Sulla Panoramica in bici
Il mio sito è zeppo di riferimenti alla strada Panoramica Gabicce-Pesaro, a Casteldimezzo e Fiorenzuola, nonché alle puntatine, anche fuori stagione, che mi concedo in questi luoghi. Quello che è mancato finora è una scheda per il ciclista che riassuma le caratteristiche di questo favoloso percorso che unisce mare e collina, su e giù, azzurro e verde. Cercherò di rimediare con questo pezzo
Premessa: La Panoramica è ancor più… panoramica se percorsa in MTB lungo i sentieri o, ancor meglio, facendo trekking. Il problema è che alcuni tratti sono preclusi alle “ruote grasse” (anche se i divieti sono spesso disattesi) e che a piedi la cosa si fa piuttosto impegnativa, trattandosi di circa 20 km con un discreto dislivello (io l’ho fatto, ma per i miei gusti sui pedali è meglio!). Il mio consiglio è di prendere confidenza con questo percorso (che per lo scarso traffico può essere considerato in molti periodi dell’anno quasi una ciclabile) su una bici da strada, godendo dei tanti punti panoramici comunque raggiungibili; in seguito si potrà approfondirne la conoscenza avventurandosi sui sentieri con la MTB e, dove non permesso, proseguendo a piedi. Scopriremo così pian piano gli innumerevoli scorci di questo pezzo d’Italia proteso nel mare Adriatico.
La Panoramica Gabicce-Pesaro (la “Pano” per i locali) è una strada provinciale che si snoda nel Parco naturale del Monte San Bartolo, in provincia di Pesaro. Si tratta di un percorso relativamente breve (poco più di 20 km), ondulato, che segue la linea di costa ad altitudini tra 100 e 200 metri circa, senza pendenze importanti (a parte un paio di strappetti che portano a Casteldimezzo) e con dislivelli modesti, ma che risulta molto allenante se affrontato a buon ritmo. Viceversa, chi vede nella bici solo un piacevole passatempo potrà approfittare di vari punti panoramici e di ristoro (fontane, piadinerie, chioschi e alcuni ristoranti piuttosto rinomati) nonché godere delle soste a Casteldimezzo e Fiorenzuola, due minuscoli borghi che si affacciano sul mare con balconate da sogno.

Casteldimezzo, una delle tappe della pedalata sulla Panoramica
Punti di partenza possono essere Pesaro, partendo da sud, o Gabicce Mare a nord. In ogni caso ci troveremo a percorrere il tragitto in entrambi i sensi, a meno che non si voglia ripiegare sulla più agevole ma trafficata statale Adriatica, da tenere presente in caso le forze dovessero essere limitate.
A Gabicce Mare, a pochi passi dalla spiaggia, si imbocca la via che non per niente si chiama Panoramica; non è difficile trovarla perché costeggia il lungomare (nel dubbio seguire le indicazioni per la discoteca Baia Imperiale).

Il percorso tracciato da Strava
La salita inizia nel bel mezzo della località marchigiana (la più a nord della regione) con una pendenza relativamente dolce e porta in 2 km a Gabicce Monte, non prima di aver offerto un assaggio degli scorci di cui si potrà godere lungo il percorso.
A Gabicce Monte, invece di addentrarci nel minuscolo borgo, svoltiamo a destra e iniziamo una breve discesa con alcune curve, poi un nuovo strappetto e quindi un paio di tornanti nuovamente in discesa che portano al bivio per la Vallugola, posto sulla sinistra. La descrizione di questo tratto di nemmeno 2 km è sufficiente per avere un’idea di cosa ci aspetta: un percorso ondulato e tortuoso, che in pochi metri passa da un’occhiata sul mare a una cartolina dell’entroterra (molto suggestiva la vista sul castello di Gradara) e nel quale la pianura è praticamente inesistente.
E difatti, dopo aver passato il bivio con la già citata strada che in un chilometro scende alla baia della Vallugola (posticino carino, ma la pendenza è notevole!), ecco un’altra breve discesa e quindi la salita che in 2 km conduce al bivio per Casteldimezzo. Questa e quella per Santa Marina Alta che arriverà in seguito sono le due sole ascese superiori al chilometro del percorso nord-sud. La salita ombreggiata con qualche tornante e pendenze che non superano il 6% ci regala qualche altro assaggio di panorami sul mare e sulle verdi colline del parco. Qui si può ammirare la rigogliosa vegetazione mediterranea che caratterizza tutta l’area: ginestre, lecci, querce, aceri, roverelle, carpini, biancospini, pungitopo, alloro e campi coltivati a olivi, vigne e girasoli che nemmeno il terribile incendio dell’estate 2017 ha saputo domare.
Giunti allo scollinamento, nei pressi di una casetta abbandonata presente sulla sinistra, non posso non segnalare l’imbocco di un sentiero che porta ad un punto panoramico da urlo, raggiungibile spingendo la bici per circa 300 metri; si tratta del luogo chiamato “la Montagnola” o anche “il Tetto del mondo”. Ho scritto che la bici va spinta non solo perché i primi metri sono molto ripidi e dissestati (con le classiche scarpette da ciclismo è meglio lasciar perdere, fortuna che io uso quelle da MTB!), ma anche perché, pur disponendo della bici giusta e delle necessarie capacità tecniche, un cartello ci intima di scendere dalla “due ruote”. Il divieto, a dire la verità, è poco rispettato: Youtube è pieno di matti che si lanciano su quei sentieri. Dal Tetto del mondo, infatti, si può scendere in Vallugola su uno strepitoso viottolo che corre lungo un impressionante dirupo sul blu dipinto di blu. Favoloso, ma non voglio nemmeno pensare all’eventualità di qualcuno che, in velocità, perda il controllo della bici e voli oltre la staccionata…

