi d’acqua. Essa collega la ciclabile Cavanella d’Adige-Isola Verde ad Albarella (non del tutto, a dire la verità, perché gli ultimi tre km per Albarella corrono su una pericolosa provinciale). Si tratta di un itinerario di grande suggestione che ospita rare specie di uccelli (da ricordare i fenicotteri rosa) in un ambiente prevalentemente salmastro con valli da pesca, leccete e pinete.
Voglio precisare che Lio Piccolo (nei pressi di Jesolo) rimane inarrivabile, ma anche la Via delle Valli offre scorci interessanti e sempre diversi, con una fauna e una flora ricchissima e, dulcis in fundo, un gran numero di coniglietti (forse provenienti da qualche allevamento dismesso?) che zampettano timidamente qua e là. In bici non è così difficile avvistarli… in macchina è ovviamente un’altra storia! La Via delle Valli si distende attraverso la laguna per circa 13 km; giunti al bivio per Albarella, abbiamo tre possibilità: girare a sinistra e proseguire sui già citati 3 km di provinciale per arrivare ad Albarella (ma dovremo poi comunque tornare indietro!), svoltare a destra e chiudere un anello (in questo caso l’ho fatto) che però costringe a mettere le ruote per alcuni km sulla pericolosa Via Po di Levante, oppure fare una inversione ad “U” e ripercorrere il tracciato al contrario, la scelta che consiglio.

Molto interessante (anche se il fondo a tratti è di ghiaia un po’ grossolana) è la già citata ciclabile che segue l’ultima parte del corso dell’Adige e che da Cavanella porta a Rosolina Mare. Si tratta di circa 7 km sterrati, più 2 che portano all’estremità nord di Rosolina, dove si trova la foce dell’Adige e dove è stata eretta una torre panoramica piuttosto imponente.

Al termine del tratto sterrato, invece di proseguire verso la foce dell’Adige, possiamo dirigerci verso il centro di Rosolina e proseguire poi per altri 6 km circa raggiungendo il meraviglioso giardino botanico di Porto Caleri, in parte visitabile anche in bici grazie alle piste di terra battute che si diramano in quell’ambiente singolarissimo fatto di vegetazione bassa e specchi d’acqua. L’importante è non andarci quando c’è folla ;-) L’accesso alla parte più interessante del giardino botanico è a pagamento (pochi euro, solo a piedi, orari d’ufficio più o meno) e permette di seguire un percorso che va dalla flora stabile sulle antiche dune costiere (pini e lecci) fino alle piante pioniere che crescono a pochi metri dal mare. Ho trovato questo lembo di territorio sopravvissuto alla bulimia turistica molto interessante e di grande valore naturalistico. Assolutamente da vedere, quindi!

Per il resto, oltre a un breve tratto sterrato dietro isola verde, il territorio della Laguna veneta sud offre diverse strade secondarie, tra cui spicca quella a traffico limitato che collega il ponte sull’Adige a Cavanella -lato nord- alle foci del Brenta. L’impressione è che su questi 10 km circa di strada abbastanza ampia e ben asfaltata molti ciclisti ci passassero gran parte del loro allenamento ;-)

Ora passiamo ai “ma”… perché le risorse di questo territorio non finiscono certo qui e il Delta del Po, con i suoi canali, i ponti, i percorsi naturalistici ed alcune spiagge dal sapore vagamente… romagnolo sono alla portata delle nostre ruote! Per raggiungerli restando su chilometraggi “umani”, però, c’è di mezzo la famigerata statale Romea, una delle più pericolose strade d’Italia. Questa strada è comodissima per “saltare” i complicati ghirigori che gli itinerari secondari disegnano lungo il corso del Brenta e dell’Adige fino al primo ponte utile, oppure per non dover costeggiare le parti di laguna più rientranti. Io qualche km sulla Romea l’ho percorso, e la presenza di una corsia al di là della linea laterale mi dava una certa sicurezza… ma è comunque poco piacevole pedalare tra auto a tutta velocità e camion extra-size. In sostanza: grazie alla Romea, da Sottomarina possiamo raggiungere velocemente Rosolina, Contarina, Taglio di Po e poi addentrarci nelle stradine lagunari. Bisogna essere però un po’ abituati a pedalare nel traffico… le strade alternative come detto ci sono, ma c’è da mettere in conto un chilometraggio almeno doppio!

Molto piacevole è stata la giornata del “vaporetto+bici” :-) grazie al quale ho potuto pedalare (e prendermi anche un KOM che nel 2019 avevo sfiorato!) sulle isole di Ca’ Roman e Pellestrina e sul singolare camminamento lungo i Murazzi.

Tutto sommato mi sono fatto l’idea che la laguna nella parte a sud di Venezia abbia un aspetto un po’ più “terragno” dei dintorni di Jesolo e Bibione… in altre parole ho visto più zone emerse. Ma si tratta, forse, della configurazione della rete stradale e degli scorci che conseguentemente si offrono al pedalatore ;-)

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