Sulla Ponale in bicicletta

Tra i percorsi ciclabili degni di nota merita senza dubbio un posto di primo piano la “strada del Ponale”, ideata nell’800 dal trentino Giacomo Cis per collegare l’alto Garda alla valle di Ledro. Questo itinerario, che è stato trasformato anni addietro in una ciclopedonale, trae il nome dal torrente proveniente dal lago di Ledro e offre favolosi panorami e assenza totale di traffico motorizzato. Si tratta di un vero e proprio gioiello amato soprattutto dai cicloturisti del nord Europa.
Il punto di partenza è situato a sud dell’abitato di Riva del Garda, pochi metri prima dell’ingresso della galleria sulla Gardesana, in direzione Limone.
Come già accennato, la strada non è sempre stata un paradiso per gli amanti delle due ruote: prima dell’apertura del lungo tunnel che collega Riva alla valle di Ledro, la Ponale era percorsa da mezzi motorizzati di ogni genere, anche camion con rimorchio! Un bel sito che tratta l’argomento, (ponale.eu) racconta vita, morte e miracoli sia del tracciato sia del suo ideatore.
Dopo anni di abbandono, una forte mobilitazione popolare ha recuperato quest’opera di ingegneria trasformandola in un ampio sentiero, parzialmente asfaltato, frequentato da escursionisti e ciclisti di ogni livello e in ogni periodo dell’anno grazie alla sorprendente mitezza del clima.
Va detto che questa promiscuità tra… ruote e scarponi genera talvolta situazioni poco piacevoli. Non sono rari infatti i MTBiker che si lanciano a rotta di collo lungo la discesa, cosa che, oltre a mettere a rischio l’incolumità del prossimo, può costare al malcapitato un volo di svariate decine di metri: in molti tratti i parapetti sono infatti inadeguati o del tutto assenti!
Anche per questo, ma non solo per questo, la Ponale è un percorso che va “tirato” in salita, ma gustato con calma in discesa: i panorami sul sottostante lago sono da capogiro, sia per i precipizi (prudenza in alcuni punti nello sporgersi!), sia per la bellezza (per le foto rimando alle slide più sotto).
Va detto che la parte più nota e battuta della strada del Ponale è quella dei primi 2,5 km (135 metri di dislivello), quasi interamente sterrati e caratterizzati da alcune gallerie non ben illuminate. Qui possiamo osservare la presenza di numerose feritoie, gallerie e fortificazioni realizzate dall’esercito austro-ungarico. Tra lecci e cipressi, sovrastati da imponenti pareti di roccia calcarea, si giunge in località “Ponale alto”, quota 220 m, dove si trova un bar ristorante ristrutturato e riaperto al pubblico, con un favoloso terrazzo panoramico. Da qui si può ammirare tutta la parte alta del lago e un tratto della catena del Monte Baldo. Questa piccola località può rappresentare il punto d’arrivo per chi non ha particolari pretese; per i meglio allenati, invece, è lo snodo per uno dei tanti itinerari che offre la zona.

In fucsia: Riva-Pregasina. In giallo: Pregasina e Ledro. In rosso: tutto il giro del Tremalzo

La prima decisione va presa proprio a Ponale alto, dove si trova un bivio.

Verso Ledro Si può proseguire lungo il tracciato ideato da Giacomo Cis, risalendo su asfalto la gola del torrente Ponale e godendosi altri favolosi scorci sul lago. Dopo 2 km circa, attraversata una breve galleria, si incrocia la strada provinciale della valle di Ledro, sulla quale si procede per circa 500 metri in salita prima di svoltare a sinistra e imboccare la ciclabile verso il lago. Proprio per il fatto che bisogna immettersi (sia pur brevemente) nel traffico, che nei periodi turistici è a dir poco caotico, non considero questa scelta la migliore (vedremo poi che esiste un’alternativa). Da sottolineare che la ciclabile della valle di Ledro, che in circa 5km porta dai 440 ai 660 metri di altitudine del lago, presenta nella seconda metà tratti decisamente impegnativi, anche se brevi, segnalati da poco rassicuranti cartelli che invitano il ciclista a scendere dalla bici e proseguire a piedi… non sia mai, ovviamente, ma in alcuni punti è consigliabile proseguire sganciandosi dai pedali. Si tratta dunque di un tracciato che in alcuni punti risulta davvero poco agevole e che molti turisti affrontano con bici elettriche, non sempre con i risultati sperati (nel senso che capita comunque di vederne alcuni spingere!). Il percorso è comunque suggestivo, in parte ombreggiato (anche troppo in determinate stagioni) e il giro del lago di Ledro, quasi pianeggiante e di circa 10 km, è piacevole e con molti punti di ristoro (peccato si svolga in buona parte su strade aperte al traffico). Dal paesino di Pré, a metà ciclabile, da Molina o dal piccolo lago d’Àmpola, si può salire sull’altipiano di Tremalzo, scollinare a quota 1800 e ridiscendere chiudendo percorsi ad anello consigliabili solo a ciclisti ben allenati; da Pré, in particolare, la stradaccia che sale all’altipiano attraverso lo sperduto e minuscolo Leano presenta pendenze ben superiori al 20%!

