Presentazione del trofeo Bonatti

Che cos’è il Trofeo Bonatti? L’idea è nata nel 2004 da me, mio fratello Christian e mio padre Carlo, per molti anni apprezzato direttore sportivo nelle categorie giovanili.
A casa mia si è sempre mangiato pane e ciclismo; non per niente già a dieci anni io e Christian, sotto lo sguardo attento del papà “DS”, pedalavamo fianco a fianco con atleti che poi sarebbero entrati a far parte del mondo professionistico. Anche Christian, tutto sommato, non ci è andato poi così lontano… più di una volta, nelle categorie giovanili, si è preso la libertà di mettere la sua ruota davanti a quella di nomi che poi sarebbero poi apparsi nelle cronache dei maggiori quotidiani sportivi italiani.
Dopo due decenni di militanza nelle varie categorie agonistiche (con qualche apparizione anche tra i dilettanti) la sempre maggiore esasperazione in gara ci ha spinto al grande passo: abbiamo deciso di “confezionare” le gare noi stessi, come più ci piacciono, ideando una serie di prove per un numero limitato di amici fidati (e un po’ matti…) nelle quali, pur non mancando un sano spirito di competizione, l’obiettivo principale è pedalare insieme evitando rischi inutili.
Per questo il traguardo è posto solitamente in cima ad una salita e se il percorso prevede dei tratti in pianura questi si fanno in gruppo, senza pazzie, ognuno “tirando” la propria parte.
Come in una gara vera, al termine c’è la classifica e la premiazione; in questo caso però il D.S. Carlo non tiene conto solo della prestazione atletica, ma anche di personalissime valutazioni tanto che, a fine stagione, il ciclista premiato sarà certamente tra i più costanti ed impegnati, ma dovrà anche essersi dimostrato un vero sportivo, nel senso più genuino del termine.
Crediamo che il Trofeo Bonatti stia dimostrando che si può fare agonismo con stile e senza rischiare l’osso del collo!

Carlo, mio padre, ci ha lasciati nel giugno 2016.
Senza di lui il trofeo non ha più senso, perlomeno nella forma in cui è stato disputato in questi anni, semplicemente perché il DS è INSOSTITUIBILE.
Continueremo a vederci e a pedalare insieme, ma nulla sarà come prima.

ADDIO E GRAZIE DI TUTTO, MITICO DS!

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