La deviazione per il Tetto del mondo non è agevole, ma ne vale la pena!
Dopo l’eventuale visita alla Montagnola torniamo sui nostri passi, riguadagniamo la strada asfaltata e superiamo il camping Paradiso. Poche centinaia di metri dopo, in prossimità di un ristorante, abbiamo tre scelte: a sinistra possiamo salire a Casteldimezzo con poche centinaia di metri in parte in forte pendenza, proseguendo invece sulla strada principale si rimane sulla classica Panoramica, mentre scendendo a destra si raggiunge dopo poco più di un chilometro il borgo di Colombarone, sulla statale Adriatica. Il passaggio a Casteldimezzo è per me un tratto obbligato, che percorro sempre. La mia raccomandazione è quindi: svolta a sinistra!
La visita al minuscolo borgo e il panorama che si gode dalla staccionata nei pressi del ristorante sono semplicemente da favola; una sosta è quindi d’obbligo! Compiendo il brevissimo anello che fa il giro del paese (poche case e una chiesa…) si può approfittare di una fontanella la cui acqua è sorprendentemente fresca!
Il consiglio, una volta usciti dalle mura del paese, è di proseguire in salita e scollinare poche centinaia di metri dopo, potendo godere di altri bellissimi scorci sul mare al di là della vegetazione. Da notare che questo itinerario, a seguito del devastante incendio del 2018 e di successive e abbondanti piogge che hanno resto instabile il versante della collina, è stato chiuso al traffico veicolare. Dall’estate 2019 non è più possibile transitare nemmeno in bici e a piedi, ma i lavori sono in corso e mi auguro che finiscano presto (a ottobre nulla di nuovo…)

Scorcio appena fuori Casteldimezzo
Una breve e ripida discesa ed ecco il ricongiungimento con la Panoramica, circa 500 metri prima di entrare a Fiorenzuola di Focara. Questo paese si trova più o meno a metà strada e rappresenta un ottimo punto di ristoro sia per la bella fontana, seminascosta a fianco dell’arco in pietra di accesso al borgo (ce n’è comunque anche un’altra poco più avanti, dopo il bivio per la chiesa), sia per i bar e il ristorante che permettono di bere e mangiare a volontà. Fiorenzuola, a differenza di Casteldimezzo, è un borgo fornito dei servizi minimi per vivere cristianamente (non che questa la consideri una condizione necessaria). Ci sono pure un piccolo negozio di alimentari e due bar, ritrovo abituale dei ciclisti locali, che si potrebbe chiedere di più?
Da sottolineare inoltre che addentrandosi nel borgo e salendo alla vecchia chiesa si può accedere a un grazioso giardinetto con un altro panorama… in stile Panoramica!