Verso Pregasina In alternativa, a Ponale alto si può attraversare il ponte sul torrente e proseguire per Pregasina su una tortuosa ma superpanoramica (la adoro!) stradina di asfalto rovinato e parzialmente coperto da sassi e ghiaia; dopo circa 3 km di buona salita si giunge alla “Regina mundi”, uno spiazzo a 450 metri di quota caratterizzato dalla statua di una madonnina e da una vista meravigliosa sull’alto Garda. Normalmente io tiro dritto per un altro paio di impegnativi chilometri fino alla chiesetta di Pregasina (540 m), posta in cima al paese, dove mi fermo a gustare il panorama. Dalla base della salita, appena fuori Riva, sono quasi 7 km con 450 metri di dislivello. Ma non sarebbe finita qui… dopo Pregasina l’asfalto lascia infatti spazio ad una forestale, a tratti in cemento grezzo e con pendenze notevoli, che tocca Punta Larici (quota 900 m, baratro impressionante sul lago) e che prosegue poi come sentiero talora impervio attraverso malghe e baite fin sull’altipiano di Tremalzo. Come già accennato Tremalzo è raggiungibile anche dalla Val di Ledro: si profila quindi la possibilità di cimentarsi su vari percorsi ad anello, inventando soluzioni più o meno lunghe e impegnative. Attenzione comunque a possibili tratti innevati in quota anche in tarda primavera.
Mi sto però allontanando da quello che era il mio proposito: descrivere un percorso panoramico, adatto a tutti e agibile praticamente tutto l’anno grazie alla mitezza del clima. Lo possiamo identificare in un triangolo che tocca Riva, Pregasina e il lago di Ledro.
Torniamo quindi alla chiesetta di Pregasina e ai suoi bei panorami. Tutto sommato, con un rientro a Riva potremmo dirci sazi di pedalate ed emozioni; ma disponendo di un altro paio d’ore e volendo rendere omaggio al geniale ideatore della Ponale, possiamo ridiscendere alla Regina Mundi e raggiungere in 2 km, attraverso la galleria e dopo una breve salita, la ciclabile della Val di Ledro. Possiamo così evitare il tratto nel traffico di cui parlavo in precedenza. Unico problema: il divieto di transito alle bici che campeggia all’entrata del tunnel! Pur essendo restìo a violare le regole, francamente in questo caso non vedo il motivo di tale limitazione. Il tunnel è relativamente breve, completamente in discesa, ben illuminato e con scarsissimo traffico, perlomeno fuori stagione. Capita che mi conceda questo strappo alle regole, ma non arrabbiatevi se doveste prendere una multa o anche solo una lavata di testa: io vi avevo avvertito ;-)
Che lo si percorra in un senso o nell’altro, che si decida di fermarsi a Ponale Alto o proseguire fino a Tremalzo, sono certo che la Ponale rappresenterà una piacevolissima esperienza!
Buone pedalate!

AGGIORNAMENTO 2018
E dopo una lunga chiusura per lavori della strada del Ponale, nell’aprile 2018 ho potuto rimetterci le ruote… ancora una volta da corsa! Sì, perché mi aspettavo che la tanto attesa ristrutturazione avesse reso il fondo del primo tratto, quello che porta a Ponale Alto, più pedalabile. Invece gli interventi miravano evidentemente più che altro alla messa in sicurezza del percorso e alla separazione (in parte) tra pedoni e ciclisti; solo il primo chilometro è un po’ più scorrevole. Morale della favola: la prossima volta ci torno in MTB o perlomeno con la bici ibrida!

Migliorato o no il fondo, la Ponale è sempre la Ponale ;-)

AGGIORNAMENTO 2019
E infatti nel 2019 ci sono tornato con la bici ibrida, salendo fino a Punta Larici ;-)

Vista da Punta Larici

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