La vista nei pressi di Fiorenzuola sulla piccola spiaggia sottostante. Fonte: Wikipedia
OK, forse sto virando troppo verso l’aspetto turistico… ma ribadisco che, come faccio spesso io, “menare” sulla Pano e godere comunque di splendide viste si può. L’occhio non potrà infatti non essere catturato, di tanto in tanto, dall’immensità del mare e dal variopinto paesaggio.
In ogni caso, una volta usciti da Fiorenzuola ci attendono oltre 10 km senza più centri abitati (se si escludono le quattro case e il ristorante di Santa Marina Alta) con tanti saliscendi, molti punti panoramici (dopo Santa Marina se ne trova uno adibito a parcheggio con fontanella e chiosco) e qualche scorciatoia per scendere sulla statale. Questa è (sia in un senso che nell’altro) la parte migliore per lasciar andare la bici, pur tenendo presente che ci troviamo in un parco naturale e che non sono difficili incontri (a me è capitato) con lepri, fagiani e altri animali selvatici. Si parla inoltre di un sovrannumero di cinghiali (tanto che ai cacciatori è stato concesso un contestatissimo permesso per procedere allo sfoltimento della popolazione), ma a me non è mai capitato di incontrarne uno; in un’occasione ho invece visto la carcassa di un istrice investito con ogni probabilità da un’auto.
Gli ultimi tre chilometri sono in discesa, abbastanza tortuosa e con un bel panorama verso la città di Pesaro dal piazzale di un ristorante.
Giunti a Pesaro ci accorgeremo di non aver percorso più di 25 km, ma l’impressione, a causa dei continui saliscendi, sarà quella di aver pedalato molto più a lungo.
Potremmo anche decidere di non essere giunti al giro di boa… perché la città di natale di Gioacchino Rossini è percorsa da una fitta rete di ciclabili, chiamata “la bicipolitana”, che prevede addirittura varie linee. Quella più interessante è senza dubbio la direttissima per Fano: un meraviglioso lungomare che va percorso a bassa velocità soprattutto in estate, essendo continuamente attraversato (e inevitabilmente occupato…) da pedoni un po’ distratti.
Una soluzione più tranquilla, una volta entrati a Pesaro, è quella di svoltare a sinistra alla prima rotonda e di fare un salto (sempre su ciclabile) alla vicina baia Flaminia, dove si trova anche una fontana.

Non ho mai capito se si tratta di un lavapiedi o di una fontana… ma quando si ha sete non fa differenza!
Fontana di Baia Flaminia, fonte immagine: Google Maps
Che si sia raggiunta Fano o che si sia fatto solo una capatina a Pesaro, il ritorno inizia subito con una bella salita, l’unica vera salita della giornata, 3 km con una pendenza media del 5%. Nulla a che fare con i passi dolomitici, ma vuoi mettere il contesto?
Una volta scollinato a quasi 200 metri di quota non cambia granché rispetto all’andata: molti saliscendi, diversi tratti tortuosi con alcuni tornanti non proprio agevoli e i già descritti punti panoramici e di ristoro. Consigliatissimo e per me d’obbligo anche al ritorno è il passaggio a Casteldimezzo!
IN SINTESI: Percorso di circa 50 km (Gabicce-Pesaro-Gabicce) che si snoda all’interno di un parco naturale a picco sul mare, su strada tortuosa e con molti saliscendi, ma con un traffico talmente scarso di risultare, a parte i week end e l’altissima stagione, quasi una ciclabile. Fantastici alcuni scorci sul mare da altitudini tra i 150 e i 200 metri. Una visita è d’obbligo per i due borghi medioevali di Casteldimezzo e Fiorenzuola di Focara, circondati da antiche mura (quelle di Fiorenzuola sono ancora in gran parte integre) e ospitanti chiese edificate tra il X ed il XIII secolo. L’ambiente è molto vario, in pochi metri si passa dal verde dell’entroterra ai versanti che digradano verso il mare baciati da una piacevolissima brezza nel periodo estivo. Sul tracciato sono presenti diverse scorciatoie che scendono verso la statale Adriatica; questo permette al ciclista, in caso di bisogno, di limitare il percorso in lunghezza e difficoltà.
Il periodo migliore per una pedalata sulla Panoramica è la tarda primavera, quando le ginestre tingono di giallo le colline con vista mare: uno spettacolo da non perdere, anche per il gran numero di farfalle bianche che completano un’incredibile tavolozza di colori!
Unica nota negativa del tracciato: le mediocri condizioni dell’asfalto in alcuni tratti: occhio quindi a non farsi distrarre troppo dal paesaggio!

Qui in bici è meglio non avventurarsi :-P

Tipici paesaggi del Parco del Monte San Bartolo, sospesi tra terra e mare
RISORSE ONLINE:
Sito ufficiale del Parco San Bartolo
Cartina interattiva con tutti gli itinerari